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sabato 5 marzo 2016

Metal Gear Solid V: Ground Zeroes (la non-recensione)

Cosa c'è di diverso, fra queste recensioni e tutte quelle fatte finora? Che questa sembra una di quelle ma invece non lo è: perché si parla di videogiochi, argomento su cui non mi sono mai professato esperto, ma semplice amatore dilettante. Dopo mesi e mesi e mesi e mesi e mesi passati ad attendere che si abbassasse di prezzo, finalmente il Symo è riuscito ad entrare in possesso del nuovo capitolo della saga di Metal Gear Solid... No, non Phantom Pain, quello prima: Ground Zeroes. Eccome mai non mi sono fiondato subito all'acquisto? Vediamolo assieme in questa non-recensione di Metal Gear Solid V: Ground Zeroes




Dati Generali
Sviluppatore: Kojima Productions
Pubblicato da: Konami
Data di Rilascio: 20 Marzo 2014
Genere: Azione/Stealth
Tema: Spionaggio
Piattaforme: PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360, Xbox One

Trama:
Anno 1975. Dopo gli aventi accaduti in Peace Walker, Naked Snake (meglio conosciuto come Big Boss) dovrà infiltrarsi in una base americana ubicata a Cuba chiamata Camp Omega per salvare Paz e Chico, rinchiusi all'interno della base. Paz è la giovane allieva del professore Gàlvez conosciuto in Metal Gear Solid: Peace Walker, mentre Chico è il soldato bambino della Sandinista National Liberation Front (FSLN) che fu rapito dall'arma I.A. Chrisalis. Il compito di Big Boss, è assicurare la loro libertà.

Il mio Non-Parere:
C'è un motivo per cui, attorno al nome di Hideo Kojima, gironzola quel fitto fanboysimo apparentemente ingiustificato, ma profondamente fondato: perché è una di quelle poche persone meritevoli dell'appellativo di Genio. Se dovessimo paragonarlo a qualche altra figura dello spettacolo, Kojima sarebbe il Jimi Hendrix dei videogame; Jimi ha composto poche canzoni e vissuto altrettanto brevemente, ma le innovazioni apportate per sua mano alla musica, hanno cambiato per sempre il modo di percepirla e comporla, contribuendo a creare nuovi schemi creativi e dare agli aspiranti musicisti un nuovo modello a cui rifarsi. Kojima è l'Hendrix dei videogame, e anche se il padre della saga di Metal Gear Solid ha sul groppone un buon numero di videogame prodotti, bisogna riconoscere che nella sua vita non ne ha prodotti tanti quanti ci si aspetterebbe da un uomo della sua levatura, ma questo perché ha preferito concentrarsi sulla sua creatura, nonché opera per cui è più conosciuto. E per questo, gliene siamo infinitamente grati.

Metal Gear Solid è un gioco tanto acclamato e amato non solo per evidenti meriti di trama, la quale si è sempre preoccupata di trattare tematiche molto seriose accompagnate da incalzanti momenti di gioco mozzafiato, ma anche per l'abilità del suo creatore/curatore nel saper sempre rinnovare il franchise, apportando migliorie e novità ad ogni capitolo. Anche con Ground Zeroes, questo "Capitolo 5.1" della saga, non è da meno, anche se presenta un bel difetto mica da prendere sotto gamba, ma parliamo prima delle cose belle.


Di bello c'è praticamente tutto. La grafica è presa e potenziata fino all'inverosimile, offrendo una fotografia e delle texture addirittura più realistiche della realtà stessa: una definizione altissima e che scrive nuovi significati all'acronimo "HD". Di fatti, la location di gioco (totalmente esplorabile e interagibile) è ricca di dettagli e incredibilmente curata in maniera quasi maniacale; il sistema di illuminazione poi, è quello che sicuramente fa la differenza e fornisce a Camp Omega la suggestività che abbisogna, senza poi contare la fluidità dei movimenti dei personaggi e la loro sublime espressività facciale. La trama è ancora più seria, più drammatica e più coinvolgente, ma mostra anche una crudezza che finora MGS non aveva mai mostrato, sopratutto nelle scene finali; anche qui, non è esagerazione dire che per certe scene di gioco, ci vuole uno stomaco forte. Ma la vera innovazione, o meglio, quella che secondo me colpisce di più, è la rivisitazione del gameplay.

