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lunedì 9 maggio 2016

Captain America: Civil War (la recensione)

Venerdì scorso il sottoscritto è andato a vedere Captain America: Civil War, terzo film della trilogia di Capitan America punto focale di snodo del Marvel Cinematic Universe. Dopo la visione, non poteva non mancare la mia recensione. Quindi, bando alle chiacchiere e parliamo subito di questo film, che c'è moltissimo da dire.


Le conseguenze del grande scontro avvenuto in Avengers, Captain America: The Winter Soldier e Avengers: Age of Ultron portano ad una resa dei conti tra i Vendicatori e gli stati nazionali. L'America in primis chiede agli eroi di registrarsi, cioè di smettere di essere indipendenti e agire sotto il comando degli stati sovrani. La squadra si spacca così a metà, con una parte di eroi (facente capo ad Iron Man) favorevole all'idea per poter continuare la propria missione e un'altra (facente capo a Capitan America) convinta che tutto questo vada contro la loro stessa idea di missione. Divisi e con obiettivi diversi, i Vendicatori devono affrontare la minaccia di un terrorista che compie terribili attentati proprio ai loro danni, colpendo tra gli altri anche il re di Wakanda, stato africano in prima linea nel conflitto ai superumani poiché produttore di un metallo unico e utile alla causa. In tutto questo il soldato d'inverno, Bucky Barnes, è tornato e pare essere proprio lui il responsabile degli attacchi, di nuovo privo di memoria, di nuovo preda di una volontà altrui e di nuovo bisognoso dell'aiuto di Capitan America.

E questa qui sopra, era la trama. Prima di cominciare, piccola premessa onesta. Ero totalmente e fermamente contrario all'adattamento cinematografico di Civil War di Mark Millar e Steve McNiven, poiché è indubbiamente un'opera che ha bisogno dell'intero Universo Marvel per essere trattata; ma sopratutto, ha bisogno di essere serializzata, magari anche per un numero limitato di episodi e stagioni, ma ci voleva una serie tv e tutti i personaggi Marvel per essere rappresentata. Non ci sono cazzi (e chi dice il contrario, mente sapendo di farlo). Benché non sia contrario alle rivisitazioni, sono comunque convinto che certe cose debbano andare secondo il percorso prestabilito, altrimenti non trasmettono la stessa potenza emotiva e sono solo il pallido ricordo di quello che dovrebbero in realtà essere. Quindi, già dall'inizio si presentava un film difficile e dove le speranze di riuscita, nonostante l'estrema fiducia nel personaggio di Cap e dei Fratelli Russo, erano ai minimi storici. Insomma, come poter adattare una storia di così mastodontica portata a questo universo giovane, ma comunque compatto? Come portare il tutto senza avere un universo vecchio di settantanni come quello originale? Un vero e proprio mistero. Poi, dopo i trailer, ho smesso di pensare e ragionare come lettore e di vedere altri trailer o spot televisivo, per arrivare bello vergine alla visione. E poi ho capito. Poi i Fratelli Russo mi hanno insegnato come avere la botte piena e la moglie ubriaca. Poi i Fratelli Russo mi hanno insegnato come fare un cinecomics perfetto. Si, un cinecomics perfetto, avete letto bene. Detto questo, analizziamo il tutto nel dettaglio evidenziando tutti i Pro, i Contro e i Così Così del film.


- "Guerra Civile": Come Batman V Superman (fatto però in maniera migliore), il nome del titolo è una abile facciata che fa da fiamma per attirare due tipi di falene: i lettori della originale storia e in generale di chi ha una buona conoscenza del Marvel Universe e chi è interessato alle botte tra i super. Già da qui si vede la genialità dei Fratelli Russo, che hanno preso la originale Civil War cartacea e hanno scelto da quell'evento solo i momenti topici e quelli che più potevano essere visivamente efficaci nella pellicola. Tutto il resto è stato poi riempito con altre storie estrapolate da anni di carriera editoriale di Capitan America e dal Soldato D'Inverno, che così hanno fatto da enorme collante che ha soddisfatto in un unico film più esigenze: concludere una prima (e si spera non ultima) era di Capitan America e dei Vendicatori, oltre che dare una svolta importante al MCU. Quindi, il film rimane fedele ad una delle citazioni più belle del nostro protagonista Stellostrisciato e che ne ha sempre descritto il personaggio in maniera fenomenale: la maschera nasconde il viso ma non il cuore. Quel "Civil War" nel titolo è l'abile maschera, una ben studiata facciata dove dice che il film parlerà solo di botte, quando invece dietro le botte c'è qualcosa di molto più grande, profondo e che va a toccare argomenti adulti, scomodi e di enorme importanza etico/morale. Certo, quelle botte tra tizi in costume ci sono e sono coreografate in una maniera a dir poco sublime, ma la schermaglia tra Team Cap e Team Iron Man è originata da dei motivi molto più profondi e che saranno noti solo alla fine. Sotto la maschera dello stile che si rifà a Mark Millar (famoso per scene e sequenze sopra le righe, irriverenti e da blockbuster d'esplosione e azione) c'è un machiavellico e intricato Ed Brubaker (famoso per complicati, raffinati e affascinanti intrecci thriller-noir).

