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giovedì 11 febbraio 2016

Lupin III: Il Manga VS L'Anime - Le Principali Differenze (Vol. 2)

Si parla ovviamente tanto dell'anime, perché è con la versione animata che Lupin III è diventato mostruosamente famoso in tutto il mondo, ma ciò non toglie che poco si parla del manga originale di provenienza. Forse perché parecchio difficile da trovare? Forse perché il tratto di Moneky Punch è poco più di quello di un principiante? Chi lo sa. Fatto sta, che benché la gente colleghi mentalmente Lupin al mondo dell'animazione, il nostro ladro dalla giacca colorata rimane un personaggio trapiantato dal fumetto: con, ovviamente, tutte le rivisitazioni e i cambiamenti del caso. Avendo avuto la fortunata occasione di leggere il manga originale proprio in queste ferie Natalizie, ho potuto constatare di persona quanto la versione animata e quella cartacea siano profondamente diverse l'un l'altra. In questo post, si quantificherà quanto è grande questo divario. Vai con Lupin III: Il Manga VS L'Anime - Le Principali Differenze!


Perché quel "Vol. 2" nel titolo del post? Perché di differenze ce ne sono parecchie e il divario tra manga e anime è dir poco abissale. Quindi, per non rendere il tutto fin troppo lungo e tedioso, ho deciso di spezzettarlo in più parti. La prima parte è già disponibile e, se volete leggerla, potete trovarla cliccando qui. Ancora non vi so dire quante parti saranno perché purtroppo. Non essendo ancora arrivato alla fine dei volumi che comprendono la serie originale, non ho ancora una idea complessiva delle differenze totali. Ne Le Principali Differenze - Vol. 1 abbiamo riportiamo le differenze riscontrate nella lettura dei primi cinque numeri, nonché quelle più degne di nota. In questo Le Principali Differenze - Vol. 2 continuiamo e riportiamo quella dal sesto fino all'undicesimo. E via che si va!



L'Ispettore Zenigata

E non si può parlare dello Yin senza parlare dello Yang. Come nello scorso post partimmo da Lupin, in questo togliamoci subito lo sfizio e partiamo da Zenigata: il celebre e inossidabile antagonista del ladro gentiluomo. Ovviamente, tutti sanno che il Zenigata del manga è molto diverso da quello dell'anime. Ma non tutti sono quanto a fondo lo sia: e credetemi, c'è uno strapiombo tra il fumetto e il cartone, per quanto riguarda questo personaggio. Nell'anime è la personificazione, concentrata e senza coloranti aggiuntivi della sfiga che perseguita Willy il Coyote e Charlie Brown; l'unica differenza, è che loro non avevano l'impermeabile da Philip Marlowe: lui invece si, ma questo non lo rendeva meno fico. Nel cartone è maldestro, impacciato, imbranato, sfigato fino all'inverosimile, incapace, inetto e tutte le parole negative del mondo che vi vengono per descrivere una persona che, non solo non è capace di fare niente, ma la fa pure male e si fa calpestare continuamente da tutto e da tutti. Un uomo la cui inutilità era buona solo per rivalutare tutti gli altri personaggi in meglio: a confronto di Zenigata, pure gli animali, i marciapiedi o i palazzi sullo sfondo erano personaggi migliori di lui. Era un omuncolo triste, deprimente e destinato a una continua, imperterrita e ininterrotta scia di fallimenti che avevano l'unico pregio di far sembrare il protagonista più accattivante e appetibile al pubblico. Nel manga? Nel manga Lupin e i suoi soci non avevano vita così facile. 


