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martedì 29 maggio 2018

Black Lightning: Stagione 1 - la recensione (Pick A Card-Cer #122)

Oggi, parliamo di un telefilm, perché - come sempre - ne abbiamo voglia. Recensione della prima stagione di BLACK LIGHTNING.



Trama:
Nove anni fa, Jefferson Pierce ha fatto la sua scelta: appendere al chiodo il costume e la sua identità segreta di supereroe dopo aver visto gli effetti di quella vita sulla sua famiglia. Tuttavia, quando sua figlia - una ragazza indipendente, diretta e con una vena selvaggia - decide di farsi giustizia da sola e il suo ex pupillo - uno studente modello - è reclutato da una banda locale, Pierce è costretto a tornare nei panni del ricercato vigilante noto come Black Lightning, capace di sfruttare e controllare l'elettricità.

Il mio Parere:
Black Lightning si presenta inizialmente al pubblico come ben più dell'ennesimo telefilm supereroistico targato DC Comics/The CW. Osservando bene regia, incipit e character, il serial basato sull'omonimo personaggio creato da Tony Isabella e Trevor Von Eeden nel 1977, si presenta come il primo rappresentate di una nuova generazione di serial comics.

In principio fu Arrow, serial sul personaggio di Freccia Verde e che ancora oggi detiene il grande merito di aver ri-fertilizzato il piccolo schermo da fallimenti precedenti (una e due, tanto per fare dei nomi). Poi venne Marvel's Daredevil, il quale imparò da Arrow e tutti i suoi predecessori, riscrivendo insieme a Netflix le regole della serialità televisiva supereroistica. Black Lightning non è altri che il capitolo successivo, quella generazione che sta imparando sia da Arrow, ma anche da Marvel's Daredevil, in modo da affinare ancor di più il tiro e sfornare il prodotto di genere supereroi definitivo. Per qualcuno tali ispirazioni potrebbero essere immaginarie, ma in realtà sono così evidenti da essere chiare pure ad una persona senza occhi.


L'incipit - e pure il leitmotiv della serie - sono strutturati in modo da delineare un eroe cupo, spezzato e stanco, oltre che dai metodi brutali, ma dalle giuste e incrollabili motivazioni che, all'inizio della serie vengono accantonate ma che finiranno con l'essere riscoperte. Il Black Lightning di questo adattamento, pertanto, si presenta come un grande esempio di trasposizione, presentando al suo interno le caratteristiche della sua originale versione (preside di una scuola), quella di un personaggio generalmente appetibile al pubblico (Batman, quando si parla dei suoi anni di ritiro) e quella di un personaggio che ha saputo fare la differenza nel media in questione (Daredevil, per l'appunto).

Con questa caratterizzazione si costruisce un personaggio decisamente irresistibile, dato che si crea attorno a lui una mitologia regressa nota al parco di characters, ma non allo spettatore che lo scoprirà con il progredire del serial, cosa che donerà sempre più fascino al protagonista. Fondendo poi i tre aspetti delineati prima, si crea così un approccio familiare allo spettatore stesso, perché basato su meccaniche note ma presentato in una veste nuova. Se poi si aggiunge un Cress Williams in perfetta sintonia con  Jefferson Pierce, il risultato è ancor più incredibile e accattivante.


Altro indizio a conferma della tesi che vuole il serial di Salim Akil come primo capostipite di una nuova generazione, sono gli elementi e le tematiche che riesce ad affermare con più incisività rispetto ai suoi predecessori. Guardando dai primi episodi si può notare come Black Lightning sia un Marvel's Luke Cage fatto meglio, in quanto l'eroe DC è riuscito dove quello Marvel ha fallito. Il serial sull'ex-Power Man era praticamente l'angolo di sfogo di Cheo Hodari Coker, serie che ha saputo ben valorizzare la storia degli afro-americani, a discapito però dell'elemento supereroistico, cosa che ha fatto sprofondare Marvel's Luke Cage in una prolissa lezione di storia. Black Lightning vede Luke Cage e rilancia, promettendo di parlare e valorizzare tali tematiche mediante il lavoro del suo alter-ego in giacca e cravatta, senza però dimenticare la vita in spandex del protagonista. L'azione quindi accompagna la cultura, senza che la prima sia l'elogio all'ignoranza, e la seconda una predica clericale, confezionando un prodotto bilanciato nei contenuti e nella forma e scorrevole nella visione.

Un'ulteriore evoluzione si vede anche nello stile, nella regia e nell'approccio - a livello di trama e target - adottato dalla The CW. Se si considerano tutti i serial supereroistici mandati in onda dal network (Smallville compreso), Black Lightning è quello in cui sono più assenti le caratteristiche ricorrenti del loro modus operandi. Niente storie di origini, niente "villain del giorno" o elementi che possano ricondurre ad una proceduralità di qualche tipo. Black Lightning è un drama a tutto tondo con una precisa direzione e che considera diversi aspetti ed influenze del protagonista; infatti, una inaspettata importanza è data dalla sempre reverenziale attenzione concentrata sulla cittadina di Freeland, vista come un insieme compatto di vite e storie legate indissolubilmente al protagonista principale, il quale ne è il portavoce/essenza, ma allo stesso tempo una pedina in uno scacchiere più grande di lui, offrendo quindi una riflessione culturale e sociale maggiore di Marvel's Luke Cage. Tuttavia, esistono anche i difetti.


Analizzato come Black Lightning possa considerarsi come “superiore” rispetto a molte altri colleghi supereroistici di successo, le quali però peccano quasi sempre di cliché narrativi duri a morire. E proprio per come, nonostante tutto, il materiale a disposizione venga gestito male. Per fare un esempio - ricorrente soprattutto negli episodi finali e nel season finale - molte cose vengono lasciate in sospeso, non tanto per un desiderio di una seconda stagione, quanto poca abilità nel gestire troppo storyline. Per fare degli esempi, quando alcune trame raggiungono la propria conclusione, si tira come una specie di freno a mano che impedisce il corretto dispiegamento del colpo di scena, oppure che vengono accantonate o risolte in modo molto veloce e superficiale, oltre che l'introduzione di personaggi accantonati o eliminati subiti. Insomma, se su certi aspetti il serial ha dimostrato molta cura e costanza nello sviluppo, su molti altri si è dimostrato sbrigativo e superficiale.

Conclusione:
The CW dimostra la maturazione del suo stile sfornando Black Lightning, una serie che riprende un discorso iniziato da Marvel’s Luke Cage, presentandolo con parole e approcci migliori. Vedendo il network di trasmissione, la serie della showrunner Salim Akil si dimostra un prodotto diverso e atipico – quasi anti-The CW – e che spicca visibilmente rispetto ai suoi colleghi. Attualmente non sembra essere collegato a nessun’altro prodotto del Flarrow-Verse, ma i nove anni di gap si prestano bene ad un suo retroattivo inserimento futuro. Il finale a metà che un po’ emoziona e un po’ lascia l’amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere, però - tutto sommato - i pregi superano i difetti.

- Symo

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