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mercoledì 9 marzo 2016

Novella Degli Scacchi - Stefan Zweig (la recensione)

Oggi, parliamo di uno dei libri che mi ha colpito e preso così tanto da finirlo in una sola giornata. Parliamo de la NOVELLA DEGLI SCACCHI di Stefan Zweig.


Trama:
A bordo di una nave da crociera due contendenti si sfidano alla scacchiera. Da un lato Mirko Czentovič, campione mondiale in carica, rozzo, arrogante e venale; dall'altro l'enigmatico dottor B., colto, elegante e nervoso, dotato di un talento prodigioso e immaginifico. Due destini lontanissimi e diversamente avvolti dal mistero, due storie affascinanti e distanti che il fato ha portato a convergere sulle 64 caselle bianche e nere, in una partita che non è soltanto un'occasione ludica ma una resa dei conti con la vita. Perché «Non ci si rende già colpevoli di una limitazione offensiva, definendo gli scacchi “un gioco”?»

Il mio Parere:
Ammesso e concesso che non ho consultato altre versioni Italiane dell'ultimo libro dello scrittore Austriaco, vi si consiglia a priori l'edizione della Newton Compton Editori (la cui copertina è stata usata come immagine d'apertura del post) per tre motivi: 1) Come si vede in bella vista, per il prezzo irrisorio e decisamente a buon mercato del libro, che nonostante sia un'edizione economica, è ben curata e ha pure la copertina cartonata. Roba di classe, insomma, ad un prezzo enormemente conveniente; 2) Per l'introduzione a cura di Silvia Montis, la donna che ha curato quest'edizione e l'ha pure tradotta. Sono uno che ha sempre saltato eventuali prefazi e introduzioni, quindi, quando se ne consiglia una, è perché merita. La sua introduzione non è una guida alla lettura del libro, né una guida all'autore, quanto più al suo stile e al suo modo di approcciarsi alla scrittura. E come sapete meglio di me: presentare il modo di raccontare di uno scrittore, è rappresentare la persona che è (era, nel caso di Zweig); 3) Non ero a conoscenza dell'esistenza di questo autore, quindi, se come me anche voi non conoscevate Stefan Zweig, allora vi si consiglia maggiormente questa versione Newton Compton, perché la presentazione della Montis è semplicemente la miglior presentazione che si possa fare per uno scrittore. Dubito fortemente che altre versione abbiano la sua stessa potenza e incisività. Detto ciò, buttiamoci rispondiamo alla domanda di oggi: come è possibile che, un occasionale lettore di libri (che fa pure fatica a leggerli), abbia finito questo romanzo nel giorno di un'ora? 

Rispondere è in verità facile. Non è, però, facile articolare bene il discorso affinché assuma scorrevolezza...e anche del senso, certo. Diciamo subito, che la cosa che mi ha attirato di più, non è la copertina, ma il titolo: Novella degli Scacchi; non sono mai stato un grande giocatore di scacchi, però quello che è chiamato "il gioco dei re" mi ha sempre affascinato per la grande dote strategica necessaria per affrontare gli avversari e anche per come è in grado di affinarla durante le partite. Incuriosito dal fatto che qualcuno c'abbia fatto un libro sopra, ho decido di dargli una possibilità. E che dire? Sono rimasto piacevolmente soddisfatto di essermi totalmente buttato in questa lettura, dove la cosa che più mi ha conquistato, è lo stile con cui lo scrittore Austriaco delinea personaggi e situazioni, dove (però) il vero asso nella manica di Zweig, è il modo in cui caratterizza i protagonisti. 

Nonostante questo libro sia degli anni '40, lo stile utilizzato da Zweig è a dir poco stupefacente, moderno, chiaro, essenziale e dritto al nocciolo della questione...ma! Non ci arriva in modo sbrigativo, né tanto meno superficiale, né tanto meno frettoloso. Nel suo "arrivare al punto", approfondisce, sfaccetta, infarcisce di particolari, tutto grazie ad una accurata scelta di parole e combinazioni di parole, che rendono la narrazione accattivante: si potrebbe benissimo dire che raggiunge il massimo risultato, con il minimo sforzo. Il suo più grande pregio, quello che veramente da vita e verve alla trama, non è tanto la creazione di una situazione unica o mai vista prima, quanto di una situazione ordinaria, resa però speciale, da una serie di fattori unici: la vita e le esperienze che hanno formato i suoi protagonisti; la sua vera forza, è la caratterizzazione dei personaggi, che è si è lunga e macchinosa, ma mai prolissa, mai noiosa e sempre attenta a spiegare le "backstories" dei personaggi coinvolti in modo unico, ma comunque molto umano e veritiero. Personaggi come Mirko Czentovič e il dottor B. sono personaggi con delle "origini narrative" così realistiche da sembrare vere, anzi, viene quasi da chiedersi se queste fittizie persone non siano, in qualche modo, esistite davvero; ma Stefan Zweig non si ferma qui, perché dopo averli introdotti e aver delineato, per filo e per segno, cosa passa e cosa è passato per il loro corpo e anima, Zweig gli fa incontrare. Ma dov'è il bello in tutto ciò? Che il lettore è al corrente di tutti i fatti, ma i protagonisti no. Ed eccolo qui il suo vero asso nella manica: trasformare un momento ordinario, in un momento epico, poiché (per tutte le pagine precedenti) lo scrittore Austriaco non fa altro che "preparazione atletica" per un vero e proprio scontro fra titani. 

Ma anche qui, non ho spiegato cosa davvero mi ha tenuto accattato così tanto al libro, da finirlo nel giorno di un ora. Beh, ovviamente, non solo l'argomento scacchi, non solo quanto detto finora, ma sopratutto: il linguaggio utilizzato. Avete letto un libro e avete pensato: "Ehi! Ma questo l'avrei potuto scrivere anche io!" e non nel senso che è così brutto e scontato, che con un minimo d'impegno e appoggio, ci sareste riusciti anche voi nell'impresa. Nel senso, che se avesse voluto scrivere anche voi una tipologia di romanzo come quello che state leggendo, avreste usato le stesse parole, gli stessi esempi, le stesse metafore, nomi e via dicendo. E' un libro che avreste potuto scrivere anche voi, per via di una sorta di affinità mentale/caratteriale/linguistica dello scrittore. Ho, quindi, trovato in Stefan Zweig, una sorta di "anima gemella" della scrittura, in termini di stile e narrativa? Diciamo che "anima gemella" è una definizione troppo grossa e pomposa, ma non ho trovato definizione migliore, quindi, diciamo anche di si. La Novella degli Scacchi mi è piaciuto così tanto, perché è un libro avrei potuto fare anche io, e non nel senso dispregiativo del termine. 

Conclusione:
Semplicemente fantastico. Prendetelo e leggetelo.

- Symo

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