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venerdì 18 novembre 2016

Uomo Ragno: Nessuno Morirà Più (Baloon Central #88)

Dan Slott. Un nome che, nei cuori e nelle menti dei lettori del Ragno, suscita diverse sensazioni. Nonostante ciò, i suoi numeri il caro Slott li ha fatti e ci hanno scaldato il cuore. Anche se forse è prematuro parlare della sua storia migliore, visto che la sua gestione sul Ragno non si è ancora conclusa, Nessuno Morirà Più (così come venne tradotta in Italiano al suo arrivo in patria tricolore sul numero #569 del mensile Italiano di Spidey) s'impone agilmente come la storia migliore dell'operato di Slott...e forse di tutto il suo operato come scrittore, perché ha il magistrale pregio di presentarci un Uomo Ragno semplicemente perfetto.


Dati Generali:
Testi: Dan Slott
Disegni: Marcos Martin
Anno di Pubblicazione: 2011
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: The Amazing Spider-Man #655-#656
Prezzo: ND

Il mio Parere:
Non One Dies è la diretta conseguenza della precedente storia intitolata Revenge Of The Spider-Slayers, un aftermatch in qui i protagonisti coinvolti nella storia cercano di metabolizzare il tragico finale de La Vendetta Degli Ammazzaragni, trama che ha visto il ritorno di Alystair Smithe accoppiato ad un potenziatissimo Scorpione nella missione di sempre: uccidere l'Uomo Ragno. Come sempre, Spidey riesce a calciaculeggiare in maniera gloriosa sia Smithe che Mac Gargan...ma, a differenza delle altre volte, questa vittoria ha un prezzo piuttosto alto: la perdita del Senso Di Ragno dell'eroe (poi tornatogli in Spider-Island) e la morte di Marla Jameson, moglie dello scorbutico e sempre iracondo JJJ. Il non riuscire ad impedire la morte della consorte di J. Jonah Jameson creerà in Peter Parker uno sconforto e una tristezza senza pari, che poche volte avrà provato nella sua vita. L'arrivo, però, di un nuovo criminale costringerà il Nostro a tornare in azione in men che non si dica, fisicamente provato, privo di un potere sui cui si accorgerà di aver fatto fin troppo affidamento finora ed emotivamente affranto, nonché inseguito da incubi sulle persone che non è riuscito a salvare e per cui se ne fa una colpa.


Nonostante tutto (leggasi anche "nonostante Superior Spider-Man"), Dan Slott mi piace. Questo povero ragazzone ha avuto l'infelice compito di rendere nuovamente popolare l'Uomo Ragno dopo l'abominevole gesto maligno compiuto dall'Aiutante Del Signore Oscuro, gesto che ha sputtanato definitivamente la Ragno-Continuità. Nella sua gestione abbiamo assistito a storie estremamente godibili ma mai eccezionali, dove si è cercato di trovare più che altro un compromesso: mescolare l'Uomo Ragno di Stan Lee, John Romita Sr. e Steve Ditko con alcune delle versioni aggiornate/recenti/amate del personaggio degli ultimi anni (tipo quella di Roger Stern, David Micheline, J.M. DeMatteis o J. Michael Straczynski). E' stato un processo lungo e che ha richiesto indubbiamente tempo e pazienza, ma piano piano, Slott ce l'ha quasi fatta. Quasi perché, ripeto, la sua gestione non è ancora finita, ma con questa storia ha sicuramente messo d'accordo tutti sul fatto che era l'uomo giusto per questa missione.

Affiancato dal talentuoso Marcos Martin (il quale nel suo tratto omaggia egregiamente Steve Ditko) e grazie alla scena madre qui sopra e in cui Peter Parker sogna di confrontarsi con tutte le persona per cui si sente in colpa, Dan Slott ravana nel passato del Ragno, riportando alla memoria personaggi che persino i loro creatori avevano dimenticato (dimostrando, quindi, una conoscenza del mythos Ragnesco mostruosa) e creare un onirico confronto/scontro con il suo storico senso di colpa nonché coscienza e subconscio. Benché Peter non si sia mai dimenticato degli eventi che hanno portato alla morte di tutte le persone per cui si sente responsabile (e abbia fatto di tutto per onorarne la vita e rendere invana la dipartita) il fatto che queste gli parlino come se niente fosse non è solo un momento epico, ma è anche un concreto faccia a faccia con la dura realtà dei fatti, oltre che un trampolino di lancio per una tematica molto più seria e da non prendere sotto gamba. Quante volte abbiamo affrontato i nostri fallimenti? Quante volte ci troviamo davanti a ricordi che ci hanno distrutto? Quante volte guardiamo nell'abisso e vediamo la parte peggiore di noi? Quante volte abbiamo avuto il coraggio di prendere le nostre sofferenze per le corna, e dir loro che la loro presenza nei nostri cuori e cervelli, non è un cancro che ci destabilizza, ma un caldo fuoco che ci da forza? Quante volte abbiamo preferito l'auto-commiserazione a qualsiasi altra cosa che ci facesse capire quanto siamo stati forti?

Dan Slott punta il dito su queste cose, sottolineando che tutti commettiamo errori, anche grossolani e difficilmente perdonabili, ma non per questo bisogna sentirsi autorizzati a dimenticarli, rinnegarli e privarli di quello scossone che ci fa reagire in una maniera che non possiamo immaginare; o peggio ancora: di permettergli di distruggersi. No One Dies ci insegna ad essere forti, anche quando non si riuscirà sempre ad esserlo. Anche quando bisognerà fare come il nostro eroe e fare promesse pressoché impossibile da mantenere:


Quando ci sarà lui, nessuno morirà più.


Anche se si tratta di assassini psicotici, nessuna eccezione: nessuno morirà più, punto. Forse è una bugia, forse è una menzogna...ma se ci credi abbastanza, forse diventa pure verità. Ma nel frattempo, ti fa andare avanti e ti da qualcosa per cui vivere.

In parole povere, Dan Slott scrive la sua riuscitissima versione di If This Be My Destiny...! Sopratutto la sequenza che consacrerà l'Uomo Ragno.



Conclusioni:
Ecco perché Dan Slott scrive un Uomo Ragno perfetto: perché è secondo la tradizione Ditko, senza risultare fuori dal suo elemento e troppo Silver Age. Una storia che ti prende, ti solleva di peso e ti lancia contro il muro. Una storia che ti sconvolge davvero come se tu fossi davvero il protagonista, dandoti una forza interiore che non sapevi di avere.

- Symo

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