Metal Gear Solid V: Ground Zeroes riesce ad imbastire un gameplay semplice ed intuitivo grazie anche alla telecamera alle spalle del protagonista ben posizionata e assolutamente priva di incertezze, riuscendo a farci controllare il personaggio sempre con estrema naturalezza; grazie a questo, il gioco riesce a fornirci un nuovo spettro dell'esperienza del genere stealth che mai prima d'ora aveva fornito. Se prima potevano esserci dei (seppur labili) percorsi prestabiliti, ora il giocatore ha una libertà d'approccio alla missione assolutamente libera e unica. L'importante, insomma, è finirla e non farsi beccare: come questo avviene, sta a voi. Ovviamente, come ci sarà libertà d'azione e movimento, ci sarà anche libertà di ostacolo: e infatti, l'intelligenza artificiale dei nemici è stata aumentata; ora non abbiamo più i granitici e pixelosi storditi che, se stai fuori dal loro cono visivo, sei praticamente invisibile a tutto. E no, ora abbiamo dei furbi e attenti bastardi che vi inculeranno appena ne avranno occasione, braccandovi come se vi avessero trovato a letto con la moglie (pregate, dunque, di beccare il marito fissato con lo scambismo). Come già anticipato prima, la base è totalmente esplorabile e interagibile, e ogni punto della mappa e ogni oggetto di cui si può entrare in possesso, è ugualmente utile/inutile per la vostra missione, oltre che possedere un potenziale che (a seconda di come lo usate) potrà mettervi in difficoltà o facilitare la riuscita della missione. Un esempio? Beh, si possono usare i mezzi di trasporto quali jeep, carri armati e camion...però capite anche voi che, un carro armato che sfreccia in una base militare come se fosse sul set di Top Gear, desta un pò di sospetto.

Ultima ma non ultima chicca della lista delle chicche, sono le missioni extra. Sono delle missioni slegate dalla campagna principale, e che danno al giocatore, la possibilità di usare la stessa ambientazione per delle normalissime missioni di salvataggio, distruzione/recupero prove e così via. Accattivanti e variegate, pur essendo slegate dalla trama principale, queste missioni riescono sia a fornire dettagli interessanti sulla vita di personaggi ben caratterizzati, che a farci scoprire altri lati del carattere di Snake. Completarle non è importante per il completamento della storia primaria, ma se siete nostalgici della VR Mission, la cosa fa proprio per voi, e poi è comunque un modo per aumentare ed allungare l'esperienza di gioco.


E qui arriviamo al tasto dolente. All'unico vero difetto di questo gioco e che, se non ce l'avesse avuto, si sarebbe meritato un voto più alto. E' vero quello che dicono su di lui? Che è Metal Gear Solid V: Ground Zeroes è una demo che costa trenta euro? Si, è vero, e non è una semplice calunnia ai danni di Kojima e da parte di chi odia la saga: è davvero così. Il gioco è davvero cortissimo e, anche a star larghi e a giocarci solo per trenta minuti al giorno, in una settimana massimo lo si finisce. Anche senza star li a prendere il massimo del risultato e a completarlo al 100%, ma completandolo e basta, mettendo mano pure alle missioni extra, in una settimana il divertimento è bello che consumato. Non è un discorso di essere fan dei giochi longevi e duraturi, ma è un discorso legato al rapporto qualità/prezzo, e nella qualità (per quanto riguarda i videogame) è importante anche il comparto longevità e il fatto che il gioco duri così poche ore, ne svaluta di molto le potenzialità: anche con tutto il bendiddio qui sopra descritto. Perché con una durata così breve, le succulenti migliorie di cui sopra si assaporano per poco tempo, fornendo al giocatore poco più di un assaggio (proprio come succede nelle demo) e costringendolo presto detto alla ripetitività: una cosa che un gioco, qualsiasi gioco, anche nascondino, non deve permettersi.

Dopo aver concluso Metal Gear Solid: Ground Zeroes si rimane soltanto con l'amaro in bocca, anche se questo probabilmente dipende più dalle scelte commerciali di Konami che dalla volontà di Kojima stesso (forse). Si è deciso di proporci un titolo che dura anche meno di molti titoli indipendenti per Live Arcade o Android ad un prezzo che purtroppo non vale quanto lo si paga: ed è per questa che ho aspettato così tanto prima di comprarlo. Si ok, non sono i 69/75 euro di molti gioco appena usciti, ma 15 forse era meglio. E' vero che si tratta di un'esperienza intensa, ma qui si ritorna al discorso di prima: il rapporto qualità/prezzo è totalmente sballato. Se non altro, questo ci fa capire che The Phantom Pain sarà un titolo imperdibile, proponendoci l'alta qualità sperimentata in questo prologo con una durata e vastità di gran lunga superiori. 

Conclusioni:
Il "Capitolo 5.1" della saga di Snake è un gioco visivamente spettacolare e dal gameplay solido, ma con una bassissima longevità: unico difetto che lascia l'amaro in bocca. Purtroppo non me la sento di essere ipocrita e dire che vale la pena spendere questi soldi, perché non ne vale; vale la pena giocarci perché è qualcosa che in Metal Gear Solid non si è mai visto e vale la pena esserne testimoni: ma non a questo prezzo. Ancora oggi, da molte parti, costa intorno ai 35/25 euro, prezzo decisamente inaccettabile per quanto viene offerto. Se lo trovate a questo prezzo, rifiutate. Se lo trovate dai 10 in giù, allora non fatevi scappare l'occasione di assistere a questo nuovo, esaltante capitolo di una delle migliori saghe di sempre dei videogame. 


- Symo

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