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martedì 24 novembre 2015

Lupin III - La Lapide di Daisuke Jigen: la recensione (Pick A Card-Cer #39)

Come si era annunciato nel settimo episodio, continua la rassegna stampa di tutti i lungometraggi, gli oav e gli special tv di Lupin e soci...in ordine ovviamente casuale. Oggi è il turno di LA LAPIDE DI DAISUKE JIGEN.


Trama:
Pochi giorni dopo l'assassinio di Queen Malta, cantante originaria dell'immaginaria Doroa Est e uccisa nella vicina Doroa Ovest durante un suo concerto mirato alla riappacificazione delle due fazioni, la sua morte crea solo una preoccupante tensione alla frontiere; in questo clima di piombo, Jigen e Lupin s'infiltrano nella città di Doroa Est per rubare un tesoro segreto chiamato Little Comet. Il duo riesce a rubare con successo il tesoro, ma il pistolero e il ladro trovano a sbarrare loro la strada il formidabile cecchino Yael Okuzaki: un assassino che prepara le tombe per i suoi obiettivi prima di ucciderli; poche sono le informazioni su di lui, ma si dice nell'ambiente criminale che nessuno sia sopravvissuto, dopo che Yael Okuzaki abbia scavato la tomba per il suo avversario...e si da il caso, che al cimitero, ci sia già una lapide con il nome di Jigen. 

Il mio Parere:
E il sesto lungometraggio d'animazione con protagonista Lupin III e la sua cumpa, uscito nelle sale cinematografiche Giapponesi nel 2014 ; nel Bel Paese, invece, non c'è ancora dato sapere se e quando uscirà (etteppareva). Già dai suoi dettagli tecnici, La Lapide Di Daisuke Jigen si presenta come una visione particolare, data la: 1) Sua triplice identità e 2) Il mondo in cui è stato trasmesso al cinematografò. Il film funge da sequel della serie La Donna Chiamata Fujiko Mine incentrata interamente sulla peratissima compagna del ladro, che narra (secondo il punto di vista di Fujiko) come Lupin, Zenigata e tutti gli altri si sono incontrati per la prima volta. Ma non è tutto, perché La Lapide Di Daisuke Jigen è anche uno spin-off e un prequel; spin-off, perché la serie animata sopra citata ha per protagonista Fujiko, il film invece ha per protagonisti Lupin e Jigen ed essendo il lungometraggio costola di quella serie (dove il protagonista è un altro personaggio), si colloca tra lo spin-off. E perché è anche un prequel? Lo scoprirete guardando il film: vorrei tanto dirvelo, ma la sorpresa è così gustosa, che non voglio togliervi il piacere della scoperta. Vi dico solo, che alla fine dei 52 minuti di pellicola, fa un cameo un personaggio piuttosto noto del mito Lupiniano; la sua presenza nella continuità, vi farà capire che è un prequel. Se però avete l'occhio lungo, già dalla lapide di Jigen che compare alla fine del trailer, potete capire che è un prequel dalla data incisa sopra: una data sbiadita nella seconda coppia di numeri, ma che lascia intendere che l'ambientazione sia tra il 1973 e il 1975. Inoltre, il film è stato pensato e realizzato come se fossero due episodi pilota di una potenziale serie animata; di fatti, in Giappone, la pellicola è stata divisa in due parti da 26 minuti l'uno e proiettata in due giorni diversi nel Giugno 2014 (uno il 21 e l'altro il 27, mi pare). Proprio per questo, La Lapide Di Daisuke Jigen si prende anche la gradita libertà di infilarci una scena dopo i titoli di coda, come se stesse davvero spianando la strada per eventi futuri. Ma al di là di questi dettagli, puramente a scopo informativo (tra cui rientra anche l'informazione che, Lupin indossa per la prima volta in assoluto, una giacca di colore blu), il film è una figata. 

Chi mi legge da molto tempo, sa che conosco il valore delle parole. E sa, che se uso quel preciso termine, vuol dire che ha il giusto dosaggio linguistico che cerco per descrivere quello che sto cercando di comunicare. Quindi, sapete che se uso termini come "figata", è per perché la cosa di cui stiamo parlando non solo riesce a soddisfare tutti i requisiti per arrivare al minimo sindacale, ma fa anche di più, sbalordendo in maniera spettacolare lo spettatore, dandogli più di quanto si aspettava e fornire intrattenimento oltre ogni più roseo pronostico. La Lapide Di Daisuke Jigen è praticamente la resurrezione di tutto il franchise Lupiniano, dove la produzione riesce a dargli nuova e vigorosa linfa vitale, senza però snaturare il personaggio e il suo storico cast...anzi, riuscendo addirittura a migliorarlo. In questa frizzante, dinamica e scoppiettante ventata d'aria fresca, Lupin, Jigen e Fujiko vengono presentati e caratterizzati come quello che sono sempre stati, calati addirittura in una trama che è sempre stata nelle loro corde e che, con gli anni (e sopratutto la continua ricerca dello stare al passo coi tempi) s'è persa decisamente di vista. In questa sfida senza quartiere uomo contro uomo, piena zeppa di colpi di scena spiazzanti e calata in un intrigo internazionale dai tratti noir anni '70 che ricorda un pò quella pesante aria di stagno della Berlino Ovest e Berlino Est (con tanto di possibile citazione a Wind Of Change) abbiamo un Lupin scaltro, furbo, fetente, marpione e geniale; un Jigen freddo, ombroso, determinato, malinconico e onorevole e una Fujiko sensuale, indipendente, affascinante, carismatica e voltagabbana. E' il trio secondo i comandamenti di Monkey Punch, tanto nel carattere fittizio, quanto nell'impressionante character desing. E Zenigata e Goemon? Forse ve lo sarete chiesti dove sono finito: beh, non ci sono. Nella trama i due personaggi non avevano trovato il loro posto e la produzione, che ha finalmente capito dopo clamorosi fallimenti precedenti come La Lacrima Della Dea, non gli ha inseriti nella sceneggiatura; da una parte è un peccato non ritrovare qui tutti e cinque i protagonisti, ma piuttosto che inserirli a forza in un contesto che non faceva per loro, tanto meglio eliminarli: la Toei ha dimostrato di aver imparato dai suoi errori (finalmente). 

