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venerdì 18 settembre 2015

La Scena Più Commovente Mai Letta (Baloon Central #5)

E' la domanda che mi ha fatto un mio amico un giorno, chiedendomi se storie dei fumetti potevano emozionarmi e farmi vivere emozioni vere e, talvolta, commuovere. E' ovvio che fanno commuovere, ma ho voluto raccontargli quella che per me è la più commovente. Avverto, che questo sarà un post molto triste, incentrato su cose molto commoventi e toccanti. Per me le minchiate, le battute e le altre cose di ridere sui personaggi dei fumetti...tornate un'altra volta, magari Venerdì prossimo. Da qua, si inizia a parlare seriamente della cosa, avverto che ci sono degli spoilers sulla trama...ergo, chiunque non voglia anticipazioni, è pregato di uscire. Oggi spieghiamo, perché Silver Surfer: Requiem è una delle cose più triste, belle, coinvolgenti e struggenti che abbia mai letto. 



Posso affermare con assoluta certezza, che leggere fumetti è la cosa che faccio da più tempo, l'hobby che coltivo da più anni, da quanto ne avevo solamente 4...per la precisione. Ho visto e letto di tutto, magari non possiedo materialmente tutte le cose che ho letto (dato che molte mi sono state prestate) ma sono comunque rimasto aggiornato su tutto quello che mi interessava e in qualche modo ho letto la storia. Ho provato ogni genere di sensazioni che delle vignette disegnate e colorate potessero trasmettere: interesse, rabbia, stupore, divertimento, eccitazione, curiosità, tristezza, malinconia, solitudine, determinazione, felicità, delusione, amarezza, amore, fiducia in qualcosa/qualcuno, speranza. Ognuna di queste sensazioni è stata strappata dal cuore di sceneggiatori e disegnatori e messa sotto forma di disegni e parole nel fumetto che, una volta che si apre l'albo e si sfogliano le pagine, si ammirano i disegni e si degustano le parole come un vino pregiato; il connubbio tra letteratura e arte del disegno entra con prepotenza nei nostri occhi e si fa velocemente strada per il cuore e il cervello...perchè i creatori dell'opera sanno che quello che hanno dentro la loro anima può servire per arricchire la nostra attravero un media tutt'oggi ancora sottovalutato.

Nonostante la mia lunga "carriera" di lettore (ho 22 anni, tra un pò 23, fate voi i conti da quanto tempo leggo) ci sono delle storie che colgono di sorpresa e scatenano una serie di reazioni inaspettate ma che fanno maturare: pensate ad un 16enne che legge Watchmen, Bone o 100 Bullets, pensate a quanto può cambiare il suo mondo fatto ancora di arcobaleni e unicotteri, a quanti significati nuovi possono avere le parole con cui possono essere descritte le 3 opere sopracitate...ma sopratutto a come poi sarà percepita la lettura nonchè creazione di una storia dopo che le opere di Alan Morre/Dave Gibbons, Jeff Smith e Brian Azzarello/Eduardo Risso si sono fatte strada nelle sue fribre emozionali e mnemoniche; sarà il suo metro di misura per il giudizio di una storia, di una qualsiasi storia...e lo sarà per sempre. Detto questo, ora potete capire perché Silver Surfer: Requiem (sotto certi aspetti) è andato ben oltre quello che ho provato leggendo i 3 grandi colossi dei comics Americani. Prima di addentrarci, spieghiamo un pò chi è Silver Surfer, uno dei più iconici personaggi della Marvel Comics.


