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martedì 18 ottobre 2016

Stray Cats - Stray Cats: la recensione (Pick A Card-Cer #86)

Dopo una marea di recensioni di film, ci fermiamo un attimo a tirare il fiato e cambiamo argomento. Da adesso fin quando ne avremo voglia, si parlerà di musica e di dischi. Oggi, si parla del primo album omonimo degli Stray Cats.

La Band:
Prima di parlare un pò di questo Signor Album (scritto in maiuscolo, perchè ci vuole rispetto) parliamo un pò della band. Gli Stray Cats sono una band rockabilly americana che ha fatto molto successo in Inghilterra, nella piena ondata del punk post-Sex Pistols, per poi espandere i propri orizzonti in America e nel mondo. La loro strumentalità erano molto semplice, prevedeva: una chitarra, una voce, un contrabbasso e una semibatteria; il loro stile era inoltre contrassegnato da una sorta di contrasto di generi: nonostante si vestissero come dei musicisti punk, la loro musica era quella del pieno revival del rockabilly anni '50, unito ad un pò di swing, blues e jazz, se poi contiamo l'esplosività dei concerti e la loro estrema dinamicità, allora fu subito il boom che tutti cercavano. Contando l'album omonimo di cui parleremo oggi e la raccolta Live, la band d'esordio del grandissimo (e divinizzato da colui che vi scrive) Brian Setzer, pubblicò 10 album, anche se i seguenti non videro lo stesso riscontro da parte di pubblico e critica che fece il loro primo e unico grande successo...complice anche il fatto dei continui scioglimenti e reunion della band. L'unico di tutta la formazione che fece strada al di fuori degli Stray Cats, fu il cantante e chitarrista Brian Setzer, il quale diede vita ad un progetto solita (sempre con lo stesso genere degli Stray Cats) e alla Brian Setzer Orchestra, una big band swing (che alcune occasioni, riprese certi brani della vecchia band). 

Il Disco:
Potremmo parlarne per giorni di quest'album che definisco leggendario, un pò per amore verso Brian Setzer, un pò perchè è da tipo l'anno scorso che ho riscoperto la mia affinità con questo genere...ma vediamo di scrivere poche righe ma fatte bene sul disco. "Stray Cats" è un album a tratti swing, ma soprattutto molto rock'n'roll e decisamente rockabilly in fusione col bluegrass, rock'n'roll, blues, qualcosa di jazz, rintonato in chiave punk più affine ai Ramones, lontano all'opposizione Sex Pistols, indifferente ai Clash. I tre gatti randagi si presentano nella sempre uggiosa Inghilterra pettinati alla Elvis, ma con i pantaloni attillati stretti e il chiodo alla Vicious e in piena era punk, loro ne rubarono solo alcune icone, il resto: il pensiero, le tematiche, i sogni, le speranze, tutto guardava alle auto a coda di rondine e alla Seventh Avenue, poco spazio alla politica e gran voglia di alcol, scopate e spensieratezza. Elvis, Bill Haley, Eddie Cocharn, Gene Vincent e chi più ne ha più ne metta sono i loro maestri, presi, accartocciato e ripresentati in questo revival sporco e intrigante.

Tracce:
Qui riassunte in un unico video per comodità


Conclusioni:
Se vi piace il genere, deve essere vostro. Se non vi piace, ascoltatelo comunque per cambiare idea.

- Symo

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