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venerdì 23 ottobre 2015

I Cavalieri Dello Zodiaco - La Leggenda Del Grande Tempio: la recensione (Baloon Central #19)

Poteva il Symo saltare l'appuntamento con uno dei manga/anime della propria infanzia? Un manga che è riuscito ad appassionarlo tanto quanto l'Uomo Ragno? No che non poteva. I Cavalieri Dello Zodiaco: La Leggenda Del Grande Tempio, adattamento cinematografico in CGI della Saga del Santuario dell'opera originale, si presentava già di per sé un appuntamento da segnare agile nel proprio calendario Maya solo per la decisione di voler fare un film su quella che è (forse) la parte migliore e più acclamata di tutta la storia. Se poi ci metti pure il doppiaggio Italiano storico della serie, allora il biglietto è già bello che comprato. E dunque? Come è andata? Continuata a leggere per scoprirlo.


Prima di tutto, un pò di galateo, diamo precedenza alla trama:

Fin dai tempi del Mito, i Cavalieri dello Zodiaco sono i paladini della speranza, sempre pronti a intervenire ogni volta che il Male minaccia il mondo. Molti anni dopo la Guerra Sacra che si è combattuta nel Grande Tempio, la vita della giovane Isabel di Thule scorre tranquilla, finché un giorno la ragazza non scopre la sua vera identità. Vittima di un agguato omicida, viene salvata da un Cavaliere di Bronzo, un ragazzo di nome Pegasus. Dopo questo drammatico episodio, Isabel, non senza grande difficoltà, accetta il proprio destino e la propria missione, e decide di recarsi al Grande Tempio con Pegasus e gli altri Cavalieri di Bronzo. Nel Grande Tempio, dove da 16 anni viene venerata una falsa Atena, I Cavalieri dello Zodiaco affronteranno colui che si fregia del titolo di Grande Sacerdote e i suoi seguaci, ingaggiando una fiera, e a tratti disperata, battaglia contro i Cavalieri più nobili e potenti: i leggendari Cavalieri d'Oro!

E questa era la corposa trama. Però, prima di cominciare elencando i vari i Pro e i Contro del film, partiamo con una bella e chiara premessa. Non sembra, ma era un film difficile da fare, sopratutto per i problemi elencati venuti fuori da tutti i vari teaser precedenti, come: la grossa mole di trama che la produzione ha deciso di proporre al cinematografò. Siamo in una situazione di scacco matto, perché da una parte, la corsa delle Dodici Case nonché battaglia contro i Cavalieri D'Oro, era l'unica che si poteva utilizzare per un film stand alone e senza possibili seguiti, l'unica utilizzabile per far capire subito l'essenza di Saint Seiya, dato che le altre non avevano lo stesso dramma, lo stesso sapore epico e la stessa suspance. Dall'altra, la Saga del Santuario è diventata famosa proprio perché le battaglie epiche ed avvincenti erano alternate ad una profonda, certosina caratterizzazione, che ha trasformato di conseguenza Pegasus e soci in vere icone.

Il punto è che, in un film di una oretta e mezza, non te la puoi prendere comoda come in un fumetto: si deve cercare di avere la botte piena e la moglie ubriaca, fin dove è ovviamente possibile. Quindi, se tutti gli altri dubbi si potevano definire superficiali, la domanda: "Riuscirà questo adattamento ad avere la stessa intensità della storia originale?" si presentava, invece, tutt'altro che trascurabile. Poi vuoi che Pegasus e soci quest'anno battono i quaranta, voi che Saint Seiya Omega è un insulto al buon nome del franchise e all'intelligenza dello spettatore, vuoi che le nuove generazioni si sono dimenticati il vero spirito dei Cavalieri Dello Zodiaco, vuoi che i giovini d'oggi non sanno cosa sia un buon manga (grazie Bleach), era il caso di ringalluzzire la situazione con un grosso promemoria formato pellicola cinematografica dei capolavori che furono, oltre che il caso di festeggiare a dovere e rendere onore e giustizia ad un brand che (ancora oggi) appassiona un sacco di lettori. Riesce nella sua titanica impresa? Non proprio. Seguono spiegazioni.