Creato dal duo che plasmò l'intero Universo Marvel (o in ogni caso, il 90% di esso), Silver Surfer era un astronomo conosciuto con il nome di Norrin Radd e viveva sul pianeta d'origine Zenn-La. Un giorno, la tranquillità del suo pianeta fu sconvolta dall'arrivo di Galactus, un essere cosmico che per vivere si nutre dell'energia che tiene in vita i pianeti, intenzionato a divorare anche quello di Norrin Radd. Non potendo permette nè che il suo pianete venisse distrutto, nè che Galactus morisse di fame...decise di sacrificarsi proponento o al gigante un patto: egli sarebbe diventato il suo araldo e l'avrebbe condotto verso i pianeti di cui si sarebbe cibato, ma in cambio avrebbe risparmiato il suo. Galactus accettò e dopo averlo irradiato con il fantomatico Potere Cosmico, Norrin Radd divenne il surfista d'argento che tutti conosciamo. Già da questa piccola e riassuntiva presentazione, anche colui che non è abituato a leggere neanche i libri, può capire quanto limpido, trasparente e generoso fosse l'animo di questo essere.

Nel 2007, lo scrittore J. Michael Straczynski (già all'opera, in quel periodo, su The Amazing Spider-Man) insieme al brillante Esad Ribic, immagiano come avrebbe potuto essere la morte di questo personaggio. I due raccontano di come, per quanto immenso sia il potere che il surfista dispone...non è, ahilui, eterno. Di fatto, lo stesso potere che gli permette di controllare la sua tavola o di emettere potenti raggi è lo stesso che ha dato vita alla sua pelle argentata che (a causa del tempo) comincia a degradarsi ed essendo connesso al suo sistema nervoso, questa condizione comincia a causargli dei problemi. Dopo aver fatto degli accertamenti dall'amico nonchè leader dei Fantastici Quattro, Reed Richards/Mr. Fantastic, quest'ultimo gli comunica che ha poco più di un mese da vivere. 

Immagino che dopo tutto questo sproloquio vogliate sapere in definitiva qual'è la scena che mi ha fatto commuovere. Beh, in verità tutta la storia è un tripudio di lacrime, dato che ogni sviluppo è una possibile "scena commovente mai letta": è commovente vedere un genio come Reed Richards che, nonostante tutte le cose che è in grado di fare, è impotente davanti a questa situazione e non può far altro che gridare la sua muta rabbia con sguardi affranti dal dolore; è commovente vedere altre figure di spicco dell'Universo Marvel come il Dr. Strange (potente stregone) o Charles Xavier (fondatore degli X-Men) non poter far niente per aiutare o almeno alleviare il dolore di una delle persone più pure dell'universo nonostante tutto il loro potere; è commovente il discorso che ha con l'Uomo Ragno e tutte le cose che si dicono, mettendo così a nudo i due personaggi profondamente incompresi. 



Ma, in definitiva, la scena più commovente di tutta la storia è il suo finale.

Silver Surfer torna sul suo pianeta di origine per passare i suoi ultimi momenti. La gente va a trovarlo e lo accoglie come un eroe, come un messia, dato quello che ha fatto per loro in passato e per la persona che è stata in vita; chiunque lo tocchi eredita come una sorta di marchio che si manifesta ogni volta che si scatenano brutte sensazioni come rabbia o odio e fanno tornare "nei raghi" la persone e la riappacificano con chi si è trattato male. Durante i suoi ultimi momenti di convalescenza, il suo creatore Galactus viene a salutare una delle persone più cristalline che abbia mai conosciuto. Dopo che i due si sono parlati, si salutato e il surfista muore sereno, dopo che quest'ultimo ha esalato il suo ultimo respiro, il divoratore di mondi prende il suo corpo e lo trasforma in una stella visibile dagli abitanti di Zenn-La e da tutti i pianeti di tutte le galassie.



Questo, a mio parere, è stato il momento più commovente dell'intera storia ma anche di tutte le storie che in questi anni ho avuto il piacere di leggere...sostanzialmente perchè rappresenta la morte perfetta. So che può sembrare megalomane come frase, oppure inappropriata...ma tutti, nel nostro piccolo (quando pensiamo alla morte) sogniamo quella che possiamo chiamare "morte perfetta", ovvero che qualcuno o qualcosa, in qualche modo, lasci un segno che rappresenta il nostro passaggio non tanto nel mondo quante nelle vite delle persone che abbiamo toccato. Non interessa che l'intera galassia debba sapere che siamo esistiti, ci interessa sopratutto che le persone che ci sono state amiche durante la vita abbiano un ricordo "materiale" di noi....perchè a volte, il ricordo nel vero senso della parola non basta, c'è bisogno di qualcosa che si può vedere con gli occhi o toccare con le mani. Quando Silver Surfer diventa una stella grazie a Galactus, ogni volta che i suoi amici e tutti quelli che l'hanno conosciuto e voluto bene in vita, quando sentiranno così tanto la sua mancanza tanto da stare male...per guarire da questo dolore, sapranno dove guardare. 


