Il primo rilancio editoriale chiamato Marvel NOW è stata una vera salvezza per un personaggio come Deadpool. Un nuovo corso del mercenario chiacchierone che aspettavo con una certa ansia, poiché il ciclo di Daniel Way fu molto meh. Però, penso che sia capitato nel momento sbagliato e in un periodo dove Deadpool godeva/soffriva di un momento di sovraesposizione, dove gli si erano state dedicate ottomila serie satellite e pure una vagonata di copertine variant a scopo di parodia su altre testate. Quindi, dopo aver ragionato su questo e aver amato la gestione di Gerry Duggan e Brian Poshen, mi sono chiesto: "Come mai Deadpool è così famoso? Cos'ha di speciale? Perché è così amato? Come mai la Marvel punta tanto su di lui?". Con i miei potenti mezzi, ho scavato affondo nella storia editoriale del personaggio e ho scritto questo post(icino) per spiegare il successo di Deadpool e cosa gli ha concesso la fama che ha oggi. Siamo pronti? E via che si va!
Come tutti sappiamo, Deadpool debutta nel Marvel Universe sulle pagine di New Mutants #98 del 1991, creato dalla penna di Fabian Nicieza e dalle matite di Rob Liefeld; immagino che molto di voi, come abbiamo letto il nome di Rob Liefeld, abbiano aperto il file di Word intitolato: "Insulti da postare quando qualcuno parla di Rob Liefeld". Io però non lo insulterei così tanto: dopotutto, bisogna essere dei geni per farsi pagare pur disegnando così male. Ma andiamo avanti, non divaghiamo. Alla domanda: "Perché Deadpool è famoso?" purtroppo non si può nemmeno rispondere dicendo che è un personaggio unico nel suo genere, poiché lo stesso Wade Wilson è (ahimè) un collage di tante cose e personaggi; il duo Nicieza/Liefeld creò Deadpool come uno scopiazzo/risposta Marvel di Deathstroke (celebre villain DC che acquistò notorietà sulle pagine di Teen Titans) e lo addobbò con costume dal look vagamente somigliante a quell'Uomo Ragno, cosa su cui, gli scrittori, fanno sempre auto-ironia.
Pure il nome del nostro mercenario chiacchierone è un ovvio riferimento a Deathstroke, dato che D-Pool si chiama Wade Wilson, mentre quell'altro Slade Wilson. Inoltre, il debutto di Deadpool ricordava molto il debutto che Wolverine fece nel lontano 1974 sulle pagine di The Incredibile Hulk, presentandosi come un nemico della madonna...
e invece rimedia schiaffi e discrete figure di merda da Cable e soci. Pure il suo background non era dei più originali, dato che fu creato per essere uno stampino degli anti-eroi gritty n' dark che andavano di moda negli anni '90 (vedi Spawn, Darkness, Ghost Rider, il Punitore). Anche il fatto che potesse rompere la quarta parete e parlare direttamente con il lettore (abilità che acquisterà più tardi) non era una trovata innovativa del personaggio. Prima di lui, ci arriverà She-Hulk nella sua serie personale Sensational She-Hulk del 1989 durata 60 numeri.
O almeno, She-Hulk è l'esempio più recente in ambito Marvel. Dentro il suo gran pasticcio di ispirazioni, c'aveva pure un pò di Wolverine, dato che il caro vecchio Wade si presentava come un personaggio dal passato misterioso e legato al progetto Arma X e il franchise degli X-Men. Alla luce di ciò, sembra quasi che il successo di Deadpool sia piuttosto immeritato, dato che non ha fatto altro che prendere di qua e di la, frullare il tutto e sfornare un bel Rip-Off Milkshake. Dunque, a cosa veramente deve Deadpool il suo successo? Sostanzialmente, dove Logan ha fallito.
Vi ricordate la miniserie in sei parti intitolata Origin?
Quella dove venivano raccontate le origini di Logan, rivelando vero nome/luogo di nascita/perché si chiama Logan/cosa lo ha spinto a chiamarsi Wolverine? Ecco, quello per il mutante artigliato è stato l'inizio della fine. Nel 2006, quattro anni più tardi dalla fine di Origin, la Marvel pubblica il mensile Wolverine: Origins dove racconta praticamente tutto il passato di Wolverine (scritta, trall'altro, da Daniel Way). Bella Origin, davvero! Ma è stato, come dicevo, l'inizio della fine. Insomma, facciamo mente locale: non dici niente per oltre trent'anni sul passato per personaggio, e poi racconti tutto in un mensile durato cinquanta numeri? Oh, andiamo! E' una presa per il culo! Su questo fronte, il nostro caro Wade Wilson riesce a distinguersi.
Mentre l'alone di mistero su Wolverine stava lentamente scemando facendo perdere praticamente metà del fascio di Logan, su Deadpool viene mantenuto il segreto, forse perchè non si sa bene cosa raccontare, o forse perchè non si vuole ripetere lo stesso errore, ma (personalmente) su questo fronte D-Pool e Wolvie la pensano diversamente: a Logan interessa sapere cosa è successo nel suo passato, a Wade no. O almeno, non gliene frega quanto gliene frega al suo amico/nemico. E' vero che nella gestione Duggan/Poshen molti di queste dettagli del passato vengono rivelati, però si fa puro vangelo di una frase che disse Chris Claremont riguardo il sovra-utilizzo di Wolverine nelle storie.
