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martedì 6 settembre 2016

L.A. Confidential - la recensione (Pick A Card-Cer #80)

Continuiamo con la nostra sfilza di film che sto guardando in questi giorni? Ovvio che si! Ehi...un momento! Ma è tutta qui la tua introduzione? Deh, inventatevela voi una nuova introduzione ogni giorno! Vai con la recensione di L.A. CONFIDENTIAL.



Trama:
Los Angeles, 1952. In una delle capitali della California del dopo guerra, la così detta "città degli angeli" si mostra agli americani ricca di opportunità per ogni genere di lavoro e sicura per la nascita di una famiglia...quando invece, sotto la facciata più finta di Hollywood, regnano corruzione, scandali, inganni, ambizioni pericolose e loschi traffici di droga, in quella che dovrebbe essere chiamata "il ghetto dei diavoli". In questo scenario, si muovono tre poliziotti, tutti e tre diversi tra loro e con tre diversi metodi di indagare o di portare a termine un caso...ma ognuno di loro ha qualcosa che li accomuna: fare giustizia e far rispettare la legge. Sarà questa piccola ma comune sottigliezza che farà scontrare i loro mondi e li catapulterà in una serie di indagini più grandi di loro.

Il mio Parere:
Tratto dal romanzo di James Ellroy, il lungometraggio ha ricevuto il plauso della critica e del pubblico, mostrandosi non solo come un film accattivante, originale, dal ritmo incalzate e dalle atmosfere frenetiche, mozzafiato e brillantemente noir ma anche una ricostruzione fedele degli anni '50 e ancor più fedele dell'opera da cui è tratta, dando quasi l'impressione che le scene della pellicola siano direttamente uscite dalla testa di Ellroy stesso. Una regia e una sceneggiatura intelligente (che ha ben analizzato dove poter effettuare eventuali cambiamenti dell'opera originale) e un vero e proprio cast d'eccezione che comprende: Kim Basinger, Kevin Spacey, Russell Crowe, Guy Pearce e Danny DeVito, hanno permesso al film di vantare di recitazioni convincenti che non hanno fatto altro che giovare la buona fama che gironzola attorno al lungometraggio. Come ogni buon noir che si rispetti (oltre alla figura della femme-fatale, del poliziotto rude ma giusto e dell'infame) non manca una certa critica sociale che sta volta punta il dito accusatorio sullo stesso punto di origine dei tre protagonisti: la polizia, accusata di essere inefficiente, corrotta e un male addirittura peggiore della mafia. Questo pensiero non è una visione pessimistica delle forze dell'ordine, quanto un veritiero specchio di quello che succedeva davvero in quegli anni; inoltre, non mancano di certo le citazioni a fatti di cronaca nera realmente accaduti e presi dallo scrittore del romanzo da cui è tratto questo film, al fine di plasmarli e usarli a suo piacimento per tessere le sue intricate trame (che in questo caso, la scelta, ricade sugli avvenimenti del Natale Di Sangue)

Commento Finale:
Il film è un magistrale thriller poliziesco dalle atmosfere che dovrebbero essere più spesso usate nel mondo del cinema. Se dovessi riassumere il film in tre parole, direi che è "brillante", "eccitante" e "fottutamente noir". 

- Symo

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