Zenigata quell'impermeabile da Marlowe ce l'aveva per un motivo: perché era un fottuto badass, attraversato a volte da una latente malinconia noir. Nel manga il nostro caro Koichi era l'esatto opposto di quanto mostrato sul piccolo schermo; che poi, va detto, andrà cambiando fino a diventare più simile alla originale versione cartacea (sopratutto da Dead Or Alive in poi), ma sarà solo un piccolo accenno alla sua vera caratterizzazione. Nel manga, Zenigata è uno sbirro capace, solerte, inossidabile, determinato, combattivo, intelligenze, abile nell'investigazione e nel combattimento (come potete vedere nella immagine sopra, dove mette sotto scacco Goemon e Jigen, roba che nel cartone non sarebbe successa ma neanche fra duecento serie), scaltro e mosso da un senso di giustizia tra i più puri che ci siano. Non a caso si è citata la più grande creazione di Raymond Chandler, visto che Zenigata ricalca davvero tantissimo la figura degli investigatori anni '40, oltre che ad essere un riassuntone a fumetti delle loro principali caratteristiche. Inoltre, mentre nel cartoon si tendeva spesso ad esagerare fino al sadismo sull'incapacità e la sfortuna del poliziotto, qui i buchi nell'acqua dell'Ispettore ci sono, ma vanno analizzati caso per caso, ma tendenzialmente, le forze di Lupin e Zenigata si equivalevano così tanto da annullarsi. Si, esatto, tipo quella storia dell'oggetto inamovibile e la forza inarrestabile. C'erano ovviamente delle volte in cui Lupin riusciva a scamparla dall'Ispettore o addirittura a fregarlo, ma mai in modo così clamorosamente umiliante come nella serie. Questo però non doveva necessariamente svalutare il ladro a discapito dello sbirro: anzi, serviva per far vedere quanto fossero diversi ma complementari. Le volte in cui Lupin riusciva a vincere era perché aggirava le regole e giocava sporco, in quanto personaggio dalla natura spregiudicata. Zenigata ovviamente non poteva farlo; o meglio, poteva eccome, ma non voleva: in fondo è un poliziotto e doveva rimanere fedele alla sua caratterizzazione. Lupin vinceva perché poteva agire fuori dagli schemi, non perché Zenigata fosse incapace: c'è una bella e netta differenza tra le due cose. 


Il Rapporto Lupin III/Zenigata

E visto che stavamo andando sull'argomento, continuiamo il discorso in nuovo capitoletto, parlando di uno dei rapporti più affascinanti del fumetto mondiale: l'interazione tra Lupin e Zenigata. In Avengers: Age Of Ultron, Visione diceva una frase che condivido moltissimo: "Le cose non sono belle perché durano nel tempo", lasciando intendere come Visione apprezzasse la mortalità della vita e come questa abbia una certa durata, cosa che rende davvero preziosa l'esistenza, ma anche speciale poiché può finire e raggiungere ad una conclusione; benché condivida personalmente questa filosofia, essa non può essere applicata alla rivalità tra i due. Perché? Perché la bellezza del rapporto Lupin/Zenigata è racchiusa nel fatto che continui nonostante tutto, anche nonostante la mortalità della vita stessa e degli autori che ne scrivono le storie. E qui, arrivano le sottili differenze fra manga e anime. 


Nell'anime, Lupin e Zenigata sono in tutto e per tutto i classici amiconi dei buddy-movies, solo che hanno avuto la terribile sfiga di nascere dalla parte opposta della barricata: e come se non bastasse, in quelle barricate che devono pure scontrarsi, quelle barricate dove una è il nemico naturale dell'altra; ma essendo appunto degli amici, i due si rifiuteranno sempre e per sempre di porre fine alla carriera dell'uno e dell'altra, perché un vero amico non può farti questo brutto sgambetto. Nel fumetto invece non esiste tutto questo velato e mai dichiarato cameratismo. Inizialmente, il rapporto tra i due è parecchio freddo e distaccato: Lupin tratta con sufficienza e snobbismo la notizia che Zenigata sarà il suo "inseguitore ufficiale"; Zenigata, invece, si approccerà al caso con parecchia malavoglia e desideroso di sbrigarsela in fretta per passare ad altro: sopratutto considerando il fatto che Zenigata, inizialmente, non credeva all'esistenza di Lupin, dato che secondo lui era impossibile che esistesse un uomo del genere. Successivamente le strade dei due cominceranno a incrociarsi più spesso, finendo per farsi reciprocamente degli sgambetti toccata e fuga parecchio meschini, ma senza mai impegnarsi veramente nello sconfiggere definitamente l'avversario. Verso l'ottavo volume circa, sia Lupin che Zenigata cominciano a fare sul serio e cominceranno ad amare il gusto per la sfida. 


Anche se nel cartoon il cuore del loro rapporto è rappresentato in maniera cristallina, va detto che c'è stata una rivisitazione riguardo il loro personale approccio alla cosa. Nel cartone, Lupin è quello che la prende sempre con leggerezza, mentre Zenigata ha per lui una ossessione che manco il Capitano Bellodi. Nel fumetto, la questione è molto più bilanciata, sopratutto perché entrambi cercano di sbarazzarsi dell'avversario: come l'Ispettore tende trappole a Lupin, pure il nostro ladro preferito giocherà spesso in attacco per liberarsi di lui, dato che lo considera un pericoloso, rispettabile e temibile avversario. In ogni caso, in entrambe le versioni trasuda l'amore per la sfida. Per loro stessa ammissione, la missione dei due non è il raggiungimento di uno scopo, ma far in modo che questo rimanga vivo: loro due non vivono nel vincere la sfida, ma nel viverla...e se la sfida finisce, il divertimento sparisce.



