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martedì 24 gennaio 2017

Spirito - Litfiba: la recensione (Pick A Card-Cer #98)

Continuiamo con la nostra sfilza di dischi che sto guardando in questi giorni? Ovvio che si! Ehi...un momento! Ma è tutta qui la tua introduzione? Deh, inventatevela voi una nuova introduzione ogni giorno! Vai con la recensione di SPIRITO dei LITFIBA.


Il Disco:
Siamo nel 1994 e, per quanto riguarda la scena Italiana del Rock, il "Bel Paese" sforna grandi perle delle musica e dallo spessore che difficilmente riuscirà a ripetere negli anni successivi. Una di queste grandi opere è Spirito, il terzo capitolo della cosiddetta "Tetralogia degli Elementi" (cinque dischi avente per "argomento" centrale un elemento). Iniziata con El Diablo (il fuoco) e continuata con il pesantissimo e quasi metallaro Terremoto (terra), la terza tappa nel viaggio elementale della band di Firenze arriva a toccare l'aria. Pelù, Renzulli e tutti la cumpa di allora affidano la produzione a Rick Parashar, già produttore per i Pearl Jam e Alice In Chains (quindi, non esattamente il primo stronzo che passa per strada) che sposta il tiro verso sonorità più solari, più mediterranee, più latine, dando più spazio alle chitarre elettriche ed acustiche eliminando totalmente le tastiere; se vogliamo, possiamo considerarlo l'esatto contrario del precedente e cupo Terremoto. I Litfiba, con Spirito, sono riusciti a cambiare senza snaturare il loro stile dando vita ad un lavoro che, ancora oggi, è considerato uno dei migliori della band ma anche della musica Italiana.

Tracce:
Purtroppo non sono riuscito a trovare l'album completo su YouTube. Così, metto qui solo i singoli. 

Lo Spettacolo



Spirito



Lacio Drom



No Frontiere



Conclusioni:
Vabbé, un capolavoro del rock Italiano e fiero esponente di questa corrente. Che ve lo dico a fare?

- Symo

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