"Il playback è una tecnica consistente nel sovrapporre, durante una esibizione, una registrazione precedentemente effettuata di un brano alla reale performance dell'artista, o degli artisti. In tale caso lo spettatore osserva la "performance" ma ascolta una registrazione e difficilmente può percepire se l'interpretazione sia originale o artefatta." Questa è la definizione di Wikipedia di playback. Quella di A Star Crossed Wasteland? Presa per il culo. E' una presa per il culo per i musicisti, che dopo le fatiche nell'essere arrivati dove sono ora, vengono privati della gioia più grande: le luci della ribalta e suonare davanti ad un vasto pubblico. Ed è anche un insulto al pubblico, che paga per qualcosa che (a conti fatti) può tranquillamente ascoltare su disco. Fortunatamente, i musicisti non sono delle marionette. Oggi vedremo alcuni casi di ribellione alla proposta di playback.
Si diceva. Fortunatamente, i musicisti non sono marionette. Sono delle anguille e chiunque cerchi di controllarli o addomesticarli o fargli eseguire degli ordini, sgusciano via. Ti prendono alla sprovvista, come ci si aspetterebbe da degli spiriti liberi, sopratutto in casi del playback si notano quanto possono essere ribelli. Un esempio? Quello più famoso al momento è quello che ha visto protagonisti i Muse, ospiti al programma Quelli Che Il Calcio, condotto dall'insopportabile Simona Ventura. Costretti a suonare in playback, per vendicarsi, i membri della band si sono scambiato i ruoli: Matthew (cantante e chitarrista) alla batteria, Dominic (batterista) al basso e alla voce, e Christopher (basso) alla chitarra e alla tastiere. Ma sapete cos'è la cosa bella? No, non ve la dico, se guardate il filmato qui sotto lo scoprirete al minuto 04:20
Avete visto? La Ventura manco sapeva chi cazzo fossero e va ad intervistare Dominic, credevo per davvero che fosse il cantante (altra bella figura da collezionare alla nostra già lunga lista di figure dimmerda). Ma non è finita qui. Nonostante i Muse abbia dato prova di una bella trollata, sono solo gli ultimi arrivati nel campo del prendersi gioco del playback, la celebrità della loro azione è dovuta in parte all'era in cui vivono, quella di Internet e sopratutto di Youtube (mezzi che hanno sicuramente aiutato a rendere famoso questo momento). Ma ancora prima del loro arrivo, nel corso degli anni tanti altri musicisti hanno combattuto questa infamia facendo i bigoli, mostrando il loro sfidante ghigno alle avversità e dimostrando non solo l'ignoranza musicale dei presentatori (e magari anche del pubblico) ma anche di non essere gente come Bon Jovi. Si Bon Jovi, parlo proprio con te, ce la vogliamo ricordare quella volta?
Di seguito, ecco per voi, la Top 5 - Le Playback Peformance Più Divertenti, per voi.
N° 5 - Roll With It (Oasis)
Nel 1995, al Top Of The Pops inglese ancora presentato da Robbie Williams (non sembra, ma è lui quello che presenta il gruppo con l'enfasi di uno che è stato morso alle palle) la band di Manchester si esibisce al pubblico inscatolato in uno degli studi con la tappezzeria più brutta della storia degli anni '90...ma con una piccola variazione: Liam Gallagher alla chitarra e suo fratello Noel alla voce. Ovviamente, gli Oasis si stavano esibendo in playback, ma palesemente infastiditi dalla cosa, i fratelli hanno optato per questo cambio di ruoli. Qualcuno se ne accorto? Ma certo che no.
N° 4 - Smells Like Teen Spirit (Nirvana)
Rimaniamo ancora negli anni '90, ma facciamo quattro passi indietro e soffermiamoci alla versione 1991 del Top Of The Pops, che a quanto pare era lo scenario preferito per mandare in scena questi atti di vergognoso playback. In uno studio ancora più brutto e decisamente poco illuminato, tant'è che sembra uno quei locali hardcore dove gira la peggio droga, "suonano" i Nirvana. Ma Kurt Cobain e soci non ci stanno proprio e decidono di giocare un pò. Cobain si muove con un automa, modifica la voce e addirittura il testo (se ascoltate bene, in certi punti della canzone lo si potrà sentir cantare "load up the drugs and kill your friends"), il bassista Krist che manco ci prova a suonare, saltellando come un ebete per tutto il tempo e Dave Grohl che si fermava a salutare il pubblico. Notare che, ogni tanto, Kurt Cobain si metteva il microfono in bocca, giusto perchè non riusciva proprio a stare lontano dall'altra sua passione. L'esibizione finisce in degenero proprio durante l'assolo e i presentatori decidono di salvarsi la faccia tagliando il tutto, per continuare la loro carriera. Poi, nel 2006, arrivò Youtube.
