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martedì 26 settembre 2017

La Storia della Cover di Amazing Spider-Man #262

Mentre stavo rileggendo il superbo Occhio Di Falco di Matt Fraction, David Aja e altri artisti assortiti, mi sono imbattuto nel numero #3 della serie, numero dedicato alla carriera di un disegnatore noto a tutti "di nome", ma non di fatto: Eliot R. Brown. Questo autore ha contribuito, negli anni '80 (e non solo) a dare ancora più forma agli eroi della Casa Delle Idee, creando le minuziose e dettagliate schede tecniche che realizzava per illustrare il funzionamento dei gadget, armamenti e veicoli in dotazione ai personaggi Marvel. Oltre ai design, un'altra grande passione di Brown era la fotografia che sfruttò non solo per documentare alcuni momenti di svago all'interno della casa editrice, ma anche per dar vita ad uno dei tanti sperimentali esperimenti bizzarri tentati del mondo del fumetto e che in futuro saranno messi in pratica in maniera forse peggiore (le gimmick cover, brrr...). Ergo, ho deciso di dare un po' di lustro e luce a questo autore, partendo proprio dalle sue Photo Cover, che hanno tutte una storia interessante e particolare dietro. Decidendo di partire da quella più famosa, sono venuto a conoscenza di un'altra grande storia legata a questa copertina che, oggi, ci sciroppiamo tutta.


La storia di questa copertina è piuttosto lunga, più che altro perché legata ad un lungometraggio del personaggio mai uscito e, pian piano, trasformatosi in un altro progetto. Alcuni dicono che la genesi della copertina e del film mai uscito non c'entrino un cazzo l'un l'altra ma, come scopriremo, le due storie sono indissolubilmente legate assieme. Partiamo dagli inizi.

L'Uomo Ragno aveva già avuto un suo adattamento live-action, che era quella discreta porcata di The Amazing Spider-Man: non quello con Andrew Garflied, ma il telefilm degli anni '70 con Nicholas Hammond, la cui mancanza di qualità negli effetti speciali erano gli ultimi problemi del serial (se volete approfondire la questione, ne ho parlato meglio su RecenSerie). Purtroppo, questo telefilm e l'altrettanto inguardabile Superman III avevano fatto perdere la voglia ai registi di Hollywood di trovare il compromesso che avrebbe fatto funzionare i fumetti e il cinema, bloccando a tempo indeterminato ogni operazione di trasposizione. Anche se, va detto, che fare un lungometraggio su un personaggio oltremodo conosciuto - brutto o bello che sia - attira sempre pubblico. Guardate il "film" sui Fantastici Quattro di Josh Trash Drunk Trank: è brutto come Lory Del Santo senza trucco, però della gente è andato a vederlo perché era un film sul Quartetto (rimanendo fregati quattro volte tanto). 

Morale della favola, qualcuno disposto ancora a rischiare c'è, ed è così ecco che i cugini Menahem Golan e Yoram Globus acquistano per 250.000 $ i diritti per la realizzazione di una pellicola targata Cannon Films sul Ragno, anche se la Marvel non ne era molto contenta. Stando a quanto detto da Don Kopaloff (film agent della Marvel negli anni '80) nel libro Stan Lee and The Rise and Fall of the American Comic Book

"I would never have gone to Cannon 
as a first choice. 
I went to them after I couldn’t get 
Captain America or Spider-Man sold."

Ed evviva l'onestà.

Sia la Marvel che la Cannon sanno che stanno parlando di un personaggio piuttosto importante, così la Casa Delle Idee inserisce nel contratto una clausola molto precisa che sarà la spada di Damocle sulla testa degli studios: se entro il 1990 la Cannon Films non fosse riuscita a distribuire il film, i diritti sarebbero tornati alla Marvel, uomo avvisato, mezzo salvato. In preda alla scagazza di perdere "l'appalto", succedono due cose: 1) Viene pubblicata una prima immagine promozionale annunciando una possibile fantomatica data:


Considerato com'è andata, si tireranno un poco la zappa sui piedi (poi ci arriviamo). 2) Gli studios affidano la regia a Tobe Hooper (Non Aprite Quella Porta) e la sceneggiatura a Leslie Stevens. Nonostante il nome degli studios, lo script non sarà esattamente una cannonata.

Nella versione di uno Stevens totalmente ignaro di chi fosse l'Uomo Ragno (e di una Cannon Films ancor più ignorante in materia, che lo credeva una sorta di Licantropo dei poveri) le origini di questo, grazie a dio, mai approvato script erano le seguenti. Uno scienziato bombardava con radiazioni radioattive Peter Parker, tramutandolo in un ragno vivente a otto zampe. Questo Peter si rifiutava di essere uno dei tanti esperimenti dello scienziato e combatteva altri esseri custoditi dal suo creatore in un seminterrato. 