Pro: 
Si può subito dire, che i grandi Pro della pellicola, sono tutta una serie di cose abbastanza estetiche, che fanno certamente bene agli occhi, ma (col senno di poi) non al cuore. Il comparto grafico, la tecnica CGI utilizzata, gli effetti speciali e le musiche sono le cose che risaltano di più in I Cavalieri Dello Zodiaco: La Leggenda Del Grande Tempio. I movimenti dei personaggi sono fluidi, genuini, dinamici e per nulla legnosi, come le loro espressioni facciali, decisamente espressive (scusate il gioco di parole) e d'una umanità molto convincente; le scene d'azione sono poi impreziosite da una serie di effetti speciali che mostrano tutta la loro spettacolarità quando i personaggi sferrano i loro colpi segreti, altamente personalizzati e realizzati con una cura dei particolari a dir poco maniacale. Anche il redesign dei personaggi, seppur libertino e piuttosto giovanile e fatto apposta per ingraziarsi, magari, gli Infedeli (dicasi "Infedele" i fan di Saint Seiya Omega) aiuta ad entrare in un certo realismo della pellicola proprio grazie alla cura dedicatagli nello sfaccettare tutti i particolari estetici di armature, vestiti ecc.; pur non togliendo la gradita iniezione di fantasy epico che si respira nell'atmosfera, la Toei ha cercato di rileggere l'iconico brand in una chiave piuttosto moderna, cercando di "attualizzare" certe cose che magari, ai giorni nostri, sembravano piuttosto fuori luogo: tipo lo zaino contenente l'armatura, qui riconfigurato a medaglietta da zarro auto-componibile. Molti potrebbero non accettare questa attualizzazione, ma ci si abitua presto e si realizza che in questo contesto, la decisione stilistica funziona. Le musiche poi, anche se non sono quelle storiche e composte ad hoc per il film, danno il giusto senso epico; non a caso è stata postata qui sopra, una clip riassuntiva dell'esordio nella trama dei quattro principali protagonisti, giusto per portare una prova a quanto sostengo. 

Nei Pro ci va anche il doppiaggio storico Italiano, qui richiamato a regime a svolgere il compito di mandare gli spettatori indietro di decenni e far rivivere le emozioni delle prime messe in onda sulla compiantissima Italia 7 Gold e Italia 1. Contrariamente a quanto tutti sostengo, il doppiaggio Italiano dei Cavalieri Dello Zodiaco non è l'ottavo peccato capitale, ma una perla nell'ingrata (e fin troppo bistrattata) arte dell'adattamento. La traduzione nel vero senso del termine è pura e semplice utopia, valida solo per frasette come "Che ore sono?". Per dialoghi d'un certo spessore, invece, serve qualcosa di più. Tutti dimenticano che la lingua di un popolo è indissolubilmente legata alla propria cultura e alle esperienze storico/giuridiche della nazione (oltre che a dirette/indiretta influenze da altri popoli e culture) e che quindi fonda il proprio comparto linguistico su quelle determinate esperienze; alla luce di ciò, viene semplice spiegarsi perché, il più delle volte, si fa fatica a tradurre una parola in un'altra lingua: perché non esiste quel corrispettivo proprio a causa di esperienze diverse date da origini culturali differenti, quindi bisogna fare i salti mortali per trovare qualcosa che abbia lo stesso significato nella nostra cultura, o in extremis, inventarselo. E' vero quello che molti dicono, che il doppiaggio storico dei Cavalieri non è fedele nella struttura...però lo è nello spirito, e anche se spiegato con parole e citazioni diverse, il significato e il messaggio rimangono inalterati: ergo, è un Signor Adattamento. E voglio ricordare che pure quello dei Simpson ha seguito la stessa sorte di quello dei Cavalieri. 


