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venerdì 11 maggio 2018

Venom, Vol. 1 - Homecoming: la recensione (Baloon Central #142)

Oggi, parliamo della prima raccolta che contiene i primi sei numeri della nuova testata di Venom: VENOM, VOL. 1 - HOMECOMING. Perché? Perché dobbiamo.


Dati Generali:
TestiMike Costa
Disegni: Gerardo Sandoval
Volume Contenente: Venom #1-#6 (Vol. 3)
Anno di Pubblicazione: 2017
Etichetta: Marvel Comics
Prezzo: Venom #1, spillato quindicinale (numeri #1-#2) 3,20 €
              Venom #2, spillato quindicinale (numeri #3-#4) 3,20 €
              Venom #3, spillato quindicinale (numeri #5-#6) 3,20 €

Trama:
Venom è tornato! Ma non come pensate voi. Niente più "Agent Venom", niente più "agente dello spazio", niente più "protettore letale". Il nero simbionte è tornato semplicemente letale e più cattivo che mai, con un nuovo ospite che riscriverà la reputazione di Venom e lo farà tornare il terrificante nemico dell'Uomo Ragno. 

Il Mio Parere:
Parole d'ordine per questo volume? Le seguenti: L'avete voluto il vecchio Eddie Brock? Emmoh ve lo tenete. Marvel Comics cerca di accontentare le lamentele dei fan ridando al nero simbionte avversario di Spidey il suo ospite più famoso. E lo fa senza manco prendersi la briga di mentire e rilasciare le solite scuse: "No ma, in realtà, avevamo pensato tutto dall'inizio". 'Sta volta non si impegna e ogni pagina di Venom, Vol. 1 - Homecoming è un continuo gridar: "Si si, adesso arriva, un momento!".


Mike Costa parte da una idea dimmerda partorita da Brian Michael Bendis nella sua orripilante gestione dei Guardiani Della Galassia - più precisamente, nel periodo in cui cominciava ad inserire gente a caso nel roster, tra cui l'allor Venom/Flash Thompson - ovvero la retconata che vuole i simbionti non una razza malvagia e accattona di corpi, ma protettori di vita, dispensatori di buoni sentimenti e opuscoli di Greenpeace. Al di là del fatto che l'idea fa schifo in partenza, la qualità di un nuovo status quo sta tutto nel modo in cui l'ideatore la giustifica, e Bendis non lo fa. Per tanto, c'abbiamo 'sti simbionti che ora sono tutti orsetti del cuore e nessuno sa perché. Ma a Costa poco importa perché dal letame vede la possibilità di una fioritura e decide di sfruttare la ritrovata bontà simbiontica per organizzare una trama basata sul dualismo tra il corpo ospite e quello ospitato.

L'idea giudicata strettamente come tale non è nemmeno male, poiché si ribalta un attimino la situazione. Il simbionte è sempre stato cattivo e, al massimo, era lui quello che doveva essere tenuto a bada dall'ospite che voleva usarlo per il bene (come faceva Flash Thompson); qui invece è il contrario, visto che è Venom che deve tenere a bada Lee Price, il nuovo ospite criminoso, infame e scorretto. Ora, il problema di questa idea carina è che Digievolve prestissimo in una idea dimmerda a causa di due cose. La prima è la caratterizzazione di Price e Venom, dove il primo pare caratterizzato secondo i dettami della pagina di WikiHow "come essere malvagio". Il secondo, sembra invece che si sia ingoiato un seminarista: ci manca solo qualche rutto apostolico in piena fase digestiva per convincere Price a non fare cattiverie. Volevo scrivere che Price si comporta come il tipico villain da manga del cazzo fatto con lo stampino e Venom come un idiota, ma non volevo offendere né il cazzo, né gli idioti.


La seconda cosa - quella determinante e che affossa anche le più fievoli speranze di qualità - è la scrittura di Costa, che da una parte va capita, ma dall'altra (pur concedendogli l'empatia) non va giustificata. Immagino che in Marvel nessuno volesse accollarsi un onta del genere sul curriculum, e quindi credo che Costa o sia stato vittima di nonnismo, oppure ha pescato il cerino più corto: perché si, non voglio credere che si sia offerto volontario per questa serie, perché se così fosse vuol dire che ci troviamo davanti ad un disperato desiderio di suicidio male espresso. Ma in ogni caso, prendersi carico del ritorno di Eddie Brock come Venom (e farlo in maniera credibile e appassionante) era un compito difficile per tutti, quindi da una parte mi sento di comprendere questo povero cristo che si è proprio immolato per una missione suicida.

