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martedì 27 giugno 2017

Il Museo del Fumetto di Bruxelles

Il 25 Giugno 2017 sono andato alla scoperta del Centre Belge de la Bande Dessinée: il museo del fumetto franco-belga situato a Bruxelles. Siccome ero già li da un paio di giorni a visitare la capitale del Belgio per il weekend, nel consultare la guida e la mappa messa a disposizione (si, sono un tipo all'antica) ho notato la presenza del museo. Insomma, già che ero li, siccome siamo appassionati di fumetti, perché non farci un giro? E così fu. E già che abbiamo un blog su cui scrivere, postiamo anche qui le foto in un articolo con qualche commetto al riguardo. 

Cominciamo col tour!



Appena entrati nella struttura, ci si trova davanti una scala che conduce alla biglietteria. A destra e a sinistra, ci troviamo poi delle statue che riproducono alcuni dei personaggi della tradizione BD. Rispettivamente abbiamo Boule & Bill muniti di Citroen Dyane (prima foto), Lucky Luke e il razzo rosso/bianco di Tin Tin, visto sulla copertina di Le Avventure di Tin Tin: Obiettivo Luna; preparatevi perché 'sto razzo comparirà spesso in numerose foto, perché a quanto pare, ai Belghi, questa storia è piaciuta parecchio. 

Proseguendo verso le scale che conducono in alto, si procede, come detto, alla biglietteria e poi all'inizio del museo. Seguendo invece la posizione delle statue che accolgono i visitatori, si procede per altre due parti della struttura: a sinistra verso una fornitissima fumetteria piena di volumi, gadget ecc.; a destra, verso un bar/ristorante. 

Alla fumetteria (che si può intravedere nella foto con Lucky Luke) un giro me lo sono fatte eccome; non ho comprato niente non solo perché viaggiavo col bagaglio a mano - e quindi ero limitato dalla questione del peso massimo - ma anche perché tutti i fumetti erano in Francese e chi cazzo lo sa parlare il Francese, ormai più lingua morta quella dei geroglifici. Ecco qualche foto delle varia cianfrusaglie, tra cui una statua random di un Puffo random e riproduzioni di tavole famose da appendere in casa.





Al bar, invece, mi sono limitato a dare una sbirciatina da fuori, senza prendere niente, perché i prezzi, a Bruxelles, sono veramente alle stelle. Forse sarà la solita storia de "eh ma è una città capoluogo", ma far pagare una pizza Margherita 9,00 € e un caffè 2,20 €... Beh, o c'è da esser ladri, o da esser coraggiosi. O forse tutt'e due. Quindi, il giretto al bar non ce lo siamo fatti. Anche perché, vedendo l'andazzo, è probabile che tra un po' m'arrivi un addebito sul conto di 1,50 € per aver guardato con la coda dell'occhio l'arredamento del locale. Non possono fare 3,00 € perché non possono dire con certezza se abbia guardato con tutte e due gli occhi. 

Arrivati sopra le scale principali, si fa il biglietto. Il prezzo per gli adulti è di 10,00 € e il ridotto (fino ai 25 anni!) di 6,50 €; vale tutto il giorno e vi da anche la possibilità di spezzare la visita, magari uscendo per girare le città o mangiare, poi rientrare in un secondo momento. Si, quando si parla di fumetti, i Belghi sono avanti. Vedrete più avanti con la lettura del post quanto sono avanti. 


Cominciato il giro, prima di addentrarsi nello specifico della tradizione BD, ci sono delle sezioni informative con reperti storici che spiegano la nascita e la storia del fumetto in generale, addentrandosi poi nel merito del Bande Dessinée quando si arriva ai primi del '900 e le strisce di Little Nemo e Yellow Kid. Quando dico "reperti storici", intendo anche disegni risalenti al '800, o addirittura a quella dei Longobardi, che sono stati considerati dagli storici come i primi esemplari di fumetto. Per farvi un esempio, i vasi dei Greci che raccontavano in sequenza le gesta di qualche personaggio storico, o la storia di qualche divinità, beh, quelli sono i primi esemplari di arte sequenziale: disegni messi in sequenza che raccontano una storia. Il fumetto è considerata arte sequenziale e, quindi, reperti del genere sono considerati antenati del fumetto moderno.


