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giovedì 5 novembre 2015

Capitan Bretagna di Alan Moore & Alan Davis: 5 Motivi per Leggerlo (Baloon Cental #22)


Per chiunque si consideri un lettore seriale (cioè una persona talmente affamata di letteratura che sarebbe capace di passare dal Così Parlò Zarathustra di Frederic Nietzsche al TV Sorrisi e Canzoni giusto perchè non può stare più di due ore senza far passare gli occhi tra lettere e punteggiature) arriva, ad un certo punto della vita, quel momento in cui leggerà un'opera e la classificherà come: "la lettura che mi ha cambiato la vita", cioè quella lettura che regalerà al suddetto emozioni così forti da paragonarle tranquillamente ad una seconda nascita. Per il sottoscritto quella lettura è stata il Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons, quindi è naturale che dopo aver divorato varie volte l'opera citata sia andato a recuperarmi altri lavori dello scrittore di Northampton; tra queste, ovviamente, c'è la sua run su Capitan Bretagna, opera che ho letto tempo addietro ma mai posseduto materialmente (me la sono sempre fatta prestare o presa in prestito dalla biblioteca). Esattamente due mesi fa, sono riuscito a trovare una copia scontata e far finalmente mio questo piccolo, sacro mostriciattolo del fumetto, avente per protagonista un personaggio per cui non ho mai nascosto di fare un tifo stile ultrà da stadio...il problema era uno solo: se volessi parlarne sul blog, sarebbe un macello, verrebbe fuori un post ai limiti del Fantozziano servilismo reverenziale verso Moore. Così ecco che, presto detto, si aggira il problema in questa maniera: invece che una recensione, ecco a voi 5 Motivi per leggervi il Capitan Bretagna di Alan Moore & Alan Davis; motivi che, si, potete tranquillamente classificarli come cinque piccole provocazioni per spingervi a far vostro questo volume. 



Dati Generali:
Testi: Alan Moore
Disegni: Alan Davis
In Origine Pubblicata su: Marvel Superheroes, The Daredevils e The Mighty World of Marvel
Numerazione Totale: 11 numeri
Anno di Pubblicazione: 1983
Etichetta: Marvel UK
Prezzo: 17,00 €

5) E' una serie pressochè introvabile:
Il motivo per cui, probabilmente, molti lettori non sanno dell'esistenza di questa serie è che la run di Moore e Davis sull'alter-ego di Brian Braddock è stata un'opera realizzata esclusivamente per il mercato fumettistico Britannico; negli anni '80, la Marvel Comics possedeva un distaccamento Inglese conosciuto come "Marvel UK", versione thè e biscottini della Casa Delle Idee dove veniva data l'opportunità a giovani talenti Britannici poco conosciuti di creare storie originali e inedite (e tutte in continuità ufficiale) per il fumetto di Sua Maestà. I due Alan(s), che all'epoca collaboravano molto spesso, si trovarono a lavorare sul personaggio di Capitan Bretagna (da Davis molto amato, ma su questo ci torniamo dopo) in una serie tutta sua pubblicata a zonzo sulle tre riviste Marvel UK dell'epoca: Marvel SuperheroesThe Daredevils e The Mighty World Of Marvel; la serie durò 13 numeri formati da 8 pagine l'uno, le storie avevano un formato così ridotto perchè (facendo parte di una rivista) non si poteva dare lo stesso spazio di 22 pagine canoniche del fumetto USA per ogni personaggio: il costo poi sarebbe diventato proibitivo. Fatto sta che, quando i nomi di Alan Moore e Alan Davis divennero certezze del comicdom, i fan partirono alla ricerca di quest'opera che segnava il brillante inizio di carriera per i due...il problema è che i numeri originali delle riviste su cui furono pubblicate le storie sono oggi (come allora) molto difficili da reperire e le raccolte furono invece bloccate da un limbo editoriale (che spieghiamo subitissimo). La Panini Comics, attraverso questa raccolta, vi da l'opportunità di entrare in possesso di queste storie che, vista la situazione, chissà quando leggerete.

