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venerdì 20 gennaio 2017

Inumani VS X-Men: Da dove nasce la rivalità? (Baloon Central #95)

E' da un po' che la cosa va avanti, così tanto avanti, che ormai la pressione è diventata così tanta da esser sfociata in uno scontro. Uno dei prossimi eventi Marvel, sarà Inhumans VS X-Men, crossover che metterà a confronto i micro-cosmi degli inumani e dei mutanti, vedendo alla fine chi la spunterà. Eppure c'è un quesito a cui nessuno, ancora oggi, è riuscito a trovare una risposta. Perché gli Inumani e gli X-Men si stanno così tanto sui coglioni? Oggi ve lo spieghiamolo.


Partiamo da una teoria personalmente maturata, che però col tempo si è dimostrata vera. Ogni universo narrativo ha le sue fondamenta e, in quello delle due major di fumetti supereroistici (Marvel e DC) ci sono dei personaggi e dei concetti che ci devono essere, altrimenti tutta la premessa dell'universo narrativo crolla su sé stessa. Prendendo la DC Comics, i capi saldi del suo universo sono tre personaggi: Superman, Batman e Wonder Woman, chiamanti non per niente La Trinità. Senza di loro, non c'è Universo DC. Questa cosa è talmente risaputa (e rinomata) che quasi ogni gruppo cerca di riproporre una variazione sul tema della trinità. Nella seconda serie di Red Hood And The Outlaws, il team protagonista vede una squadra formata da soli tre membri: Red Hood, Bizzarro e Artemis. E guarda caso, sono proprio tre personaggi che offrono una versione dark della Trinità precedentemente descritta (infatti il nome della saga che li unisce si chiama proprio Dark Trinity). Anche la Marvel ha una sua trinità, ma non è fatta di personaggi singoli. 

A mio parere, la trinità Marvel sta nei gruppi. E infatti, personalmente, credo che la Trinità Marvel per eccellenza sia formata dai team quali: Fantastici Quattro, Vendicatori e X-Men (rigorosamente in questo ordine). Con gli anni poi, e con il passare delle mode, c'è sempre stato poi un quarto gruppo che andava a chiudere il cerchio, creando così una versione fumettistica dei Big Four del thrash metal. Negli anni '70 erano i Difensori, negli anni '90 i Thunderbolts, ora sono i Guardiani Della Galassia. Ma il concetto di base rimane questo. La Trinità Marvel per eccellenza è formata da Fantastici Quattro, Vendicatori e X-Men. Senza di loro, non c'è Universo Marvel. Ed è proprio da qui che iniziano i problemi. 


Stan Lee ha sempre dichiarato che il suo intento era quello di fare film, ma non avendone la capacità, cercava la scorciatoia passando per i fumetti. Il suo intendo, quindi, era sempre stato quello di arrivare ad una situazione odierna coi Marvel Studios: fare fumetti, così da avere una matrice da rielaborare al cinema. Lo so, triste verità, ma se non ci credete vi consiglio la lettura del libro Marvel Comics: The Untold Story, dove viene raccontata la storia della Casa Delle Idee concentrandosi sulla vita degli autori e del contribuito artistico/burocratico che hanno dato alla casa editrice. Molte verità scomode vengono sollevate, poiché particolare attenzione viene data alla vita degli autori coinvolti fuori dalla narrativa e più dentro la loro vita personale e professionale. 

In ogni caso, Stan Lee aveva come sogno quello di fare dei film tratti dai suoi fumetti. Quindi poco importava quale studio cinematografico si pigliasse i diritti dei suoi personaggi, l'importante era fare film. Questo desiderio però, quando l'Universo Marvel andò consolidandosi di decade in decade, fece dimenticare quali erano le priorità narrative dell'universo in questione. Perché se si voleva andare lontano e da qualche parte, serviva un certo numero di personaggi e oltre che determinati personaggi, poiché l'universo narrativo Marvel doveva sorreggersi su quelle fondamenta. Quindi era importante introdurre nelle giusta maniera i personaggi che avrebbero poi formato i Fantastici Quattro, i Vendicatori e gli X-Men, perché motore della Marvel.

