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giovedì 23 febbraio 2017

Alan Moore VS Chris Claremont: La Silenziosa Faida (ASCW Classic #37)

Alan Moore è conosciuto principalmente per due motivi. Il primo, è per il suo indiscusso talento nell’arte dello storytelling, talento messo concretamente in pratica negli anni nel mondo dei fumetti, dando modo (con il suo brillante e indiscusso genio) di rivoluzionare più e più volte la faccia del comicdom; gli esempi si sprecano, ma basta citare Watchmen per far capire cosa s’intende per “rivoluzione” e quanto sia stato grande il suo contributo in questo media. Il secondo, è per il suo carattere forte, indomabile, profondamente schietto e totalmente radicato in valori che non ha mai voluto tradire; per fare solo un piccolo esempio, basti pensare a tutte le volte che si è dissociato dagli adattamenti cinematografici dei suoi fumetti perché profondamente convinto che, qualcosa come un adattamento, svilisse l’opera originale: quindi, non per odio/repulsione verso quello specifico adattamento, ma per l’idea generale dell’adattamento in sé. Ma ancor di più, Alan Moore è conosciuto per la folta schiera di nemici che, proprio per il suo carattere, si è costruito negli anni, dando modo di dar vita a vere e proprie faide.

Sicuramente meno famosa e passata più in sordina, perché non plateale come quella con Grant Morrison (indubbiamente, la faida più aspra intrattenuta da Moore), è quella intrattenuta con Chris Claremont: altro talentuoso scrittore, famoso sopratutto per la sua run su Uncanny X-Men durata ben diciassette anni. Obiettivamente, non si può parlare di una vera e propria faida, poiché tra i due non ci fu confronto di nessun tipo, nemmeno verbale, ma negli anni ’80 le strade di questi due mostri sacri del fumetto s’incrociarono, dando vita ad un episodio che creo ad entrambi non pochi problemi. Addirittura, la questione influenzò pesantemente la gestione di Claremont, tanto da spingerlo a cambiare drasticamente i suoi piani per il futuro della serie. Oggi, vediamo la cosa più nel dettaglio.


Erano gli inizi degli anni ’80 e la Marvel poteva contare di un distaccamento britannico chiamato Marvel UK, linea editoriale dedicata prettamente ad autori emergenti inglesi incaricati di scrivere materiale originale su personaggi autoctoni della nazione di Sua Maestà, così da creare un pubblico localizzato e sfruttare personaggi altrimenti inutilizzati. I mensili Marvel UK all’attivo erano parecchi, ma il più famoso era The Daredevils e ospitava due run ristampate e del materiale originale; rispettivamente, questi prodotti erano: la run di Stan Lee e John Romita Sr. su Amazing Spider-Man, la run di Frank Miller su Daredevil e quel capolavoro nell’ombra che era Captain Britain dei giovanissimi Alan Moore e Alan Davis.


La definizione “capolavoro nell’ombra” non è una semplice esagerazione, ma la perfetta qualifica con cui si può (e, purtroppo, si deve) descrivere la gestione di Moore e Davis sull’eroe nazionale inglese, dato che le innovazioni portate in questa breve run furono eccezionali, ma purtroppo passate quasi inosservate a causa di poche ristampe della stessa nel corso degli anni successivi e del protagonista, decisamente poco celebre al grande pubblico (qui una pronta recensione sull'argomento). Nel Captain Britan dei due Alan non solo comincia la strada per la loro maturazione artistica – tant’è che Moore stesso seminerà concetti e tematiche che svilupperà meglio in V Per Vendetta, Watchmen e Miracleman – ma verranno introdotti anche altri elementi che caratterizzano ancora oggi il personaggio e l’Universo Marvel; sarà, infatti, in questa gestione, che verrà introdotto il concetto di Multiverso Marvel, il Corpo dei Capitan Bretagna che lo protegge e la classificazione 616 della Terra principale Marvel.

