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lunedì 22 gennaio 2018

Secret Wars 2015 (la recensione)

Come detto qui, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin IIII Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta si continua con GUERRE SEGRETE 2015.


Dati Generali:
Testi: Jonathan Hickman
Disegni: Esad Ribic
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Secret Wars (2015) #0-#9
Prezzo: 3,30 €

Trama:
Nonostante i tentativi i Vendicatori di fermare l'incursione, quest'ultima si è abbattuta sugli ultimi universi rimasti - 616 e 1610 - causando la distruzione totale del Multiverso Marvel. Ma l’Universo Marvel non è morto: al suo posto, c'è Battleworld! Dalle ceneri del Multiverso è sorto un pianeta costruito con pezzi di altere realtà comandato dall'uomo che è riuscito a salvare l'universo e oro lo comanda come dio: il Dottor Destino! Qualcuno però ricorda il suo passato da criminale, e farà di tutto per ripristinare la realtà di un tempo.

Il mio Parere:
Si sono dette tante cose su questa miniserie, sia belle che brutte. Partiamo dunque da una premessa: a me, il revival 2015 delle Guerre Segrete è piaciuto: e anche molto. Questo perché vedo il Secret Wars di Jonathan Hickman e Esad Ribic come la conclusione di un cerchio.


Flashback, andiamo indietro di trent'anni. E' il 1985 e l'originale Guerre Segrete (di Jim Shooter ai testi e Mick Zeck ai disegni) si è appena conclusa. Andando all'osso della questione, questa miniserie in dodici parti - che si può definire il primo crossover moderno dove poter organizzare importanti svolte di caratterizzazione che si rifletteranno poi sulle testate dei singoli partecipanti - è praticamente il one man show del Dottor Destino. Fin dalle prime vignette, Destino si dimostra il vero protagonista delle originali Guerre Segrete e tutti i dodici numeri che compongono la saga sono una occasione per Shooter per definire la sua personalità e renderla ancora più Shakespeariana di quanto non lo fosse prima. Un passaggio in particolare è quello che ci interessa, quello che rende ufficialmente la saga una sua storia. Quando Destino ottiene il potere dell'Arcano, il despota di Latveria concede una risoluzione pacifica del conflitto con qualcuno che ritiene "abbastanza degno"; quel qualcuno non è Reed Richards, ma Capitan America.

Shooter ci dice chiaramente che l'altra faccia di Destino è Capitan America, e non il capo dei Fantastici Quattro, perché il Capitano rappresenta la libertà tanto quanto Destino rappresenta la tirannia. I due, pur non avendo reali super poteri, sono probabilmente i personaggi più carismatici in assoluto tra gli esseri umani. Solo loro sono capaci di zittire folle con un gesto e solo loro sono stati capaci di farsi ubbidire da entità divine. Destino, derubandole del proprio potere, Cap grazie alle sue doti strategiche. Non è un caso che Shooter infili tra le vignette iniziali quella che vede Thor che si mette umilmente agli ordini di Steve Rogers. Un dettaglio che passa quasi inosservato ma che assume significato nel corso della storia. E' Cap che offre aiuto a Destino la prima volta, quando Destino rifiuta in modo sprezzante. E sempre Cap nella scena finale, che rispecchia drammaticamente la prima, gli offre aiuto quando Destino sta perdendo il controllo del proprio potere. Destino non risponde, ma sembra che stavolta, pur onnipotente, voglia accettare l'offerta d'aiuto.

Detto ciò, se Guerre Segrete 1985 era la storia del Dottor Destino, Guerre Segrete 2015 è la storia di Victor Von Doom.


Se nella originale miniserie il personaggio affermava il suo ruolo di "Dottor Destino" - un despota e tiranno, sempre alla ricerca del potere non per scopi malvagi, ma benefici (anche se portati avanti in modo ambiguo e distorto) - nel revival del 2015, Destino afferma il suo ruolo di "Victor Von Doom". Succede che, dopo un tot di anni, i personaggi dei fumetti devono riaffermare loro stessi, poiché quest'ultimi sono solo gocce nel vasto oceano che è l'umanità. Il fatto è essi siano senza tempo, è proprio perché questi personaggi riescono a farsi piacere così tanto da degli uomini e delle donne che si ricordano di loro per tutta la durata della loro vita, facendo in modo che questi esseri immaginari sopravvivano alla mortalità della vita: perché, a differenza degli esseri umani, quelli immaginari possono essere immortali. Ma in quanto immortale, questi personaggi devono anche essere attuali per ognuna delle generazioni che camminano sulla Terra; per tanto, ognuno di loro si trova spesso a doversi aggiornare ai tempi.

Jonathan Hickman prende la strada più lunga, un po' perché gli stilemi della narrazione moderna glielo impone, e un po' perché certi passaggi entrati nella storia di questi personaggi, non possono essere analizzati con superficialità. Così organizza un masterpolitting di mastodontiche dimensioni dove, indubbiamente, i protagonisti sono i Fantastici Quattro e il Dottor Destino. Non ho parlato di buoni e cattivi, perché entrambi hanno comportamenti da villain e da eroi, nel corso della saga. Ma in puro stile Marvel, Hickman delinea questi personaggi come delle persone, poiché nella Casa Delle Idee - a differenza della DC - l'uomo che porta la maschera è più importante della maschera stessa. Va detto che nonostante gli F4 facciano la loro parte (Reed Richards in primis) Secret Wars 2015 è di nuovo il one man show del Dottor Destino: con l'unica differenza, che in questi nove numeri si potenzia l'aspetto sotto la fredda e metallica maschera di Destino.