4) C'è Alan Moore su un personaggio Marvel:
Anche questo forse molti di voi non lo sanno, ma Alan Moore (prima di odiare in maniera viscerale la DC Comics) odia la Marvel. I motivi sono molteplici, ma il seguente sembra essere quello principale. La Eclipse Comics (una delle prime case editrici a offrire royalty e la concessione dei diritti delle serie e dei personaggi ai loro creatori) verso la fine degli anni '80 stava ristampando negli USA le sue storie di Marvelman: il supereroe Inglese creato come rimpiazzo di Capitan Marvel/Shazam dopo che questi fu acquistato dalla DC; il problema è che la Eclipse fu costretta nel processo a cambiare il nome del personaggio in Miracleman a causa di una minaccia di azione legale per nome e per conto della Casa Delle Idee, siccome anni prima aveva comprato i diritti di utilizzo sulla parola "Marvel"; Alan Moore non prese bene la cosa, sopratutto aveva molto da ridire su come la casa editrice non si rendeva conto che il personaggio precedeva loro dell'utilizzo della parola "Marvel" di ben 7 anni; così mise la parola fine ad ogni collaborazione con la Marvel e giurò di non lavorarci mai più, ed è proprio in questo periodo che bloccò la ristampa del suo Capitan Bretagna per due motivi: il primo, come ripicca verso Alan Davis (incrinando definitivamente i loro rapporti) perché il disegnatore non diede il suo permesso alla ristampa degli episodi di Marvelman da lui disegnati. Il secondo, per una "rivalità in sordina" intrattenuta contro Chris Claremont, di cui ho parlato in lungo e in largo su OverNewsMagazine. Ed ecco un'altro motivo per cui far vostro questo volume: Alan Moore che gioca con l'Universo Marvel, dimostrando di avere una squisita conoscenza della sua storia fittizia e delle componenti del suo universo, tirando fuori (a volte) anche personaggi abbastanza ricercati e che solo i Marvelofili conoscono.



3) Primi segnali di stilie:
Ovviamente, non è che uno Stephen King nasce già con uno Shining già pronto o un Neil Gaiman con un Sandman fatto e finito: queste grandi opere (come sapete meglio di me) sono frutto di varie sperimentazioni e, sopratutto, di anni d'esperienza nel mondo della narrativa che hanno permesso una rifinitura sempre più certosina e perfezionista della grande opera. Idem per Alan Moore e per Alan Davis, che qui sviluppano lo stile che li contraddistinguerà per il resto della loro carriera. Per quanto riguarda Mr. Moore, già in queste pagine si intravedono i temi che saranno predominanti nella sua gestione di Miracleman e nelle opere più celebri al grande pubblico: Watchmen e V Per Vendetta. Nella Londra in cui Capitan Bretagna si muove e opera, il bardo di Northampton la descrive come capitale di un mondo deviato e contorto, come metafora del governo Thatcher anni '80, come ambiente claustrofobico e repressivo dominato da un completo spostato in cui il Capitano si muove tra allucinazioni, universi alternativi, richiami alla fantascienza British della New Wave e qualche sarcastico commento sui comics supereroistici, in quest'opera che da implicitamente il via al revisionismo dell'eroe tipico degli anni '80. Per quanto riguarda Mr. Davis, qui assistiamo ad uno stato che potremmo definire "primordiale" ma già pregno della sua fluidità ed eleganza tipica del disegnatore, con la quale riesce a dare carattere al personaggio senza che questi dica una parola, dimostrandosi completamente a suo agio sia in sequenze più solari e scanzonate, sia in sequenze più dark e tenebrose; la cosa che salta più all'occhio è che qui troviamo un Alan Davis fortemente sperimentale, non tanto nel tratto, quanto nella realizzazione e nella disposizione di vignette e tavole, che qui si presentano realizzante in modo originale e innovativo.


