Come detto qui, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin III, I Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta si continua con SECRET WARS TOO.
Dati Generali:
Dati Generali:
Testi: Jonathan Hickman, Al Ewing, Kate Leth, Kyle Starks, Rob Guillory, Ryan Browne & Eric Powell
Disegni: Brian Churilla, Jacopo Camagni, Brittney Williams, Ramon Villalobos, Rob Guillory, Ryan Browne & Eric Powell
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Secret Wars Too (Vol. 1) #1
Prezzo: ND
Trama:
Gli Arcani affondano la loro (spaventosa, extra-dimensionale) mano al marketing: Siamo Arcani, Sognatori, Distruttori: tutta la realtà è il nostro capriccio. E francamente ... ci annoiamo. Questi racconti provenienti dai vari domini di Battleworld - non di eroismo o conseguenze, ma di umorismo - forniscono una breve tregua da millenni di onnipotenza. Non possiamo essere compresi dalla minuscola mente umana. Rivolgi la tua attenzione a questo numero invece di provare. Prego.
Il mio Parere:
Da House Of M in poi, la Marvel ha sempre avuto questa "usanza" di rilasciare dei one-shot contenenti delle storie brevi realizzate o da grandi nomi dei comics, o da artisti esordienti; così, giusto per saggiare la bravura delle new entry, oppure dare libero spazio ai veterani per sfogare la loro cazzoneria/voglia di sperimentare sfruttando personaggi noti della Casa Delle Idee. In particolare, vista anche la trama di Secret Wars Too (traducibile come "Anche questo è Secret Wars") la Marvel decide di prendere gli artisti chiamati in gioco, drogarli con una dose tagliata malissimo e col bicarbonato del Gas del Joker e lanciarli verso storie fatta di pura cazzoneria. Questa volta, insomma, ci troviamo davanti ad un volume che prende in giro l'evento stesso, ripescando e continuando un usanza che la Marvel ha sempre avuto fin dalla seconda metà degli anni '60 grazie a serie come Not Brand Echh, ovvero quella di parodiare sé stessa.
Parlare di un qualche tipo di direzione artistica in questo one-shot è davvero difficoltoso dato che non c'è. Se proprio uno vuole trovarci un senso dato dalla somma corale delle storie, si può dire che - attraverso l'utilizzo dei protagonisti scelti - i vari autori si mettono alla prova saggiando le varie sfumature dell'arte del non-sense. In realtà, Secret Wars Too è più una parodia/perculata a certi stilemi narrativi che sono diventati un arma a doppio taglio per i personaggi: una caratteristica rafforzante, ma anche motivi di stereotipo. Il difetto/pregio di one-shot come Secret Wars Too, è che molte delle storie possono sicuramente lasciare il segno per la loro particolarità, ma tante altre possono essere scordate in fretta per due motivi: la loro poca eccezionalità, oppure perché strettamente legate all'evento a cui sono collegate. Questo, è per dare un giudizio complessivo se si conta la visione d'insieme. Se invece si vuole entrare più nel merito delle storie, beh, essendo un formato antologico, ogni storia va valutata a sé. Insomma, ci troviamo davanti al caso analogo visto con Secret Wars: Secret Love. Quindi, di seguito, commentiamo Secret Wars Too storia per storia. E via che si va!
Sraw Terces (testi/disegni: Jonathan Hickman/Brian Churilla)
Indubbiamente il pezzo forte di Secret Wars Too, poco strategicamente messa in apertura del numero, poiché dopo queste dieci pagine, l'albo va scemando in qualità. Jonathan Hickman - grande architetto Marvel, nonché Masterplotter di grande bravura - prende in giro sé stesso e la Casa Delle Idee, confezionando qualcosa di sicuramente comico, "confessandosi" anche un poco. La risata, infatti, maschera abilmente la strizza e la pressione che anche un talentuoso scrittore come Hickman abbia potuto sentire quando sulle sue spalle c'è il destino di un intero universo. A fare da "prete confessore" dello scrittore, un Dottor Destino caratterizzato impeccabilmente anche in veste di spalla comica. Una storiella di sei pagine scarse, che però regala uno sguardo (seppur parodistico) agli uffici Marvel, un viaggio nella mente di uno scrittore e genuine risate di pancia. Ottimi anche i disegni di Brian Churilla, perfetti per il taglio della storia.
