Qualche settimana fa, mi è capitato di essere protagonista di un episodio di vita che definirei... surreale. Non vi spoilero niente, vi dico tutto qua sotto, raccontato sotto forma di racconto breve. Prima di cominciare però, voglio fare i dovuti, i sentiti e gli infinitissimi ringraziamenti a Maria Mostardini, admin delle pagine Clark Gregg Son Of Coul e Marvel's Agents of Shield Italia. La simpaticissima Maria è colei che ha disegnato (in breve tempo e con poco preavviso!) la tavola che vedete qui, permettendo a questo post di avere una immagine d'apertura così figa. Credo che la mia gratitudine per un lavoro così stupendo non sarà mai abbastanza e, per questo, la ringrazio infinitamente. Detto questo, passiamo alla storia. Ciak, azione!
Pausa pranzo, pizzeria.
Mentre aspettavo il caffè non mi faccio troppi problemi ad ingannare l'attesa tirando fuori un fumetto e leggerlo. Tanto non c'era molta gente. E poi fanculo, mentre bevo cose calde come il caffè e il tè mi piace leggere. Siccome il fumetto in questione era il primo volume della run di Kurt Busiek & George Pérez sui Vendicatori (una sberla di 432 pagine), s'avvicina un signore incuriosito attirato dal malloppone che chiameremo Mr. Frascati. Parte una conversazione surreale.
Mr. Frascati (MF): <Eeeeh, il piacere della lettura. Non c'è gusto più dolce.>
Io (I): <Proprio vero.>
MF: <Sai, non ci sono molti ragazzi della tua età che leggono.>
I: <Mh, non sono molto d'accordo. Di ragazzi che leggono ce ne sono. E' solo che si sparano di quelle merdate, che alla fine non è considerata letteratura.>
Frascati ride con una risata soffocata, un po' alla Gambero di Coliandro. Io accenno un sorriso senza troppo impegno. Dopo aver finito di ridere, Frascati mi chiede cosa sto leggendo di bello. Alzo la copertina e mostro la gloriosa splash-page di Pérez che figura oltre una cinquantina di personaggi, dai Vendicatori più importanti a quelli più insulti e sfigati. Nel vedere la copertina, leggo nei suoi occhi la delusione. Ma non semplice delusione. Proprio della Delusione™.
MF: <Ah, ma è un fumetto. Pensavo fosse un libro...> Rettifico. Non è deluso, c'è proprio rimasto di merda.
I: <Ma il fumetto è bello quanto un libro. L'unica differenza che uno ha disegni più elaborati e l'altro no.>
MF: <Non sono d'accordo. Il fumetto è decisamente inferiore al libro.> Dice stizzito
I: <Ma ne ha mai letto uno, di fumetto?> Nella mia testa penso: "Adesso mi dice che ha letto Tex". Mi risponde subito con sufficienza.
MF: <Tex> "Ecco li", penso <Zagor qualche volta>
I: <Beh, ma ci credo che ha una visione un po' ristretta dell'argomento. Se si è limitato solo a quelli...> Vorrei dire qualcosa in più, ma intanto penso: "Ella madonna, conosce anche Zagor! Ecco perché ha nevicato al Sud."
MF: <E al di fuori di loro cosa c'è? Solo supereroi, che non mi piacciono. Non li ho mai letti però, a pelle, non mi piacciono.> Rifletto su "non li ho mai letti, però non mi piacciono". Sono pronto a scommettere che questo è uno di quelli che professa il detto non si giudica un libro dalla copertina.
I: <E' vero, l'85% dei fumetti è di genere supereroistico. Però c'è un restante 15% che potrebbe andare incontro ai sui gusti. Vuole che le scriva qualche titolo?>
MF: <Nah> Detto però come se prima gli avessi cagato sul piatto, e poi avessi gridato ad altra voce: "E' pronto in tavola!". Poi continua <Ti ringrazio ma so già che sono soldi buttati.>
I: <Vabbé, ma quanto vuole che costi un fumetto?>
MF: <Quello quanto l'hai pagato?>
I: <34,00 €>
MF: <COSA!?> detto che se li avessi rivelato di essere sua madre.
I: <Aspetti, c'è una motivo al prezzo così a...> Mi interrompere per dire la sua.
MF: <Ma è un prezzo folle, non esiste! E a maggior ragione perché è un fumetto degli ADVENGERS.> Si, li ha chiamati così.
I: <Se però mi lascia parlare vorrei spiegar...> Si alza per andare al suo tavolo e tirare fuori un libro dalla sua borsa, per poi schiaffarmelo sul tavolo.
I: <Se però mi lascia parlare vorrei spiegar...> Si alza per andare al suo tavolo e tirare fuori un libro dalla sua borsa, per poi schiaffarmelo sul tavolo.
MF: <Questi, sono soldi spesi bene!> Particolare enfasi sul questi.
