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lunedì 9 novembre 2015

Zakk Wylde & Eric Hendrikx: Il Metal Spiegato Ai Bambini (la recensione)

Libro regalatomi dai miei amici per il mio compleanno, avvenuto in torno al mese di Marzo. Come mai il Symo ne parla a Novembre? Perché ha trovato ora uno spazietto per il primo libro di Zakk Wylde in collaborazione con Eric Hendrikx (ma sopratutto, perché l'ha finito il giorno prima) Dunque, bando alle chiacchiere inutili, parliamo di IL METAL SPIEGATO AI BAMBINI.


Descrizione:
Nel corso dei vent'anni trascorsi da quando Ozzy Osbourne lo ha portato via dal suo lavoro di benzinaio nel New Jersey per farlo diventare il proprio chitarrista, ZAKK WYLDE è diventato una vera e propria icona del rock, un musicista conosciuto ed osannato in ogni parte del mondo. La sua avventura con Ozzy lo ha portato ad ottenere successi multiplatino e riconoscimenti di ogni tipo, ispirandolo inoltre a fondare l'ormai leggendaria BLACK LABEL SOCIETY, l'invincibile armata del rock più sincero e viscerale seguita da legioni di fan sparse ovunque – i celebri Berzerker. Nel corso della sua carriera, ZAKK WYLDE non è solo riuscito a rimanere vivo nonostante tutto, ma è scampato ad attentati alla sua vita perpetrati da membri della sua stessa band, dalla moglie, dai figli, dal manager e persino dal suo cane! In questo irresistibile libro, tra racconti di atti osceni sul palco e devastazioni tra i fumi dell'alcool, Wylde dispensa ottimi consigli su come non farcela nel music business, come trasformare il proprio tour-bus in un poligono di tiro e tanto altro, in una sequenza infinita di aneddoti selvaggi e irriverenti.

Il mio Parere:
Prima di cominciare, tre cose: 1) Il titolo del libro era molto, ma molto più lungo, solo che se l'avessi riportato tutto il titolo sarebbe diventato chilometrico e problematico (tanto anche se scrivete solo "Il Metal Spiegato Ai Bambini" su Google lo trovate lo stesso, tranquilli); 2) Non esiste trama, e infatti a sto giro l'ho sostituito con "descrizione", perché appunto non è un libro di narrativa. Oddio, volendo vedere, secondo la mentalità di Zakk Wylde, la trama e scopo di questo libro è diventare in qualche modo il secondogenito della Bibbia (non questa Bibbia), ma quello è un altro discorso; 3) E' un libro cazzaro, demente, scurrile e irriverente, scritto giusto per fare qualcosa di diverso dalla musica ma, in primis, per divertirsi: ma non per questo, privo di un qualche tipo d'insegnamento. Sopratutto questo terzo punto è da tenere in mente per tutta la durata di questo post, ma sopratutto, per tutta la durata del libro. 

Leggendo qualche recensione sul web mirata a farmi un idea generale di come la pensavano tutti quelli che l'avevano letto, trovai pareri abbastanza negativi non tanto riguardanti il contenuto, ma la forma: tutti si lamentavano del fatto che Zakk raccontasse i suoi episodi di vita vissuta con un linguaggio da bifoloco scaricatore di porto. Pur avendo ragione, mi sa tanto che coloro che hanno letto il libro non hanno molto capito lo scopo della sua parlantina esaltata e specchio di qualsiasi stereotipo che la gente ha sui metallari, che ora spieghiamo. Ce l'avete presente Angus Young, il chitarrista degli AC/DC? Ecco, quando era piccolo veniva continuamente sfottuto dai suoi compagni di scuola perché bassissimo di statura; così, quando cominciò a suonare in giro per locali con gli ancora non famosi AC/DC, per controsfottere chi lo chiamava nano, cominciò a vestirsi da scolaretto...e guarda caso, questa iniziativa scema, finì per essere parte delle sua immagine e uno dei motivi per cui divenne un icona non solo della musica rock, ma anche della musica in generale e dell'immaginario collettivo. Zakk Wylde non ha fatto altro che tradurre su carta tutto questo, ricalcando sopra la sua band (i Black Label Society) una filosofia e una mitologia, che ovviamente sono farlocchissime, ma lui su queste cose ci gioca per rendere la lettura più piacevole, divertente e scorrevole, ma anche per far capire al lettore quanto lui e la sua band siano uniti. E ci riesce, e pure alla grande. Se infatti metà dei miei libri universitari fossero come il suo, non dico che avrei cento lauree, ma almeno una decina si. 