Per ogni sceneggiatore al mondo che scrive una sceneggiatura di merda, c'è un René Ferretti che dirige un cinepanettone o, alla peggio, una scena di un giovane Ratzinger che corre tipo Pollon nei prati. 

Il co-creatore del personaggio, Stan Lee, ovviamente fu assolutamente contrario a questa versione, cestinandone la sceneggiatura e ordinandone una nuova scritta da Ted Newsom e John Brancato, che era un po' più meglio, nonostante le diverse origini del protagonista. In questa versione, Peter Parker viene tramutato nell'Uomo Ragno dal suo mentore e professore Otto Octavius; nello stesso "incidente", Octavius diventa il Dottor Octopus, uno scienziato folle alla ricerca delle prove dell'esistenza della Quinta Forza. Nel farlo, Octopus rischia di far scomparire dalla faccia dell'universo la Terra. Come dite, ragno-lettori di lunga data, che questa trama vi suona familiare?

Ma va, cheddite?

In questa nuova fase dello "Cannon Films' Spider-Man", Joseph Zito rimpiazzò Tobe Hooper alla regia; la sceneggiatura di partenza fu rettificata da Barney Cohen e da Joseph Goldam (uno degli pseudonimi di Menahem Golan) aggiungendo più scene d'azione, una frase ricorrente per Octopus - la stupidissima "Okey-dokey", perché  faceva assonanza con il soprannome del villain "Doc Ock" (mioddio...) - e cambiando l'obiettivo dello stesso dalla "Quinta Forza" alla ricerca dell'antigravità. Il nuovo progetto venne approvato e fu stanziato un budget tra i 15 e i 20 milioni di dollari. Il casting della pellicola, invece, non partì mai ufficialmente perché ci furono discussioni interne riguardo la scelta degli attori. Per esempio, Zito espresse interesse nell'avere l'attore e stuntman Scott Leva come Peter/Spidey, mentre i direttori di casting volevano Tom Cruise. Per Octopus, si era pensato a Bob Hoskins. Il regista pensò a Peter Cushing nel ruolo di uno degli scienziati del film, ad Adolph Caesar per interpretare un detective che indagava sull'accaduto e a Lauren Bacall o Katharine Hepburn come Zia May. Addirittura, Stan Lee si propose come J. Jonah Jameson: questa, ammetto che volevo proprio vederla. Ve lo immaginate? "Parker, queste foto fanno davvero apparire l'Uomo Ragno come un idiota! Eccoti un aumento! Punto esclamativo! Excelsior!".

Il progetto questa volta sembrò decollare, tant'è che sulle riviste specializzate cominciarono a comparire pagine pubblicitarie che annunciavano il film con Scott Leva nei panni dell'eroe. La cosa curiosa è che Leva, pur non essendo mai stato confermato nel ruolo, comparve in un gran numero di questo materiale promozionale nei panni di Spidey, tra cui:



Queste foto


Questo poster


Questo trailer


E anche la cover protagonista di questo post. Ed eccoci arrivati al punto cruciale dell'articolo, quindi, vai col domandone. La copertina del #262 di ASM è da considerare materiale promozionale del film con forse Scott Leva nei panni del protagonista? Diciamo di ni.

Consultando numerose fonti, sembra essere appurato che la copertina di Amazing Spider-Man #262 (Marzo 1985) non fosse un tentativo della Marvel di pubblicizzare il film ma, quanto più, il risultato di una serie di coincidenze usate per avere il massimo risultato col minimo sforzo. Nel '85, Eliot R. Brown voleva tentare una nuova strada nella realizzazione delle copertine dei fumetti, cercando qualche espediente interessante che portasse i lettori all'acquisto dei fumetti anche solo basandosi su una copertina accattivante. Come detto in apertura, Brown era appassionato di fotografia e propose all'allor editor Jim Shooter di utilizzare delle foto come effettiva cover. L'idea venne approvata. dato che aveva già funzionato altre volte, e Shooter suggerì (da leggersi come "ordinò") di sperimentare la cosa sul #262 di Amazing Spider-Man perché il numero venne pensato per essere un fill-in issue - cioè un episodio filler - realizzato da Bob Layton in veste di autore completo, così da far succedere qualcosa di interessante intanto che la run di Tom DeFalco e Ron Frenz si prendeva una breve pausetta di un mese. Per lo scatto serviva ovviamente un soggetto, e indovina un po' a chi pensarono? Ovviamente a Scott Leva che, già che si stava facendo sfruttare per materiale promozionale a sbaffo, posò anche per questa copertina.

