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martedì 15 novembre 2016

Deja Vù - Negrita: la recensione (Pick A Card-Cer #90)

Dopo una marea di recensioni di film, ci fermiamo un attimo a tirare il fiato e cambiamo argomento. Da adesso fin quando ne avremo voglia, si parlerà di musica e di dischi. Oggi, si parla di DEJA VU dei NEGRITA.


Il Disco:
Dopo Dannato Vivere e Negrita Live, i Cinque Dottori di Arezzo organizzano una serie di tappe in giro per i teatri Italiani presentando i loro vecchi/nuovi classici in una forma del tutto diversa: quella acustica. Ebbene si, il 2013 è la volta di Deja Vù, un album contenente i migliori brani della band toscana rivisitati e riarrangiati in chiave semi-acustica. E uno dice: "Embè? Mi pare mica sta gran trovata"...e invece, lo è e non lo dico solo perché sono i Negrita e sono uno dei miei gruppi preferiti e quindi tutto quello che fanno è oro colato, lo dico perché è veramente una grande idea. 

Purtroppo, o per fortuna (dipende dai punti di vista) i dischi acustici o le esibizioni unplugged hanno sempre avuto più fortuna nei paesi come l'America...ma! Tanto per citare Sex dei Negrita, "altro che l'America", l'Italia di musica non ha mai capito una ceppa caramellata. Qui, nel nostro stivale, non abbia mai avuto la versione di MTV come ce l'hanno avuta gli Americani, quella stessa rete che (prima di diventare la quinta essenza della tv spazzatura) lanciava programmi rispettabili come Unplugged dove gente come i Nirvana, Eric Clapton e i R.E.M. hanno sfornato dischi che hanno venduto uno sfracello. Qui? Qui in Italia la filosofia sulle canzoni acustiche è: "c'è o non c'è, va tutto bene comunque"...e infatti, se notate, album del genere sono piuttosto rari tra i musicisti tricolore. Da una parte, è comprensibile, perché fare una versione acustica di una canzone è un arma a doppio taglio; non sembra, ma riarrangiare il tutto in questa nuova versione senza amplificazione non è così semplice, sopratutto perché la difficoltà del tutto sta in quella di creare un brano che dia la l'impressione che quella che l'ascoltatore sta ascoltando è solo una sua versione alternativa...e qui, viene il bello: versione, non, qualcosa di completamente diverso, perché a volte è questo che succede. Insomma, in parole povere, la difficoltà sta nel creare una versione diversa dello stesso brano, non una cosa ex-novo, e molti (su questo argomento) fanno di quegli scivoloni che manco Willy E. Coyte quando cadeva vittima dei propri tranelli contro Road Runner. Facciamo un esempio? Facciamo un esempio.

Bon Jovi, che è stato comunque un grande del rock, ma Live è...beh, Live è molto 'inzomma (imparasse a fare sti ritornelli, o la piantasse di cantare in playback)...ma sopratutto, lascia tantissimo a desiderare nelle esibizioni acustiche. Prendete Living On A Prayer, e poi ascoltatela in versione acustica. Sentito? Per quanto mi riguarda, piuttosto che fare una cosa così palesemente diversa con una canzone dove non si può mantenere una certa somiglianza, allora, meglio non farlo. Sostanzialmente, la paura di questi Italiani conservatori, è questa. E i Negrita? I Negrita ce l'hanno fatta e, al contrario, han fatto un grande grandissimo lavoro. Dopo il sopracitato tour in giro per i teatri, il successo che hanno riscosso da quel che prima era solo un'esperimento per tentare qualcosa di diverso, i Dottori si sono rinchiusi in studio peggio dei sopravvissuti negli atti finali di un film con gli zombie e hanno registrato le versioni disco dei loro vecchi/nuovi classici dall'anima transistor-less. Certo, i Negrita non hanno perso tempo a creare anche due inediti che hanno infilato dentro il loro nuovo lavoro (La Tua Canzone e Anima Lieve), ma quello che attira di più l'attenzione è come siano riusciti a mantenere la loro tipica energia rock nonostante l'assenza di stravolgimenti epocali e i toni più tranquilli e rilassati; la cosa, forse, più bella è vedere come (addirittura) certe canzoni si presentino più belle dell'originale. 

Conclusioni:
E' un prodotto decisamente interessante, riuscito, dalla grande energia e che non può/non deve passare inosservato e che personalmente ho apprezzato veramente tanto. Consiglio: da ascoltare quando siete seduti sul divano con la vostra bella o mentre state facendo un lavoro molto lungo, come pulizie di casa o quant'altro. Ancora una volta, i Negrita portano a casa una gran bel risultato e un sacco di high-five a ripetizione.

- Symo

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