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lunedì 21 agosto 2017

A-Force: Vol. 0 (la recensione)

Come detto qui, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin IIII Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta si continua con A-FORCE.



Dati Generali:
Testi: G. Willow Wilson & Marguerite Bennett
Disegni: Jorge Molina 
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: A-Force (Vol. 1) #1-#5
Prezzo: 3,30 €

Trama:
Uno dei regni di Battleworld è protetto da una folta schiera di Vendicatori: o meglio, di Vendicatrici. Grazie a loro, il regno di Arcadia è diventata una utopia dove tutto è tranquillo e tutti sono in pace. Ma niente dura veramente per sempre e c'è chi, nell'ombra, complotta per il potere. 

Il mio Parere:
Una miniserie dove le protagoniste sono tutte donne: e già qui, tutti sull'attenti, manco se passasse il mega-direttore galattico di Fantozzi. Quando ci si trova davanti ad opere del genere, sostanzialmente tutti rizzano un po' le antenne, poiché sembra quasi scontato che - viste le premesse - la lettura porterà avanti una presa di posizione sessista e/o femminista. Indubbiamente, ci sono delle volte dove succede, ma non è il caso di A-Force.


L'obiettivo di G. Willow Wilson e Marguerite Bennett non è quello di far vedere quanto i personaggi maschili siano incapaci - anche se, in certe situazioni, può sembrare che l'intento sia quello - quanto più di dare lustro ai personaggi femminili. Non è essere sessisti o cosa, ma nella storia del fumetto è cosa più che certificata che i personaggi femminili fossero trattati come delle bamboline tettone utili per azzaccare pose sgraziate, e non come elemento utile per la narrazione. Quindi, la coppia Wilson/Bennett collabora per dare più spazio a personaggi che hanno faticato non poco a ritagliarsene uno nel corso degli anni, oppure a rivisitarne altri che sono sempre stati trattati come dei dementi. Purtroppo, a causa del bisogno di avere un cast gestibile, le protagoniste si riducono a dei personaggi contati (scelti però con del criterio) e che vanno a comporre la formazione principale della A-Force. Ergo, questa rivisitazione si ha solo per un manipolo di personaggi, ma sufficienti per valorizzare il discorso delle due autrici e creare una formazione molto affiatata e che traina e accompagna egregiamente il lettore verso la trama.

Nonostante le protagoniste siano il punto di forza della miniserie, questo a volte non basta per oscurare alcuni problemi di trama, dato che ci sono delle scelte fatte dalle due autrici che telefonano subito lo svolgimento finale di A-Force di numeri e numeri. Per farvi un esempio, fin dalle prime pagine compare l'incarnazione femminile di Loki (se siete confusi, cliccate qui per chiarimenti); che sia un uomo, una donna o un lampione, la fama del Dio della Discordia precede ogni sua incarnazione, e ti pare infatti che non ci fosse lui dietro tutto ciò? Ovvio che si. Senza ombra di dubbio, la trama è farcita con numerosi colpi di scena e svolte di trama inaspettate, oltre che essere narrata in modo avvincente e che fa sempre venire più voglia di continuare. Il problema è che la destinazione è fin troppo ovvia e il tutto si avvilisce presto.


A completare egregiamente l'affresco, abbiamo le matite di uno Jorge Molina decisamente in forma e molto vicino allo stile del collega Pepe Larraz. A volte, nel corso dei cinque numeri della mini, si assistono a dei cali di qualità, ma Molina riesce il più delle volte a farsi perdonare sfornando sempre tavole molto dinamiche e d'impatto, dove la forza espressiva dei personaggi viene maggiormente fuori dai movimenti e dalle pose; qualche problema con le facce, ma anche qui, Molina riesce ad accaparrarsi il perdono mettendo delle splash-page mozzafiato. Di splash-page verticali e orizzontali ce ne sono a bizzeffe e sembra quasi che il disegnatore sia un maiale di splash-page quasi tanto Slash è un golosone di pentatoniche. Benché possa essere vero, i momenti scelte per realizzarle sono studiati con precisione e messi con cognizione di causa. Cioè valorizza ancora di più la storia e permette al lettore di ricordare con più facilità i momenti iconici ed epici della storia.

Conclusione:
Il primo volume di A-Force - serie che continuerà anche nel post-Secret Wars - è una godibile storia fatta di personaggi ben caratterizzati e che interagiscono bene tra di loro. Peccato per la trama talmente poco impegnativa da essere prevedibile.

- Symo

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