Ma come si diceva, non solo questo spingere al massimo gli stereotipi e giocare intorno a quella figura da finto vichingo fa parte del gioco, ma rende anche più semplice spiegare i dettagli più tecnici del suo mestiere, ma anche per rafforzare maggiormente il fatto che il fu-Jeffrey Phillip Wielandt (si, ha fatto ridere anche me sapere che un brutale grezzone come lui abbia il corrispettivo inglese del nome "Goffredo") dice le cose come stanno. L'obiettivo di questo libro non è solo divertirsi con il frontman dei Black Label Society quando si fa i viaggi mentali in cui s'immagina un guerriero di Asgard, ma anche imparare qualcosa sul mondo della musica, sopratutto se il tuo obiettivo nella vita è diventare un musicista professionista. Zakk, con la sua irriverente verve, dice le cose come stanno e le canta a tutti, non guardando in faccia a nessuno: se deve smerdare qualcuno, lo fa, e se deve dare dei consigli sinceri e raccontare cose scomode sul suo mestiere, fa anche quello. Un esempio? Eccovi un estratto del libro. 


Ah, PS: il libro è anche condito di voto e di disegni come questo qui sopra.

<La gente mi chiede di continuo, “Hey Zakk, hai qualche consiglio da dare a me o a mio figlio sul mettere in piedi una band?”. Eccome, eccoti un bel consiglio - suona ciò che ami e ti emoziona. La battyta che faccio sempre quando io ed il resto dei miei fratelli della Black Label abbiamo guidata per trenta ore, attraversato il mare in un traghetto infestato da ratti ed inzuppato di piscio, è che è meglio se la musica la ami davvero, perché a volte lei non ti ricambia. Ma tornando al suonare ciò che ami e ti emoziona - sembra facile, eh? Beh, non lo è. 

Conosco un tizio, un mio amico, che in pratica cambia il suo aspetto più spesso di quanto io cambi le lamette del rasoio che uso per depilare la schiena, il petto e la pancia di mia moglie. [... ]Negli anni Ottanta, quando andava di moda la scena Hair Metal, questo tizio ne ha abbracciato il look da capo a piedi: i capelli cotonati, i vestiti appariscenti, la giacca di pelle - tutto il corollario. Poi, quando ha iniziato ad andare di moda il grunge, è passato alle camice di flanella e ai cappellini di lana e roba del genere. Quando è arrivato il momento dei Green Day, l'ho visto andare in giro con una cresta di mohicano colorata di verde, e vi giuro che non sto scherzando! [...] Con l'alternarsi delle varie fasi musicali, di conseguenza, cambiava anche lo stile del mio amico. Non aveva alcuna identità personale e nulla in cui credere, non sapeva nemmeno che musica gli piacesse ascoltare davvero, figuriamoci suonarla. 

Se ti comporti in questo modo, allora posso già dirti che parti con il piede sbagliato. Ma di brutto. Quando l'Hair Metal era al massimo della popolarità, i pionieri del grunge come Alice In Chains e Soundgarden stavano già suonando le loro cose. Quando si è fatto strada il grunge, i ragazzi dei Green Day erano già quello che sarebbero diventati, e semplicemente suonando la loro musica. Tutti questi movimenti musicali erano già attivi nell'underground e non si curavano delle sonorità che andavano di moda. Se decidi di adeguarti alle nuove tendenze mainstream, hai già perso il treno e non te ne sei nemmeno accorto! Quindi, per evitare che vi accadano cose del genere, suonate sempre e solo la musica che ve lo fa diventare duro - o che vi fa bagnare la passera>.

Conclusioni:
Eh insomma, voglio dire, anche se il linguaggio è quello che molto definirebbero da bifolco ignorante, non si può dire che Zakk Wylde sia scarso o non se ne intende di musica: anzi. Potremmo considerare non solo Il Metal Spiegato Ai Bambini una lettura piacevolissima e alternativa sulla musica, ma anche come una "guida, istruzioni e consigli" per tutti quelli che vogliono seriamente intraprendere questo mestiere. 

- Symo

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