Dopo un pò di giorni di stop, eccoci alla settima parte del Tributo ai 50 Anni degli X-Men. Siamo ormai agli sgoccioli di questa serie di post che celebrano il loro anniversario e, come dice una regola non scritta della cinematografia, il bello viene sempre alla fine. Quest'oggi facciamo luce su un grande argomento che ha fatto tanto parlare di se e che, ancora oggi, fa rimanere male molti X-Aficionados: l'abbandono di Chris Claremont alla testata avvenuta nei primi anni '90. Oggi, in questo post, spiegheremo una volta per tutte perchè ha deciso di abbandonare la sua quasi ventennale run su Uncanny X-Men. Eh si, presentiamo il post di oggi proprio così, con una introduzione senza troppi fronzoli e però.
Ma prima, un pò di storia, che dite? Giusto per presentare questa sagoma d'uomo.
Nato in Inghilterra ma trasferitosi subito negli Stati Uniti, Chris Claremont inizia la sua carriera nel mondo dei fumetti quasi per caso. Nel 1969, un amico di famiglia da lui l'opportunità di fare un pò di esperienza di lavoro alla Marvel intanto che il giovane e futuro scrittore degli X-Men studiava Teoria Politica & Recitazione all'Università. Dopo essersi occupato di lavori minori come recensioni, nel 1972 gli viene affidato il compito di realizzare qualche soggetto per alcune storie dei Vendicatori e poi la sua prima sceneggiatura: Giant Size Dracula (NB: il soggetto è l'idea generalizzata della storia, la sceneggiatura invece è la descrizione pagina per pagina e vignetta per vignetta dell'albo). La svolta arrivò quando Len Wein successe Marv Wolfman nel ruolo di editor-in-chief della casa delle idee, già allora il giovin Claremont era assistent editor, ma siccome Wein era carico di lavoro (dato che scriveva contemporaneamente storie per Hulk, i Fantastici Quattro, Thor e l'Uomo Ragno) quando creò i Nuovi X-Men, la seconda ondata con Wolverine e compagnia bella, lo scrittore anglostatunitense prima fece da co-scenaggiatore a Wein fino al numero #95, per poi prendere ufficialmente il totale controllo della testata dal #97.
Nel 1976, la carriera di Chris Claremont decollò ufficialmente, anche dopo aver sfornato qualche numero con protagonista il Dr. Strange, l'Uomo Ragno, la Donna Ragno e qualche altro numerino di Marvel Team-Up. Ma nonostante queste piccole "scappatelle" su altre testate, il fatto che X-Chris e gli X-Men fossero una coppia destinata ad una relazione stabile e duratura lo si vedeva già dal momento in cui dovevano essere creati i caratteri base di alcuni dei nuovi X-Men, tra cui Colosso, Tempesta, Nightcrawler e Wolverine. Riportando le sue parole da un intervista fatta da Marco Marcello Lupoi e Dario Fonti nel 1992, Chris Claremont commentò:
<I concetti dl base erano che Wolverine fosse un teenager di 19 anni e che gli artigli fossero una parte dei guanti e non del suo corpo. Tempesta era la ragazza del gruppo, Nightcrawler era un demone tormentato e irascibile. Colosso doveva essere 1'eroe. Da qui i colori primari del suo costume, giallo, rosso e blu. Dave Cockrum e io ne parlammo e ne discutemmo ed arrivammo a sviluppi differenti. Per esempio, decidemmo che Nightcrawler doveva essere cosi fin dalla nascita. L'essere "diverso" non è però necessariamente una maledizione. Perché uno che è diverso non può pensare che sia "figo" essere cosi? Siamo stati i primi ad avere questa intuizione. Lo stesso discorso vale per Tempesta. Perché il fatto che sia una donna deve essere un limite? Perché non può essere forte, dinamica ed eccitante come ogni altro? Non ho mai visto Wolverine come un ragazzo, cosi Dave e io abbiamo deciso di lasciar cadere la cosa, comportandoci come se avesse un passato ben preciso, ma segreto. Già nel numero #99 iniziammo ad accennare al fatto.>
Già da queste parole, si capiva come Claremont fosse l'uomo giusto per questa X-Missione.
Ora, per quanto mi piacerebbe soffermarmi sul suo operato, non abbiamo nè il tempo, nè le parole adatte per poterlo fare. Ma presto parleremo dei suoi 17 anni di operato, ma al momento noi, ci dobbiamo soffermare su un'altra cosa: il suo abbandono. Gli anni dal 1975 al 1979 sono gli anni del riscatto degli Uomini X, che dopo discutibili gestioni, maturano una bellezza e una raffinatezza narrativa che esploderà negli anni '80 e che proprio in questa leggendaria decade lancerà il franchise mutante verso la notorietà mondiale...ma è proprio tra il 1991 e il 1992 che Claremont verrà improvvisamente cacciato/deciderà di andarsene dalla Marvel. Perchè? Cosa è successo davvero? Se ne è andato lui o l'han cacciato loro? Azioniamo le nostre cellule grige come Poirot e indaghiamo.