Se le prime Guerre Segrete lo contrapponevano a Capitan America, le nuove Guerre Segrete lo contrappongono a Reed Richards. Analizzando la descrizione di Hickman nella saga, l'autore valorizza e potenzia ulteriormente il legame che unisce Richards/Von Doom, plasmando di conseguenza la visione di Shooter. Capitan America e il Dottor Destino sono indubbiamente dei nemici ideologici, in quanto uno è un rappresentante dell'uomo libero, l'altro dell'uomo in catene. Per tanto, si potrebbe dire che Cap e Destino sono due facce della stessa medaglia; due facce che vanno pari passo e che cedono repentinamente il passo l'una all'altra ma che, sostanzialmente, non si guardano quasi mai in faccia. Una delle due sa che l'altra è lì che lo aspetta e sa che deve combattere affinché l'altra non prenda il sopravvento. Jim Shooter delinea quindi una lotta eterna destinata a non finire perché, anche se sotto la maschera di Capitan America e del Dottor Destino non ci saranno Steve Rogers e Victor Von Doom, finché qualcuno crederà nei loro ideali, la lotta continua. Tutto il contrario della relazione Richards/Von Doom.

In questo crossover, Hickman lascia da parte la maschera e si concentra sugli uomini, delineando (e sottolineando) Reed Richards come come lo specchio di Victor Von Doom e viceversa. L'autore si dimostra un grande demiurgo della continuità Marvel e della mitologia dei Fantastici Quattro, dando una interpretazione originale della lotta eterna tra questi due personaggi, memore e impreziosita dal passato delineato dai grandi autori venuti prima di lui sulla testata Fantastic Four. Erroneamente si potrebbe dire che quest'ultimi siano nemici naturali, in quanto uomini uniti dallo stesso desiderio di scoperta e risoluzione. In realtà, Hickman ci suggerisce che sia Reed che Victor non sono amici, non sono nemici, non sono conoscenti, ma immagini speculari l'uno dell'altro, qualcuno potrebbe dire che sono due facce della stessa moneta ma invece sono molto più.

Sono entrambi lo specchio e l'immagine riflessa, talmente simili e speculari, che non si capisce chi sia lo specchio e chi lo specchiato; la cosa che li differenzia e li divide è la maniera antitetica del loro modus operandi e dalla loro visione della vita, cosa che genera in loro una frustrazione così grande che solo la lotta fisica può compensare il fastidio di non raggiungere un compromesso, cosa che ha finito per definire certe loro caratteristiche. Hickman fa infatti leva sulle loro similitudini e differenze, valorizzando i punti in comune ed accentuando le divergenze, sopratutto quelle etiche, religiose e comportamentali, differenze nate (per l'appunto) dalla formazione differente generata dalle diverse esperienze e conseguenti approcci. Ad un certo punto, la cosa viene resa magistralmente anche coi magnifici disegni da Esad Ribc. Come paragonare due figure a doppio filo come Victor Von Doom e Reed Richards? Semplice, sovrapponendo quelle facce usando dei riquadri: non per niente questi sono forme geometriche aventi lati uguali. Lato x Lato quanto fa? Mr. Fantastic e il Dottor Destino


Questa è la chiave di lettura che ho visto in questa storia: una storia, sull'uomo dietro la maschera del monarca di Latveria. Tutto il resto? Di tutto il resto si può dire che i nove numeri di Secret Wars sono numeri contraddistinti da grande epicità, ricchi di personaggi e situazioni diverse, a ciascuno dei quali è stato dato il giusto spazio poiché ognuno di essi selezionato per uno scopo preciso. Ogni numero ha lasciato con il fiato sospeso e si è contraddistinto per particolari scene e sequenze, però va detto che il messaggio principale è quello della rivalità Richards/Von Doom prima delineato, promotrice di un discorso legato alla ciclicità della vita, senza dimenticare però il passato. Un discorso di eredità, di passaggio di testimone e di uomini con intenzioni.

Di contro, Secret Wars ha cambiato tutto senza davvero cambiare niente, rimescolando le carte e portandole al mazzo originale. Tutto torna ad un punto di partenza abbastanza neutro, con qualche aggiunta qua e là e tanta curiosità per il futuro. Ma che ci volte fare? E' una esigenza del mercato supereroistico americano essere sempre accessibili contemporaneamente a nuovi lettori e quelli vecchi, questo - va detto - non è nemmeno colpa di Hickman e Ribic.


Alla parte grafica, troviamo un Esad Ribic in formissima, disegnando tavole ricche di emozione e vita, una più bella dell’altra. La cura del particolare, il grande realismo anatomico, l’espressività dei volti dei personaggi fanno sì che Secret Wars sia una storia visivamente maestosa. Sembra di vedere in sequenza uno stile pittorico come quello di quadri quali La Zattera Della Medusa in versione sequenziale. Poche parole vanno aggiunte alla sua bravura, poiché le sue tavole parlano decisamente da sole.



Conclusione:
La chiusura e l'inizio di un cerchio. Tutto finisce, tutto inizia. Secret Wars 2015 è una esperienza narrativa e grafica assolutamente da leggere!

- Symo

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