Continuiamo con la nostra sfilza di dischi che sto guardando in questi giorni? Ovvio che si! Ehi...un momento! Ma è tutta qui la tua introduzione? Deh, inventatevela voi una nuova introduzione ogni giorno! Vai con la recensione di BLACK WIDOW dei IN THIS MOMENT.
Il Disco:
C'era grande timore verso questo nuovo disco: c'era, in sostanza, la paura che uscisse un pulcioso ed ignobile seguito di Blood. Cosa che si è verificata, anche se (fortunatamente) solo in parte. Leggendo alcune interviste sparse per l'etere informatico rilasciate dalla Maria Brink, la gnocchevolissima cantante dichiarò di essere stata presa letteralmente in contropiede durante la lavorazione di questo quinto album degli In This Moment, trovandosi vittima di un blocco artistico che l'ha presa alle ginocchia peggio di un tackle in scivolata disonestissimo. Dunque, che fare? Il tempo stringeva e le idee erano poche, si necessitava alla svelta di qualche trovata carina per non giocarsi subito la carta del Greatest Hits (che sfoderarla dopo soli quattro dischi, faceva un pò brutto); così, alla Maria, viene l'unica buona idea sfuggita alle grinfie del blocco artistico: fare un disco riassuntone. Ma in che senso "riassuntone"? Nel senso che, pur continuando quella strada lastricata di vetri rotti e altre cose pericolose e nocive per la salute, la Brink ci mette anche qualcosa dei precedenti lavori; detto in parole povere: pur continuando l'improvviso e brusco cambio di genere avvenuto con Blood, vista la mancanza di idee concrete, le poche che c'erano per un disco somigliate al precedente vengono mescolate alle sonorità che hanno regnato sugli In This Moment fino al 2011. Il risultato è, in parte, quello che si temeva...ma! Grazie all'inserimento di elementi provenienti dai dischi dei Natali passati, si rende più dolce l'amaro perettone...fin dove è possibile, sia chiaro. Il travasamento di generi opposti ha trasformato Black Widow in un disco variegato e non in tutte le tracce di cose belle...ma, anzi, di cose che fanno un pò a pugni l'una con l'altra; a volte vi sembrerà di sentire pezzi che avrebbero potuto tranquillamente scrivere i Korn o Marilyn Manson...altre volte, invece, brani fin troppo somiglianti a gentaglia come Niki Minaj o Britney Spears, la quale citazione delle due è un reato punibile con la trasformazione del colpevole in una vittima sacrificale di uno Xenomorfo. Il tutto è confezionato con un fiocco che punta alla teatralità per via delle tonalità melodrammatiche dei testi e una certa ricercatezza dei dettagli, che trasformano certi brani in "film da ascoltare"; ottima l'idea, ma se si perdesse meno tempo in queste minchiate e ci si concentrasse di più su una solida sostanza, sarebbe meglio.
Tracce:
Qui riassunte in un unica playlist per comodità
Conclusioni:
Ok sperimentare, ok cambiare genere, ma se si passa da una presa di coscienza e una confidenza con un certo genere, ad un ibrido minestrone di generi che si mettono l'un l'altro le dita negli occhi, forse è il caso di fermarsi e farsi qualche domanda. Black Widow è il secondo capitolo della via intrapresa con Blood, un capitolo di sicuro più ascoltabile del precedente ma che comunque regala all'ascoltatore diverse tracce con cui avvelenare le sue orecchie con dell'amarezza.
- Symo
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