Continuiamo con la nostra sfilza di film che sto guardando in questi giorni? Ovvio che si! Ehi...un momento! Ma è tutta qui la tua introduzione? Deh, inventatevela voi una nuova introduzione ogni giorno! Vai con la recensione del IL PRIMO DEI BUGIARDI.
Trama:
Siamo in un mondo alternativo dove nessuno mente mai, non ci sono religioni, le pubblicità dicono la verità e i film consistono in una narrazione dei fatti storici. Mark Bellison (il protagonista della storia) è uno sceneggiatore di scarso successo a cui è stato assegnato il XIV secolo, un periodo caratterizzato dalla peste. Un giorno viene licenziato e il suo padrone di casa lo sfratta perché non può pagare gli 800 dollari dell'affitto; così, si reca in banca per ritirare i 300 dollari che gli rimangono sul conto, ma i computer sono fuori servizio, così l'impiegata chiede a Mark quale importo vuole. In questo momento, nella sua mente avviene qualcosa di straordinario e chiede 800 dollari, dicendo così la prima bugia della storia.
Il mio Parere:
Mettiamo subito le mani avanti e diciamo questo. Nonostante i notevoli nomi della pellicola, questo non sarà un film che rivoluzionerà il mondo del cinema o della recitazione: non farà la storia di queste due arti in nessuno modo...però! Questo non preclude al lungometraggio la possibilità di essere geniale, brillante e speciale per qualcuno; la pellicola parte di fatti da una premessa semplicissima, che riesce però sviluppare a tutto tondo, in poco tempo e in maniera enormemente genuina ed esaustiva. Partendo (probabilmente) dalla premessa che "dire le bugie è sbagliato" ed è pure male, la crew applica questa definizione in maniera totalitaria su questo universo alternativo, dove la menzogna è così inesistente, che non c'è neppure un termine per descriverla e identificarla; in questo mondo, il regista non si pone ad un livello "educativo", nel senso che non è lui che con Il Primo Dei Bugiardi vuole comunicare qualcosa e/o vuole comunicare un tema a lui caro. Regista e sceneggiatori si occupano solo di applicare questo detto come legge dell'universo narrativo in questione, lasciando che sia lo spettatore stesso ad avere la possibilità di analizzare da sé tutte la varia sfumature del dire una bugia. Di fatti, in questo universo, sapete cosa manca. Esattamente: manca la fantasia, perché (fino a prova contraria), in questo universo, sarebbe raccontare una balla. Lo so, non siete d'accordo, ma lo si era detto primo: applichiamo la regola "dire bugie è sbagliato" a tutto.
Con semplicità e leggerezza, The Invention Of Lying pone ai propri spettatori una importante riflessione da non sottovalutare, portandolo addirittura ad interrogarsi su cosa possa veramente essere una bugia, e se avessimo mai preso visione di tutte le sue particolarità, oltre che analizzarle fine ed utilizzo. Prendendo il discorso molto alla larga e spiegandolo con calma e scorrevolezza in una verve da tipica commediola Americana (per "tipica commediola Americana" non s'intende film di merda come Una Notte Da Leoni), il film cerca di far capire come anche cose scomode e spiacevoli come le bugie, siano parte essenziale della nostra esistenza. Bene e male sono uno ying yang indissolubile e nessuno dei due può esistere se l'altro non esiste, perdendo dunque la funzione di entrambi; il bene non può fare del bene se non esiste il male e viceversa: è una lotta destinata a durare per sempre e a non avere non solo fine, ma anche vinti o vincitori, solo gente che perde e vince più lentamente a partite alterne. Idem è il rapporto tra vero e falso, tra verità e menzogne; i rapporti sociali e non si basano tanto sulla prima, quanto sulla seconda, e i perché e i per come, ve li spiegherà tutti questo lungometraggio.
Conclusioni:
Se siete alla ricerca di un film leggero, divertente ma non solo fine al puro divertimento, questo è quello che fa per voi. Potreste rimanerne sorpresi!
- Symo
Nessun commento:
Posta un commento