Da oggi, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin III, I Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta, si parte da MILES MORALES: ULTIMATE SPIDER-MAN - RIVELAZIONI.
Dati Generali:
Testi: Brian Michael Bendis
Disegni: David Marquez
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Miles Morales: Ultimate Spider-Man #6-12
Prezzo: 3,30 € (cad.)
Trama:
La vita di Miles Morales è stata capovolta su ogni livello immaginabile! Nuovi avversari stanno uscendo allo scoperto e nuove domande stanno per incontrare le proprie risposte Chi era il padre di Miles? Qual è il segreto del suo lascito? L'Ultimate Spider-Man diventerà un agente SHIELD? Il giovane Uomo Ragno sta per affrontare sia il suo futuro che il suo passato contemporaneamente. Che questa possa essere la fine della strada per Miles Morales?
Il mio Parere:
In verità e in verità vi dico, che nonostante nelle sinossi sia classificato come "prologo di Secret Wars", in realtà tra i sei numeri raccolti in Rivelazioni soltanto il #12 è collegato a Guerre Segrete, anche se veramente in minimissima parte. Questo perché, all'epoca, la serie Miles Morales: Ultimate Spider-Man era l'unica testata ambientata nell'Ultimate Universe, e siccome questo universo alternativo gioca una parte importante nel revival 2015 delle Guerre Segrete, da qualche parte bisognava anticiparne a grandi linee la partecipazione; purtroppo sulle altre (Ultimate FF e All-New Ultimates) non s'è potuto farlo, perché vennero cancellate senza pietà a causa della bassa qualità artistico/narrativa. Quindi, più che un prologo a Secret Wars, Rivelazioni è l'epilogo alla seconda era di Miles Morales come Uomo Ragno, che è andata decisamente meglio della prima.
Ultimate Spider-Man e The Walking Dead hanno due cose in comune, il fatto che ad una certa sono stati vittime dei loro stessi schemi narrativi, che dopo un pò sono diventati ridondanti e ripetitivi: per questo Robert Kirkman optò poi per un time-skip di due anni, proprio per ridare giovinezza alla serie. Idem ha fatto Brian Michael Bendis con Miles Morales, che sfruttando la scusa del crossover Cataclysm aggiunta alla storyline No More Spider-Man, ha cercato di rimescolare le carte in tavola e ritagliare attorno al giovane personaggio trame che gli competessero. Il rischio in cui stava incorrendo e che riuscì brillantemente a sventare, era quello di trasformare Morales nel sostituto/clonazzo etcnicamente assortito di Peter Parker; sia chiaro, Morales può anche andar bene come Uomo Ragno supplente, ma dietro la maschera deve esserci una personalità diversa e Bendis rischiava di ripercorrere le stesse strade precedentemente percorse con Peter.
Con Miles Morales: Ultimate Spider-Man, Bendis finalmente entra in pieno possesso del personaggio e del suo cast, cominciandolo a sfruttare, analizzare, sfaccettandolo e dandogli una personalità tutta sua, facendo, inoltre, del termine "imprevedibilità" la parola d'ordine della serie. Che era quello che ci voleva, perché di Peter Parker si conoscevano ormai vita-morte-miracoli, e benché fantastica la rivisitazione moderna di certe storie, erano comunque le solite storie. Miles Morales è invece un personaggio nuovo e ancora tutto da scoprire, bisognava potenziare questo suo aspetto e qui Bendis ci riesce. Atmosfere urbane e metropolitane si fondo con teen-drama, spionaggio e controspionaggio, creando un mix veramente accattivante che appassiona facilmente il lettore perché la storia riesce a regalare scene e colpi di scena mozzafiato ad ogni numero, condite con i soliti verbosi (ma irresistibili) dialoghi di Bendis. Il problema, però, è il finale.
Il #12, il numero finale della serie, rovina un pò tutto il pathos costruito finora e si pone tristemente come un finale anticlimatico, oltre che rovinoso coito interrotto simpatico come un bastone fra le ruote che tira il freno a mano proprio quando la suspanse stava per innalzarsi e farsi più incalzante. Quello che delude di Rivelazioni è proprio questo: quando la storia stava per partire e farsi più vertiginosa ed esplosiva, tutte le trame attive si sono concluse. Ok che la serie venne obbligatoriamente chiusa per via di Secret Wars, di tutta l'operazione del crossover e anche perché la Marvel voleva eliminare l'Ultimate Universo, però questo non salva lo sceneggiatore dal terribile scivolone di cui si rende protagonista: bruciarsi tutti i momenti che potevano rendere Miles Morales finalmente una icona. Tipo questo la lotta solitaria di Miles contro il Dr. Destino e l'Hydra, risolta così, a vino e tarallucci. O come le risposte a tutti i segreti disseminati per la serie, risolti forzatamente perché bisognava farlo. Ok i piani interrotti per Secret Wars, però risolvere tutto così, come se stessi chiedendo il riassunto di un film a qualcuno, anche no. Più che la conclusione di Miles Morales: Ultimate Spider-Man, quella a cui il lettore assiste è il riassunto disegnato di quello che voleva fare Bendis. E insomma, dicevo, anche no.
Conclusioni:
Volutamente non si è parlato dell'arte di David Marquez, perché cosa c'è da dire al riguardo? E' un disegnatore il cui stile è maturato e cresciuto a dismisura, diventando un fuori classi in pochissimo tempo. Le sue forme sono precise e delineate, ma fantasticamente espressive e dinamiche. Rivelazioni rimane una run ottima anche per i suoi disegni e la capacità di Bendis di prendere più confidenza con Miles Morales, ma il finale ha una nota decisamente amara da occasione sprecata. Un vero peccato.