“I had this big argument with the Editor-in-Chief…it was a philosophical disagreement.
My feeling with Wolverine was, and still is, less should be more.
He would be better served by a six-issue limited series every year
that could be bundled into a trade paperback or a hardcover.
You could get guys who normally wouldn’t write X-Men
and treat each Wolverine novel as an event.
That way we satisfy the readers’ desire for Wolverne
during the peak sales period without supersaturating the marketplace."
Come dicevo, ora qualche dettagli si sa. Però ecco dove sta il trucco: si sanno solo dei dettagli, molto sconnessi tra di loro, e forse manco veri. Mentre per Logan si è rivelato tutto per filo e per segno, con Deadpool si è fatto quello che con Wolverine si sarebbe dovuto fare fin dall'inizio. Infatti, la trovata funziona: l'alone del mercenario dal passato misterioso prende più piede della trovata di rivelare trent'anni di silenzio in un botto solo usata per Wolverine, trovata che per l'artigliato non ha riscosso il successo che si aspettava. Oltre al fatto che le storie ambientate nel passato di Deadpool sono piuttosto rare e si possono contare sulle dita di una mano, D-Pool prende la palla al balzo offrendo (nello stesso periodo) quello che Wolverine stava perdendo: mistero e fighezza. Wolverine piace anche al sottoscritto ma, come detto prima, rivelare ogni dettaglio del passato gli ha fatto perdere punti. Inoltre non si può dire che Deadpool non sia un personaggio divertente (basta guardare la copertina qui sotto). Comparto humor che, sostanzialmente, deve al suo padre adottivo: Joe Kelly.
Come spesso succede, non è sempre detto che il creatore di un personaggio sia anche quello che riesce a dargli la caratterizzazione migliore e fargli vivere le storie migliori. Ci sono si i casi come Elektra dove, finora, il suo creatore (Frank Miller) è stato anche quello che ne ha raccontato le storie migliori (Elektra Assassin). Però ci sono anche i casi come gli X-Men dove i suoi creatori (Stan Lee e Jack Kirby) non sono stati gli artefici delle storie memorabili e importanti del team (fu infatti Chris Claremont accompagnato poi da vari disegnatori). Deadpool non fa eccezione. Sebbene i suoi "genitori biologici" furono Nicieza e Leifeld, Joe Kelly fu un padre molto più presente e influente per Wade Wilson, dato che Kelly conferì al mercenario un altro aspetto che risultò peculiare e distintivo: lo humor, per l'appunto. Mentre Nicieza e sopratutto Leifeld lo concepirono come una sorta di figlio dimenticato di Jack Slater, Kelly lo vide come un personaggio che (attraverso riferimenti pop) poteva strappare qualche risata. Più che un anti-eroe oscuro e tormentato mischiato ad eroe con pistoloni da proiettili infiniti, Joe Kelly lo recepì più come un personaggio scartato dal cast dei Looney Tunes...ed è qui che Deadpool conquista un altro grande punto a suo favore che riuscì a trasformare non solo in un suo punto di forza, ma anche nella sua peculiarità.
Lo humor che si trovava nei fumetti degli anni '90 non faceva ridere nessuno...e, bene o male, la scena del fumetto anni '90 in generale piaceva a pochissime persone; anche grandi colossi dell'industria del fumetto, spesso, non riuscivano a tirar fuori una mezza idea decente per risollevare un mercato che rischiava seriamente di fallire. Una sottospecie di svolta arrivò proprio con D-Pool. Benché personaggi gritty n' dark alla Spawn potevano piacere, alla lunga finirono per stancare poiché s'era persa nel fumetto una sorta di auto-ironia che l'aveva sempre contraddistinta da altre produzioni letterarie. D-Pool incarnava quella cosa perduta: risate a palate e tanto di quel humor da rende il personaggio uno che non si prende troppo sul serio e (se lo fa) è solo per strappare qualche risata. E anche se, come abbiamo anticipato prima, la rottura della quarta parete non è un elemento originale, Kelly (tramite il mercenario chiacchierone) riesce a farlo suo, a perfezionarlo e ce la infila così tante volte nelle storie e la perfeziona così bene da renderlo un elemento indispensabile per il personaggio; inoltre, altra grande, caratteristica è che Deadpool è consapevole di essere un personaggio dei fumetti e che la storia che stiamo leggendo con lui protagonista è per puro intrattenimento nostro.
