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giovedì 15 settembre 2016

Daredevil: Love's Labors Lost (la recensione)

Siete dei completisti di Devil? Allora ecco una storia che deve per forza stare nei vostri scaffali: Daredevil: Love's Labors Lost, qui messa col suo nome originale perché pubblicata accazzo in Italia. Oggi, vi si spiega perché recuperarla. 


Dati Generali:
Testi: Dennis O'Neil & Frank Miller
Disegni: David Mazzucchelli & John Buscema
Anno di Pubblicazione: 1985-1986
Volume Contenente: Daredevil (Vol.1) #215-217, #219-222, #225-226.
Etichetta: Marvel Comics
Prezzo: ND

Trama:
L'avvocato cieco Matt Murdock, alias Devil, cerca di trovare un modo per compensare la sua vita privata e quella di giustiziere, cercando di rimanere amico con l'ex fidanzata Heather Glenn mentre si rifà una vita amorosa con la nuova fidanzata Gloriana O'Brien.

Info di Servizio:
Come si diceva all'inizio, i numeri pubblicati all'interno di questo volume che raccoglie la brevissima run di Dennis O'Neil sul Diavolo Custode, sono stati pubblicati a cazzo in Italia: e pure sparsi su vari mensili pubblicati da editori vari in vari anni (giusto per non farci mancare nulla). Per tanto, prima di cominciare la recensione, vi riporto qui sotto un elenco in cui vi dico dove potete trovarti in Italia questi numeri e su quali albi. Così, se cui tenete a recuperarli, andate a colpo sicuro:

  • Daredevil #215 del 1985 su Star Magazine #20 del 1992 (Star Comics);
  • Daredevil #216 del 1985 su Devil & I Cavalieri Marvel #7 del 2012 (Panini Comics);
  • Daredevil #217 del 1985 su Devil & I Cavalieri Marvel #17 del 2013 (Panini Comics);
  • Daredevil #219 del 1985 su Fantastici Quattro #32 del 1990 (Star Comics);
  • Daredevil #220 del 1985 su Fantastici Quattro #33 del 1990 (Star Comics);
  • Daredevil #221 del 1985 su Fantastici Quattro #34 del 1990 (Star Comics);
  • Daredevil #222 del 1985 su Devil & I Cavalieri Marvel #19 del 2013 (Panini Comics);
  • Daredevil #225 del 1985 su Fantastici Quattro #35 del 1990 (Star Comics);
  • Daredevil #226 del 1986 su Fantastici Quattro #36 del 1990 (Star Comics);
Veniamo ora alla recensione.

Il mio Parere: 
Questa recensione si muoverà seguendo un filo conduttore, ovvero, quello di spiegare perché Daredevil: Love's Labors Lost è una raccolta più adatta per lettori navigati di Devil e che i novizi devono recuperarsi solo dopo aver affrontato le gestioni più famose e migliori del personaggio. Sostanzialmente, perché la maggior parte delle storie (con l'esclusione del numero #219) sono scritte da Dennis O'Neil, uno scrittore che possiamo definire "l'antenato di Geoff Johns", per quanto riguarda il suo operato in Marvel. Come spiegato in Visione: Ieri e Domani, Johns ha passato un breve periodo in Marvel, prima di stabilirsi esclusivamente in DC: scelta alquanto encomiabile poiché lo stile di Geoff Johns si adatta meglio a quello richiesto dalla casa editrice di Superman e soci. Ha provato la Casa Delle Idee e, nonostante abbia sfornato delle storie pregevoli, ha realizzato che quella casa non era la più adatta per le sue idee. La stessa strada venne percorsa da O'Neil anni addietro, quando dopo aver rivoluzionato Batman e Freccia Verde, passò alla "scuderia avversaria": con risultati, diciamo, altalenanti. Leggendo molte recensioni in rete su questo volume, molti lettori definivano Love's Labors Lost un lavoro mediocre perché ai testi c'era un Dennis O'Neil non al massimo della sua forma. Non è assolutamente vero.

O'Neil ci prova eccome e ce la mette proprio tutta. Il problema della poca memorabilità delle sue storie (poca memorabilità ≠ illeggibile) è però il protagonista di cui scrive le trame e del periodo storico in cui si trova a narrarle: un Devil reduce dalla conclusione della run di Frank Miller, gestione che finirà per cambiare completamente il personaggio e trasformare quella rivoluzione Milleriana degli aspetti standard di Daredevil. Se guardiamo la carriera di O'Neil è indubbio notare come la sua fortuna l'abbia costruita da personaggi che aveva la possibilità di riplasmare da zero, vedi infatti le gestioni dei sopracitati Batman (reduce dalla orripilante versione camp anni '60 che da ancora da mangiare ad Adam West) e Freccia Verde (mai staccatosi dalla caratterizzazione anni '40 degli inizi fino al suo arrivo), ma aggiungo anche The Question. 


Quindi O'Neil si trova ad affrontare un personaggio sulla via della maturazione a cui lui non ha potuto dare il via e si trova a rispettare quella che è ormai diventata la tradizione del personaggio. Per non fare cagate, decide di stare sul semplice e creare più che altro episodi auto-conclusivi o monografici, trasformando questa scelta in un arma a doppio taglio. Se così facendo non rovina nulla di quanto detto da Miller, contemporaneamente le atmosfere delle storie finiscono per ricordare quelle settantine di Stan Lee e Gene Colan, classificandosi come una marcia indietro per l'evoluzione del nostro cornuto protagonista. Ergo, niente di nuovo sotto il sole, che era quello che non ci voleva dopo le novità introdotte da Frank. Eppure perché, se siete lettori navigati di Devil, queste storie vanno lette? Perché O'Neil è il primo scrittore dopo Miller a smazzarsi il Devil moderno. 

