Ci siamo. E' finalmente arrivato il fatidico momento nonché fatidico numero: Dylan Dog #338, il tanto decantato "retirement issue", come la chiamerebbero gli Americani. Dopo i pareri a caldo e la storiella per farvi salire la scimmia, ecco che adesso il Symo e il Penna Stanca si abbottonano un pò e vi parlano seriamente di Mai Più, Ispettore Bloch: storia che da il via al tanto decantato processo di rivoluzione nell'universo narrativo dell'Old Boy. Siamo pronti? In verità no, e forse non lo saremo mai, ma da qualche parte bisogna pure cominciare. E via che si va.
Dati Generali:
Testi: Paola Barbato
Disegni: Bruno Brindisi
Copertina: Angelo Stano
Anno di Pubblicazione: 2014
Etichetta: Sergio Bonelli Editore
Prezzo: 3,20€
Trama:
L'aveva attesa, invocata e desiderata da una vita la pensione, Bloch... e finalmente l'ora è scoccata. L'ex-ispettore svuota l'ufficio dalle sue cose e lascia dietro sé Scotland Yard, ma non Dylan Dog, la cui amicizia continuerà con l'affetto e la stima di sempre. Nel frattempo, l'Indagatore dell'Incubo è alle prese con il paradossale caso di Nora, una ragazza che è stata uccisa senza che sia morta.
Dopo la trama e prima di cominciare, due avvertenze:
1) Informiamo che le righe che state per leggere potrebbe essere diverse da quelle che avete letto ieri, o addirittura, contraddire totalmente quando scritto nel precedente post. Perchè? Sarà forse che io e il Penna abbiamo contratto un disturbo della personalità, a causa dell'effetto prolungato all'Uomo Ragno di Dan Slott? No, non siamo impazziti con One More Day, non lo faremo con Slott al timone di Amazing Spider-Man. E' solo che, i pareri a caldo che vi siete letti nello scorso post, erano dei semplici commenti a ruota libera scritti appena arrivati alla metà dell'albo, e sopratutto, senza ragionarci sopra a mente fredda: qui si parla invece di tutto il numero e con un finto-tono da finto-recensore seriamente-finto; poi magari non succede niente e finiamo per ribadire e sottolineare quanto detto nella recensione ad cazzum, ma era meglio avvertire prima.
2) Siccome l'emozione è grande, trovo difficile fare una recensione discorsiva. Quindi, ne parliamo suddividendo il tutto in Pro e Contro. Detto questo, partiamo!
Pro:
- Angelo Stano: Narrativamente parlando, si può discutere in lungo e in largo su quanto (e se) le storie siano migliorate a livello di intrattenimento, colpi di scena, dialoghi, disegni e quant'altro. Una cosa su cui non si può discutere, invece, è l'enorme boost qualitativo compiuto dal copertinista Angelo Stano, che dal #325 fino ad oggi, si è approcciato alla realizzazione delle copertine con uno stile rinnovato, migliorato e che ha visto l'utilizzo di metodi alternativi per la creazione delle suddette (basti guardare la copertina del #330 intitolato La Magnifica Creatura, giusto per fare un'esempio). A livello di disegni, Stano non è l'unico che ha voluto considerare strade diverse per portare a casa lo stesso risultato, sottolineando una certa voglia di un rinnovo grafico, come se volessero comunicare le stesse sensazioni care ai lettori di Dylan, cambiando però il mezzo, forse più più appropriato per questa rivoluzione. Beh, missione riuscita! E in questo caso anche più delle altre volte, complice la citazione Uomoragnesca.
- Barbato/Brindisi: Direi pugno di pollice sopratutto per il caro Bruno Brindisi, che in questo numero stupisce e convince, mostrandosi incredibilmente in forma (e quando mai non lo è stato?) e con uno stile prevalentemente incentrato sul dettaglio dei particolari, dando delle espressioni grafiche certosine pure alle tegole e ai comodini, riuscendo a mantenere (allo stesso tempo) la sua ruvidità e compattezza; Brindisi è talmente in forma che piazza, verso la fine dell'albo, addirittura una splash-page decisamente da brivido. Ma anche la nostra cara Paola Barbato non scherza mica, riuscendo ad imbastire una trama che mescola assieme non solo gli elementi che, negli anni, hanno definito il personaggio (come: svariati generi, le citazioni, l'elemento surreale, la verve comica e sarcastica e scene di una certa crudeltà splatter) ma anche elementi del suo tipico stile di scrittura (come: espedienti narrativi ricercati, dialoghi brillanti e sprezzanti, profonda caratterizzazione psicologica).