Ed eccola qui che viene fuori di nuovo la sua auto-ironia, ricordandoci quasi ogni vignetta che sta facendo il clown per farci divertire. E' un pò come gli attori, no? Gli attori sono persone in carne e ossa che si rendono conto di interpretare un personaggio per il divertimento del pubblico; ecco, per Wade Wilson/Deadpool è la stessa cosa. Unica differenza? Più che carne e ossa è fatto di carta, colore e inchiostro, anche se fa di tutto per non darlo a vedere. Probabilmente non sembra, ma questo ha creato empatia tra il personaggio e il lettore molto più di quanto siano riusciti a fare altri grandi calibri del fumetto. E non dimentichiamoci che ha pure elementi ninja. E i ninja piacciono a tutti.
Quindi, riassumendo: Deadpool è un sunto di personaggi come Wolverine, Deathstroke e l'Uomo Ragno che grazie a Joe Kelly hanno preso vita propria grazie al fattore humor demenziale oggi anche influenzata da tutte le meme e altre stronzate che girano su Internet. Queste peculiarità gli hanno permesso di stare sotto i riflettori per tutto questo tempo...ma, ancora, c'è qualcosa che non quadra del tutto. Ancora non abbiamo risposto alla vera domanda: "Ok che è popolare tra i lettori di fumetti, ma perchè è anche famoso tra chi non legge i fumetti e magari ha cominciato a leggerli grazie a lui?". Molto probabilmente, sono state due cose a farlo diventare famoso:
1) Grazie ad alcuni cameo nella serie animata X-Men: The Animated Series.
Come si diceva il costume ricorda molto l'Uomo Ragno e quindi la maggior parte dei ragazzini che lo vedevano si chiedevano cosa diavolo è successo al costume di Peter Parker, poi hanno chiesto in giro e hanno scoperto che era un personaggio diverso, si sono interessati e sono entrati nel deviato mondo di Deadpool.
2) Grazie al suo inserimento nei videogiochi, in particolare, in Marvel: Ultimate Alliance.
Era un periodo sfortunatamente fortunato, quello in cui uscì questo action/gdr. Fortunato perchè erano uscite console come Playstation 3 e X-Box 360, sfortunato perchè i giochi a disposizioni per le console erano pochissimi. Tra questa piccola gamma di giochi, compariva per l'appunto il videogame conosciuto in Italia anche come Marvel: La Grande Alleanza; attirò anche quel pubblico non interessato ai videogiochi sui supereroi proprio perchè era uno dei pochi disponibili allora...e, indovinate un pò? Deadpool era nel cast dei personaggi utilizzabili fin da subito. Abilità ninja, capacità di usare sia armi da fuoco si le spade, battute a manetta, capacità di parlare direttamente con il giocatore e consapevolezza di essere un personaggio dei fumetti trasportato in un videogioco (di fatti, quando muore, commenta la sua dipartita dicendo: "Avrei dovuto rimanere nel mio fumetto"). Con le sue caratteristiche peculiari viste prime, D-Pool si presta bene come personaggio di un videogioco, e diciamocelo, aveva i numeri per farsi amare all'interno di un videogames; in questo nuovo mondo poligonale, egli si fa conoscere, si distingue dalla massa per il suo essere un personaggio inedito e non ancora pienamente apparso in qualche altro media come un cartone animato, conquistando quella fetta di successo che personaggi come Devil o Capitan America avevano conquistano anni addietro.
E' un pò la stessa cosa che successe ad Iron Man, quando cominciarono a cagarselo sul serio nel 2008, anno in cui venne fatto il film dove Robert Downey Jr. diede una gran bella interpretazione del personaggio; con Deadpool è successa la stessa cosa: nel 2006, grazie a questo gioco, la notorietà del personaggio cominciò a crescere arrivando fino a dove siamo arrivati ora. Poi si arrivò al 2009, con il suo inserimento nel film X-Men Origini: Wolverine dove veniva interpretato da Ryan Reynolds.
Non c'è bisogno di dire che tutti concordiamo all'unanimità che quella interpretazione/trattamento del personaggio andava bene per i primi due minuti in cui compariva, perchè poi...va beh, sorvoliamo, non rievochiamo brutti ricordi. C'è da dire, però, che per quanto brutta fosse la sua trasposizione cinematografica, il tutto è servito per farlo conoscere al grande pubblico e spingerlo nelle braccia delle versione originale. Otto anni dopo le cose sono indubbiamente migliorate.
Ed ora eccoci qua! 2017 e oramai Deadpool è un autentico fenomeno di culto. E ancora di più, grazie al film.
Anche se la sua carriera non è partita nel migliore dei modi, spero che con questo post sia riuscito a rendere un pò di giustizia ad un personaggio che merita una possibilità e che nella sua vita editoriale ha avuto modo di allontanarsi dalla sua natura di collage scopiazzante e diventare qualcosa di unico nel suo genere. Del resto, a successo a molti; prendiamo ad esempio i musicisti: quanti cominciano ma sfondano solo dopo qualche album? In molti. O anche, che so, prendiamo d'esempio le serie TV: quante non decollano subito alla prima stagione? Per Deadpool è stato lo stesso. Forse non è ancora quel personaggio che tutti vorrebbero essere, quel personaggio che un bambino sceglierebbe per vestirsi a carnevale, però...
...diciamo che si lascia convincere con delle ottime attenuanti. Decisamente.
- Symo
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