Oggi, siccome ne abbiamo voglia, parliamo di ANT-MAN: UNA SECONDA POSSIBILITA'.
Dati Generali:
Dati Generali:
Testi: Nick Spencer
Disegni: Ramon Rosanas
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Ant-Man (Vol. 2) #1-#5
Prezzo: ND
Trama:
Scott Lang non è mai stato né l'eroe, né il padre migliore del mondo. Però, nei suoi anni di carriera, è forse stato il miglior possessore del casco di Ant-Man e una grande fonte di ispirazione per la figlia Cassie Lang. Dopo essere stato salvato dalla morte dai Giovani Vendicatori, Scott riceve una offerta per un nuovo lavoro che non può rifiutare. Così, Lang si trovata davanti una nuova carriera e una seconda possibilità per riuscire ad essere un eroe e un padre migliore.
Il mio Parere:
Da grande pianificatrice di marketing qual è, era chiaro che la Marvel - dopo il (e in caso di) successo del film Ant-Man aveva in cantiere una serie dedicata a Scott Lang: secondo personaggio ad utilizzare il casco dell'Uomo Formica. Quando succedono queste cose, ovvero che una serie segue il successo di un film, bisogna sempre farsi una domanda: si tratta di instant comics, o di ascesa alla ribalta? Fortunatamente, si tratta del secondo caso.
Prima di addentrarci nel discorso, facciamo una premessa. Gli instant comics, per chi non lo sapesse, sono fumetti fatti uscire in tempi strettissimi dalle case editrici per soddisfare la sovraesposizione di un trend: dicasi anche "bisogno" o, più grezzamente, "scimmia del momento". Per farvi un esempio, quando The Walking Dead non era ancora diventato un buon sostitutivo del Zaeplon, tutti avevano voglia di leggere roba sugli zombie. E quindi ecco che ti arrivano sul mercato robaccia come Victorian Undead della Wildstorm, The Waking della Zenescope Entertainment e altre discrete cagate. Tra il mucchio è possibile trovarci qualcosa di pregevole, il punto è che gli instant comics servono più che altro per soddisfare la quantità, per questo vengono pubblicati in massa e in tempi stretti: perché non si sa mai quando la moda del momento andrà scemando. Questi primi cinque numeri di Ant-Man di Nick Spencer e Ramon Rosanas, invece, vanno nella direzione contraria.
Non si può parlare di questa miniserie - chiusa dopo cinque numeri per via del revival 2015 di Secret Wars - senza parlare del film in cui Lang è interpretato da Paul Rudd, poiché queste due opere sono legate a doppio filo in quanto una da vita all'altra. Il fumetto ha dato lustro ad un personaggio spesso bistrattato che, come tutti gli eroi di Serie B, ha visto alti e bassi a seconda di chi lo scriveva. Il film, d'altro canto, ha dato la possibilità a questo piccolo, grande eroe di ritagliarsi una possibilità di successo anche nel suo habitat naturale - i fumetti - prendendo in prestito (ma diciamo anche fottendo alla grande e senza ritegno) le origini di Scott Lang come Ant-Man- più che altro, tutti i perché e per come del futo della tuta di Ant-Man da Hank Pym - e la caratterizzazione datagli nel lungometraggio: caratteristiche che non solo permettono a Nick Spencer di dare il meglio di sé, ma anche di dare una maggiore tridimensionalità al protagonista.
Senza entrare nel meta-fumetto e dare magari troppa importanza ad una semplice coincidenza, forse a Scott Lang serviva rimanere nell'anonimato fino ad oggi, poiché solo un presente come il nostro poteva fargli trovare l'identità con cui si sarebbe sentito sé stesso: cioè, un uomo di questo presente. Scott Lang è un uomo sul filo del rasoio, sempre diviso tra il buono e il cattivo esempio, che fa fatica a fare tutto - tra cui stare economicamente a galla, cosa non semplice per tutti di questi tempi. Tra gli altri difetti, abbiamo il fatto che fatica pure a tenersi stretto qualsiasi cosa, eccetto una: la buona volontà e la voglia di tenersi stretto le cose che più lo fanno felice. In tutto e per tutto, il secondo Ant-Man è rappresentato e dipinto come il Charlie Brown dei supereroi: un adorabile perdente per cui vale la pena tifare, non tanto per le sue vittorie, quanto più per la determinazione che tira fuori ogni volta che si trova davanti ad una difficoltà.
Funzionalissime sono le tavole di Ramon Rosanas, altro esponente della scuola di altri grandi disegnatori come David Lopez; si potrebbe addirittura dire che Rosanas sia anche una sorta di "successore spirituale" di Steve Lieber, collaboratore di Spencer sulla fantastica Superior Foes Of Spider-Man (dove, in un certo senso, l'autore continua su Ant-Man il tema degli "adorabili perdenti"). Come Lieber e Lopez, Rosanas non punta tanto a tavole - e ad una sua disposizione - ricercata o dallo stile complicato, affidandosi di più ad uno stile che richiami la fedeltà anatomica per soddisfare due esigenze: quella di un disegno incline allo stile del fumetto moderno, ma anche cercare di rendere le tavole non una rappresentazione della realtà, ma la realtà stessa. Pop-art si, ma all'ennesima potenza: come se avesse messo il 3D.