La serie si guadagnò consensi di pubblico e di critica oltremodo positivi, più l’attenzione di Chris Claremont, dato che fu proprio il padre adottivo degli X-Men a creare il personaggio nel 1976 insieme al disegnatore Herb Trimpe sulle pagine di Captain Britain Weekly #1, proprio con il compito di ringalluzzire il parco di personaggi inglesi della Marvel UK. Anche se erano ormai anni che Claremont non scriveva più le gesta dell’alter-ego di Brian Braddock, il suo occhio rimaneva vigile sulla sue creazioni. Riconoscendo l’enorme qualità delle storie scritte e disegnate dalla coppia Moore/Davis, Claremont decise di importare alcuni elementi della serie del Capitano, in quella degli X-Men, al fine di imbastire un arco narrativo che sarebbe durato all’incirca due anni e che vedeva come principali villain gli stessi che Brian Braddock affrontò sulla sua personale serie: “Mad” Jim Jaspers e The Fury; il primo era un potente mutante col potere di alterare la realtà e membro del Parlamento inglese; il secondo, un androide indistruttibile e potentissimo, creato in una realtà alternativa in cui uccise tutti i supereroi del suo mondo. Questi due villain avrebbero poi dovuto unire le forze con la Sentinella del futuro Nimrod. Arrivati a questi punto, Claremont imbastì quindi la storia e cominciò a introdurre ai lettori il suo nuovo arco narrativo su Uncanny X-Men #200 del 1985, quando il pubblico americano conosce per la prima volta Jaspers durante il processo di Magneto. Dal #201 in poi, per circa due anni, il pubblico di Uncanny X-Men avrebbe dovuto leggere questi sviluppi:



The Fury e Nimrod avrebbero dovuto fondersi e creare un nuovo, temibile e inarrestabile nemico degli X-Men, così potente, da sterminare la razza dei Morlocks e buona parte del Club Infernale, oltre che ferire mortalmente Nightcrawler nelle varie battaglie che si sarebbero conseguite. La crociata del villain Fury/Nimrod sarebbe stata fermata solo temporaneamente da Kitty Pryde, attraversandolo coi suoi poteri e incasinando i suoi circuiti tanto da costringerlo ad un arresto forzato, sacrificando però il controllo dei suoi poteri della giovane Pryde e ferendosi così tanto da non riuscire più a tornare tangibile. Così, i due X-Men infortunati, più Colosso e Longshot in veste di guardie del corpo, avrebbero lasciato il team e si sarebbero trasferiti in Inghilterra per recuperare e smaltire la convalescenza: trasferta che si sarebbe trasformata in permanenza, dato che i quattro avrebbero poi formato il supergruppo Excalibur. Intanto, pure la doppia entità Fury/Nimrod si riprende e si allea con Jaspers, organizzando un enorme piano che porta il mondo a rivoltarsi contro gli X-Men e i mutanti in generale. La situazione è così critica, che tutti i mutanti del mondo si alleano per superare il difficile momento e sconfiggere il trimurti Fury-Nimrod-Jaspers, contando tra gli alleati degli Uomini X non solo dei loro celebri villains, ma anche Forge e Roma, i quali avrebbero giocato un ruolo deciso nella sconfitta degli antagonisti: sopratutto Roma, la quale richiama il Seggio Periglioso, arma decisiva per sconfiggere Jaspers e soci. Nel culmine della battaglia, però, Jaspers usa i suoi poteri contro il team mutante, dando a Claremont una scusa narrativa per orchestrare dei cambi del gruppo; non è chiaro, però, se l’utilizzo dei poteri di Jaspers avrebbe compromesso i membri del team in una maniera analoga a quella di Nightcrawler e Kitty, oppure avrebbe ucciso parte o tutta la formazione principale dell’epoca.

Come mai, invece, non leggeranno nulla di tutto questo? A causa di alcuni problemi di diritti per cui Alan Moore diede di matto.


Negli anni ’70-’80-’90, la Marvel era solita pubblicare testate che avevano per protagonista personaggi non del loro universo, ma che erano debuttati addirittura in altri media. Tra queste serie non-Marvel, ce ne erano ben due riguardanti Doctor Who, una pubblicata dalla Marvel UK intitolata Doctor Who Magazine e l’altra dalla Marvel americana semplicemente intitolata Doctor Who, che conteneva più che altro ristampe a colori della controparte britannica. Intorno al rilascio di Uncanny X-Men #200, la Marvel USA (chiamiamola così) ristampò sul numero #14 alcune storie scritte da Alan Moore e disegnate da David Lloyd (coppia che rivederemo in V Per Vendetta) per la serie britannica del Dottore. Tutto questo, senza chiedergli il permesso e senza pagargli i diritti di utilizzo. A questo punto, la situazione si fa intricata, poiché il Bardo di Northampton indaga su quali altre opere la Marvel stesse utilizzando del suo materiale e scopre il piano di Chris Claremont in cui era intenzionato ad usare dei suoi personaggi, che sua volta, Moore stava utilizzando nella sua gestione. Inutile dire che lo scrittore britannico era sul piede di guerra, dato che non solo trovò maleducato non aver ricevuto nessuna formale richiesta di permesso per l’utilizzo, ma non ricevette nemmeno uno straccio di pagamento per lo sdoganamento delle storie e per i diritti di ristampa e utilizzo dei personaggi di Jaspers e The Fury. E qui, le cose si fanno complicate, poiché entrambe le parti avevano ragione.