- Citazioni Aggiornate: Lo dice Stano in copertina e lo ribadisce Barbato nell'albo. Dylan Dog vuole riscattarsi da un periodo di piattume disarmante, e nel farlo, vuole cercare di comunicare ai nuovi lettori questa voglia di stare al passo coi tempi tramite fenomeni di culto odierni o intramontabili. Amazing Spider-Man #50 e The Walking Dead sono le citazioni scelte per questo compito di rilancio e attualizzazione; sebbene qualcuno possa pensare che sia una cosa di poco conto, beh si sbaglia, perché nelle storie dell'Old Boy le piccole cose hanno sempre avuto un'enorme importanza, poiché sono quelle che caratterizzazione e sfaccettano al dettaglio situazioni e personaggi. Il rinnovo si vede anche da questo: non solo dalla portata principale, ma anche da antipasti e contorni, che va bene omaggiare i classici di genere che hanno fatto la storia, ma a maggior ragione citare anche chi la sta facendo. Qui la Barbato, addirittura, tenta una auto-citazione, rispolverando un vecchio (e a mio parere, sottovalutatissimo) classico di Tiziano Sclavi: Tre Per Zero.
- La Trama: La storia è davvero particolare, oltre che ricca di svolgimenti coinvolgenti. Come anticipato qualche riga sopra, in questo speciale numero di 112 pagine, si cerca di richiamare all'ordine tutti gli elementi distintivi di Dylan Dog per tracciare meglio il suo futuro, per la serie: "Ok rivoluzionare, ma quello che ha sempre funzionato, lo lasciamo così com'è". Nella trama totalmente curata da Paola Barbato c'è spazio per zombie (in omaggio al genere horror, principale genere dell'Indagatore), mafiosi (in omaggio al genere poliziesco e noir, che si è sempre sposato con il genere principale) e alla Morte con la M maiuscola (in omaggio alla vena poetica e filosofica che ha sempre contraddistinto il fumetto), il tutto unito assieme da situazioni surreali alla Sclavi e una verve comica portata alla luce grazie all'immancabile Grucho. La cosa che, però, la eleva sopra la Dylandogata mainstream, sono decisamente i dialoghi (sprezzanti, noir, taglienti) e il finale, che si prende pure la libertà di inserire nuovi nemici alla fin troppo corta lista di villain ricorrenti del fumetto.
- Il Messaggio: Molte storie dell'Old Boy, non sono altro che fiabe a fumetti. Non sono altro che un lungo circum navigare attorno a certi concetti, aspettando di fare il giro completo e presentare poi la chiosa finale in forma di morale generale. Mai Più, Ispettore Bloch rientra in questa categoria e anch'essa ci vuole comunicare un messaggio...che non è quello del cambiamento o che, prima o poi, le cose sono destinate a mutare, quanto più quello dell'incertezza del futuro. Le storie dell'Indagatore Dell'Incubo hanno sempre fatto perno su un piccolo, ma solido, microcosmo di personaggi: ne togli uno, succede che la terra sotto i suoi piedi quasi gli viene a mancare, creando una nuova vita che quasi non assomiglia a quella vecchia. Il messaggio è proprio questo: l'incertezza del futuro, con tutte le terribili conseguenze del caso, ma anche con le nuove opportunità che si palesano all'orizzonte una volta superata la fobia dell'ignoto, paura ancestrale dell'essere umano che quasi lo porta ad appassire fino a perire. Questa tematica sarà sfumata così bene, da prendere addirittura dei toni metanarrativi: il pensionamento di Bloch lo sente Dylan tanto quanto lo sente il lettore, che perde un punto di riferimento e lo porta a riflessioni metatestuali. Ma attenzione: non tutto il "male", viene per nuocere.