Great Incomprehensibility (testi/disegni: Al Ewing/Jacopo Camagni)
Penso che cercare di trovare un senso alla storia sia forse la cosa più non-sense del già incalcolabile alto tasso di non-sense della storia stessa. Sostanzialmente, il talentuoso Al Ewing - in un modo così cazzaro, che più cazzaro di così non si può - ci fa capire quanto siano fighe le origini dell'Uomo Ragno e che così devono andare, altrimenti i risultati potrebbero manifestarsi se lo cose fossero andate diversamente potrebbero essere catastrofici, come avere uno Zio Ben stronzone o un Peter Parker investito di identità segrete assurde, come Glider-Man o, addirittura, Zack Snyder-Man. Un racconto veramente allucinato senza né capo, né coda, con buone matite di Camagni.
Pizza Quest (testi/disegni: Kate Leth/Brittney Williams)
Ambientata primo/dopo/durante/non s'è capito, ma comunque dalle parti di Siege, la storiella vede Kate Bishop e Miss America mollare la battaglia per riempirsi la panza, viaggiando per Battleworld e incrociando la strada anche in domini come Old Man Logan e M.O.D.O.K. Assassin. Una delle storie più legate all'evento principale delle altre, e anche una delle meno divertenti. La comicità è piuttosto forzata e stereotipata, incentrata sui vari bisogno volubili delle dotte su cui Facebook e Youtube scherzano, e diviene per tanto triste in quanto comicità buona per tutti ma speciale per nessuno. Una vera pizza, insomma (battutona, giusto per rimanere in tema). Peccato per i disegni molti ben curati di Brittney Williams, che mi ricordano un sacco lo stile CartoonNetworkoso di Kim Possibile.
Last Days Of D-Man (testi/disegni: Kyle Starks/Ramon Villalobos)
Faccio outing: da piccolo D-Man mi stava simpaticissimo. Sulle pagine di DD veniva pubblicato il primo numero della gestione di Kurt Busiek e George Peréz sui Vendicatori. D-Man veniva rappresentato come un eroe barbone che viveva nelle fogne e veniva bistrattato dal quell'aristocratico acidissimo di Ercole, per poi venir bacchettato da Capitan America che lo riprendeva dicendoli che era un vero eroe e nessuno doveva parargli male; mi faceva un sacco di tenerezza, ma mi rendo conto che un personaggio del genere è più usato per situazioni, per l'appunto, comiche. Ecco, il povero e bistrattatissimo D-Man qui viene usato per ribaltare il concetto di Last Days: se per tutti gli altri era l'ultimo grande giorno prima dell'incursione, per D-Man è il primo grande giorno della sua carriera... fino alla tragica fine del pianeta. Il Fantozzi dei supereroi brillantemente illustrato da un Ramon Villalobs azzeccatissimo.
#GalHackedTus (testi & disegni: Rob Guillory)
Piccola critica/denuncia contro i Leoni Da Tastiera, rivista però con l'ausilio dei personaggi Marvel. Insomma, poteva essere fatta meglio. Il punto è che l'autore cerca di essere divertente, portando però all'attenzione del lettore una tematica dove cerca di facilitarne la fruibilità attraverso la risata. Il risultato non è di quelli sperati per un semplice motivo: Rob Guillory non è Jonathan Hickman.
The Bear Without Fear (testi & disegni: Ryan Browne)
Altra storia di pur non-sense: non tanto quanto quella di Al Ewing di cui sopra, ma quanto basta. Ryan Browne riprende una storyline che ancora oggi va, in un certo senso, avanti: il triangolo amoroso tra Wolverine-Jean Grey-Ciclope, triangolo che nonostante vari matrimoni, morti, resurrezioni non s'è mai risolto, finendo per diventare preso da caratteristica che legava i tre personaggi, a stereotipo quasi parodistico. Ecco, Browne non fa altro che rendere quello che era solo un pensiero arrabbiato dei forum in realtà, dirottandolo verso una deriva comica e inaspettata con l'utilizzo di Beardevil: una delle tante versioni animalizzate dei supereroi Marvel, di cui il più famoso è Spider-Pork. Superlativi anche i suoi disegni.
