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mercoledì 21 giugno 2017

Le Rock Variant della Marvel

Prima di inoltrarci meglio nel discorso, rispondiamo ad un quesito che forse molti si sono posti appena letto il titolo: "Che cazzo sono le variant?". Ebbene, nel gergo fumettistico, una variant è una copertina alternativa a quella originale, messa a disposizione del lettore nel caso non voglia quella standard. In tempi moderni, le variant sono diventati oggetto di collezionisti da parte degli acquirenti e, da parte della Casa Delle Idee, un modo per festeggiare numeri particolarmente importanti facendo partecipare anche artisti d'un certo livello alla loro realizzazione. A volte però, la Marvel decide senza motivo di rendere omaggio a qualcosa e, quando lo fa, il risultato è spesso fantastico. Ed ecco il perché delle Rock Variant


Da Settembre 2017, alcuni numeri di alcune testate della Marvel Comics saranno accompagnate da una variant che omaggia grandi album della storia della musica rock (e generi derivanti) sostituendo i protagonisti delle originali copertine con i personaggi della Casa Delle Idee. Non è la prima volta che la casa editrice tenta la strada dell'omaggio musicale. Di recente, infatti, ha omaggiato i grandi album della musica hip-hop riscuotendo parecchio successo; ad esperimento riuscito, ora decide di tentare il colpo grosso vertendo sul rock. Attualmente sono disponibili quattro cover ma, con tutta probabilità, verrà fatta una Rock Variant per ogni testata facente parte del parco delle serie della casa editrice; conoscendo la Marvel, sarà sicuramente così. Adesso vi si mostrano quelle attualmente disponibili accompagnate. Però abbiamo deciso di non mostrarvele semplicemente così. Gli omaggi, le Rock Variant, verranno infatti affiancati dalla copertina originale per farvi vedere la provenienza e vi verrà inoltre consigliato qualche brano da ascoltare proveniente da quel disco. Così vi sparate pure un poco di cultura rock. E poi non dite che non imparate niente su queste coordiante. 



Su Guardian of The Galaxy #9, il disegnatore Mike Hawthorne utilizza Rocket Raccoon - e il faccione di Thanos sul dollaro - per omaggiare Nevermind, secondo album studio dei Nirvana e quello che ha consacrato il gruppo al successo internazionale. Molti pensano che Nevermind sia il primo album del trio formato da Kurt Cobain, Dave Grohl e Chris Novoselic, ma questo perché la gente non sa scindere i numeri ordinali dal concetto di "successo commerciale"; nel senso, non è che il primo album è sempre matematicamente un successo commerciale, guardate i Red Hot Chili Peppers quanto ci metteranno a raggiungere la notorietà internazionale (e quando i primi, sconosciutissimi album siano effettivamente i migliori del loro repertorio, ma comunque). Nonostante il mio personale disgusto per il gruppo, Nervermind è una pietra militare - come diceva Homer Simpson - della musica rock in generale e del grunge nello specifico, genere che i Nirvana contribuiranno a consolidare insieme agli Stone Temple Pilots e soci annessi. Possiamo indubbiamente dire che quest'album sia il simbolo degli Anni '90 (quindi immaginate quanto eravamo messi bene) e passo importante nella formazione dell'ascoltatore rock in fase ignoranza che avanza (detto così sembro Paola Maugeri).