A proposito di Little Nemo, ecco qui una riproduzione a grandezza naturale del suo lettino. 



La famosa striscia di Little Nemo a cui si ispira la riproduzione in scala di cui sopra.


E pure l'inquietante Yellow Kid, che da piccolo scambiavo per Ho Chi Minh. 


Durante il giro riguardo la storia del fumetto, c'è anche una saletta in cui vengono riprodotti i cartoni del Super Mario dei poveri, tale Dickie (che nome del cazzo ahahahaha, ehr...) per mostrare il funzionamento dei cartoni animati. 





Plus: mobilia assortita sempre di 'sto cazzone di Dickie (giuro che la pianto con 'sto umorismo becero).


Superato Son Goku di Dragon Ball, li probabilmente per un errore della costumista, si continua la lezione di storia del fumetto passando dalla teoria, alla pratica. Dopo la storia di come si è formato il fumetto come Nona Arte, si arriva a come viene (e veniva) prodotto un fumetto, partendo dal soggetto, sceneggiature, lavori di character design, schizzi, prima stesura delle tavole, rifinitura a matita, inchiostrazione, lettering, colorazione, rilegatura e pubblicazione mostrando le varie tecniche dei vari autori. 












In tutto ciò, non vengono nemmeno dimenticate le tecniche odierne, come le tavole digitali. 



Dopo l'esposizione di schizzi e tavole originali, oppure riproduzioni delle originali realizzate dagli artisti come regalo al museo, si arriva ad un punto del percorso dove si assiste ad un filmato dimostrativo che mostra il processo di impaginazione.



Frequenti, intorno al percorso, sono le statue che riproducono personaggi iconici della tradizione BD.



Eccolo li, il razzo di prima, e il cane di Tin Tin impagliato (finalmente). 

Esaurito il discorso sulla realizzazione e pubblicazione del fumetto, si passa ai vari generi fumettistici. Che ovviamente non sono tutti tutti i generi della letteratura a fumetti, quanto più i generi in cui il BD si è specializzato, dando il meglio di sé in termini di disegno e narrazione. Per fare qualche esempio, abbiamo Blacksad come rappresentate del genere noir/animali antropomorfi







Conclusa la parte dei generi, si arriva ad una sezione interamente dedicata a TER di Rodolphe e Christophe Dubois a cui i Belghi sembrano tenere molto e che, all'interno del museo, hanno sbandierato con abbastanza fierezza. 


Purtroppo della trama e di cosa grosso modo tratti, non l'ho ancora capito. A giudicare dai disegni e dal tratto, sembra una storia molto sci-fi e che deve tutto allo stile di Moebius: il che, non ci fa proprio schifo. Come vedete nella foto, la sezione è presentata in pompa magna con poster e una copia messa a disposizione del pubblico per poterla consultare.


Segue poi posterone della trama in triplice lingua (Olandese, Francese, Inglese) e numerose pareti con le tavole e copertine originali senza ritocchi digitali e senza testo.





Con la sezione dedicata a TER - che ci ha incuriosito e vederemo di recuperarne una copia - finisce anche il primo piano del museo. Tornando alla biglietteria sono presenti delle scale portano poi al secondo e ultimo piano, costruito in maniera dinamica e su più livelli.


E subito si viene accolti da Masquerouge (checculo...). Il secondo piano comincia con degli omaggi di grandi esponenti del BD al Centre Belge de la Bande Dessinée, dove la sua architettura viene re-immaginata in stile fumettistico, o in altri stili di vario genere, come il gotich fantasy qui sotto.




Tutto il resto poi è dedicato ai pezzi da novanta del fumetto Franco-Belga, come Asterix, i Puffi Tin Tin e molti altri.


Ognuno di loro, addirittura, ricopre una intera sezione a interamente dedicatagli.



Ad Asterix e Obelix viene affidato l'ingrato compito di essere usati come tema per la costruzione di giochi per la sezione ricreativa under-10 del museo.


Immancabile anche la sezione dedicata a Zidrou, amatissimo in patria. Addirittura ci sono qui ben due ricostruzioni tratte da due delle sue opere, come l'aula scolastica in cui è ambientato L'élève Ducobu.