Doom: Behind The Tyranny (testi & disegni: Eric Powell)
Si conclude purtroppo in bruttezza e purtroppo con Eric Powell, artista completo di grande bravura che rilascia questa miserie di due pagine in cui il Dottor Destino deve partecipare ad uno di quei programma ripresi dal vivo e in diretta. L'unica cosa buona, oltre ai disegni, sono i dialoghi di Destino, che parodizzano le iperbole del periodo Stan Lee/Jack Kirby. Ma per il resto, insomma, capisco il target e il piglio del one-shot, ma da Powell mi aspettavo comunque di più.
Conclusione:
Secret Wars Too è un one-shot assolutamente cazzaro ma spassoso e utile per passare il tempo. Certo, con i suoi alti e bassi, ma qualche risata si fa eccome.
- Symo
Parlare di un qualche tipo di direzione artistica in questo one-shot è davvero difficoltoso dato che non c'è. Se proprio uno vuole trovarci un senso dato dalla somma corale delle storie, si può dire che - attraverso l'utilizzo dei protagonisti scelti - i vari autori si mettono alla prova saggiando le varie sfumature dell'arte del non-sense. In realtà, Secret Wars Too è più una parodia/perculata a certi stilemi narrativi che sono diventati un arma a doppio taglio per i personaggi: una caratteristica rafforzante, ma anche motivi di stereotipo. Il difetto/pregio di one-shot come Secret Wars Too, è che molte delle storie possono sicuramente lasciare il segno per la loro particolarità, ma tante altre possono essere scordate in fretta per due motivi: la loro poca eccezionalità, oppure perché strettamente legate all'evento a cui sono collegate. Questo, è per dare un giudizio complessivo se si conta la visione d'insieme. Se invece si vuole entrare più nel merito delle storie, beh, essendo un formato antologico, ogni storia va valutata a sé. Insomma, ci troviamo davanti al caso analogo visto con Secret Wars: Secret Love. Quindi, di seguito, commentiamo Secret Wars Too storia per storia. E via che si va!
Sraw Terces (testi/disegni: Jonathan Hickman/Brian Churilla)
Indubbiamente il pezzo forte di Secret Wars Too, poco strategicamente messa in apertura del numero, poiché dopo queste dieci pagine, l'albo va scemando in qualità. Jonathan Hickman - grande architetto Marvel, nonché Masterplotter di grande bravura - prende in giro sé stesso e la Casa Delle Idee, confezionando qualcosa di sicuramente comico, "confessandosi" anche un poco. La risata, infatti, maschera abilmente la strizza e la pressione che anche un talentuoso scrittore come Hickman abbia potuto sentire quando sulle sue spalle c'è il destino di un intero universo. A fare da "prete confessore" dello scrittore, un Dottor Destino caratterizzato impeccabilmente anche in veste di spalla comica. Una storiella di sei pagine scarse, che però regala uno sguardo (seppur parodistico) agli uffici Marvel, un viaggio nella mente di uno scrittore e genuine risate di pancia. Ottimi anche i disegni di Brian Churilla, perfetti per il taglio della storia.
Great Incomprehensibility (testi/disegni: Al Ewing/Jacopo Camagni)
Penso che cercare di trovare un senso alla storia sia forse la cosa più non-sense del già incalcolabile alto tasso di non-sense della storia stessa. Sostanzialmente, il talentuoso Al Ewing - in un modo così cazzaro, che più cazzaro di così non si può - ci fa capire quanto siano fighe le origini dell'Uomo Ragno e che così devono andare, altrimenti i risultati potrebbero manifestarsi se lo cose fossero andate diversamente potrebbero essere catastrofici, come avere uno Zio Ben stronzone o un Peter Parker investito di identità segrete assurde, come Glider-Man o, addirittura, Zack Snyder-Man. Un racconto veramente allucinato senza né capo, né coda, con buone matite di Camagni.
