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venerdì 11 settembre 2015

The Mask Omnibus - Verde E Rognoso: la recensione (Baloon Central #2)

Buongiorno, carissimi Teleguardoni! Avete voglia di sentir parlare di un personaggio dei fumetti al di fuori dei soliti noti? No? Beh, peggio per voi, perché oggi si parla di un vero personaggio di culto: The Mask. Più precisamente, della sua unica edizione Italiana al momento disponibile nella patria Tricolore: The Mask Omnibus - Verde E Rognoso.



Dati Generali:
Testi: John Arcudi
Disegni: Doug Mahnke
Anno di Pubblicazione: 1989-1995
Etichetta: Dark Horse Comics
Volume Contenente: The Mask #0-4; The Mask Returns #1-4; The Mask Strikes Back #1-5
Prezzo: 24,00 €

Trama:
Viene scoperto un antico manufatto, una maschera di origini sconosciute e ha dei poteri magici imprevisti, ma chi poteva immaginare che anche il più rammollito dei secchioncelli, una volta indossata la maschera, sarebbe potuto diventare un trasformista, super-tornado con una propensione per le malefatte e una gran fame di distruzione? Capace di usare i coltelli come di usare le pistole, poi bombe, mazze, torte o anche una bomba-coltello-pistola-mazza-torta, un tranquillone si trasforma in un pazzo sfrenato e si butta senza ripensamenti in una baraonda a cartoni!

Il mio Parere:
Immagino che molti di voi si ricorderanno del personaggio di The Mask per il lungometraggio che è stato realizzato su di lui nel 1994, dove il verde testone era interpretato da Jim Carrey. Se è così, questo non solo vuol dire che non sapevate che The Mask è in verità un personaggio che nasce dai fumetti (e lo scoprite oggi), ma vuol anche dire che non sapevate che la versione cartacea è totalmente diversa da quella cinematografica. "Quanto diversa?" Vi starete chiedendo. Beh...


Parecchio diversa. Come altri fumetti nati nella seconda metà degli anni '80 classificatisi come prodotto underground (vedi le Tartarughe Ninja), The Mask venne preso dalle major Hollywoodiane e trasformato in un blockbusterone per bambini dalle tinte comiche, divertenti e colorate, discostandosi in maniera assoluta dall'originale media di provenienza. Gli anni '90, per i cinecomics, erano gli anni in cui si tentava di ricalcare il successo mediatico del Batman di Tim Burton, prendendo titoli lontani dall'immaginario collettivo per cercare di sdoganarli al grande pubblico...con, spesso, pessimi risultati.

Come l'immagine qui sopra mostra, anche se in maniera riduttiva, il film dal fumetto ha mantenuto solo un certo aspetto "estetico", dove per estetico s'intende che si è cercato di riprodurre alcuni timbri e stili di disegno di Doug Mahnke che hanno finito per caratterizzare The Mask, cercando di tradurli a livello cinematografico. Spiegandomi meglio, nella storia a fumetti (caratterizzata da una ferrea continuità serializzarla però con il format a miniserie alla Hellboy) c'è una netta spaccatura tra notte e giorno: la notte è tinteggiata di una colorazione sporca e dark, al fine di rendere i toni della città di The Mask (nel fumetto chiamato, invece, Big-Head) prettamente urbani; il giorno, invece, è caratterizzato da toni luminosi e soleggiati manco se fossimo a Topolinia. Inoltre, quando il malcapitato di turno s'impossessa della maschera magica, quest'ultimo acquista dei poteri simili a quelli dei cartoni animati caratterizzati da una forte componente comica di genere slapstick, fatta di oggetti assurdi e fantasiosi usciti da chissà quale tasca e delle espressioni facciali deformate; sotto questo aspetto, l'unico attore che poteva riprodurre fedelmente queste espressioni era proprio Jim Carrey. Ma al di là della fotografia, delle tonalità delle riprese (che rispettano il disegno di Mahnke) e la recitazione di Carrey, fumetto e film non centrano una beneamata minchia. 


L'esempio con le Tartarughe Ninja di prima, non è stato fatto a caso, anzi: per il sottoscritto, questi due personaggi sono come quelle persone tanto amiche, da considerarsi come fratelli, anche senza apparenti legami di sangue, perché accomunate dallo stesso destino. Le Teenage Mutanti Ninja Turtles, nei comics, sono dei freddi e spietati assassini, che in parte si, mostrano le caratteristiche peculiari che ha permesso ad ognuno di loro di diventare un personaggio tridimensionale, ma non erano i giocherellosi pagliacci che abbiamo imparato a conoscere nella serie animata; era una serie noir, hard-boiled e fortemente influenzata dallo stile che Frank Miller perfezionò su Daredevil, Elektra: Assassin e Ronin. lo stesso destino è toccato a The Mask, o meglio, a Big-Head. 