Va detto che il famoso scrittore di Batman (a detta di molti, il migliore mai visto su una Bat-testata) comincia a sceneggiare la serie Daredevil quasi subito dopo la dipartita di Frank Miller, dal numero #194, ma queste raccolte in questo volume sono le storie che gli sono venute meglio perché attraversate da una seconda trama decisamente meglio gestita della prima e che, a volte, prendeva il sopravvento su di essa: ovvero la porzione di trama che trattava la rottura tra Matt Murdock e Hearther Glenn e il successivo arrivo di Glorianna O'Brien come nuova fiamma, donna (tra le altre cose) membro dell'IRA. Dennis O'Neil qui è il primo ad utilizzare le nuove leggi dettate da Miller, dove Devil non è solo un semplice giustiziere che fa del bene usando metodi quasi da cattivo, ma una figura complessa che cammina sulla sottile linea tra bene e male, finendo spesso e volentieri per confondere l'una con l'altra. In Daredevil: Love's Labors Lost è infatti contenuto il numero migliore della gestione di O'Neil sul Diavolo Custode, il #220, quello in cui Heather Glenn si suicida perché Matt Murdock si comporta così da stronzo con lei, trattandola con un pressapochismo cinico e addirittura avanzando ricatti; roba che, in confronto, la storia tra Axl Rose e Erin Everly è un romanzo Harmony. Proprio per questo si consiglia la lettura ad un pubblico con già più letture di Devil sulle spalle: perché per i novizi che ancora non lo conoscono può sembrare poca cosa, ma per coloro che lo seguono da un pò, hanno modo di esplorare un episodio della vita del Cornetto che finirà per essere fondamentale per la sua crescita caratteriale. Non essenziale se paragonato a tutto il resto eh, però comunque importante a modo suo. 


In più, questo volume va valorizzato (sempre dai lettori di vecchia data) per come si presenta: una sorta di "prequel editoriale" ad eventi di maggior importanza che sarebbero arrivati di li a poco. Innanzitutto, va valorizzato per la presenza delle matite di David Mazzucchelli, disegnatore che realizza tutte le tavole di quasi tutti i numeri raccolti in questo volume: un Mazzucchelli, va detto, impegnato in una missione di crescita e perfezionamento dello stile, che raggiunge per l'appunto con il #220. Obiettivamente qualche numero non gli viene molto bene, ma parliamo comunque di un disegnatore ancora giovane e acerbo che qui cresce veramente in fretta e finisce per confezionare, con una velocità impressionante, lo stile pulp e setoso per cui è diventato famoso; stile che poi esplode completamente in Devil: Rinascita e Batman: Anno Uno. In più, è qui che Frank Miller lo nota e lo recluta per le due storie sopracitate e che entreranno nel firmamento dei comics, a cui Miller si prepara facendo un po' di "stretching narrativo" con il numero #219: rientrando poi in piena carreggiata con il #227 per Born Again. Notare, infatti, come i numeri contenenti in Love's Labors Lost siano quelli direttamente precedenti a quella che è indubbiamente La Storia di Daredevil. 

E già che ci siamo, un discorso a parte lo si fa per il numero #219, numero che definisco "storico ma neanche tanto". Tra i numeri raccolti è l'unico a non essere scritto e disegnato dall'accoppiata Mazzucchelli/O'Neil, ma dal dream team Frank Miller/John Buscema. Il primo, come detto, si limita semplicemente a creare una storiella che funge da preparazione atletica al suo ritorno sulla testata, creando quindi una sceneggiatura che possa fornire un semplice esercizio di stile dove la parte del leone di questo numero la svolge John Buscema: su cui non spendo nessunissima parola perché, cazzo, è John Buscema. Che vuoi dirgli se non "non siamo degni"? Detto in parole povere, Miller scrive questo numero giusto per ricordarsi come si fa e (per mascherare magari alcune sbavature) utilizza i disegni di un Maestro come Buscema come "elemento di distrazione". Un Signor elemento di distrazione.


Conclusioni:
Come si è spiegato, una raccolta che i novizi non possono magari comprendere appieno perché a digiuno della maggior parte delle storie di Devil e sua storia editoriale, ma che i lettori di vecchia data tratteranno indubbiamente come un piccolo gioiello. Quando ai giorni nostri si legge Daredevil: Love's Labors Lost, permane una domanda: dopo il #220, O'Neil avrebbe finalmente ingranato? Purtroppo no, semplicemente perché "anche un orologio rotto segna l'ora giusta almeno due volte al giorno". La bravura da Dennis O'Neil non se ne è mai andata, è solo che con le caratteristiche che hanno i personaggi Marvel (e per alcuni screzi con Jim Shooter, editor-in-chief di allora) lo scrittore non avrebbe potuto sfruttare appieno tutto il suo talento perché incongruente al suo stile. Per il grande teorema dell'orologio qui citato, forse ne avrebbe azzeccata un'altra su Devil, ma non di più. Non è infatti un mistero se su Iron Man abbia avuto più fortuna, allora personaggetto che si poteva rigirare come si voleva (oddio, un personaggetto lo è anche adesso...). E infatti lo fa, ed è per questo che La Saga di Iron Monger gli è venuta da dio. Ma questa è un'altra storia. 

- Symo

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