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venerdì 18 dicembre 2015

Deadpool - La Guerra di Wade Wilson: la recensione (Baloon Central #44)

Oggi, recensione di una storia non molto considerata. Oggi, parliamo di DEADPOOL: LA GUERRA DI WADE WILSON.


Dati Generali:
Testi: Duane Swierczynski
Disegni: Jason Trent Pearson
Anno di Pubblicazione: 2010
Etichetta: Marvel Comics
Pubblicata su: Deadpool: Wade Wilson's War #1-4
Prezzo: 11,00 €

Trama:
Un’avventura di Deadpool dalle tinte forti: il mercenario chiacchierone come non l’avete mai visto prima! Tutta la verità sul suo passato, sulle sue origini, sulla squadra speciale segretissima in cui militava assieme a Bulllseye, Silver Sable e Domino. Imprigionato davanti a una commissione del Senato USA dopo un massacro in Messico, Wade Wilson non potrà che raccontare tutta la verità. O no? 

Il mio Parere:
Partiamo dicendo una cosa: la storia in questione è sottovalutata, perché il protagonista stesso è sottovalutato. In questa adrenalinica e violentissima miniserie in 4 parti, Deadpool si trova davanti al Senato degli Stati Uniti D'America per rispondere di alcuni crimini di guerriglia che ha compiuto in passato con la complicità di quelli che sarebbero diventato un domani nomi noti dell'Universo Marvel, come Bullseye, Silver Sable e Domino. La conversazione e i lunghi flashback porteranno D-Pool a svelare i perché e le ragioni di quel massacro, passando per le sue origini ad altri fatti ancora poco noti del suo oscuro passato che tutt'oggi rimane oscuro per molti lettori. Proprio come il personaggio stesso, la storia è un viaggio senza sosta tra allucinazioni e follie, tra ricordi veri rappresentati falsamente ed altri inventati di sana pianta, senza tralasciare o dimenticare i suoi exploit nonsense e comici e la ritrovata rottura della quarta parete, consapevolezza che rende Wade Wilson l'unico personaggio fittizio consapevole di essere un personaggio di fantasia e precisamente di un fumetto. In questi 4 albi, il romanziere Duane Swierczynski (che, da adesso in poi, chiameremo "Amico Brambilla" perchè ripetere il suo cognome ogni volta è una tortura) accompagnato dai disegni del sempre più bravo Jason Trent Pearson mostra al pubblico leggente quanto il personaggio del Mercenario Chiacchierone può dare e in cosa, una volta abbattute le barriere dei pregiudizi e della stereotipizzazione, ci si può trovare davanti ad una storia genuina e dal finale inaspettato, toccante e riflessivo. 


I ritmi della trama sono splendidamente amalgamati con i toni del protagonista, così squilibrati, assurdi e talmente imprevedibili che Deadpool può essere descritto solo dicendo che è Deadpool, dato che è troppo difficile trovare degli aggettivi per lui (o forse troppo lungo da fare). Il tutto cambia radicalmente alla fine dove, in un colpo di scena che (non voglio dirvi per non rovinare la sorpresa) il protagonista stesso rompe la quarta parete per lanciare una sorta di messaggio ai posteri dicendo che "la vita è una assurda commedia, e l'unica risposta appropriata è ridere" e che "la vita, alla fine, è fatta da quello che scegli di vedere tu". Un messaggio molto profondo da un personaggio che, apparentemente, non sarebbe mai stato capace di pensare e trasmettere; a  volte, è proprio dalle persone da cui meno te l'aspetti che arriva quel nonsochè che ti aspettavi oppure che avevi bisogno di sentire oppure ti colpisce. Per questo voto Deadpool: La Guerra Di Wade Wilson come una storia molto sottovalutata, perché può trasmettere tanto ma che, ancora una volta, per colpa delle apparenze viene scartata. Forse la colpa è un pò colpa del protagonista, figura controversa dell'Universo Marvel che non molti apprezzano a causa del suo "particolare" e non molto definito uso. Dal mio punto di vista, sono convinto che D-Pool (come chiamato dai fansz), sia un personaggio complicato e pieno di sfumature che, analizzandolo da un certo punto di vista, ha molte cose in comune con Batman: è facile trasformarlo nello stereotipo di sé stesso. 

Conclusioni: 
Ok, non sarà forse quel fumetto che ha cambiato il modo di fare dei fumetti ma non è che ogni giorno bisogna sfornare dei potenziali Watchmen. A volte, la storia che riesce a strapparci una lacrima, un sorriso o un "cazzo c'hai ragione" è come se avesse portato un cambiamento o un miglioramento alla nostra vita. Ma come ha detto il caro Wade, alla fine, ognuno crede poi a quello che vuole e quello che gli fa comodo. Personalmente? Io penso che questo albo meriti un posticino nei vostri scaffali. 

- Symo

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