Come detto due settimane fa, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin III, I Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta, si continua con GUARDIANI DI OVUNQUE.
Dati Generali:
Testi: Brian Michael Bendis
Disegni: Mike Deodato Jr.
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Guardians Of Knowhere #1-#4
Prezzo: 2,90 € (cad.)
Trama:
Una piccola luna gravita intorno a Battleworld. Unico problema: non è una luna, è una stazione orbitante. E' Ovunque, la testa di un Celestiale trasformata in base operativa dei Guardiani Della Galassia e (in qualche modo) sopravvissuta al collasso del Multiverso. In questa colonia piena di detenuti e criminali, c'è un sacco di lavoro da fare per mantenere la "pace". Ma una nuova minaccia si staglia su Ovunque...
Il mio Parere:
Questa sarà una recensione molto, ma molto, ma molto sofferta, perché dovrò dire cose molto scomode su uno scrittore che adoro e con cui sono cresciuto, oltre che nell'avermi accompagnato nella mia crescita come lettore. Guardiani Di Ovunque è l'avatar di quello che Brian Michael Bendis sta facendo coi Guardiani Della Galassia: cioè pena. Purtroppo Bendis c'ha un vizietto, quello di prendere personaggi al di fuori dei suoi gusti/delle sue competenze e scriverne le storie, finendo per rivisitare interi anni di continuity solo per piegarli ai suoi gusti e scriverli come dice lui. Con alcuni può andare bene, ma con altri no: Guardiani Della Galassia sopratutto, visto che la gestione di Bendis è arrivata dopo la brillante e mai dimenticata run di Dan Abnett e Andy Lanning. Con il dream team Abnett/Lanning, i Guardiani avevano trovato spessore, frizzantezza e una identità da adorabili outsiders, che gli catapultò immediatamente dalla Serie B alla Serie A. Erano eroi grandi protagonisti di grandi storie, ma non si ponevano mai al lettore con un piglio sbruffone, supponente o esibizionista. Con Bendis si.
Con Bendis, i Guardiani Della Galassia sono diventati la copia pacco di quanto mostrato al cinema, tant'è che molti lettori (sottoscritto compreso) cominciano ad avere il sospetto che lo sceneggiatore sia stato messo al timone della serie solo per farla diventare una commercialata e trasformare la serie in quello che ci si aspetta di vedere nel fumetto dopo aver visto il lungometraggio. Per tutta la sua gestione va detto che ci sono delle trovate carine e anche originali, idee che senza dubbio suscitano curiosità. Il problema è che sono poi sviluppate male e la trama che si legge non è altri che un pretesto per azzeccare botte e scene di combattimento, lasciando che il disegnatore faccia tutto il resto e si diverta nel suo piccolo esercizio di stile. Guardiani Di Ovunque non è che il riassunto di tutta la run di Bendis sui Guardiani. Una run dove non succede nulla, dove si parla per mezzo di dialoghi scadenti e logorroici, dove le pagine sono occupate letteralmente dal nulla cosmico, dalle battutine e da cliffangher di quart'ordine. Questo andazzo or ora descritto si ripeto ogni volta per ogni numero: su questa miniserie legata a Secret Wars, non si fa eccezione.
Nulla da dire sulle bellissime, mature e incredibilmente espressive matite di Mike Deodato Jr., che qui raggiungono una nuova giovinezza; forse certe tavole sono svalutate dai colori troppo accesi e saturi, ma il suo tratto è così affascinante e ben delineato che ci si passa sopra più che volentieri. E alla storia che non ci si passa sopra. Sembra di leggere un numero di Dragon Ball ambientato nella galassia della Marvel, dove ogni svolta narrativa è una continua ricerca di una scusa per giustificare le botte tra supereroi e i cliffhanger sono letteralmente sparati a caso e messi li solo perché c'era bisogno di finire ogni numero della mini in qualche modo. Supereroi, fra le altre cose, dalla caratterizzazione stereotipata e piuttosto abbozzata, cosa che rende i personaggi supponenti, irritanti e difficilmente empatizzabili.
Conclusioni:
Superficiale, noiosa, ripetitiva e con veramente nulla da dire. Se escludiamo le matite di Mike Deodato Jr., Guardiani Di Ovunque rimane un fallimento su più fronti poiché in questa miniserie vengono fuori tutti i difetti più uno che hanno resto la serie sui Guardiani Della Galassia una delle peggiori attualmente in pubblicazione dalla Marvel. Non si può parlare di questa mini senza tirare in ballo la serie principale sui "Vendicatori dello spazio", perché nella miniserie sono contenute e mostrate all'ennesima potenza tutto ciò che non va bene. Letteralmente, non succede nulla. Solo esercizio di stile per il disegnatore. Solo approccio superficiale e sbrigativo verso la trama. Risultato? Altissima frustrazione.
- Symo
Con Bendis, i Guardiani Della Galassia sono diventati la copia pacco di quanto mostrato al cinema, tant'è che molti lettori (sottoscritto compreso) cominciano ad avere il sospetto che lo sceneggiatore sia stato messo al timone della serie solo per farla diventare una commercialata e trasformare la serie in quello che ci si aspetta di vedere nel fumetto dopo aver visto il lungometraggio. Per tutta la sua gestione va detto che ci sono delle trovate carine e anche originali, idee che senza dubbio suscitano curiosità. Il problema è che sono poi sviluppate male e la trama che si legge non è altri che un pretesto per azzeccare botte e scene di combattimento, lasciando che il disegnatore faccia tutto il resto e si diverta nel suo piccolo esercizio di stile. Guardiani Di Ovunque non è che il riassunto di tutta la run di Bendis sui Guardiani. Una run dove non succede nulla, dove si parla per mezzo di dialoghi scadenti e logorroici, dove le pagine sono occupate letteralmente dal nulla cosmico, dalle battutine e da cliffangher di quart'ordine. Questo andazzo or ora descritto si ripeto ogni volta per ogni numero: su questa miniserie legata a Secret Wars, non si fa eccezione.
Nulla da dire sulle bellissime, mature e incredibilmente espressive matite di Mike Deodato Jr., che qui raggiungono una nuova giovinezza; forse certe tavole sono svalutate dai colori troppo accesi e saturi, ma il suo tratto è così affascinante e ben delineato che ci si passa sopra più che volentieri. E alla storia che non ci si passa sopra. Sembra di leggere un numero di Dragon Ball ambientato nella galassia della Marvel, dove ogni svolta narrativa è una continua ricerca di una scusa per giustificare le botte tra supereroi e i cliffhanger sono letteralmente sparati a caso e messi li solo perché c'era bisogno di finire ogni numero della mini in qualche modo. Supereroi, fra le altre cose, dalla caratterizzazione stereotipata e piuttosto abbozzata, cosa che rende i personaggi supponenti, irritanti e difficilmente empatizzabili.
Conclusioni:
Superficiale, noiosa, ripetitiva e con veramente nulla da dire. Se escludiamo le matite di Mike Deodato Jr., Guardiani Di Ovunque rimane un fallimento su più fronti poiché in questa miniserie vengono fuori tutti i difetti più uno che hanno resto la serie sui Guardiani Della Galassia una delle peggiori attualmente in pubblicazione dalla Marvel. Non si può parlare di questa mini senza tirare in ballo la serie principale sui "Vendicatori dello spazio", perché nella miniserie sono contenute e mostrate all'ennesima potenza tutto ciò che non va bene. Letteralmente, non succede nulla. Solo esercizio di stile per il disegnatore. Solo approccio superficiale e sbrigativo verso la trama. Risultato? Altissima frustrazione.
- Symo
Nessun commento:
Posta un commento