Pizza Quest (testi/disegni: Kate Leth/Brittney Williams)
Ambientata primo/dopo/durante/non s'è capito, ma comunque dalle parti di Siege, la storiella vede Kate Bishop e Miss America mollare la battaglia per riempirsi la panza, viaggiando per Battleworld e incrociando la strada anche in domini come Old Man Logan e M.O.D.O.K. Assassin. Una delle storie più legate all'evento principale delle altre, e anche una delle meno divertenti. La comicità è piuttosto forzata e stereotipata, incentrata sui vari bisogno volubili delle dotte su cui Facebook e Youtube scherzano, e diviene per tanto triste in quanto comicità buona per tutti ma speciale per nessuno. Una vera pizza, insomma (battutona, giusto per rimanere in tema). Peccato per i disegni molti ben curati di Brittney Williams, che mi ricordano un sacco lo stile CartoonNetworkoso di Kim Possibile.
Last Days Of D-Man (testi/disegni: Kyle Starks/Ramon Villalobos)
Faccio outing: da piccolo D-Man mi stava simpaticissimo. Sulle pagine di DD veniva pubblicato il primo numero della gestione di Kurt Busiek e George Peréz sui Vendicatori. D-Man veniva rappresentato come un eroe barbone che viveva nelle fogne e veniva bistrattato dal quell'aristocratico acidissimo di Ercole, per poi venir bacchettato da Capitan America che lo riprendeva dicendoli che era un vero eroe e nessuno doveva parargli male; mi faceva un sacco di tenerezza, ma mi rendo conto che un personaggio del genere è più usato per situazioni, per l'appunto, comiche. Ecco, il povero e bistrattatissimo D-Man qui viene usato per ribaltare il concetto di Last Days: se per tutti gli altri era l'ultimo grande giorno prima dell'incursione, per D-Man è il primo grande giorno della sua carriera... fino alla tragica fine del pianeta. Il Fantozzi dei supereroi brillantemente illustrato da un Ramon Villalobs azzeccatissimo.
#GalHackedTus (testi & disegni: Rob Guillory)
Piccola critica/denuncia contro i Leoni Da Tastiera, rivista però con l'ausilio dei personaggi Marvel. Insomma, poteva essere fatta meglio. Il punto è che l'autore cerca di essere divertente, portando però all'attenzione del lettore una tematica dove cerca di facilitarne la fruibilità attraverso la risata. Il risultato non è di quelli sperati per un semplice motivo: Rob Guillory non è Jonathan Hickman.
The Bear Without Fear (testi & disegni: Ryan Browne)
Altra storia di pur non-sense: non tanto quanto quella di Al Ewing di cui sopra, ma quanto basta. Ryan Browne riprende una storyline che ancora oggi va, in un certo senso, avanti: il triangolo amoroso tra Wolverine-Jean Grey-Ciclope, triangolo che nonostante vari matrimoni, morti, resurrezioni non s'è mai risolto, finendo per diventare preso da caratteristica che legava i tre personaggi, a stereotipo quasi parodistico. Ecco, Browne non fa altro che rendere quello che era solo un pensiero arrabbiato dei forum in realtà, dirottandolo verso una deriva comica e inaspettata con l'utilizzo di Beardevil: una delle tante versioni animalizzate dei supereroi Marvel, di cui il più famoso è Spider-Pork. Superlativi anche i suoi disegni.
Doom: Behind The Tyranny (testi & disegni: Eric Powell)
Si conclude purtroppo in bruttezza e purtroppo con Eric Powell, artista completo di grande bravura che rilascia questa miserie di due pagine in cui il Dottor Destino deve partecipare ad uno di quei programma ripresi dal vivo e in diretta. L'unica cosa buona, oltre ai disegni, sono i dialoghi di Destino, che parodizzano le iperbole del periodo Stan Lee/Jack Kirby. Ma per il resto, insomma, capisco il target e il piglio del one-shot, ma da Powell mi aspettavo comunque di più.
Conclusione:
Secret Wars Too è un one-shot assolutamente cazzaro ma spassoso e utile per passare il tempo. Certo, con i suoi alti e bassi, ma qualche risata si fa eccome.
- Symo
Nessun commento:
Posta un commento