- Il Soprintendente: Figura quasi mitologica all'interno del cast di comprimari Dylanianti. Giusto per aumentare la dose di surrealismo e per sottolineare l'evento epocale, compare in tutto il suo bruttore il capoccia di Scotland Yard. Giuro che non scherzo quando dico che, negli anni, ci sono stati più avvistamenti degli UFO che del Soprintendente.
- Bloch in pensione: Come detto proprio nello scorso post, l'idea già mi piaceva a priori, perchè si è detto troppe volte che questo poveraccio doveva godersi la pensione: realisticamente parlando, era ora che ci andasse (e infatti, nella storia ci va per limiti di età raggiunti). Anche se compare un pò in sordina, il suo pensionamento è trattato in modo toccante, rispettoso e reverenziale, proprio come se Bloch fosse un vero dipendente della Bonelli, dimostrando quanto bene si può voleri a personaggi di fantasia.
Contro:
- Sensazione transitoria: Purtroppo, nonostante si respiri una nuova aria resa frizzante dall'espressività grafica di Brindisi e quella caratteriale della Barbato, in certi punti si percepisce la trama come una semplice storia di passaggio, come se questo sia il ponte per un cambiamento ancora maggiore...quando, invece, è questo il gran visir di tutti i cambiamenti: il perno su cui si regge l'intero e massiccio rilancio editoriale; non si pretendeva e nemmeno chiedeva una rivoluzione in quinta, va benissimo così, però si ha l'idea che la storia sia strumentale al cambiamento, e non viceversa: che sia, in definitiva, fine a sé stessa. Ma forse, è solo l'effetto collaterale di un grande riordinamento delle carte in tavola: un pò di confusione è normale mentre si sta cercando di mettere ordine.
Conclusioni:
I fan hanno chiesto a gran voce il ritorno di Dylan Dog, non quel sostituto stereotipo che si aggirava da qualche tempo sul mensile, ma quello che ci ha fatto innamorare grazie a storie come Oltre La Morte e Dopo Mezzanotte. Beh, eccolo qui: Il mondo dell'indagatore dell'incubo è cambiato ed è soltanto l'inizio! Un perfetto starting point per una rivoluzione molto promettente e che, con quest'albo, dimostra di aver dei grandi numeri da giocare e (ancor meglio) degli assi nella manica da sfoderare quando meno ce lo aspettiamo. Bonelli, hai la nostra completa attenzione.
Bene carissimi Teleguardoni, questo era l'ultimo dei tre post realizzati in collaborazione con il Penna Stanca di The Nerd Experience, scritti appositamente per festeggiare e incoraggiare il rilancio editoriale di un personaggio, che io e il Penna, amiamo e ammiriamo moltissimerrimo; ovviamente, quanto letto finora, corrisponde al mio personalissimo parere...ma non fidatevi solo di me, ascoltate anche l'altra campana (quella del Penna, e di chi sennò?) cliccando qui.
Che dire in conclusione e per salutarci? Che ci tenevamo davvero tanto a questo rilancio e non volevamo farci scappare l'occasione di dimostrare al nostro Indagatore preferito che siamo totalmente dalla sua. Io e il Jules siamo stati molti contenti di questa collaborazione, e durante la stesura in tandem dei post, abbiamo potuto collaborare non solo in veste di "bloggersz", ma sopratutto di amici e modesti lettori. E' stata un'occasione per fare qualcosa di nuovo e di particolare, sia per ringalluzzirci un pò, ma anche per portare un pò di aria fresca ai nostri fan, sottoponendo alla loro cortese attenzione qualcosa di nuovo e particolare. Speriamo che questa iniziativa sia stata tanto bella e piacevole quanto lo è stata per noi che l'abbiamo scritta. Cosa ci riserva il futuro, non lo sappiamo, ma state certi che le strade di Penna Stanca e del vostro Symon s'incroceranno di nuovo: garantito al limone.
Un grazie a tutti per la partecipazione! Se siete d'accordo con quanto scritto in questo post, mi raccomando, commentate e fateci saperci quello che pensate. Alla prossima!
- Symo
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