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lunedì 23 maggio 2016

Invincible Iron Man, Vol. 1: Reboot (la recensione)

Con questa recensione si inaugura una cosa che il sottoscritto voleva fare da un pò: recensire i numeri mensili delle testate che legge. Trovandolo però impraticabile, tra impegni ed altre menate, il vostro Symo ha deciso di giocarsela in questo modo. Ci saranno comunque le recensioni dei mensili che seguo: ma recensiti volume per volume e alla fine del primo arco narrativo della testata, così da avere anche una visione più precisa ed ampia della storia. Questo nuovo modus operandi si inaugura con Invincible Iron Man, Vol. 1: Reboot.



Dati Generali:
Testi: Brian Michael Bendis
Disegni: David Marquez
Anno di Pubblicazione: 2015-2016
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Invincible Iron Man (Vol. 2) #1-#5
Prezzo: ND

Trama:
Dopo le Guerre Segrete, Tony Stark decide di creare una nuova armatura che possa far fronte ad ogni tipo di minaccia, cercando di renderla adattabile a seconda della situazione. Proprio nel momento in cui ci riesce, Madame Masque torna sulla scena, mettendo a segno un colpo insolito.

Il mio Parere:
Partiamo dalle cose che vanno bene. Assolutamente i disegni di David Marquez, nonché le sue soluzioni grafiche nel disporre le vignette nelle tavole. Senza ombra di dubbio, i disegni di Marquez sono un vero gioiello in questo Reboot, volume che sancisce la maturazione artistica del disegnatore e il raggiungimento di un nuovo status-quo artistico che lo promuove da promessa del fumetto a sua colonnare certezza. Il suo stile è dinamico, frizzante, ricco e curatissimo nei particolari ed estremamente espressivo, sia nelle espressioni dei personaggi, sia nei movimenti in scena di semplice dialogo e azione; con Marquez i personaggi prendono vita e bucano le pagine, tanto da rendere il lettore altrettanto partecipe della storia.

L'altra è sicuramente la nuova caratterizzazione del Dottor Destino, qui ora solo Victor Von Doom. Bendis non è che lo sappia scrivere molto bene, spiace dirlo, ma nelle sue mani Von Doom è un caricaturale villain da cartone animato, ma come "teaser trailer" del nuovo ruolo dell'ex-nemico giurato dei Fantastici Quattro, va più che bene. E' bello vedere che la Marvel ha finalmente capito che, ormai, certi suoi personaggi hanno raggiunto la conclusione di un ciclo e che vengano reinventati per ruoli più marginali o comunque per ruoli non più così attivi. Detto questo, ora parliamo di ciò che non va bene.


Indubbiamente tutto il resto. Ma per spiegare perché l'intero volume uno di Invincible Iron Man è una baracconata (salvo le cose dette prime) bisogna prima andare al centro della questione, per poi partire da li: perché se si capisce da dove si origina il maggior punto debole della storia, si può poi capire perché tutto il resto è da cestinare. Il problema principale di Reboot è la nuova armatura del Vendicatore Corazzato.

Sia chiaro, non perché questo rende Iron Man mostruosamente potente con questa armatura, ma più perché questo enorme ed esagerato upgrade si pone al centro della narrazione, facendo si che la storia sia solo un pretesto nonché scusa narrativa per mostrare quello che la Model 51 (detta anche Model-Prime) sappia fare. Leggere Invincible Iron Man, Vol. 1: Reboot è come andare ad uno showroom delle automobili o delle moto, dove le varie major produttrici tirano fuori i mezzi in futuro commercio, mostrandone tutte le caratteristiche e peculiarità, oltre che creare pure l'occasione per poterlo fare. Le varie modalità dell'armatura e tutte le sue potenzialità dovrebbero essere un aiuto alla storia, un modo per renderla più appetibile e accattivante (come succedeva per il discorso della magia in Hellblazer) non il motore trainante di essa. Ok che, da una parte, avere una armatura versatile ed adattabile ad ogni situazione da la possibilità a David Marquez di sbizzarrirsi col design di ognuna di esse, ma più che leggere una storia di Iron Man, sembra di vedere una sceneggiatura abbellita di una potenziale serie animata che non ha ricevuto la luce verde per la produzione. E' più il sequel di un prodotto come Iron Man: Armored Adventures doppiato da Robert Downey Jr, che la nuova era di Tony Stark.


Se ovviamente si parte col pretesto di raccontare una storia solo per far vedere ai lettori quant'è figa e quant'èbbella la Model 51, capite che Reboot finisce per essere una lettura superficiale, eccessivamente morbosa e fatta di tanti elementi poco sviluppati o archiviati in fretta: come, per esempio, Madame Masque, qui una antagonista incredibilmente piatta e caricaturale, inserita solo per azzeccare botte e senza un minimo di funzionalità o appeal. Lo stesso discorso si ripercuote anche sui comprimari ed ospiti del volume, sopratutto sul Dottor Strange che... no, beh, lasciamo stare. Non riesco ancora a credere che una personaggio posato e composto abbia detto una frase da bimbominchia del genere. No, proprio...cioè... No.

Conclusioni:
Leggetelo solo per i disegni di David Marquez, artista che sta davvero crescendo e, da promessa del fumetto, è diventato una certezza. Il resto è, detto gentilmente, spazzatura. E se lo dico uno che ha eletto Bendis a uno dei suoi cinque scrittori di fumetti preferiti...

- Symo

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