Conclusione:
Grazie a Nick Spencer e Ramon Rosanas, Scott "Ant-Man" Lang utilizza la sua seconda possibilità al meglio. Troppo dire che questo è l'anno della formica ma, sicuramente, tutti nel nostro piccolo facciamo il tifo per lui.
- Symo
Prima di addentrarci nel discorso, facciamo una premessa. Gli instant comics, per chi non lo sapesse, sono fumetti fatti uscire in tempi strettissimi dalle case editrici per soddisfare la sovraesposizione di un trend: dicasi anche "bisogno" o, più grezzamente, "scimmia del momento". Per farvi un esempio, quando The Walking Dead non era ancora diventato un buon sostitutivo del Zaeplon, tutti avevano voglia di leggere roba sugli zombie. E quindi ecco che ti arrivano sul mercato robaccia come Victorian Undead della Wildstorm, The Waking della Zenescope Entertainment e altre discrete cagate. Tra il mucchio è possibile trovarci qualcosa di pregevole, il punto è che gli instant comics servono più che altro per soddisfare la quantità, per questo vengono pubblicati in massa e in tempi stretti: perché non si sa mai quando la moda del momento andrà scemando. Questi primi cinque numeri di Ant-Man di Nick Spencer e Ramon Rosanas, invece, vanno nella direzione contraria.
Non si può parlare di questa miniserie - chiusa dopo cinque numeri per via del revival 2015 di Secret Wars - senza parlare del film in cui Lang è interpretato da Paul Rudd, poiché queste due opere sono legate a doppio filo in quanto una da vita all'altra. Il fumetto ha dato lustro ad un personaggio spesso bistrattato che, come tutti gli eroi di Serie B, ha visto alti e bassi a seconda di chi lo scriveva. Il film, d'altro canto, ha dato la possibilità a questo piccolo, grande eroe di ritagliarsi una possibilità di successo anche nel suo habitat naturale - i fumetti - prendendo in prestito (ma diciamo anche fottendo alla grande e senza ritegno) le origini di Scott Lang come Ant-Man- più che altro, tutti i perché e per come del futo della tuta di Ant-Man da Hank Pym - e la caratterizzazione datagli nel lungometraggio: caratteristiche che non solo permettono a Nick Spencer di dare il meglio di sé, ma anche di dare una maggiore tridimensionalità al protagonista.
Senza entrare nel meta-fumetto e dare magari troppa importanza ad una semplice coincidenza, forse a Scott Lang serviva rimanere nell'anonimato fino ad oggi, poiché solo un presente come il nostro poteva fargli trovare l'identità con cui si sarebbe sentito sé stesso: cioè, un uomo di questo presente. Scott Lang è un uomo sul filo del rasoio, sempre diviso tra il buono e il cattivo esempio, che fa fatica a fare tutto - tra cui stare economicamente a galla, cosa non semplice per tutti di questi tempi. Tra gli altri difetti, abbiamo il fatto che fatica pure a tenersi stretto qualsiasi cosa, eccetto una: la buona volontà e la voglia di tenersi stretto le cose che più lo fanno felice. In tutto e per tutto, il secondo Ant-Man è rappresentato e dipinto come il Charlie Brown dei supereroi: un adorabile perdente per cui vale la pena tifare, non tanto per le sue vittorie, quanto più per la determinazione che tira fuori ogni volta che si trova davanti ad una difficoltà.
Funzionalissime sono le tavole di Ramon Rosanas, altro esponente della scuola di altri grandi disegnatori come David Lopez; si potrebbe addirittura dire che Rosanas sia anche una sorta di "successore spirituale" di Steve Lieber, collaboratore di Spencer sulla fantastica Superior Foes Of Spider-Man (dove, in un certo senso, l'autore continua su Ant-Man il tema degli "adorabili perdenti"). Come Lieber e Lopez, Rosanas non punta tanto a tavole - e ad una sua disposizione - ricercata o dallo stile complicato, affidandosi di più ad uno stile che richiami la fedeltà anatomica per soddisfare due esigenze: quella di un disegno incline allo stile del fumetto moderno, ma anche cercare di rendere le tavole non una rappresentazione della realtà, ma la realtà stessa. Pop-art si, ma all'ennesima potenza: come se avesse messo il 3D.
Conclusione:
Grazie a Nick Spencer e Ramon Rosanas, Scott "Ant-Man" Lang utilizza la sua seconda possibilità al meglio. Troppo dire che questo è l'anno della formica ma, sicuramente, tutti nel nostro piccolo facciamo il tifo per lui.
- Symo
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