Tonalità e Stile delle Storie

Anche questo, punto abbastanza ovvio, ma mai veramente sviluppato e approfondito. Come molti sanno, e come abbiamo imparato in questi due post, il tono e lo stile delle storie di Lupin sono molto diversi tra anime e manga. L'anime è un prodotto palesemente e volutamente indirizzato ad un pubblico giovanissimo, fatto per lo più di toni scanzonati, comicità demente/infantile, trame di una semplicità disarmante sviluppate con ancor più semplicità, oltre che costellata da caratterizzazioni ben inquadrate. Sopratutto, la principale caratteristica dell'anime, è che è profondamente buonista e schematico fino alla ripetitività compulsiva: sia a livello di costruzione narrativa, sia a livello di comportamento dei personaggi; l'eccezione è davvero una rarità all'interno degli episodi e gli unici che si fanno ricordare sono proprio questi, dove si è stati un minimo alternativi. Del resto, erano conseguenze calcolate e gli autori di allora hanno preferito prendersi questo rischio, piuttosto che stare fedeli al fumetto originale: prodotto, tra l'altro, sconsigliato ai bambini di tenerissima età. Ma c'era anche un altro motivo per cui scelsero, ad un certo punto, di discostarsi dal manga a livello di stile e tonalità. 

Al di là dell'ovvio motivo legato alla differenza di tematiche per lo più adulte (costellate inoltre da scene di sesso, violenza e morte esplicita di molti personaggi), l'opera cartacea di Monkey Punch era anche un fumetto molto sperimentale. Mi spiego meglio. Il papà di Lupin ha sempre affermato in svariate interviste di essere sempre stato più influenzato dallo stile Americano ed Europeo del fumetto, piuttosto che dallo stile dei suoi connazionali e degli artisti venuti prima di lui, trasformando fin da subito la serie del nostro ladro in un prodotto particolare, alternativo e atipico per i manga dell'epoca. Basti pensare come ogni opera Giapponese, anche se non ambientata in Giappone, abbia degli elementi orientali nella storia; prendete il manga (poi anime) Fullmetal Alchemist: nonostante sia ambientata nella Germania degli anni '20, c'è qualche personaggio che vestiva con armature da samurai o usava armi di provenienza Nipponica. Il manga di Lupin invece no, proprio perché l'autore voleva distanziarsi da questa cosa. La sua voglia di alternatività non si fermò qui e applicò questa voglia di spaziare anche nella costruzione narrativa delle storie: che è vero, anche su carta molte avevano schemi narrativi identici e ripetitivi, ma questa pecca veniva compensato col fatto che Monkey Punch tentava strade mai percorse prima. Per esempio, introdusse nei manga la rottura della quarta parete e dare ad alcuni personaggi l'abilità di parlare col lettore (di cui Lupin ne fa uno smodato uso, come visto nella prima parte).


Oppure prendeva una trama e la rivisitava per più volte con generi diversi e con esiti e atmosfere diverse (immagine sopra: guardate i titoli delle ultime tre storie). Oppure tentata strade che proprio nessuno si sarebbe mai sognato, creando ed introducente vere novità. Tipo?


Tipo scrivere una intera storia dal punto di vista della prima persona, quello che gli scaricatori seriali di porno conoscono come P.O.V. Tra l'altro, questa storia (che si chiama In Prima Persona ed è contenuta nel settimo volume) è una figata colossale perché fino all'ultimo non si sa a chi appartiene il punto di vista: se al lettore, se a Lupin o addirittura a Monkey Punch stesso. Con la serie della giacca verde, la TMS tentò di rimanere più fedele al manga, ma tutto quello che ottenne fu freddezza e critiche riguardo l'atipicità del prodotto: all'epoca, il pubblico Giapponese voleva le cose trite e ritrite. Ora potete capire perché molte delle tecniche innovative del manga non vennero trasportare: per paura di un altro fiasco. 



