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lunedì 7 novembre 2016

Freccia Verde: Anno Uno (la recensione)

Con il ritorno alle origini di Arrow nella sua Quinta Stagione, e con la voglia del sottoscritto di tirare fuori qualche recensione su Freccia Verde, mi sono detto: "Perché non unire le due cose?". Ed eccoci qua, a parlare di FRECCIA VERDE: ANNO UNO.



Dati Generali:
Testi: Andy Diggle
Disegni: Jock
Anno di Pubblicazione: 2007
Volume Contenente: Green Arrow: Year One #1-#6
Etichetta: DC Comics
Prezzo: 11,00 €

Trama:
Oliver Queen ha tutto quello che si può desiderare: è giovane, è bello, è ricco… Ma a cosa serve se poi sprechi la tua vita? Dopo essere sopravvissuto a un tentato omicidio, Oliver trascorre del tempo su un’isola deserta dove scoprirà di cos’ha realmente bisogno per trasformare la sua anima inquieta e diventare uno dei più grandi eroi del mondo.

Il mio Parere:
Un enorme difetto dei personaggi DC Comics, è che quest'ultimi sono spesso soggetti e periodiche rivisitazioni e ri-narrazioni delle proprie origini, quasi come se la casa editrice non volesse che i suoi personaggi appaiano datati al lettore. Purtroppo, per quanto ci si sforzi di tenere tutto molto attuale, alcuni personaggi sono indubbiamente figli del loro tempo fatti per vivere nel periodo della loro nascita editoriale e, per quanto le loro origini periodicamente rivisitate possano sembrare vicine ai giorni nostri, lo sono solo in superficie. Un esempio? Lanterna Verde è uno di quei personaggi figlio della fantascienza degli anni '50 e che già negli anni '70 stava già attraversando un periodo di pochezza narrativa (per questo gli affiancarono Freccia Verde nella famosa Green Lantern/Green Arrow). Fortunatamente, fra tutte le origini disponibili, il lettore può comunque scegliere e/o eleggere quelle che, secondo lui, sono la migliore interpretazione che gli autori sono riusciti a dare. E Freccia Verde: Anno Uno è una di queste.

Spiegato come le origini dei personaggi DC siano un pò come i telefoni cellulari, che ogni tre per due ne esce uno e automaticamente quello prima perde di valore, ora spieghiamo il perché, fra tutte le origini del personaggio, quelle di Andy Diggle e Jok sono davvero senza tempo. Che poi è anche un discorso utile per capire perché, fra tutte le varie interpretazioni possibile di una origine di un supereroe, ce ne è sempre qualcuna che è considerata quella definitiva.


Green Arrow: Year One è una miniserie che racconta con un linguaggio (verbale e narrativo) schietto, disincantato, moderno, senza fronzoli - e pure e parecchio violento - il traumatico episodio del naufragio che servirà da esperienza formativa ad Oliver Queen, il quale userà le abilità acquisite sull'isola per combattere il crimine nella sua Star City. L'enorme riuscita di questa mini è dovuta ad una grande mossa di Andy Diggle, il quale unisce la sapienza ottenuta dalla ricerca e la sua abilità di scritture. Dai suoi testi e dal modo in cui organizza la narrazione, Diggle si dimostra un enorme conoscitore del personaggio, sopratutto delle prime storie degli anni '40, dove Freccia Verde faceva i suoi timidi passi come scopiazzone ignobile di Batman. Analizzato il personaggio, Diggle realizza che per rifare le origini dell'Arciere DC basta veramente poco: basta semplicemente dare una motivazione narrativa, laddove prima c'era una motivazione editoriale. Per farvi un esempio, Diggle risponde ad una domanda: perché proprio l'arco? All'epoca di Mort Weisinger e George Papp, che crearono Freccia Verde come sottomarca di Batman, l'arco era l'alternativa più simile a completare l'opera di deliberato plagio. Batman c'aveva i gadget, giusto? Nell'arco avevano trovato l'arma che più facilmente avrebbe saputo soddisfare l'esigenza di avere armi simili a Batrang ecc. In Anno Uno c'è invece un motivo molto più personale e che dice tanto sulla persona che è Oliver Queen.

Green Arrow: Year One non fa alto che questo, prendere ogni iconico dettaglio e riconoscibile caratteristica di Freccia Verde, elementi che per anni sono stati semplicemente riproposti dal post-Weisinger/Pap perché propri del personaggi dagli albori, e lo spiega. Se prima erano esigenze editoriale inserite per differenziarsi dalla matrice d'origine (Batman), ora invece hanno un loro motivo per essere li. Così facendo, Diggle conferisce una precisa motivazione al perché Oliver Queen ha scelto di vestirsi/parlare/chiamarsi in una certa maniera, facendo di più di un semplice retelling in anni diversi e con parole diverse. Quello che fa è ricostruire, daccapo, un intero personaggio dandogli profondità caratteriale e psicologica descritta attraverso le caratteristiche che lo circondano: perché ciò che indossa, gli oggetti che usa e il nome che si è scelto, lo definiscono come uomo. Ed ecco perché storie come Freccia Verde: Anno Uno, o anche Batman: Anno Uno, sono senza tempo, perché valorizzano tematiche molto rare in DC. In DC Comics, è più importante la maschera che la persona, perché le idee che l'eroe difende sono più importanti dell'uomo che le promulga (chiedetevi perché ci sono stati ben quattro Flash). Qui invece ci viene detto che, per quanti Freccia Verde ci saranno, di Oliver Queen ce ne è solo uno: un Oliver Queen che, qui, capisce che quel tappo nel culo da miliardario vizziatone se lo deve un pò togliere.


Per completare splendidamente l'opera, ad accompagnare i taglienti e brillanti testi di Andy Diggle, abbiamo Jock: nome d'arte del talentuoso Mark Simpson. Lo stile, ad alcuni, sicuramente non piacerà, poiché è uno stile che cerca di parlare per immagini esplicite ed interpretazione; del resto, l'arte è anche questo: figure che parlano per disegni che vanno capiti. Questa volta invece si omologa ad uno stile più immediato, poiché il disegnatore decide che le sue tavole devono essere funzionali alle tematiche e al messaggio di Anno Uno, valorizzando quindi uno stile e delle anatomie più realistiche, immediate ma sopratutto sporche, selvagge ed estremamente dinamiche. Le sue tavole sono volte a ricreare l'esperienza di Oliver Queen anche nella mente del lettore, trasmettendogli emozioni quali l'inquietudine di non rivedere i suoi cari, la disperazione della perdita, il senso di sopravvivenza che ti tiene in vita e, irrimediabilmente, il processo di crescita e cambiamento del protagonista; sopratutto il processo di cambiamento e le atmosfere selvagge vengono valorizzate sopra ogni altra cosa, accentuando le ombre e i colori tipici di location tropicali e dense di colorazioni tendenti al verdi. Tavole a dir poco animalesche.

Conclusioni:
Non è un mistero se Arrow vive praticamente di rendita grazie a quanto mostrato da Freccia Verde: Anno Uno, perché per quanto un personaggio possa cambiare nel corso degli anni, ci sono delle cose che devono rimanere sempre le stesse. Questa storia ci dice cosa sono e perché. Green Arrow: Year One è uno dei titoli da citare quando si parla di "viaggi dell'eroe" per eccellenza.

- Symo

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