The Mask Omnibus - Verde E Rognoso raccoglie in un unico volume le tre miniserie che hanno ispirato la infedele versione cinematografica e che compongono quelle che ai fan piace chiamare "la trilogia classica": forse perché queste tre miniserie (The Mask, The Mask Returns e The Mask Strikes Back) sono state realizzate dal team creativo che ha dato vita al Testone, lo scrittore John Arcudi e il disegnatore Doug Mahnke, oltre per il fatto che, il finale dell'ultima, può anche porsi come finale assoluto e chiusura del cerchio fatta partire con la prima mini. In ogni caso, il fumetto che ci troviamo di fronte è un'opera assolutamente governato dalle tinte urban, crime e poliziesche, dove la serie stessa sembra più ispirata ad un fumetto del Punitore o un episodio dei Soprano, che da un cartone di Tom & Jerry, come successo invece per il film; c'è sangue, violenza, splatter, umorismo nero e ingiustizia ovunque e i protagonisti sono personaggi dalla morale molto labile e facilmente corruttibili dal potere di questa maschera, potere invincibile che finirà per rendergli schiavi e risvegliare in loro la parte più nascosta e perversa del loro animo: parte seppellita sotto altre sfaccettature della loro personalità, che crolla come un castello di carte e cede agli istinti più violenti ed animaleschi una volta indossato l'artefatto magico. Arcudi fa poi un gran bel lavoro di caratterizzazione, portando al lettore personaggi autentici governati e impreziositi da un proprio tagliente e colorito lessico: tutte cose che daranno colore alla trama e vi terranno incollate alle pagine per sapere come andrà a finire.


Croce e delizia è invece Doug Mahnke, che si rende apprezzabile all'inizio, ma che poi delude in seguito. Se la trama prende a piene mani da situazioni tipiche del Puni di Garth Ennis e dei Soprano della HBO, a livello di disegno, Mahnke prende proprio spunto da quei cartoni alla Looney Tunes a cui tanto si rifanno i poteri del protagonista, appostando soluzioni grafiche davvero brillanti e apprezzate, giocando quindi sul contrasto "tematiche/sue rappresentazioni" e fornendo un connubio delle stesse favolose; impressionante e degno di nota l'abilità con cui il disegnatore sfaccetta l'espressività di Big-Head, conferendo al personaggio trasformato grazie ai poteri della maschera, dei movimenti facciali stupefacenti per realismo nel mimare le espressioni umane, ma dall'altra per la loro deformità cartoonesca resa possibile da un uso smodato (ma non a casuale) del superdeformed. Benché, inizialmente, lo stile di disegno sia fluido ed espressivo, la vera differenza la fanno i colori, dove si adotta una colorazione meno satura e più incentrata sulle sfumature, contribuendo a realizzare delle atmosfere surreali e a sottolineare i momenti in cui Big-Head da proprio spettacolo in scene d'azione mozzafiato e mozza-teste. Peccato che venga poi il tutto venga smantellato nella due storie successive; mentre in The Mask Returns si perde solo il colore (optando per qualcosa di più freddo), in The Mask Strikes Back ci si piega proprio alle esigenze di mercato del fumetto anni '90, omologandosi ad uno stile stereotipato e ridondante, facendo perdere praticamente tutta l'originalità grafica del fumetto e facendolo camminare a braccetto con la filosofia gritty 'n dark di quella decade. Nonostante ciò, The Mask rimarrà un fumetto per pochi e confinato alla conoscenza underground e di culto, ma verso la fine perderà tutta la peculiarità che gli ha vantato il successo, trasformandosi in un prodotto come un altro. 

Conclusioni:
Benché l'ultima parte poteva essere decisamente fatta meglio, l'acquisto di The Mask Omnibus - Verde E Rognoso è comunque consigliato per tutti quelli che vogliono allargare le proprie conoscenze sul fumetto, oltre che conoscere la vera caratterizzazione di un personaggio che conosciuto al grande per i motivi sbagliati. E' una lettura piacevole, scorrevole e capace di intrattenere e divertire, nonostante i difetti che possono irritare, vi appassionerà sicuramente.  

- Symo

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