- Symo
Ultimate Spider-Man e The Walking Dead hanno due cose in comune, il fatto che ad una certa sono stati vittime dei loro stessi schemi narrativi, che dopo un pò sono diventati ridondanti e ripetitivi: per questo Robert Kirkman optò poi per un time-skip di due anni, proprio per ridare giovinezza alla serie. Idem ha fatto Brian Michael Bendis con Miles Morales, che sfruttando la scusa del crossover Cataclysm aggiunta alla storyline No More Spider-Man, ha cercato di rimescolare le carte in tavola e ritagliare attorno al giovane personaggio trame che gli competessero. Il rischio in cui stava incorrendo e che riuscì brillantemente a sventare, era quello di trasformare Morales nel sostituto/clonazzo etcnicamente assortito di Peter Parker; sia chiaro, Morales può anche andar bene come Uomo Ragno supplente, ma dietro la maschera deve esserci una personalità diversa e Bendis rischiava di ripercorrere le stesse strade precedentemente percorse con Peter.
Con Miles Morales: Ultimate Spider-Man, Bendis finalmente entra in pieno possesso del personaggio e del suo cast, cominciandolo a sfruttare, analizzare, sfaccettandolo e dandogli una personalità tutta sua, facendo, inoltre, del termine "imprevedibilità" la parola d'ordine della serie. Che era quello che ci voleva, perché di Peter Parker si conoscevano ormai vita-morte-miracoli, e benché fantastica la rivisitazione moderna di certe storie, erano comunque le solite storie. Miles Morales è invece un personaggio nuovo e ancora tutto da scoprire, bisognava potenziare questo suo aspetto e qui Bendis ci riesce. Atmosfere urbane e metropolitane si fondo con teen-drama, spionaggio e controspionaggio, creando un mix veramente accattivante che appassiona facilmente il lettore perché la storia riesce a regalare scene e colpi di scena mozzafiato ad ogni numero, condite con i soliti verbosi (ma irresistibili) dialoghi di Bendis. Il problema, però, è il finale.
Il #12, il numero finale della serie, rovina un pò tutto il pathos costruito finora e si pone tristemente come un finale anticlimatico, oltre che rovinoso coito interrotto simpatico come un bastone fra le ruote che tira il freno a mano proprio quando la suspanse stava per innalzarsi e farsi più incalzante. Quello che delude di Rivelazioni è proprio questo: quando la storia stava per partire e farsi più vertiginosa ed esplosiva, tutte le trame attive si sono concluse. Ok che la serie venne obbligatoriamente chiusa per via di Secret Wars, di tutta l'operazione del crossover e anche perché la Marvel voleva eliminare l'Ultimate Universo, però questo non salva lo sceneggiatore dal terribile scivolone di cui si rende protagonista: bruciarsi tutti i momenti che potevano rendere Miles Morales finalmente una icona. Tipo questo la lotta solitaria di Miles contro il Dr. Destino e l'Hydra, risolta così, a vino e tarallucci. O come le risposte a tutti i segreti disseminati per la serie, risolti forzatamente perché bisognava farlo. Ok i piani interrotti per Secret Wars, però risolvere tutto così, come se stessi chiedendo il riassunto di un film a qualcuno, anche no. Più che la conclusione di Miles Morales: Ultimate Spider-Man, quella a cui il lettore assiste è il riassunto disegnato di quello che voleva fare Bendis. E insomma, dicevo, anche no.
Conclusioni:
Volutamente non si è parlato dell'arte di David Marquez, perché cosa c'è da dire al riguardo? E' un disegnatore il cui stile è maturato e cresciuto a dismisura, diventando un fuori classi in pochissimo tempo. Le sue forme sono precise e delineate, ma fantasticamente espressive e dinamiche. Rivelazioni rimane una run ottima anche per i suoi disegni e la capacità di Bendis di prendere più confidenza con Miles Morales, ma il finale ha una nota decisamente amara da occasione sprecata. Un vero peccato.
- Symo
Mi rammarico sempre per il destino della testata Ultimate. Tutto il tracollo artistico è iniziato con Ultimates 3 e l'infame Ultimatum (che per certe idee mi era piaciuto, altre invece no). Millar con i suoi brillanti Ultimates (grazie ai consigli di Morrison) e Bendis con il suo Spidey (che però non è mai riuscito a prendermi visto che il Peter di Straczynski per me era oro colato ai tempi) erano delle belle testate ed anche molto controcorrente per certi versi. Io ho adorato anche la disomogeneità della testata Ultimate dedicata agli X-Men che nel suo modo di narrare nonostante troppe teste al lavoro aveva il suo fascino ed anche, in parte minore, gli Ultimate Fantastic 4.
RispondiEliminaAlla fine tutto è collassato come le testate 2099, peccato un vero peccato. Non so se la colpa è tutta di Quesada (il suo vero peccato imperdonabile è stata la fine fatta fare a Spidey nel post Civil War e mi riferisco a quella ben precisa storia) ma la scelta di certe soluzioni narrative è stata o troppo esagerata o troppo dozzinale per un Universo che per me aveva ancora tanto da dire e da rielaborare da quello classico.
Alla fine si è scelto di far convergere certe idee all'universo canonico.
Secondo me hanno talmente tanto perso il controllo dell'Universo Ultimate, che hanno avuto paura di perdere lettori di quello classico e che ad un certo punto quello Ultimate potesse sopraffare quello classico. Se ci pensi, l'Universo Classico è diventato molto più anti-conformista di quello Ultimate, quando in teoria doveva essere il contrario.
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