Questo, a mio parere, è stato il momento più commovente dell'intera storia ma anche di tutte le storie che in questi anni ho avuto il piacere di leggere...sostanzialmente perchè rappresenta la morte perfetta. So che può sembrare megalomane come frase, oppure inappropriata...ma tutti, nel nostro piccolo (quando pensiamo alla morte) sogniamo quella che possiamo chiamare "morte perfetta", ovvero che qualcuno o qualcosa, in qualche modo, lasci un segno che rappresenta il nostro passaggio non tanto nel mondo quante nelle vite delle persone che abbiamo toccato. Non interessa che l'intera galassia debba sapere che siamo esistiti, ci interessa sopratutto che le persone che ci sono state amiche durante la vita abbiano un ricordo "materiale" di noi....perchè a volte, il ricordo nel vero senso della parola non basta, c'è bisogno di qualcosa che si può vedere con gli occhi o toccare con le mani. Quando Silver Surfer diventa una stella grazie a Galactus, ogni volta che i suoi amici e tutti quelli che l'hanno conosciuto e voluto bene in vita, quando sentiranno così tanto la sua mancanza tanto da stare male...per guarire da questo dolore, sapranno dove guardare. 

Ma, oltre a questo, c'è un'altra cosa su cui ho riflettuto: su quanto il media del fumetto sia sottovalutato da tutte le altre persone e come questo aspetto potrebbe essere perfettamente rappresentato da Silver Surfer. Il fu-Norrin Radd è un personaggio bellissimo su cui però i suoi stessi creatori puntano poco; forse per la difficoltà nel rappresentare un Surfer convincente e abbastanza aulico come solo Stan Lee (e ora anche J. Michael Straczynski) sapeva fare, o forse perchè magari interessano di più i personaggi che hanno acquistato notorietà grazie ai film, non so perchè si punta così poco su di lui...ma se gli venisse data un'occasione...sono sicuro che si aprirebbe un mondo vasto e bellissimo. Un pò come succede nei fumetti, che sono sempre bollati come un qualcosa destinato al divertimento dei bambini, ma io scommetto che se qualcuno leggesse questa storia si convertirebbe subito al magico e potente mondo del fumetto...ma perchè questo non succede? Semplicemente perchè non gli si conde una possibilità...e quando succede, ormai è troppo tardi, e poi ci si ritrova a parafrasare l'Uomo Ragno e dire una frase come: "che peccato non averlo potuto conoscere di più, che peccato che la sua voce sia stata poco ascoltata quando aveva così tanto da dire. Perchè ci accorgiamo sempre di queste cose quando ormai è troppo tardi?"


Da questa storia su cui spendo tutti i migliori complimenti del mondo, sia per la sceneggiatura, sia per i disegni sempre molto realistici e umani di Esad Ribic, si possono tratte tutti gli insegnamenti del mondo....io, personalmente, ho tratto il seguente insegnamento: non perdere tempo, perchè potrebbe essere troppo tardi. Se c'è qualcuno a cui volete bene, diteglielo, anche se non è un giorno particolarmente speciale...non trattenetevi solo "perchè non siete così", esprimente il vostro affetto prima che non possiate più farlo e se e avete un idea in testa, realizzatela, non trasformatelo in rimorso, buttatevi nell'impresa. Questo è quanto ho da dire, mi scuso sulla lunghezza delle mie parole, mi scuso se quanto ho detto potrebbe non essere all'altezza di quanto già illustrato dai due artisti...spero che apprezzerete almeno il fatto che, tutto quello che ho detto, viene dal cuore di un umile lettore.

- Symo

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