Per la serie "quando uno ha il pane ma non ha i denti", gli sfigatissimi Inumani si beccano LaCitazione. Su Inhumans: Once And Future Kings #2, il disegnatore Damian Scott usa la Famiglia Reale composta da Medusa, Crystal, Maximus, Freccia Nera e Gorgon per omaggiare Appetite For Destruction dei Guns N' Roses: gruppo per niente preferito dal sottoscritto e che non ha scritto nessun articolo su di loro. Potete immaginare la mia amarezza nel vedere i GNR omaggiati in una copertina di un gruppo di personaggi che ho sempre considerato un po' delle schiappe. Ma vabbé, meglio questo che niente (poteva sempre capitarmi Iron Man, del resto). Al contrario di quanto detto prima, Appetite For Destruction è stato il primo album della band di Axl Rose, Slash, Duff McKagan, Steven Adler e Izzy Stradlin e primo loro grande successo, roba che pronti via, fanno subito un album che conquista le genti di tutto il mondo vendendo miglioni di miglioni di copie; primo disco, primo successo internazionale, bella li. L'album vincerà tutto il vincibile, roba tipo salumiere: "Fanno 5 dischi d'oro, 10 dischi di platino e 1 di diamante, che faccio, lascio?". Ancora oggi è - a ragione - la miglior cosa fatta dalla band e precursore del poco cagato genere dello Sleaze Metal, genere oggi portato avanti da illustri signori come gli Hardcore Superstar che ci piacciono tanto assai.  



Su X-Men Blue #11, lo strepitoso Daniel Acuña - che non ci si stanca mai di vedere all'opera - usa i celeberrimi time-displaced X-Men (più il figlio di Wolverine dell'Universo Ultimate) per omaggiare Parallel Lines dei Blondie. Ebbene si, dei Blondie e non di Blondie. Molti credono che Blondie sia il nome d'arte della cantante Deborah Harry, quando invece è il nome della band, chiamato così perché abbreviazione del loro iniziale nome completo "Blondie and the Banzai Babies". Quel "Blondie" si riferisce infatti all'aspetto fisico, la capigliatura bionda e il carattere irriverente della cantante che decisero di far risaltare. In ogni caso, Parallel Lines è il loro terzo disco e che segna l'uscita del gruppo dalla scena underground, portando la band alla ribalta e verso il riconoscimento internazionale. Il disco segna anche l'inizio del loro cambio di direzione artistica, dove a sonorità pop-rock verranno aggiunte anche sonorità new-wave, disco e reggae. Attualmente, di questi quattro rilasci, penso che questo sia il mio omaggio preferito. Non tanto per Blondie in sé, quanto per aver azzeccato i personaggi giusti per rendere la citazione figa. Per farvi un esempio, la dicitura in alto "Parallel Lines" del disco di Blondi è sostituita nell'omaggio degli X-Men con "Alternative Lives" perché tutti i cinque membri presenti in copertina provengono da linee parallele diverse. Più di così?   



Su The Mighty Thor #23, Marco Rudy propone uno strano, ma sorprendente accostamento. Usando Thor/Jane Foster, il disegnatore omaggia London Calling dei The Clash, terzo album della band punk britannica con cui riuscì ad espatriare negli USA e a far vedere a quei mangia burger imperialisti - e poi a tutto il mondo - che il punk non è sola ignoranza. Oddio, il punk è soprattutto ignoranza, ma Joe Strummer (e membri assortiti, poiché la formazione dei Clash cambiava tipo ogni sei ore) fece vedere come il genere fosse aperto ad una grande vastità di mescolanza di generi, riuscendo a presentare all'interno di London Calling brani che spaziano dal punk puro, allo ska, al reggae, al rockabilly, al rhythm and blues e persino il jazz. Niente male per un turco espatriato, nevvero? Oggi l'album è tristemente ricordato grazie a Facebook, perché ogni persona che va a Londra rinomina l'album che ne raccoglie le foto scattate "London Calling", creando una serie di scompensi intestinali al povero Strummer. Si, il cantante è morto nel 2002, ma questo non vuol dire che nell'aldilà non possa sentir male per il suo lavoro usato impunemente. Dulcis in fundo, il titolo dell'album è stato Marvellizzato in Asgard Falling, sicuro riferimento alla millanta volte in cui la patria di Thor è stata distrutta da qualche dio sfigato dell'ultimo momento.



E questi sono le Rock Variant finora rilasciate. Voi che ne pensate di questa iniziativa rock della Marvel? Intanto che ci pensate, vi si avverte che questo rimarrà un post "aperto". Nel senso che, quando usciranno nuove Rock Variant, l'articolo verrà aggiornato con i nuovi arrivi seguiti da consigli e informazioni sull'album. E poi non dite che non penso mai a voi.

- Symo

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