2) E' Capitan Bretagna:

Le persone che si limitano ai film dell'Universo Cinematografico Marvel oppure alle testate principali dei personaggi più noti della Casa Delle Idee probabilmente, alla lettura di questo nome, hanno sparato un sincero e squillante: "Capitan chi!? Ecchimminchia è?". Beh, il punto è proprio questo! Brian "Capitan Bretagna" Braddock è un personaggio minore dell'Universo Marvel (anche se per il sottoscritto non lo è) che è stato spesso e volentieri ospite e comprimario di vari titoli legati agli X-Men (dato che sua sorella Psylocke è un illustre membro del team mutante, oltre che illustre e rinomata bonazza) e protagonista insieme ad altri personaggi del sottobosco mutante della testata Excalibur: un supergruppo mutante operativo in Inghilterra. O meglio, ad essere precisi ed onesti, il personaggio diventerà abbastanza conosciuto proprio per questo legame con il mondo degli Uomini X e varie serie spin-off, ma in realtà debutta (grazie alla penna di Chris Claremont e alla matita Herb Trimpe) su una serie settimanale omonima del 1976. Come si era anticipato prima, Alan Davis si affezionerà tantissimo al personaggio che (quando potrà) non perderà l'occasione di infilarcelo da qualche parte giusto per disegnarlo: addirittura, in Uncanny X-Men Annual 1987, Capitan Bretagna è tra i personaggi principali della storia solo perché così Davis poteva disegnarlo...ma sto divagando, torniamo sui binari. Capitan Bretagna, fan o non, è un personaggio sulla quale gli sceneggiatori hanno scritto poche cose, ma questo non vuol dire che egli non si presenti come complicato, drammatico e pure capace di una ironia puramente British e una forza indomita e straordinariamente contagiante. Tra morti, resurrezioni, misticismo, mostri e follia allo stato puro, la storia in cui Brian Braddock si vede protagonista sembra in apparenza semplice, ma si rivela poi più complessa del previsto attraverso un concatenamento di eventi che generano un pathos sempre più crescete ed esponenziale, fino all'esplosivo epilogo. E' un personaggio di vecchia data, ma contemporaneamente sconosciuto ai più e tutto da scoprire, e un pò di cose nuove non fanno mai male a nessuno.




1) Qui è diventato il Capitan Bretagna che conosciamo:

Come dico spesso, non sempre il creatore di un personaggio da la migliore interpretazione dello stesso: a volte (come spesso succede nei fumetti di supereroi americani) è uno scrittore che arriva anni dopo che da la versione definitiva del personaggio e trasformando i cambiamenti introdotti nella prassi del personaggio. Vedi Frank Miller con Batman ed Elektra, o Mark Waid con Capitan America, o Grant Morrison con Superman. Idem per Alan Moore con Capitan Bretagna. Tutti gli aspetti ricorrenti del personaggio e altri suoi personaggi di supporto nonché villains tipici saranno qui introdotti per la prima volta e mai più se ne andranno dalle storie del Capitano di Sua Maestà, come: il Corpo dei Capitan Bretagna che presidiano ogni realtà alternativa; l'introduzione della classificazione degli universi alternativi per numero (e quindi l'introduzione della cifra di riconoscimento 616); la stupenda Saturnyne; la terribile Vixen; la nemesi Slaymaster; lo spaventoso e angosciante The Fury; il bizzarro Arcade come nemico ricorrente di Cap, il folle Mad Jasper, il macchiavellico e meschino Mago Merlino e la figlia Roma. Segue (oltre ad un cameo di Marvelman) pure una breve apparizione Meggan, futura compagna del nostro britannico protagonista, che qui non è ancora la gnocca come Jamie Delano la farà diventare nella run successiva a quella di Alan Moore (sempre con le matite di Alan Davis e senza ancora nessuna seconda ristampa). Questa storia rappresenta un pezzo importante della narrativa di Capitan Bretagna, ma anche un pezzo importante per la Marvel Comics e nonché il prototipo del Revisionismo anni '80 del supereroe.



E questo è tutto. Che dite Teleguardoni? Sono motivi sufficienti per convincervi a recuperare questa storia? Vi ha convinto quello che avete letto? Vi servono altri motivi? Oppure avete già letto la storia e volete dire la vostra? Per qualsiasi cosa, as usuale, scrivete nei commenti e fatecelo sapercelo!



- Symo

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