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mercoledì 22 giugno 2016

Max Payne (la non-recensione)

Cosa c'è di diverso, fra queste recensioni e tutte quelle fatte finora? Che questa sembra una di quelle ma invece non lo è: perché si parla di videogiochi, argomento su cui non mi sono mai professato esperto, ma semplice amatore dilettante. Oggi, non-recensione del sottovalutatissimo Max Payne


Dati Generali
Sviluppatore: Remedy
Pubblicato da: Rockstar Games
Data di Rilascio: 25 Luglio 2001
Genere: Sparatutto in Terza Persona
Tema: Thriller/Noir, Giallo, Poliziesco
Piattaforme: PlayStation 2 & PC

Trama:
Max Payne è un poliziotto vittima di una terribile tragedia: sua moglie e sua figlia furono brutalmente uccise da un gruppo di tossici dipendenti dalla droga conosciuta come "Valchiria". Trasferitosi dalla Polizia alla DEA, Payne lavorò sotto copertura per scoprire l'identità degli assassini...ma arrivò troppo vicino alla soluzione del caso e venne ingiustamente accusato di omicidio. Capendo che dietro alla morte della sua famiglia c'era ben più di un semplice omicidio commesso da un gruppo di disperati, anche se solo e tradito anche dalla polizia stessa, Max decide di non fermarsi e continuare da solo la sua crociata verso la vendetta.

Il mio Non-Parere:
Detto questo, ora spieghiamo quanto detto ad inizio post: perché considero Max Payne un gioco sottovalutato? Perchè in svariate classifiche dei migliori giochi della Playstation 2, questo particolare gioco della Rockstar non occupava mai una posizione di rilievo. Magari sono io che ho consultato le classifiche sbagliate, però (per quanto ho visto) mi faceva specie che un gran giocone come questo non avesse il giusto riconoscimento; ma forse sono sempre io che ho preso troppo a cuore la struggente e drammatica storia di questo freddo e duro detective che, forse, nel vedergli dati riconoscimenti minori di un Assassin's Creed mi è sembrata un' ingiustizia simile a quella che ha colpito la sua famiglia. Ecco perché ho deciso di valorizzarlo in questo post. Ebbene, cos'ha di bello questo gioco? Se escludiamo la grafica, dato che la Rockstar non ha mai puntato tantissimo su una grafica mozzafiato, tante cose, a dire il vero. Tante, tantissime cose.

Come prima cosa, la casa sviluppatrice del gioco (la Remedy) conferì a Max Payne uno stile visivo unico: estremamente cupo, sia per quanto riguarda i temi, le situazioni, gli sviluppi, il linguaggio e gli ambienti. Che io ricordi, non c'è un solo livello del gioco ambientato alla luce del giorno, non un solo livello dove (almeno per qualche minuto) non si è rinchiusi in qualche pittoresca topaia poco illuminata e stracolma di loschi ceffi che vogliono farti il culo, non un solo livello ambientato al di fuori di questa New York oscura e sommersa da un maltempo da antologia. E per quanto riguarda trama, narrazione, metodo di storytelling e sviluppo della storia, era fedele alla tradizione della letteratura noir e a tutti i tipici clichè e colpi di scena spiazzanti del genere; fecero storia le sequenze narrate con lo stile delle graphic novel a fumetti e il fatto che il giocatore poteva udire i pensieri del protagonista accompagnati dalla ormai leggendaria colonna sonora. Anche se qui devo essere onesto: a me angosciava non poco...ma forse l'obiettivo era proprio questo.

E come dimenticare anche il caro vecchio Bullet Time? Abilità del personaggio messa giusto per cavalcare la moda di Matrix e fare da tributo ai film di John Woo, ma diventato subito un marchio di fabbrica del gioco. Per chi non sapesse chi/cosa è il bullet time, beh, è questa cosa qui:


Che un immagine vale più di mille parole. E un video? Più di un milione. La possibilità di rallentare a piacimento il tempo durante gli scontri a fuoco era un vantaggio enorme per il giocatore, ma anche un effetto cinematografico bello da vedere...o meglio, dipende dal contesto che si usa: nel caso di Max Payne, era realizzato bene (fortunatamente). Come era realizzato il bene il fatto che fosse solo una sorta di "arma in più" da utilizzare contro i nemici, e non come uno sporco trucco per rendere il gioco un banale problema da scuola elementare; si limitava a semplificare la vita, ma non a far diventare il gioco meno impegnativo. E poi, cosa molto più incisiva (a mio parere) era il protagonista.

Max Payne. Se dovessimo tradurre il nome in Italiano, diventerebbe: Massimo Dolore...e anche e c'è la Y al posto della I e la E finale, quel nome vuol sempre dire quella cosa. E anche se non vuol dire proprio quello, la pronuncia di questo sfortunato cognome riconduce sistematicamente alla parola pain. E uno con un nome del genere non può mica fare la bella vita, non gli possono di certo succedere cosa piacevoli e divertenti. E infatti non gli succedono, e mai gli succederanno. La vita di Max Payne fa schifo e sono pronto a scommettere che nessuno (per quanto la vita di qualcuno possa scendere ad un basso livello) vorrebbe essere nei suoi panni. Ma se allora la vita di questo sfortunato detective è in tutto e per tutto una merda, perchè si tifa per lui? Perchè è un eroe, ed è anche un eroe molto umano. Quando la sua famiglia morì avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, pure drogarsi e spararsi un colpo...ma quando sei un poliziotto, non puoi semplicemente "smettere": quando diventi poliziotto è come se rinasci sotto una nuova pelle e, "smettere" di fare lo sbirro, per gente come Max Payne è come ordinare al proprio cuore di smettere di battere; anche se si potrebbe fare, ti pare che vorrebbero farlo? No, non lo farebbero. E così parte alla ricerca della giustizia, della vendetta, armato solo della sua rabbia, del suo rancore, della sua bravura come investigatore e agente di Polizia e spogliato di tutto quello che poteva perdere...perchè tutto quello di cui gliene fregava qualcosa, l'ha già perso: una moglie e una bambina. Ma oltre ad essere un eroe in bilico tra giustizia e vendetta, è anche uno di quelli che molti chiamerebbero "caso umano"; Max Payne, per tenere fede al suo nome, è sempre pervaso da un dolore massimo che non se ne va mai e mai se ne andrà. Forse questo potrebbe dar fastidio a molti videogiocatori che vorrebbero vederlo ripigliarsi da questa terribile tragedia...ma, mettetevi un attimo nei suoi panni: credete che ci sia una possibilità che si riprenda? E se c'è, quando succederà? E quando succederà, quanto durerà? E questa fantomatica "possibilità di ripresa", l'ha mai davvero considerata? Non è che provare questo dolore eterno è l'unico modo per sentire la sua famiglia vicina? Ora lo capite un pò di più, immagino (o meglio, spero).


Max Payne è un personaggio dalla caratterizzazione splendida e incredibilmente curata e sfaccettata, come del resto l'intero gioco. E trovo ingiusto che molti giocatori diano più credito a uno come Ezio Auditore che, per carità, può anche piacere, non lo voglio negare...ma che non è profondo come Max. Ma sapete cosa? Forse è anche meglio così: Max Payne non è un personaggio per tutti, forse è anche giusto così che esistano questi personaggi per pochi.

Ora questo post sarebbe finito anche qui. Ma come dice Max alla fine del gioco: "Io sono vivo, la mia famiglia no. Non finirà mai". E infatti, non finirà mai, perchè Max Payne (dai nostri cuori) non se ne andrà mai.

- Symo

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