Goemon Ishikawa XIII

E visto che abbiamo parlato di influenza orientale, chiudiamo questa seconda parte parlando proprio di Goemon: a detta di molti, il preferito dalle ragazze. Immagino che qualcuno di voi, quando ha letto nel capitolo sopra riguardo allo stile che Monkey Punch non prendeva tanto spunto dai suoi colleghi mangaka, si è subito detto: "E Goemon allora?". Tranquilli ragazzi, tutto calcolato, sapevo che saremmo andati a parare da queste parti e ho quindi spianato appositamente la strada per arrivare qui dove siamo ora. Goemon nacque proprio perché, quando Monkey Punch andò al Comic-On di San Diego nei primi anni '60, fece un veloce schizzo di Lupin ad una signora che incontrò ad un ristorate, curiosa di vedere la differenza tra lo stile Nipponico e quello Statunitense. La signora ci rimase malissimo perché il suo tratto trasudava poca "giapponesità" e il personaggio da lui disegnato non era molto orientale. Accortosi della cosa, Punch si prodigò per creare un personaggio che ricalcava le tradizioni Giapponesi da inserire nel cast di personaggi: nacque così Goemon, personaggio che introdurrà poi nel terzo volume della serie originale. Goemon, come quasi tutti i protagonisti del Lupinverso, cambia parecchio dal cartone alla carta.


Nell'anime è praticamente la versione animata del Bushido: il codice d'onore e di comportamento dei samurai. Segue quanto scritto alla lettera e non ammette sgarri, anche se ci sono state delle volte dove (involontariamente o meno) ha fatto delle eccezioni e infranto qualche regola del suo codice; quando succede, Goemon si trasforma (involontariamente o meno) in un elemento comico di grande efficacia, proprio perché non ci si aspettava quella svolta e la sua reazione. E' un personaggio molto chiuso, di poche parole e le cui azioni valgono più di quello che dice, oltre che conservatore dei valori e delle vecchie tradizioni Giapponesi: così conservatore, che gira ancora col kimono. A volte però, questo suo essere conservatore ed estremo adoratore delle vecchie tradizioni del Sol Levante, è ingigantita fino all'ossessione, tant'è che ci sono delle volte dove Goemon stesso rifiuta a mettere piede in un ristorante se questo non fa cucina Giapponese (sopratutto ne L'Avventura Italiana succedeva). Nel manga invece è simile, ma diverso. Innanzitutto, come nell'anime, anche nel manga Goemon esordirà come nemico di Lupin, ma a differenza del cartone, lo rimarrà per parecchie storie e, anzi: addirittura sembrava porsi come suo ufficiale e ricorrente rivale principale, ma poi l'autore decise di renderlo un suo alleato con un motivo veramente scemo.


Con Lupin ci si diverte di più. Ma comunque, come dicevo, le due versioni sono molto simili, ma anche diverse, e le piccole particolarità li rendono effettivamente due personaggi diversi. Il Goemon del manga ha gli stessi valori e caratteristiche di quello dell'anime, ma non così accentuate; più che consacrarsi a quei valori e seguirli nonostante tutto e tutti, possiamo dire che il Goemon del manga preferisce seguire quanto scritto nel Bushido, ma non è che prenda poi così alla lettera i suoi regolamenti: se può fare una eccezione, la fa senza rimorsi. Un esempio è il rapporto che ha con le donne. Nell'anime cerca di starne parecchio alla larga, anche se poi qualcuna l'ha veramente amata, ma di solito cerca di non cadere nel loro fascino per non avere distrazioni mentre percorre la via della spada. Nel manga invece passa per due fasi: prima fa il tenero timidone, e poi si lascia completamente abbindolare peggio di Lupin. Possiamo dire che, nel fumetto, l'attaccamento di Goemon alle regole del Bushido sia una sorta di scusa a cui aggrapparsi nel momento di bisogno. Inoltre, mentre nell'anime è sempre serie serissimo, nel fumetto si lascia andare spesso e volentieri ad episodi di autentica deficienza, perché trasportato dalla buona compagnia. Ultima uguaglianza/differenza: la spada anche nel fumetto è un'arma formidabile, ma non viene mai chiamata per nome. 




Bene gente, per il momento è meglio finire qui il post, che quanto scritto in questo secondo appuntamento è già tanta roba da metabolizzare. Come si diceva, non volevo fare un post troppo pesante, quindi meglio procedere con calma. Per il momento è tutto, quindi, passo la linea a voi: che ne pensate di quanto scritto? Che effetto vi ha fatto sapere di queste differenze? Fatecelo sapercelo!

- Symo

1 commento:

  1. Nemmeno nell'anime Goemon è così fedele al Bushido comunque...rispetto al manga pare più rigido, ma è più ossessionato dalle donne di quanto si immagini!

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