- La Coralità del Cast: Argomenti e tematiche su cui si regge il film portate avanti dall'enorme cast di protagonisti, il vero cuore di questa pellicola. Probabilmente, se ci fosse stato un numero minore di interpreti, non si sarebbe potuto rendere Captain America: Civil War alla stessa maniera: il che è semplicemente fantastico, poiché tutti (sottoscritto compreso) pensavano che la eccessiva coralità del cast avrebbe impoverito la pellicola proprio perché un numero così vasto di personaggi avrebbe impedito una caratterizzazione a tutto tondo. E invece, regia e sceneggiatura riesco a fare della enormità del cast il suo maggior punto di forza, creando una piramide di caratterizzazione su cui, poi, tutta la trama cerca di reggersi. Protagonisti assoluti sono indubbiamente Capitan America e Iron Man, personaggi che rappresentano l'essenza più pura delle due visioni degli Accordi di Sokovia; attorno a loro, ci sono i personaggi che scelgono di stare dalla parte di Steve e Tony, alleati che rappresentano (chi più, chi meno) ogni singola sfumatura della ideologia dei due Vendicatori. Nella brevità delle loro apparizioni, esclusi Cap e Stark stessi - i quali hanno sul groppone la maggior parte delle scene di grande impatto - gli altri soci dei due rispettivi team riescono a ritagliarsi sensazionali momenti di protagonismo grazie a scene d'azione e mosse spettacolari messi a segno da loro: più, ovviamente, brevi, taglienti ed incisive linee di dialogo che rendono la caratterizzazione di ogni personaggio solida e ben costruita. La prova del nome di questo enorme, ma semplice, lavoro arriva se fate questo giochino: se pensate ad un personaggio presente nel film, subito vi verrà in mente una sua scena memorabile. Questo significa aver scritto una parte veramente vincente e incisiva, perché dare una personalità che buca lo schermo a così tanti personaggi, vuol dire aver fatto un lavoro a dir poco magistrale e superbo.

- Le Idee e le Tematiche Trattate: Lo scontro tra Capitan America e Iron Man (e membri dei rispettivi team), oltre a essere un tripudio di citazioni di molteplici storie e della carriera editoriale del Capitano e di Tony Sterko, si sposta piano piano anche su una questione personale, proprio come in tutte le guerre. Se prima è scudo contro armatura, buona volontà dell'altro contro la sfiducia del governo, dopo si ridurrà tutto nello scontro definitivo tra i volti dietro la maschera e l'elmo, cioè tra Steve Rogers e Tony Stark, i quali daranno vita ad una vera battaglia di idee su una questione all'apparenza ben piú semplice dell'Atto di Registrazione (del resto, nel Marvel Universe è sempre stato così: è l'uomo sotto la maschera che fa l'eroe, non il contrario). Sicurezza o libertà, il governo o l'autonomia, essere degli eroi responsabili e coscienti o delle mine vaganti che possono allo stesso tempo salvare o distruggere il mondo. Le botte ci sono e sono, ancora una volta, spettacolari: ma lo scontro fisico è solo la dimostrazione reale e tangibile della frustrazione che entrambe le parti provano per non riusce a capirsi e venire incontro, cosa che sfocerà poi nel manesco forte. L'MCU cresce con questo film e quel sense of wonder tipico della Silver Age dei fumetti, dove il principale elemento di traino della storia era l'azione e l'avventura, viene con parsimonia e sostituito con una lenta decostruzione dello stesso. Con questa pellicola, i super cominciano, come figure adulte quali sono, ad essere messi a confronto delle conseguenze delle loro azione che (per quanto fittizie) toccano comunque tematiche realistiche ed attuali che non lasciano indifferente lo spettatore. Anche se scegliesse di credere che "la verità sta nel mezzo", è comunque scegliere. Nella vita vera, come in quella narrativa, a volte bisogna prendere una posizione.