Contro:
Ma nonostante tutte le belle parole per il comparto grafico che non ha davvero bisogno di insegnamenti e consigli e il grande ritorno di Ivo De Palma (Pegasus), Marco Balzarotti (Sirio il Dragone), Luigi Rosa (Cristal il Cigno), Tony Fuochi (Phoenix) Andrea De Nisco (Andromeda) e Daria Cericola (Lady Isabel), I Cavalieri Dello Zodiaco: La Leggenda Del Grande Tempio, per spiegarlo con un esempio Natalizio (visto che ne è appena finito il periodo) è un regalo d'una pochezza disarmante, incartato in maniera spettacolare e appariscente nel tentativo di compensare le numerose mancanze. Di cosa manca, sopratutto, questo film? Purtroppo, di tutto quello che ha reso famosi i figliocci cartacei di Masami Kurumada e che ha reso celebre la disperata, ma sprezzante e determinata, lotta contro i Cavalieri D'Oro. Ed è per questo che qui sopra si è battuto così tanto il chiodo sulla domanda che recitava: "Riuscirà questo adattamento ad avere la stessa intensità della storia originale?"; era ovvio e palese che non ce l'avrebbe completamente fatta...ma c'è un'abissale differenza che separa l'espressione "completamente" e "per niente". La Saga del Santuario è una storyline, come già detto, molto lunga e duratura, dove l'autore si prende tutto il tempo per godersela e per farla godere ai suoi lettori, quindi era logico che bisognava sfoltire dove possibile...il problema, è che nella foga dello sfilettare e dell'eliminare eventuali elementi superficiali, ci sono andati di mezzo pure quelli che avrebbero aiutato il film ad acquistare un certo spessore. Per spiegarla con un esempio, è come se la produzione avesse a disposizione pochissimi soldi per andare a mangiare qualcosa con gli amici, e che alla fine (a furia di risparmiare e non sforare il già scarso budget) ci di accontenta di un caffè; di certo il caffè è qualcosa di sempre amabile e rigenerativo, ma non sostituisce per nulla al mondo un pasto completo.

Si è diminuito così tanto lo spessore dell'opera originale, che alla fine, quello che è rimasto, è un involucro vuoto, totalmente privo di emozioni e spoglio di un qualsiasi pathos. Non si pretendeva chissà quale filosofia, ma questo non voleva automaticamente dire che bisognava ripiegare sulle frasi da Baci Perugina e aforismi dei biscotti della fortuna di una scontatezza formidabile. Non si pretendeva la stessa sfaccettata caratterizzazione, ma questo non dava il diritto alla produzione di stravolgere completamente alcuni aspetti caratteriali, tipo Cancer (per fare un esempio), che da bastardo senz'anima è divento tipo Jack Sparrow On Ice. Ok che alcuni personaggi sono stati rivisitati per inserirli in un contesto reale ed esplorarli sotto una luce mai esplorata finora (Lady Isabel) e che molti altri sono padroneggiati da un solo tratto distintivo portato un poco all'estremo (Sirio, Andromeda, Cristal), tutto per far apparire questa pellicola come un moderno reboot/remake...il punto però, è che se ci toglia la sostanza, non è più reboot/remake, ma qualcosa di liberamente tratto. Il problema è che sono anche d'accordo con quanto detto dall'immenso Ivo De Palma (Professionista con la P maiuscola che ammiro in maniera infinita) in un recente video, dove con il suddetto fornisce al pubblico delle possibili chiavi di lettura di tutti i ragionamenti dietro a certi cambiamenti...cambiamenti, che faccio ancora fatica ad accettare; è ok non sentirsi obbligati a rispettare colonne portanti del brand, ma non è nemmeno "ok" stravolgere e trasformale in qualcosa che non sono mai state, sfruttando il nome di quel personaggio, solo per attirare gente, solo per far leva sulla vecchia curva di fan, solo perché Saint Seiya Omega fa felice i bimbiminchia su Tumblr. Basti vedere un personaggio come Gemini, piegato a mostro che ci starebbe stato a pennello in un Final Fantasy o in una stagione qualsiasi dei Power Rangers...solo che qui, non siamo in quei verdi pascoli.


Purtroppo, sopra I Cavalieri Dello Zodiaco: La Leggenda Del Grande Tempio aleggia lo scomodo cosmo della costellazione "occasione mancata". E' un film impressionante per il grande dispendio di mezzi e per il taglio spettacolare e cinematografico, ma lascia purtroppo impressionati (e non nel senso positivo della parola) per l'anima del franchise piuttosto snaturata, che anche nelle migliori delle intenzioni, lascia parecchio amareggiati. Con molto dispiacere e rammarico, ci si congeda ad una fantomatica prossima volta. 


PS: Vi si anticipa subito, che presi dalla "riscoperta" dei Cavalieri Dello Zodiaco, il Symo ha pure scritto un post sulle venti curiosità sul manga/anime e pure qualcosina sul film e il doppiaggio Italiano. Così, perché il film mi ha fatto ricordare quanto stronzo fossi a non aver ancora dedicato un post tutto per loro. Dove potete trovarlo? Cliccando qui!

- Symo

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