Dall'altra, però, il fatto che il compito che ti sei preso/ti hanno assegnato sia difficile non giustifica una scrittura così scialba, povera di spunti interessanti e creativi, ricca di noia e soprattutto piena zeppa di personaggi contraddittori, ma non nel senso buono del termine, ma nel senso che sfoggiano in più di un occasione - addirittura nell'arco della stessa vignetta! - comportamenti incoerenti che manco i peggiori bipolari, tant'è che se questo volume fosse stato analizzato da uno psicologo troverebbe di sicuro una qualche disturbo bello forte nella psiche dei personaggi: e magari quel disturbo prenderebbe pure il nome da quei personaggi. Il punto è che l'incoerenza è la conseguenza di tutta una serie di forzature e facilonerie che Costa applica alla trama perché deve uscire Eddie Brock prima del 5 Ottobre 2018 e quindi, siccome lo scrittore ha pressa di arrivare, perde di vista tutti i dettagli e le piccolezze che fanno grande una storia, scrivendo sei numeri di eventi a casaccio scritti senza alcun mordente e voglia di farlo. Riassunto? Fa il compitino, del compitino.

Ora, se credevate che i testi di Mike Costa fossero la cosa peggiore di Homecoming, vi dovete ricredere. Eh si, non abbiamo ancora parlato del peggio. Troppo facile se solo i testi facessero cagare: ci si mettono pure i disegni, e in misura maggiore.


Il disegnatore scelto è Gerardo Sandoval, uno degli allievi di una "corrente artistica" nata negli Anni '90: fondere il tradizione stile supereroistico dell'epoca, fatto di belle curve ed ipertrofia, con lo stile nipponico dei manga. Famoso esponente di questa tecnica: Joe Madureira, disegnatore che non ho mai, veramente, potuto sopportare proprio per lo stile che lo ha reso famoso. Ora, prendente Madureria, drogatelo per una cinque/sei anni, fatelo sopravvivere a malapena ad un ictus e rimettetelo a disegnare al ritmo delle canzoni dei Teletubbis e dei Puffi. Fatto? Bene, ora avete Gerardo Sandoval: disegnatore che scopiazza ignobilmente il suo "maestro" Madureira e propone uno stile che è la copia, della copia, della copia della scopiazzatura di stile ignobile e senza ritegno. 

Sandoval è la sottomarca di Madureria. La metà delle forze del disegnatore sono spese, più che a delineare una sequenza di immagini chiara e in linea con i testi, a trovare il modo di omaggiare Madureria, concentrandosi su dettagli inutili come la ipertrofia tipica da manga o i ciuffetti esagerati e alla cazzo, sempre provenienti dalla tradizione dei manga. Già la storia era campata per aria, figuriamoci poi come diventa chiara con tavole che sono un pessimo esercizio di stile. E siccome vuol proprio arrivare prima a questa gara dell'incapacità, ci sono alcune pagine che non solo realizzate da lui, ma dal suo più piacevole collega Juanan Ramírez, che non ha uno stile ricercato, ma almeno non disegna come se fosse appena tornato dal Vietnam. E il fatto che si sia fatto sostituire in alcune tavole la dice ulteriormente lunga su di lui: 'sto tizio rigurgitato fuori dal vomito di un Liefeld in fase di costipazione, disegna talmente male, che non è stato capace di tutte le pagine di tutti i numeri. E magari ci fosse stato fin dall'inizio, a sto punto.

Conclusioni:
Dopo tante richieste da parte dei fan, e con il film di Venom in cui Tom Hardy interpreterà il protagonista sul groppone, la Marvel Comics si comporta verso i suoi lettori come il classico genitore che - sfinito dalle continue e incessanti richieste lamentose dei figli - accontenta stremato e scazzato i desideri dei propri pargoli. Risultato: Venom, Vol. 1 - Homecoming.

Come postilla finale voglio ringraziare l'amico e collega Lorenzo Cardellini per avermi affiancato in questa recensione, visto che la suddetta è stata scritta a quattro mani da me e da lui dopo una conversazione in cui abbiamo inveito senza pietà contro questi sei numeri. Siccome non bastava sfogarci verbalmente, abbiamo deciso di farlo anche per iscritto. E, si, adesso stiamo un po' meglio. I fan di Venom un po' meno.

- Symo

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