- Eroi, Uomini e Costumi: E qui, vorrei davvero soffermarmi parecchio, poiché in Captain America: Civil War abbiamo la caduta dell'eroe, dato che lo stupore per gli sgargianti eroi è stato sostituito da paranoia e timore: un cambiamento simile alla visione che si ha dei propri genitori in fase di crescita. Se in tenera età essi si presentano come i nostri eroi senza macchia e perfetti sotto ogni punto di vista, già dall'età della pubertà queste importanti figure della vita di un essere umano cominciano a mostrare le proprie imperfezioni, le loro contraddizioni e i compromessi che devono costantemente sopportare. Nell'Universo Marvel Cinematografico sta succedendo la stessa cosa e il concetto di "buono" e di "giusto" sta venendo "sporcato" da situazioni sempre più delicate oltre che prive di una visione universalmente corretta sotto il profilo etico/morale. Essendo il terzo film del Capitano un film sopratutto di personaggi enormemente caratterizzati, era necessario farli bene: cosa che è successa. Tutti i protagonisti sono grandiosi, poiché tutti hanno avuto modo di essere come le persone: umani e contraddittori.

Capitan America è un personaggio fermo nelle sue convinzioni, poiché la sua estrema conoscenza del passato lo rende capace di vedere il futuro più di sedicenti futuristi. E' un personaggio che per il bene degli altri, sempre a scapito del proprio. Ma in questa situazione dà la priorità a qualcosa che è lui stesso a volere, per una volta. E’ una sfumatura che va a caratterizzare il personaggio ancora di più che in passato, dandogli un dinamismo nuovo. Un indomito combattete, energico e tenace che non accetta compromessi  ma spesso deviato e offuscato nell'obiettività dall'amicizia che prova verso Bucky. Iron Man è, invece, FINALMENTE descritto per quello che è: un uomo egoista e manipolatore, che sfrutta il suo charme e le sue pressoché illimitate possibilità finanziare per far passare quello che vuole lui per il bene comune. Nonostante ciò un personaggio del genere, in certi momenti, può quasi fare anche pena e tenerezza, poiché centrale è la frustrazione che prova per la morte dei genitori (dove nel film si farà chiarezza). Ma nonostante questo, le scelte che farà saranno comunque discutibili e da autentica merdaccia: vedi il reclutamento dell'Uomo Ragno, dove tira in ballo un ragazzino immaturo e palesemente abbindolato dalla bella vita, perché comunque povero e in condizioni di vita molto modeste, mettendolo davanti a potenziali rischi solo perché gli serviva qualche braccio in più. Falcon è un alleato instancabile e affidabile, ma non uno schiavetto che segue ciecamente il suo leader: è una personalità tridimensionale che offre vero sostegno e supporto. Di solito non apprezzo sidekick alla Robin, ma qui Falcon ha spaccato, non c'è che dire. La Vedova Nera appare investita di un carattere velatamente struggente, divisa tra quello che farebbe come spia e quello che farebbe come quella che non ha mai potuto essere: una donna libera dal controllo di governi o agenzie. Ant-Man rappresenta forze la vena cazzona del film e, va detto, è dentro perché è un pò trascinato, ma alla fine e è li "perché degli Stark non ci si può fidare". Di War Machine traspare il lato più galoppino, è sempre stato così (e infatti tutti puntavano sulla sua morte, ma i registi avevano detto fin dall'inizio che non sarebbe morto nessuno in quanto ogni defunto è poi sempre tornato dalla morte). Il modo in cui viene e si fa trattare la dice lunga anche su Stark. Plus: l'arma che utilizza non vi ha ricordato questa scena?

Il Soldato D'Inverno è forse eccessivamente vittimizzato, ma alla fine ci sta come cosa, non è veramente colpa sua. Bella la sua evoluzione, da stronzone confuso a poi martire, oltre che personaggio tormentato da azioni e ricordi di cui vorrebbe farne a meno, cosa sottolineata in una frase che dice verso la fine, quando gli viene chiesto se si ricorda di tutte le morti che ha firmato. "Non dimentico nessuno", risponde, frase scarna ma che descrive il personaggi in maniera semplice e cristallina. Pantera Nera è monumentale e impressionante anche lui. Nelle movenze è come nel fumetto. Sopratutto c'è una evoluzione mica da ridere, che accade veloce ma parsimoniosa. Prima è vendicativo e rancoroso, poi arriva la presa di coscienza e diventa come il re che ci si aspetta: saggio e giusto. Poi come nei fumetti, è sempre quello che va alla ricerca del vero colpevole non si fa abbindolare dalla facciata. Visione e Scarlet vanno assieme, perché hanno una caratterizzazione molto complementare. Qui traspare il loro lato confuso, sono delle macchine che convivono con sentimenti umani: Visione perché è veramente un organismo meccanico diventato uomo e che cerca di convivere con la sua umanità; Scarlet perché trattata come cavia e arma e che, ora, cerca la sua umanità. Sono bombe ad orologeria pronte ad esplodere in qualsiasi momento, per questo si attirano e poi si respingono: perché sono simili. Sublime anche Occhio Di Falco, uno dei miei personaggi preferiti di sempre. Clint del cinema è sempre stato più vicino alla versione Ultimate, in cui è un freddo agente segreto alla Jason Bourne. Qui invece è come agli esordi della sua carriera e come Kurt Busiek e Matt Fraction lo hanno descritto negli anni: un verso sbruffoncello dalla lingua tagliente, oltre che inossidabile combattente. E ora, veniamo a lui.

