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lunedì 21 novembre 2016

Civil War (la recensione)

Come detto settimana scorsa, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin IIII Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta, si continua con CIVIL WAR



Dati Generali:
Testi: Charles Soule
Disegni: Leinil Francis Yu 
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Civil War (Vol. 2) #1-5
Prezzo: 2,90 € (cad.)

Trama:
E se la Guerra Civile dei Supereroi non si fosse conclusa con la battaglia alla Prigione 42? Se quell'evento, al contrario, si fosse presentato come l'inizio di una seconda fase più cruenta e drastica? E' da questo presupposto che si sviluppa una dei domini più bellici di Battleworld. In un mondo dove Civil War non s'è mai conclusa e l'Iniziativa dei 50 Stati non ha mai visto la luce, il conflitto tra Capitan America e Iron Man continua ancora oggi e ha letteralmente diviso in due l'America: la costa est è sotto il dominio di Tony Stark ed è conosciuta come The Iron; la costa est è sotto il dominio di Steve Rogers ed è conosciuta come The Blue. Amici che diventano nemici, famiglie divise e ideologiche così diversa da fare da confine, la lotta tra la Sentinella della Libertà e il Vendicatore Corazzato continua. Ma sia 

Il mio Parere:
Partiamo subito in quinta e diciamo questo. Senza ombra di dubbio, Civil War è una delle migliori miniserie/tie-in legati a Secret Wars 2015 per il modo in cui riesce ad essere incredibilmente coinvolgente e in grado di dividere il pubblico. Charles Soule si dimostra un ottimo conoscitore dei personaggi della Marvel e riesce a riproporre gran parte di loro in una nuova veste, senza però tradire il loro animo, trasformando personaggi noti quasi in personaggi del tutto inediti e tutti da scoprire: la guerra gli ha indubbiamente cambiati ed era giusto far vedere quanto. In più, per ogni personaggio (o almeno, per i principali) riesce a ritagliare per loro un momento in cui descrive le sensazioni e le motivazioni che hanno loro spinto a scegliere la parte in cui si sono schierati: e qui, arriva il trucco più riuscito di Soule.


Se nella originale Civil War di Mark Millar e Steve McNiven il team artistico aveva lasciato (volutamente o meno) uno spiraglio aperto per chiunque volesse scegliere la neutralità, qui non è possibile. L'ideologia del Team Blue e del Team Iron non lasciano spazio a compromessi e, a seconda dei valori del lettore, egli non può che scegliere una parte e schierarsi. Mettetevi in testa che è semplicemente impossibile rimanere neutrali perché Soule sa come arrivare al cuore del lettore e fomentarlo così tanto da rendersi partecipatore attivo della guerra, tanto da schierarsi immediatamente; potete rimanere neutrali al massimo fino alla fine del primo numero, ma già dal secondo sceglierete se seguire Cap o Stark: è matematico, non si sfugge. Con questo trucco, si diceva, il lettore diventa spettatore attivo del conflitto, poi reso un continuo escalation di pathos e susseguirsi frenetico di eventi all'insegna del controspionaggio, guerriglia e battaglie senza esclusione di colpi, fino alla raggiunta di un climax assolutamente esplosivo. Purtroppo la mini ha, come molte cose, dei difetti (seppur minimi).


Col procedere della narrazione, Charles Soule scopre il fianco e dimostra di essere fin troppo bilanciato su Iron Man. O almeno, all'inizio tiene un profilo superpartes, limitandosi a esporre il manifesto ideologico del Team Blue e del Team Iron, lasciando che sia il lettore a schierarsi. Ma poi si vede che preferisce sviluppare il capo del Team Iron, piuttosto che Capitan America: capo del Team Blue. Con questo non voglio dire che fa di tutto per dare ragione a Stark, ma con l'avanzamento della storia si vede che l'ago della bilancia (da prima perfettamente in linea) tende a dare più spazio ad Iron Man, finendo per delineare una situazione abbastanza privilegiata per il Vendicatore Corazzato: dove, al contrario, Cap fa un poco la figura del redneck bigotto. Altro difetto è Leinil Francis Yu, disegnatore che decisamente non sopporto e che tende spesso a fare il prezioso e il ricercato (non riuscendoci). Qui disegna meno peggio delle altre volte, riuscendo delle volte a rendersi quasi sopportabile, ma comunque inguardabile.

Conclusioni:
Qualcuno potrebbe anche recriminare il finale della miniserie, che visto il contesto che si era imbastito, può effettivamente deludere. Ma se ci pensare bene, obiettivamente è la soluzione più logica per risolvere certi misteri disseminati dallo sceneggiatore stesso all'interno della storia; personalmente potrà non piacere, ma obiettivamente bisogna riconoscerne la brillante scelta. In ogni caso, Civil War rimane una delle migliori storie legate a Secret Wars 2015. Coinvolgente e appassionante, la divorerete.

- Symo

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