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mercoledì 2 dicembre 2015

Diabolik: Gli Anni Perduti Nel Sangue - la recensione (Baloon Central #38)

Oggi, recensione di DIABOLIK: GLI ANNI PERDUTI NEL SANGUE.


Dati Generali:
Testi: Alfredo Castelli, Mario Gomboli & Tito Faraci
Disegni: Giuseppe Palumbo & Pierluigi Cerveglieri
Anno di Pubblicazione: 2006
Etichetta: Astorina
Prezzo: 4,70 €

Trama:
Che cosa trasformò il giovanissimo Diabolik, fuggiasco dall'isola di King, nel sanguinario criminale che, a Clerville, si faceva chiamare Walter Dorian? Neppure Eva ha mai saputo quali incontri abbiano forgiato il carattere del suo compagno, ma forse è giunto il momento dei ricordi...

Il mio Parere:
Se nel vedere recensito un fumetto di Diabolik vi si sono rizzati i peli, carissimi Teleguardoni, allora vuol dire che avete letto e/o vi ricordate quanto abbiamo scritto su Diabolik: Nero Su Nero #1 - La Polizia Non Indaga: sopratutto vi ricordate quella parte in cui spiegai perché il ladro inventato dalle Sorelle Giussani non mi piace per niente. Per questa grave mancanza, mi sono sempre sentito in colpa per non riuscire ad apprezzare a pieno il Re Del Terrore, perché il suo è un background davvero fantastico, accattivante ed impossibile da disprezzare. Eppure (e questo è un parere condiviso da molti Diabolik-fans) il Diabolik delle belle stagioni ormai non c'è più e, forse non c'è mai stato; quel ladro fetente, meschino, cattivo e avatar di tutto ciò che è male e che farebbe il culo a qualsiasi villain supereroistico, c'è stato solo nell'arco della sua prima storia in assoluto: Il Re Del Terrore, poi però è sparito piano piano sotto gli occhi di tutti, sostituito con quel piascione dell'anti-eroe romantico pappa, ciccia e lenzuola con Eva Kant. Nulla contro la compagna per eccellenza della creatura in nero dell'Astorina, però la sua presenza va detto che l'ha ammorbidito parecchio. Nonostante ciò, mi sono sciroppato in tempo zero questo tredicesimo volume della collana Il Grande Diabolik. Perché? Per lo stesso motivo per cui Batman: Anno Uno è una di quelle storie che riescono a farsi piacere anche ai lettori che disprezzano Batman.


Ecco, ad essere esagerati, ma anche utilizzando un paragone che tutti possiamo capire: Diabolik: Gli Anni Perduti Nel Sangue sta a Diabolik come Batman: Anno Uno sta a Batman. Sono le origini definitive del personaggio, dove il lettore scopre per filo e per segno dove ha imparato tutto quello che sa e dei vari significati dietro i suoi tipici tratti distintivi; come in Anno Uno scopriremo perché Bruce Wayne sceglie proprio il pipistrello come simbolo e il perché non una armi da fuoco nella sua crociata contro il crimine, qui scopriremo perché l'arma per eccellenza del ladro sono i pugnali e tutte le vicende che hanno portato il Re Del Terrore a costruire quel costume nero attillato e molte altre cose, pure la provenienza del suo enorme (e apparentemente infinito) capitale e lo pseudonimo di "Walter Dorian". Senza dire nulla sui disegni di Giuseppe Palumbo, se non tutti i complimenti e le parole di stima che esistono in questo mondo, la caratterizzazione del personaggio colpisce proprio per i motivi sopra spiegati, perché molto simile a quella dell'Uomo Pipistrello in Anno Uno; abbiamo un Diabolik alle prime armi, goffo, impacciato, inesperto, ingenuo ma che già mostra promettenti segnali di stile, in questa storia tutta incentrata sulla sua formazione. Insomma, non è ancora il Diabolik tutto cazzabbubboli e marchingegni assurdi, come Wayne in Anno Uno non era ancora lo stereotipo di sé stesso: insomma, entrambi personaggi molto lontano dall'essere, un il terrore dei criminali, e l'altro, il terrore e basta. 


Attraverso dei disegni semplicemente superbi e dei nodi che vengono al pettine, svelando una lunga serie di segretissimi tabù del personaggio, la sceneggiatura è organizzata e scritta così a puntino e curata in ogni suoi più piccolo aspetto, che la storia fila liscia che è un piacere, permettendo al lettore di macinare pagine e pagine una dietro l'altra, come una succulenta e gustosa pietanza che aumenta l'appetito del cliente di boccone in boccone. 

Conclusioni:
Un gran bella storia, scorrevole, appassionante e dal ritmo incalzate. Consigliata non solo ai fan del ladro, ma sopratutto a chi questo personaggio non piace: potrebbe riservagli ben più di qualche graditissima sorpresa. 

- Symo

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