Quindi succede che la Marvel vende diritti a destra e manca, spacciando l'Uomo Ragno alla Columbia, Hulk alla Universal e così via, perché l'importante è spillare pellicole a più non possono. 'Sti personaggi devono uscire dalle pagine. E infatti succede con un discreto successo, ma il problema si pone quando, vedendo che questi film interessavano al pubblico (anche perché arrivati strategicamente in un momento di pochezza cinematografica) la Casa Delle Idee tenta il colpaccio. Sapendo che i contesti narrativi del genere sono belli perché fortemente corali e popolati da numerosi personaggi, ci pensa e decide di creare una serie di produzioni cinematografiche/televisive tutte ambientate nello stesso universo. Insomma, cerca di dare vita a quello che oggi sono i Marvel Studios, cosa che oggi è riuscita a fare, ma non senza magagne cosmiche da affrontare. 


Partendo dal basso e con il primo Iron Man, vedendo che la strada poteva funzionare, Kevin Feige guida i Marvel Studios verso la gloria di oggi, reclamando così tutti gli altri diritti dalle altre case cinematografiche. Il problema e che non tutti ci stanno. I supereroi e i fumetti oggi sono una certezza, oltre che una macchina di soldi ben oliata, quindi non sarebbe economicamente intelligente cedere i diritti ad un altra compagnia solo per tenere fede alla coerenza narrativa: ovvero quella di avere certi personaggi tutti assieme per permette all'universo narrativo in questione di poter reggersi meglio su se stesso e crescere in maniera genuina. E questo è proprio il caso della Fox. 

A lei andarono aggiudicati i diritti degli X-Men, dove prontamente venne prodotto un film del 2000 diretto da Bryan Singer con Hugh Jackman nei panni di Wolverine e tutta la simpatica cricca oggi enormemente conosciuta. La pellicola fu un successone, tant'è che la Fox si adoperò a creare una franchise, sfruttandone il trend fino all'inverosimile e arrivando ad oggi a produrre il film solista di Deadpool e a mettere in cantiere altri spin-off, come quello su Gambit o sui Nuovi Mutanti. Tutto questo ovviamente non sarebbe successo se il primo X-Men fosse stato un fiasco. Benché eticamente non viene umanamente percepito come "giusto" quello di trattenere certi personaggi solo per fare soldi, dall'altra parte bisogna mettersi nei panni della Fox. E' una azienda e le aziende fanno i soldi coi prodotti che vedono, e la Fox ottiene un utile facendo film: e i film sugli X-Men vanno alla grande. Quindi perché rinunciare ad una fatturazione certa in nome dell'etica? E' questa la domanda che si è fatta la Fox. Ora, sia chiaro che io non voglio dire che la Fox ha fatto e fa tutt'ora bene, io sono uno di quelli che vorrebbe vedere la Trinità Marvel riunita in un unico universo, però vanno anche capite le sue intenzioni. Ergo, per tenersi i guadagni, la Fox ha fatto in modo di garantirsi l'utilizzo di certi personaggi circoscritti ad un determinato filone d'appartenenza. Gli X-Men, per esempio, essendo dei mutanti, la Fox ha fatto in modo di acquistare i diritti sulla parola "mutante", accaparrandosi quindi tutti i personaggi che rientrano in questa descrizione o che sono legati in qualche modo a questa descrizione. Deadpool è un esempio lampante: pur non essendo un mutante, è considerato una sorta di rivale di Wolverine e da sempre gravita attorno alle storie degli Uomini X, quindi è della Fox. O per fare un esempio più ricercato, vediamo il caso di Capitan Bretagna. Il personaggio è il fratello di Psylocke, e pur non essendo un mutante, è della Fox perché legato a lei tramite parentela diretta. 