I: <Il Viaggio in Occidente. Sempre voluto leggerlo, ma non ho mai avuto il coraggio. Mi preoccupa un po' la forma... "arcaica", diciamo.>
MF: <Non dovresti. I libri non si giudicano dalla copertina o dalle impressioni> E intanto che lo dice, tra me e me penso: "Ecco li, t'aspettavo al varco". Poi continua <Invece di leggere gli Advengers, dovresti leggere questo.>
I: <Forse è arrivato il momento. Quant'è la spesa?>
MF: <60,00 €>
Segue una risata. Frascati mi guarda con aria interrogata, come se la mia risata fosse di cattivo gusto. Io lo guardo a mia volta con un'espressione altrettanto interrogata e confusa.
I: <60,00 €? Ma è sicuro?>
MF: <Guarda qui> Mi mostra il prezzo.
I: <Porca troia! 60,00 €! Ma è un prezzo folle, non esiste!>
MF: <Eh ma è l'edizione completa, sono 1600 pagine... C'è tutto il racconto.>
I: <Si, ma son 60,00 €...>
MF: <Ma è per un libro.>
I: <Ma son comunque 60,00 €.>
MF: <Tu ne hai spesi 34 per un fumetto.>
Alche, mi viene una illuminazione.
I: <Ecco, a tal proposito, mi spieghi un po'. Come che i suoi 60,00 € per un libro sono socialmente accettabili e i miei 34,00 € per un fumetto no? Cioé, sul serio, non capisco il nesso.>
MF: <Perché i libri danno al lettore la cultura, arricchiscono il linguaggio, costringono a fantasticare ed immaginarsi le cose.>
I: <Ma prima concordavamo, o almeno così mi è parso di capire, di essere d'accordo sul fatto che non tutti i libri sono buoni. Ci sono un sacco di romanzi straniere importati che, per esempio, sono mal tradotti, quindi il senso della storia non passa come dovrebbe. Poi ci sono un sacco di libri che sono semplicemente brutti, perché l'idea di fondo è oscena ed è sviluppata peggio.>
MF: <Ma anche coi fumetti.>
I: <Ma verissimo! Del resto, quale genere dell'arte conta nella sua scuderia solo capolavori? La monnezza c'è ovunque. Però sta evitando il discorso. Perché i libri si e i fumetti no?>
Con la voglia di tagliare corto, Mr. Frascati mi risponde secco: <Perché sono fumetti>. Si alza e se ne va.
Il caffè ormai è tiepido e me lo scolo tutto d'un fiato, senza neanche mettere un filo di zucchero. Recupero il segno della lettura e torno alla mia vita chiedendo al cameriere: <Me lo fa un limoncello?>
Se questa fosse una fiaba, ci sarebbe una morale. E cosa ci insegna questa storia, ragazzi?
Ci insegna che chi predica bene, non solo razzola male, ma è pure il primo a farlo. E di solito, chi professa il detto non giudicare dalla copertina, è il primo a farlo. Tempo fa conobbi una ragazza megafan di Neil Gaiman che si rifiutatva di leggere Sandman solo perché era un fumetto.
Ci insegna che i libri hanno 'sta cazzo di aura di titolo nobiliare che in fondo si meritano fino ad un certo punto. Una storia va valutato oggettivamente, come le donne. Se una è gnocca, non importa se è bionda o bruna, bassa o alta. Se è gnocca è gnocca, poi ci sono le preferenze. Non esiste che i libri siano meglio dei fumetti. Esiste solo il: "io preferisco i libri piuttosto che i fumetti".
Ci insegna che l'integrazione è una utopia.
E l'apertura di pensiero pure.
- Symo
Hai completamente ragione. Ti lancio lì un altro spunto di riflessione: molto spesso i funetti sono seriali e hanno moltissimi numeri mentre per i libri ci sono al massimo delle saghe di una decina di numeri ma molti sono a sé stanti. La stessa cosa si può dire per telefilm e film, un cui i primi vengono snobbati senza spiegazione allo stesso modo dei fumetti. La mia opinione è che la gente non si voglia impegnare 'perché, cioè, starci dietro poi è uno sbatti'. Cosa ne pensi?
RispondiEliminaOttimo spunto di riflessione su cui, devo dire, concordo. Ti riporto un esempio. Tra me e una mia amica carissima ci fu una discussione molto accesa riguardo, appunto, la lunghezza di cose come cartoni animati e telefilm. Le consigliai il recupero delle serie anni '90 dell'Uomo Ragno e degli X-Men; ma appena sentì che erano rispettivamente di 65 e 75 episodi, ritrattò. Così, sapendo che aveva letto Il Conte di Montecristo (ricordiamo che è uno mattone di oltre 900 pagine) le dissi che sarebbe successa la stessa cosa: una volta che ti prende, poco importa quanti episodi sono, poi vai spedita. Ma niente, non voleva saperne ragione. Non le andava di affrontare visioni "troppo lunghe". Però, misteriosamente, per le letture non c'era alcun problema. Dopo un po' la verità venne a galla: preferiva sbattersi con e per i libri, che con tutto il resto.
EliminaQuindi, si. Ricapitolando, a volte è anche perché la gente non c'ha un cazzo di voglia.