Con conseguente foto deficiente del sottoscritto. E la macchina (e alcuni sketch, chiaro) di Les Beaux Étés.




Con altra, conseguente, foto deficiente del sottoscritto.

Al di là dei pezzi grossi, il secondo piano offre spazio anche ad opere di recente pubblicazione.





E, sorpresa delle sorprese...


...una intera sezione dedicata al nostrano Gian Alfonso Pacinotti: in arte Gipi. E quando dico una intera sezione.






Beh, intendo proprio una bella grossa. Mai mi sarei aspettato una tale ammirazione dai Belghi per Gipi, ma forse la vittoria al Festival international de la bande dessinée d'Angoulême del 2006 e il fatto che sia affiliato a Cocorino Press (che traduce le opere che pubblica anche in Francese e le esporta, ovviamente, nei pesi Franco-Belgi) avrebbe dovuto farmi sospettare qualcosa.


Si conclude il giro andato alla sezione dedicata ai Puffi, i primi personaggi per cui, da piccolo, pregavo per il loro male incondizionato e si tifava duro Gargamella.




Però, nonostante tutto, puffissime le riproduzioni in scala Puffica, porcaccia la puffarola.





E con questo si conclude la visita al Centre Belge de la Bande Dessinée, un museo veramente figo, ben strutturato e organizzato con un sacco di criterio. Più che per il materiale esposto e per l'accortezza e l'attenzione nel rendere il giusto omaggio ai personaggio che hanno reso la corrente Franco-Belga uno dei big four del fumetto assieme a USA, Italia e Giappone, quello che mi ha stupito di più è quanta gente visitasse il museo. Ovviamente ci sono stato un solo giorno e per una sola mattinata, ma già in quelle ore si potevano vedere decine di famiglie con a seguito bimbi piccolissimi e teenager giovanissimi che guardavano e commentavano con ammirazione il prezioso materiale esposto.

Tutt'altra realtà, se la si confronta con l'Italia, dove Tex e Dylan Dog hanno ancora oggi etichettato addosso la fastidiosa e pesante ombra del "giornalino per bambini". In Belgio, il fumetto è proprio parte integrante della loro cultura e tradizione; è parte della loro identità ed eredità e lo si può capire dalla cura che i responsabili del Centre Belge de la Bande Dessinée hanno per il mantenimento (e il continuo aggiornamento) di questa struttura. Per chi, come me, viene da una realtà dove - se leggi fumetti - vieni additato ed emarginato, arrivare a Bruxelles e trovare addirittura una sottospecie di tempio di adorazione per i fumetti... Beh, è un po' come ricevere dell'asilo politico durante qualche conflitto mondiale. Per farvi un piccolo esempio.


Se vi fate un giro per la città, murales come questi - raffiguranti soprattutto celebri ed iconici personaggi del fumetto BD - sono frequentissimi a Bruxelles. Addirittura, si può dire che questi affreschi nati nella strada, per la strada, contribuiscano ad arricchire la città, che già c'ha un fascino bohème di suo, e con dipinti del genere raffiguranti sui muri della città, ne aumentano il fascino. Ma al di là di questo, in Italia un murales come questo di Tin Tin e del Capitano Haddock sarebbe considerato bieco vandalismo e sarebbe stato (soprattutto in Brianza) oggetto di numerose discussioni da bar; l'autore poi, del murales, sarebbe stato oggetto di virtuali punizioni corporali tutte precedute da un "Ah, se c'ero li io...". Alcuni sono ancora affezionati all'intramontabile "Quando c'era lui...".

A Bruxelles, invece, 'sti murales te li ritrovi per strada, perché la cultura fumettistica è parte integrante della cultura Belga: vanno di pari passo, come due linee parallele, che ad un certo punto si fondono per creare una cosa sola. In Italia, invece, se ti beccano a leggere Dylan Dog ti becchi ogni genere di sfottò. Di solito si inizia con: "Ma alla tua età, leggi ancora quella roba?". Certo, rispetto a venti/quindici anni fa, le cose sono leggermente migliorante. Ma ciò non toglie, miei cari lettori, che siamo indietro. Senza entrare in discorsi economico/politici che non sono propri di questo blog, ragionando sul discorso fumetti, l'Italia è indietro anni luce. Porca la Puffetta se siamo indietro.

- Symo

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