Pur rimanendo comunque affascinato dall'interpretazione di Andrew Garfield come Uomo Ragno, devo dire che Tom Holland non ha nulla da invidiare ai suoi predecessori. Lo dico: Holland sembra davvero plasmato ad hoc per l'idea che i Fratelli Russo hanno voluto mostrare dell'Uomo Ragno, cioè quella di rappresentare uno Spidey adolescente, immaturo e totalmente inesperto: cosa dimostrata al fatto che si schiera con Stark perché lo abbindola coi soldi e un upgrade all'avanguardia in termini di costume e gadget, non perché si sia veramente informato sulla questione. Il suo sponsor l'ha scelto? E' tutto quello che deve sapere e che gli serve sapere. Un adolescente moderno, eppure, vicino alla classica tradizione dell'Uomo Ragno giovane, squattrinato, battutaro, agile, energico e davvero solare. Ah, e ovviamente pure Marisa Tomei, la Zia May che mi farei.


- Il Barone Zemo: All'inizio mi ha lasciato un pò così. Questo perché ogni cinecomics è giudicato sempre con una mente da lettore, facendo un paragone tra come appare nelle pagine e come è poi mostrato su schermo. Ecco, qui si presenta pesantemente rivisitato, oltre che senza nessuno costume. Poi a mente fredda c'ho ragionato e ho realizzato che, nella pellicola, funziona alla grande e la sua rivisitazione è stata orchestrata in maniera certosina e funzionale al rafforzamento delle tematiche di cui sopra: anche Zemo è un personaggio che appare come un uomo con i suoi perché, le sue motivazioni e le sue caratteristiche contraddittorie. Certo, è fatto per essere odiato, anche perché sfrutta le crepe degli eroi contro di loro. Ma questa è una cosa che i cattivi fanno spesso nei fumetti, con risultati ovviamente disastrosi. Per questo funziona: perché è realistico come antagonista ma è anche fumettoso, un bel compromesso. Mi manca un pò il nazistone eccentrico, ma ci sta questo Zemo. Poi sopratutto non muore, quindi potrebbe tornare! Una cosa che non ho mai sopportato del MCU è che quasi tutti i villain muoiono e non c'è una galleria di nemici che possa espandersi come quella degli eroi.

- Crossbones: Quindi, di conseguenza, ho adorato vedere Cap che mena Rumolow (il cattivone dell'inizio che c'era anche in Captain America: Winter Soldier), qui vestito come la sua controparte mascherata Crossbones: però mi è dispiaciuto vederlo morire. Comincio a credere che sia importante avere una galleria di nemici che possa tornare e credo che l'unico difetto del film sia stato far crepare un altro cattivo. Non voglio che si faccia l'errore dell'Universo Cinematografico X-Men dove l'unico cattivo che ti viene in mente è sempre Magneto. Magneto uber alles, ma nella vita c'è altro. E' vero che di nemici picchiatori come Crossbones ce ne sono a bizzeffe, ma le scorte, prima o poi, finiscono per tutti.

- Adattamento e Traduzione: Unica nota davvero negativa di tutto il film è la superficiale attenzione che si è mostrata verso l'adattamento Italiano della pellicola. Oltre alle citazioni delle storie cartacee, c'erano numerosi riferimenti ai precedenti film di Capitan America, tra cui il primo: e, in particolare, una determinata scena. Nell'adattamento Italiano, invece, la cosa è passata totalmente inosservata e non si è nemmeno avuta la cortezza di andare a cercare la cosa, così da creare un adattamento davvero fatto con la testa. Di solito difendo il doppiaggio e adattamento Italiano a spada tratta, ma sta cosa è impossibile reggerla.


Captain America: Civil War è un film monumentale, epico e che riesce a trasformare in potenziali difetti e rischi della pellicola in punti di forza, oltre che snodo che sancisce ufficialmente la maturazione del Marvel Cinematic Universe. Anthony e Joe Russo riescono nella difficile impresa di portare sul grande schermo uno degli eventi più celebri e chiacchierati degli ultimi anni, trattarlo in maniera matura, senza snaturarsi e senza lasciare che questo diventi il centro della narrazione. Quello che ne deriva é un divertente, duro, solido e concreto film che tratta i supereroi come persone vere e il fumetto con rispetto di chi vuole portarlo a qualcosa di più.

- Symo

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