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giovedì 18 febbraio 2016

Deadpool: Qual è la prima storia che avete letto?

Come avevamo fatto per Star Wars nel Dicembre 2015, ci apprestiamo a festeggiare nello stesso modo l'uscita al cinema del film di Deadpool con un post a lui dedicato proprio nello stesso giorno in cui la pellicola debutta nelle sale. Se con Star Wars vi abbiamo chiesto qual'era il vostro personaggio preferito, oggi vi chiediamo: Qual'è la prima storia che avete letto di Deadpool? Il perché di questa domanda, subito dopo l'immagine d'apertura. 



Siccome D-Pool, a differenza di molti altri personaggi Marvel, c'ha messo sempre un sacco per decollare ed acquistare una serie personale tutta sua in Italia, prima della serie regolare fatta partire nel 2011 dalla Panini (a proposito, grazie) leggere storie del Mercenario Chiacchierone in Italiano era cosa piuttosto rara. L'accoglienza verso l'alter-ego Milanista di Wade Wilson era generalmente piuttosto tiepida, ma nonostante ciò, il personaggio riuscì a conquistarsi uno zoccolo duro di fan che cominciò a tifare per lui e pretendere le sue storie nella penisola tricolore. Anche la Panini (prima Marvel Italia) puntava su di lui e cercava di accontentare questi lettori pubblicando le sue storie a spizzichi e bocconi sulle testate defunte Venom Wiz, a volte anche su X-Men Deluxe e Wolverine. Cercarono pure di fare il colpaccio inaugurando la serie Alpha Flight & Deadpool, in cui figurava come storia d'appendice del supergruppo Canadese...senza però alcun successo: la serie durò solo cinque numeri. Pensate che quando compariva come ospite in altre storie, gli stessi editori della Panini-fu Marvel Italia consigliavano il recupero delle sue storie e del mensile fallito Alpha Flight & Deadpool, perché consci della qualità della serie del Mercenario.


Alla luce di ciò, c'è infatti tanto da stupirsi se un personaggio considerato a periodi alterni, ora abbia un film tutto suo e sia interpretato pure da un attore piuttosto famoso. L'impresa di questo personaggio è stata davvero titanica e memorabile, ma ancora più memorabile è, per l'appunto, la prima storia che si è letto su di lui: proprio perché in Italia ha faticato a decollare. Ed ecco il perché di questo post, ecco il perché di questa domanda. Quindi, dopo questa luuunga introduzione, qual'è stata per il sottoscritto la prima storia letta di Deadpool? Questa:


Deadpool #0 del 1998, pubblicata in Italia su Wiz #40 del 1999; testi di Joe Kelly, disegni di Yancey Labat

Il numero faceva parte di questa iniziativa della Marvel in cui ogni testa in corso rilasciava questo numero 0 gratis e di poche pagine per iniziare i novizi alle letture Marvel, fornendo dei punti di inizio ideali per i nuovi lettori perfetti per capire subito le potenzialità del personaggio e la direzione della serie. Si, esatto, un pò come i Marvel Point One di qualche anno fa. La storia, intitolata You Only Die Twice, durava tipo una decina di pagina o poco più e iniziava mostrando l'incontro tra Deadpool e Vamp; al secolo Denise Baranger, Vamp fu un supercriminale dai poteri psionici in grado di trasformarsi nell'energumeno Animus, anch'egli dotato di poteri psionici in aggiunta alla superforza. C'era un problema però: il personaggio morì su Captain America #319 del 1986. La storia però è datata 1998, dunque com'è possibile che Vamp sia ancora vivo? D-Pool prontamente la segue e il Mercenario Chiacchierone viene condotto ad un laboratorio di Arnim Zola, dove il celebre avversario di Capitan America si è adoperato per clonare alcuni dei supereroi e supercriminali di Serie B morti negli anni precedenti, che utilizza come piccolo esercito privato da scagliare contro il nostro. 


E Deadpool che ha fatto? Beh, Deadpool...


Si è difeso come suo solito: tra spettacolari uccisioni e battute sferzanti e pungenti. 