Raccontata così, sembra che la Marvel non abbia voluto intenzionalmente rendere la cover una occasione per pubblicizzare un film in uscita, usando semplicemente un loro collaboratore già attivo. Però non me la sento di escludere il fatto che, con tutta probabilità, la major abbia usato Leva come una sorta di investimento. Nel caso in cui tutto il progetto della Cannon Films fosse andato in porto, e fosse stato pure un successo, la Marvel avrebbe potuto marciarci sopra a non finire con questa copertina, pubblicando miglioni di millanta versioni ed edizioni della storia usando il film come elemento trainante, vantandosi del fatto che: "Questa è la copertina che diede inizio a tutto" / "Lo sapevamo fin dall'inizio". Ma, come vedremo tra poco, così non fu.

Per finire il discorso di ASM #262, il numero raccontava la storia di Peter che veniva sorpreso da un fotografo di nome Jake "Dirty Jake" Jones mentre questi si stava cambiando e mettendosi il suo costume.


Inutile dire che, essendo un numero filler, la storia si conclude nel migliore dei modi, con Spidey che risolve la questione da eroe civile e moderno, con dolcezza e comprensione.


Molta, comprensione. Probabilmente, il motivo di tutta questa aggressività da parte del Ragno non era per la foto, quanto più la somiglianza di Jake con Tony Stark; la prova di tale somiglianza arriva anche dalle iniziali del suo soprannome, che sono le lettere invertite della bevanda preferita da quell'uomo di merda che è Tony Sterko. Ma odio per Stark a parte, all'interno del numero vi era anche una versione della Photo Cover realizzata in bianco e nero da Layton stesso.


Eccola qua. Il film di Spidey della Cannon, invece? Beh, quel progetto si che venne affondato con le cannonate che manco l'atto finale della 1812 Overture di Tchaikovsky.

La Cannon Films ebbe la brillante idea di posticipare l'uscita dello Spider-Man di Zito in favore di pellicole come Superman IV e il film sui Master Of The Universe, cosa che già di per sé ridimensionò il progetto, dato che gran parte dei fondi stanziati andarono a realizzare le due discrete porcate appena citate. Quando la spesa preventiva venne abbassata a 10 milioni perché Superman IV e Master Of The Universe non incassarono quanto sperato (ma dai?), Joseph Zito si tirò fuori Zito Zito dal progetto (battutona), ritenendo la cifra sin troppo esigua. La Cannon assunse allora un gruppo di sceneggiatori, tra cui Shepard Goldman, Don Michael Paul, Ethan Wiley e Albert Pyun (scelto anche come regista), per riscrivere in parte il copione adattandolo ad un film più low-budget. Addirittura si pensò anche ad un cambio completo dei nomi scelti da Zito; tra questi, c'era un Arnold Schwarzenegger nei panni di Dottor Octopus. Se l'idea vi sembra dimmerda già così sulla carta, non preoccupatevi, che in futuro Schwarzy avrà tutto il tempo di fare schifo investendo i panni di un personaggio dei fumetti.


Per l'appunto.

Da qui in poi, i cambi furono repentini e numerosi, anche a livello stile e personaggi. Ad un certo punto, si pensò anche di rendere il film un horror solo per poterci infilare Morbius e Lizard come antagonisti. A detta di Scott Leva, le continue riscritture non giovarono al progetto, la cui qualità della sceneggiatura passò da "buona, con solo qualche dettaglio da sistemare" a "insalvabile". Nel 1988, il film fu messo in stallo quando la Cannon Films entrò in una crisi finanziaria e i diritti finirono in mano alla Carolco Pictures che ingaggiò un certo James Cameron ad occuparsi di regia e sceneggiatura, ma questa è un'altra storia.

Nonostante tutto, il ricordo dello Spider-Man della Cannon Film rimarrà comunque nell'etere e, ad una certa, prenderà vita cambiando però la sua forma. Le origini congiungete di Peter e Octavius, come anticipato sopra, verranno riprese (chissà se volontariamente o meno) da John Byrne nel suo retelling delle origini di Spidey nella sua mehissima Spider-Man: Chapter One, così come gran parte della sceneggiatura verrà rimaneggiata da Alfred Gough, Miles Millar, Michael Chabon e Alvin Sargent per lo Spider-Man 2 di Sam Raimi.

- Symo

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