Da una parte, Moore aveva tutto il diritto di impugnare il diritto d’autore e fare le pretese che avanzava, cioè il pagamento dei diritti di utilizzo dei due personaggi e delle storie di Doctor Who. Ma dall’altra, anche la Marvel USA era autorizzata a comportarsi come si era comportata e usare i contenuti che riteneva più opportuno usare e dare il permesso agli autori che ne facevano richiesta, dato che i rapporti che c’erano all’epoca tra Marvel USA e Marvel UK, erano gli stessi che ci sono oggi tra la Walt Disney Company, Marvel e la Lucasfilm. Marvel e Lucasfilm possono fare letteralmente quello che vogliono e hanno libertà artistico/creativa pressoché infinita, ma chi tiene il coltello dalla parte del manico, è comunque la Disney e se decide che certe cose devono essere fatte, quelle si fanno. E’ come essere al guinzaglio: per quanto sia lungo, è comunque un guinzaglio. Così, onde evitare di impegolarsi in beghe legali da antologia, la Marvel USA decise di abbandonare ogni trama che vedevano coinvolti personaggi creati da Moore. Di conseguenza, questo costrinse Claremont – che non era assolutamente al corrente di questi dettagli legali e che decise di utilizzare i personaggi per omaggiare la run di Moore, e non di oltraggiarla – ad apportare delle modifiche ai suoi piani, cambiando drasticamente lo svolgersi degli eventi.

Il posto di Nimrod/Fury e Jaspers, venne preso da Sinistro, i Marauders e L’Avversario. Nel crossover Massacro Mutante, Sinistro venne rappresentato come il mandate del gruppo Marauders, team di mutanti killer incaricati di sterminare la razza dei Morlocks, sostituendo quindi la strage compiuta per mano di Nimrod/Fury. Mentre nel crossover La Caduta dei Mutanti, al posto dell’epica battaglia contro il trimurti Nimrod-Fury-Jaspers, ci fu lo scontro con L’Avversario. Nonostante il veloce cambio di piani, i rapporti tra Alan Moore e la Marvel si deteriorarono col tempo e lo scrittore lasciò la Casa delle Idee dopo aver concluso la sua gestione su Captain Britain, lasciando all’altrettanto talentuoso Jamie Delano il compito di continuarne le storie, sempre affiancato da Alan Davis. Fortunatamente, Moore e la Marvel trovarono un accorto intorno alla prima metà degli anni ’90, il quale acconsentiva alla casa editrice la ristampa delle storie di Captain Britain, le quali vennero pubblicate nel 1995 sulla serie antologica dedicata alle ristampe X-Men Archives.


Effettuate queste ristampe, alla Marvel Comics fu finalmente permesso di utilizzare i personaggi del Bardo di Northampton, senza eventuali ripercosse legali; la prova ultima arrivò nel 2004, quando, in un breve ritorno di Chris Claremont sugli X-Men – accolto con cospicua freddezza – su Uncanny X-Men #447 gli Uomini X affrontano proprio The Fury.


Interessante notare che, per un cambio del genere, quello che ne risentì veramente non fu la storia in sé, che raggiunse comunque il percorso predestinato, ma il formato: cambio che generò l’abitudine odierna della Marvel a sfornare crossover su crossover ed espandere la storia su più testate, rendendola comprensibile al lettore solo grazie alla lettura di tutte le serie coinvolte. Se Massacro Mutante è l’eccezione che conferma la regola, da La Caduta dei Mutanti e Inferno, la Marvel ripeté questa formula praticamente con scadenza annuale: sopratutto dal 2004/2005, partendo con Guerra Segreta e continuando con i vari House Of M, Civil War, World War Hulk, Secret Invasion ecc ecc.

Incredibile come un piccolo screzio, abbia generato una abitudine tanto amata, odiata e discussa della Casa delle Idee.

- Symo

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