Quando però tutti gli altri ti fottono i personaggi che ti servono per creare l'universo che vorresti, cosa ti ritrovi a fare? A cercare sostituti


Per quanto sia eccitato per l'arrivo di Marvel's The Defenders, in loro non vedo che il tentativo dei Marvel Studios di soppiantare in qualche modo i Fantastici Quattro, cercando quindi di andare a completare la propria trinità. E questo è secondo tentativo, perché il primo è rappresentato dall'introduzione degli Inumani. Alla Marvel servono gruppi come i Fantastici Quattro, Vendicatori e X-Men, perché rispecchiano i tre aspetti dell'eroismo che ha sempre valorizzato: la famiglia (Fantastici Quattro), il senso indomito di giustizia (Vendicatori) e il concetto della diversità (X-Men). Difensori e Inumani erano coloro che potevano meglio porsi come sostituti, perché in qualche maniera potevano rappresentare le stesse tematiche. Ma poi arriva un'altra magagna. Se qualcosa succede nei film/telefilm e ha successo, quasi immediatamente viene riproposta anche nei fumetti, perché le persone devono trovarsi quello che piace al di fuori dei fumetti anche nei fumetti. Qualche esempio?


La serie a fumetti dei Difensori con la stessa formazione del telefilm, in arrivo a Giugno 2017. Quando è così, si arriva a formarsi un conflitto d'interessi mica da ridere. Perché se da una parte devi valorizzare quello che succede sul piccolo e grande schermo - magari dando anche la possibilità a personaggi che non hanno mai avuto occasioni di spiccare le proprie luci della ribalta - dall'altra ti ritrovi anche a dover rispettare certi ruoli che è importante mantenere e non cambiare. E qui si arriva alla questione Inumani/X-Men. 

Nei film e telefilm saranno sicuramente gli inumani la razza malvista ed emarginata, ma nei fumetti sono i mutanti gli odiati diversi per eccellenza. La Marvel non ha saputo gestire granché bene questo status quo molto speculare ma affidato a due franchise diversi, cosa che ha creato quella che è una lotta generazionale. Benché entrambi i gruppi abbiano oltre cinquant'anni di storie sul groppone, gli Inumani hanno avuto senza ombra di dubbio meno occasioni degli X-Men per poter spiccare, poiché gli Uomini X hanno avuto scrittori migliori. Ergo gli Inumani si presentano un po' come delle giovani rockstar con tutto da guadagnare e niente da perdere; gli X-Men invece sembrano i vecchietti che arrancano, gelosi di un proprio "titolo nobiliare" che non vogliono assolutamente perdere. Per dirlo in termini semplici, gli Inumani sono Rocky Balboa e gli X-Men sono Apollo Creed. Ed è qui che gallina vecchia fa buon brodo, poiché a livello di marketing la Marvel è sempre stata sul pezzo molto più della DC. Vedendo come stanno le cose, prende questa battaglia per la sopravvivenza nata comunque da problemi di diritti e dalla necessità di trovare dei sostituti, e trasforma il tutto in una lotta tra specie, sfruttando questa silenziosa rivalità in un rilancio editoriale per i due franchise. La storia dunque è questa.


Dopo la distruzione del loro vecchio rifugio e la dispersione delle Nebbie Terrigene (sostanza che da i potere agli Inumani), gli Inumani sono usciti allo scoperto, dichiarando la proprio presenza al mondo e cercando di essere utili per la comunità, collaborando attivamente con le autorità e gli altri organi supereroistici. Non tutti vedono la cosa di buon grado. Sulle pagine di Extraordinary X-Men #1 si accenna alla possibile estinzione degli X-Men causata dalle Nebbie Terrigene, nel nuovo arco narrativo ambientato dopo il crossover Secret Wars. Se da una parte le Nebbie stanno aumentando la popolazione degli Inumani, al contempo si rivelano tossiche per i mutanti, provocandone la loro morte e sterilizzazione. Insomma, una vera e proprio bomba etnica involontariamente mirata alla pulizia dei mutanti. Tutto sarebbe stato enormemente pacifico, dato che Bestia degli X-Men sta lavorando con gli Inumani per una cura, ma qualcosa vuole terribilmente che niente vada per il verso giusto. Ciclope viene infatti ucciso da queste Nebbie e Medusa prende la palla al balzo cercando di incentivare il potere nocivo della sostanza, facendosi prendere dalle mire espansionistiche che manco Daenerys in Game Of Thrones. E quindi che succede quando lo storico leader di una comunità muore e la nuova leader di una specie in espansione ha fame di gloria? Succede una versione con poteri delle Coriciate, senza però tutte le manfrine su Dio di mezzo. 

- Symo

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