Il parere di Chris Claremont
Nell'intervista prima citata fatta, alla domanda: "Perchè non scrivi più gli X-Men?", Chris risponde:
<Perché non c'è più motivo per cui valga la pena farlo. Quando scrivi una storia, un fumetto, un romanzo, qualsiasi cosa, impegni tutto te stesso ed è come se diventasse una parte di te. Beh, gli X-Men hanno avuto successo per un sacco di anni proprio per questo motivo. Prima, però, potevo fare quello che volevo, adesso la situazione è cambiata molto ed è più problematica. C'è un controllo totale sulle storie e sui personaggi perché la maggior parte di questi ha una sua testata o perché appaiono in mille altre... e devi stare lì a preoccuparti tutto il giorno perché non sai cosa sta facendo Wolverine in quel momento oppure perché è in un posto in cui non potrebbe essere secondo la storia che stai scrivendo tu. In una delle storie che avevo scritto, programmata per il #300, Wolverine combatteva contro Lady Deathstrike e veniva UCCISO. La "Mano" lo resuscitava. Questo, ovviamente, avrebbe significato avere un Wolverine malvagio o comunque nemico degli X-Men. Avevo in mente di costruire una storia che sarebbe durata un annetto.
In questo modo avrei potuto affrontare Wolverine da un punto di vista completamente diverso, analizzare la sua natura e contemporaneamente spiegare perchè Wolverine fosse così importante per gli X-Men è perché fosse stato uno dei primi ad essere contattato da Xavier. Sarebbe stato magnifico. Avremmo risolto un sacco di cose: con Xavier, Magneto, gli stessi X-Men, il rapporto fra Jean e Wolverine. Ho proposto il tutto a Bob Harras. Mi ha detto che era una bellissima storia, ma che avrebbe creato dei problemi a Larry Hama (lo scrittore della serie Wolverine all'epoca). Insomma, capisci che così non potevo più andare avanti. Non potevo più scrivere le mie storie, ma dovevo scrivere le storie che l'editor voleva che io scrivessi. Gli ho detto "Tu vuoi che io scriva le tue storie, io, invece, voglio scrivere le mie storie!". Eravamo arrivati a un punto in cui non volevamo più lavorare assieme perché c'erano troppe discussioni, troppo stress.>
Il parere degli Editor
Ahimè, non ho trovato interviste corpose e molto dettagliate come quella che vedete sopra, ma sarebbe stato anche inutile da riportare perché (sostanzialmente) le parole di Claremont valgono anche per il parere degli editor. Solo un paio di cose vale la pena aggiungere. In primis, che Jim Lee si stava sempre rendendo più conto del suo potenziale e che, spronato da Bob Harras (che l'aveva preso sotto la sua ala protettiva) cominciava a chiedere di essere co-sceneggiatore delle storie e di riportava in scena alcuni clichè delle storie. Ma X-Chris non lo accettava, un pò perché voleva andare oltre, e un pò perché Jim Lee era sempre in costante ritardo con le consegne. Nonostante Lee, all'epoca, era un grande disegnatore, il fatto che riuscisse a presentare un grande prodotto non lo perdonava abbastanza nel ritardare sulle scadenza...ma Jim aveva il popò parato da Harras e Claremont, sia per i fatti spiegati prima, sia per queste preferenze ha cominciato a vedere la Marvel come una massoneria e quindi ciao, tanti saluti, e arrivederci. Ma detto così, sembra quasi che Claremont sia una sorta di vittima innocente di questa società. Le sue "colpe", ce le ha anche lui.
Per esempio, le sue colpe furono che (indubbiamente) si fece prendere dalle manie di grandezza e si permetteva di prendere personaggi della Marvel o anche del microcosmo X-Meniano e farci letteralmente quello che voleva, anche ritagliarli un ruolo davvero povero solo per azzeccare una qualche morte. Come per esempio uccidere Pantera Nera solo per far diventare Tempesta (o il suo clone, non s'è mai ben capito) la regina di Wakanda o uccidere Bestia, Havok (come mostrato qui sopra) tanto per, come mostrato sulle serie X-Men Forever e X-Men Forever 2, serie che mostravano concretamente quello che sarebbe successo che Claremont fosse rimasto al timone. Il Marvel Universe, per Claremont, era praticamente diventato un enorme mazzo di carte dove lui prendeva i numeri e i semi che più gli piacevano solo per strapparle e buttarle nel camino. Togliere dalla scacchiera della casa editrice personaggi che, magari, un domani avrebbero potuto dire qualcosa di davvero importante e degno di essere raccontato, solo perché era Chris Claremont, non andava troppo bene. Certo, la Marvel ebbe di nuovo le sue colpe, per (per esempio) non saper ascoltare Chris quando avvertì che il personaggio di Wolverine era destinato a diventare inflazionato e saturare il mercato...ma questo non vuol dire che valeva per altri personaggi come, per l'appunto, Pantera Nera, che dagli anni '90 in poi ebbe un futuro più che onesto: e pure un film in programma totalmente su di lui.
E questa è tutta la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità sull'abbandono di Chris Claremont dal sottobosco mutante degli X-Men. Tornerà poi ad occuparsi delle vicende dei suoi amati personaggi in due successive run; una tra il 2000 e il 2001, e una seconda tra il 2004 e il 2006...che però avranno meno successo di quella storica durata quasi vent'anni e ancora oggi una delle gestioni fumettistiche più lunghe di sempre. Ora, la parola a voi: che ne pensate dell'intera faccenda? Cosa ne pensate della prima mitica run di Chris? Ha avuto ragione lui? Ha avuto ragione la Marvel. Esprimetevi!
- Symo
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