N° 3 - Radio Ga Ga (Queen)
Torniamo ancora più indietro nel tempo, per essere precisi, nei favolosi e squisiti anni '80, dove per fortuna del Tops Of The Pops si cambia location. Fortuna loro, ma sfortuna nostra, dato che nel 1984, il Festival di Sanremo ebbe l'incredibile occasione di avere ospiti i Queen, una delle più grandi band della storia (è bene precisarlo sempre). L'occasione ha davvero dell'incredibile perché la band di Freddie Mercury suonò solo in tre occasioni in Italia: le prime due furono il 14 e il 15 Settembre dello stesso anno al Palazzetto dello Sport di Milano e nel Febbraio (sempre dello stesso anno) all'Ariston di Sanremo, per l'appunto. Mentre sono sicuro che nelle due date Live, Brian May e soci si siano fatti valere e abbiamo avuto il riscontro che meritavano, come potete vedere dal video, la Rai non è stata così gentile con la band inglese costringendoli a cantare in playback. Uno spirito libero e focoso come quello del leggendario frontman e cantante della band, dirgli di suonare per finta, non solo è un insulto ma anche una vitale privazione. Freddie viveva di questi momenti, dirgli di suonare in playback è come chiedere ad un analfabeta di dettare quello che gli stiamo dicendo: è impossibile. Così, ecco la vendetta: Mercury che canta a dieci metri dal microfono, May che tiene lo stesso accordo per tutta la canzone, Roger Tayler che salta addirittura gli stacchi e suona a random, e John Deacon che tocca il basso solo per assicurasi che c'è, perché manco tocca le corde. Grande rispetto per questa grande band, e grande vergogna per la Rai e Sanremo, che non ha mai e poi mai saputo come trattare gli ospiti internazionali: sopratutto nel periodo di loro massimo splendore e inventiva.
N° 2 - Wasted Years (Iron Maiden)
Rimaniamo ancora un pò negli anni '80, ma spostiamoci di due anni più avanti e di qualche chilometro più in su dell'Italia. Nel 1986, al programma tedesco PIT, i padri della mascotte più famosa del mondo vengono chiamati ad esibirsi. Come spiegato un pò alla cazzo dal cantante nell'introduzione, gli Iron Maiden si son trovati a suonare in playback. Ma la cosa è talmente organizzata e telefonata, che pure quando l'annunciatore presenta il gruppo, si vede palesemente che alza a manetta la manopola del playback. Non accettando di buon grado questo trattamento, tentano qualcosa di poco tentato prima (ma che i Muse, come avete visto, rifaranno anni e anni dopo): ci si scambia gli strumenti durante la canzone. La cosa bella e fottutamente divertente, è l'entusiasmo con cui i membri si scambiano i rispettivi strumenti nonché ruoli, che c'han la faccia e le espressioni di persone che vedono una chitarra o un basso per la prima volta nella loro vita. Spettacolo.
N° 1 - Discomusic (Elio E Le Storie Tese)
E torniamo da dove siamo partiti, in Italia e precisamente nel 1999. Location: Il Cimitero della Musica. A questa "esibizione" ci sono anche un pò affezionato, non solo perché è il momento in cui ho conosciuto gli Elii, ma anche perché me la sono vista in diretta TV. Convinti sostenitori delle esibizioni Live (e grazie al cazzo, se lo possono pure permettere, con la tecnica che hanno) Elio e le sue Storie si rifiutarono categoricamente di suonare per finta, e come ripicca, fecero un totale sciopero "suonando" totalmente immobili. La cosa divertente è che sono pure realistici. Purtroppo è un video di poco più di un minuto, ma il Symo vi garantisce che appena finirono il loro siparietto, la band fu portata via di peso perché rimasero ancora immobili (me lo ricordo come se fosse ieri). Per citare qualche fantastico commento al video: "Meno male che almeno Mangoni non era in playback! La sua arte non si può fermare".
E queste erano (secondo me) le prese per il culo all'infamia del playback più divertenti di sempre. Mi raccomando, se ce ne è una che non è stata citata in questa classifica, vi prego di segnalarcela nei commenti, che belle risate contro chi non capisce un cazzo di musica sono sempre e per sempre bene accette.
- Symo
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