La storia poi continua così, mostrando pagina dopo pagina e vignetta dopo vignetta Wade Wilson che massacra questi ignobili sfigati nei modi più crudeli e divertenti possibili. E tutto sommato è questo quello che racconta You Only Die Twice: di Deadpool che uccide cloni di gente morta altrettanto male con un disprezzo per la vita umana unica nel suo genere, condendo il tutto con giochi di parole offensive e battute piuttosto nere. Mercenari dodici anni prima che a Stallone venisse l'idea di richiamare Bruce Willis e soci, praticamente. Oggi questa storia forse potrebbe non essere considerata un granché, visto che non solo è un numero totalmente action e prettamente incentrato sulla ridicolizzazione di insulsi personaggi patentati, ma anche perché fine a sé stessa e totalmente superflua per le trame che stava tessendo Joe Kelly all'epoca, impegnato nel rendere (con successo, anche) Deadpool un personaggio profondo e tridimensionale. Eppure, da piccolino questa storia mi aveva colpito davvero moltissimo. E vi dirò di più, mi è capitato di rileggerla proprio per questo post, e l'impatto che la storia aveva avuto ben diciassette anni fa non è cambiato di una virgola. 

Deadpool fece breccia nel mio allor piccolo cuoricino ingenuo non solo per la tonalità delle sue battute, che rispetto a quelle dell'Uomo Ragno erano decisamente più bastarde e taglienti, ma anche per il modo sfacciato e impertinente con cui si poneva alla situazione di cui era protagonista. Nulla sembrava mai preoccuparlo davvero, e il fatto di essere consapevole del suo essere un personaggio inventato, gli donava quell'aria di persona che non aveva nulla da perdere, e per questo, si sentiva quasi obbligato a prendere per il culo e ridicolizzare tutto quello che gli passava davanti. In Deadpool #0 dominava la voglia di essere dissacranti, irrispettosi e trasgressivi, ma non per un volere nichilista o tanto per essere alternativi e differenziarsi a forza dalla massa, ma quasi per voler scrivere nuove regole della figura del super-eroe; nuove regole che, ovviamente andavano a cozzare con quelle che tutti conosciamo, creando quindi elementi di discussione. C'era della velata filosofia dietro questo personaggio apparentemente senz'anima e ingiustamente famoso solo per la sua abilità di rompere la quarta parete, che era si particolarità che lo impreziosiva, ma che non andava intesa come sua unica qualità. Già dai suoi inizi, Deadpool aveva capito (come il Comico in Watchmen) che era tutto uno scherzo: tanto valeva andare fino in fondo e trattare tutto come un grande, unico gioco. 


Era ed è un personaggio sfaccettato da più maschere materiali e figurate, che nasconde un grande cinismo e disillusione sull'esistenza fittizia e non. Ma non potendo fare altro che vivere un pò per passione dei lettori e un pò per esigenze di marketing, stava al gioco nel modo che più gli riuciva. Joe Kelly c'aveva fatto aprire gli occhi: Deadpool è una parodia delle cose che non vogliamo dire e fare, ma che in fondo pensiamo e vogliamo fare. Perché non le diciamo? Perché, come diceva Oscar Wilde, "L'uomo è poco se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera e vi dirà la verità." E' un personaggio davvero profondo e versatile che si può capire solo se si lasciano da parte i pregiudizi riguardo alla poca originalità della rottura della quarta parete che, di nuovo, non è l'unica cosa che sa fare. A volte è stato scritto male anche lui, certo, ma ehi: a chi non è capitato nel mondo dei comics? Dobbiamo davvero ricordarvi il Capitan America di Rob Liefeld, Chuck Dixon e Jeph Loeb durante il periodo Heroes Rebon? In più, l'umorismo disseminato in Deadpool #0 era davvero esilarante, frizzante e molto, molto intelligente. Davvero comico. E c'è una bella differenza, tra la comicità e la demenzialità. 



Ma adesso basta cinaciare, ora tocca a voi. Qual'è stata la prima storia che avete letto di Deadpool? Vi aveva colpito in positivo o in negativo? Il personaggio vi aveva fin da subito affascinato, o c'avete messo più tempo per rendervi conto della sua bellezza? Oppure tutt'oggi non capite cosa ci trovi la gente di bello? Fatecelo sapercelo!

- Symo

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