Se dunque, dal lato dei contenuti concettuali, si è riportato Lupin alle origini e ai fasti della prima serie dalla giacca verde, infarcendo il film degli stessi tratti adulti, cinici e bastardelli, dimenticando così l'aura guascona e scanzonata della seconda serie dalla giacca rossa (che avevano dato il via alla sua smisurata fama mondiale), dal lato tecnico possiamo essere ancora più contenti. Come anticipato qualche riga fa, il character design è impeccabile tanto quanto la fluidità dell'animazione, che non subisce un calo di qualità nemmeno per un secondo, rimanendo sempre dinamica e dettagliata anche in scene molto movimentate, come gli immancabili inseguimenti automobilistici (must di ogni Lupinmovie, qui ai suoi massimi storici). Senza paura di sembrare affrettato, il livello d'animazione raggiunto da La Lapide Di Daisuke Jigen non ha nulla da imparare da nessun'altro maestro dell'animazione, confezionando con questa pellicola un vero gioiello del disegno in movimento, da guardare e riguardare allo sfinimento per la sua natura di perfetta fusione tra fumetto e cartone animato. Non contenta di essere inoppugnabile anche sotto l'aspetto tecnico, la produzione decide di dare il tocco di classe nonché colpo finale, impreziosendo l'intera visione con uno sgargiante ficco al gusto di jazz. Sta volta, alla colonna sonora, non abbiamo il solito bebop jazz incalzate fatto di trombe e sax che ha caratterizzato da sempre le atmosfere Lupiniane, ma un jazz fatto di chitarre dal suono molto acido, freddo e "sporcato" con un blues rock simile a quello dei Black Crows e gruppi affini, con qualche a musicisti del calibro di Monty Norman e Henry Mancini; di sicuro la scommessa più azzardata, ma che poi ha ripagato enormemente, dato che si sposa benissimo con le atmosfere da bassifondi polizieschi. Anzi, direi che risultano praticamente perfetta. Per darvene un piccolo assaggino, vi si pubblica qui sotto la canzone che sentirete nei titoli di coda: Revolver Fires, di Gary Stockdale.


Conclusioni:
Per spiegarlo con un paragone edilizio: la Toei non butta già la casa e scortica le fondamenta dal terreno, si limita a chinare il capo e lavorare sugli errori che hanno fatto perdere prestigio al mondo di Lupin III negli ultimi anni, ristrutturando i punti deboli e riparando dove era necessario apportare migliorie. E lasciatemelo dire: La Lapide Di Daisuke Jigen è un lavoro di restauro davvero coi fiocchi. Un film, che con la mente e con il cuore, vi farà tornare alle emozioni che tutti voi avete provato la prima volta che vi siete innamorati di Lupin e tutti gli altri, offrendovi uno spettacolo così avvincente che non ne potrete più fare a meno. La Lapide Di Daisuke Jigen, per dirlo in parole più semplice, è Lupin allo stato puro, senza conservanti, coloranti e additivi. Tra i migliori prodotti Lupiniani mai sfornati? Assolutamente si. 


- Symo

6 commenti:

  1. Scusami, eh, ma Fujiko compagna di Lupin? Non stanno mica insieme! Per il resto concordo con la tua accurata analisi

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    Risposte
    1. Non staranno insieme, ma gravitano spesso e volentieri intorno a loro. Non lo vogliono ammettere, perché entrambi sentono di appartenersi in qualche modo. Non sarà mai detto esplicitamente, però se alla fine tornano sempre l'uno dall'altra, un motivo c'è ;)

      E grazie per il complimento :)

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    2. Beh, sicuramente...ma una coppia è un'altra cosa...loro sembrano quasi separati alla nascita, molto simili

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  2. Ma sai che la scritta cancellata sulla Lapide potrebbe essere anche 1971?
    Altra cosa:La lacrima della Dea non mi pare affatto un fallimento o,meglio, non fa così tanto schifo. Se poi sia stato un fallimento dal punto di vista economico è un'altro discorso

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    1. Sul discorso della Lacrima Della Dea mi trovi piuttosto irremovibile. E' qualcosa di veramente brrr. Per la data, potrebbe anche essere quello. Alla fine, è una cosa aperta a mille possibilità!

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  3. Si, infatti la data è cancellata apposta...un mistero interessante

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