Come detto qui, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin III, I Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta si continua con IL GUANTO DELL'INFINITO.
Dati Generali:
Testi: Dustin Weaver & Gerry Duggan
Dati Generali:
Testi: Dustin Weaver & Gerry Duggan
Disegni: Dustin Weaver
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Infinity Gauntlet #1-#5
Prezzo: 2,90 €
Trama:
La famiglia di Anwen Bakian vive su un pianeta Terra devastato dall'Onda Annihilation, forza che i Nova Corps stanno cercando di respingere. Sua madre era un loro membro ed è partita per difendere la Terra, lasciando però la famiglia a sopravvivere con quello che trovavano. Quando anche Anwen, il padre, il nonno e la sorella vengono attaccati da un piccolo reggimento dell'Onda, la madre torna per salvarli, donando loro il potere dei Nova Corps e reclutandoli per una missione più grande.
Il mio Parere:
Come abbiamo già visto in precedenti recensioni di altre miniserie di Secret Wars 2015, questo crossover è stato affiancato da numerose miniserie non solo per espandere quello che la storyline principale non poteva raccontare per motivi di spazio, ma anche come tributo da settantacinque anni di storie della Marvel; dato che il celebre Universo 616 della Casa Delle Idee è andato distrutto e sostituito alla fine di Guerre Segrete 2015 con Terra Prime, molte delle miniserie utilizzano solamente la scusa di Battleworld per omaggiare un particolare aspetto di un personaggio o di un particolare periodo della Marvel. Infinity Gauntlet, più che essere un tributo all'omonimo crossover o al periodo editoriale, è una tesi universitaria con supporto grafico di Dustin Weaver sul genere fantascientifico, tutte le sue evoluzioni, influenze e diramazioni; il tutto, supervisionato dal relatore Gerry Duggan.
Partendo dai testi, Weaver (qui alla sua prima prova come autore completo) è l'ideatore del soggetto e di tutte le tavole della miniserie in cinque parti; Duggan invece, come si diceva sopra, è a lui affiancato in veste di sceneggiatore esperto con il compito di ampliare il suo soggetto tramite una sceneggiatura più accurata. Quello che viene subito fuori da queste pagine, è l'assoluta collaborazione del duo per confezionare un prodotto di tributo ad un genere narrativo utilizzando, però, i personaggi spaziali della Marvel che negli anni '70 dominavano parecchio la scena. E forse qui, qualche lettore un pochino potrà essere deluso. Indubbiamente qualcuno si aspettava qualche tributo alla narrativa di Jim Starlin, o alle grandi saghe come La Saga di Korvac, o La Guerra Kree-Skrull. E, invece, di strettamente Marvel c'è decisamente poco su queste pagine; essi sono semplicemente degli strumenti utilizzati dalla coppia Duggan/Weaver per raggiungere uno scopo: omaggiare lo sci-fi e tutte le sue incarnazioni.
Guardando le sue tavole e il suo stile, è indubbio che Dustin Weaver abbia cominciato a disegnare sopratutto perché vorace lettore di trame sci-fi. Il rischio è che, quando assorbi tante influenze, quando ti trovi a dire la tua, se non scegli accuratamente quali aspetti privilegiare, finisce che nel creare trame proprie esca un miscuglio esagerato e pastrocchione senza capo né coda. Consapevole di ciò, Weaver segue l'esempio che Frank Miller diede con Ronin, opera dove l'autore del Maryland fuse le influenze di Will Eisner, Sergio Toppi e Goseki Kojima in un unico stile. Con Infinity Gauntlet, Dustin Weaver fa lo stesso e, in cinque numeri, tutte le influenze a cui è stato in contatto convergono in un unico stile. La mini, infatti, ammette con tutta l'onestà di questo mondo che deve la sua epicità ad un sacco di pietre miliari della fantascienza provenienti da ogni nazione del mondo. Andiamo da Twilight Zone a Gundam. Da Akira a Mass Effect. Da Starship Troopers a Voltron. Dai romanzi dell'Urania a Venus Wars e chi più ne ha, più ne metta. Questo fa di Il Guanto Dell'Infinito un racconto epico. Una odissea spaziale piena di tragedia, speranza e azione che racconta il disperato tentativo di una famiglia che si trova tra le mani un potere più grande di loro e, nonostante ciò, deve comunque comportarsi da eroi.
Le uniche pecche di questa splendida miniserie, sono due. La prima, è che Dustin Weaver (a volte) è talmente impegnato a rifarsi ai racconti che l'hanno ispirato, da inserire delle sequenze narrative solo per fare del citazionismo spinto col duplice scopo di fare dell'esercizio di stile. La seconda è che il suo stile di disegno è un qualcosa che richiede enorme precisione del tratto e, disegnare in quel modo per così tanti numeri, si rischia di incappare in tavole che mostrano cali di qualità mica male. Però, tutto sommato, si riprende presto.
Conclusione:
Infinity Gauntlet è un grazie di cinque numeri scritto e disegnato da Dustin Weaver con l'aiuto di Gerry Duggan e trova, grazie all'aiuto dei personaggi Marvel, il perfetto equilibrio fra tante sfumature delle stesso genere, oltre che il punto di incontro fra tante tradizioni diverse della narrativa sci-fi.
- Symo
Partendo dai testi, Weaver (qui alla sua prima prova come autore completo) è l'ideatore del soggetto e di tutte le tavole della miniserie in cinque parti; Duggan invece, come si diceva sopra, è a lui affiancato in veste di sceneggiatore esperto con il compito di ampliare il suo soggetto tramite una sceneggiatura più accurata. Quello che viene subito fuori da queste pagine, è l'assoluta collaborazione del duo per confezionare un prodotto di tributo ad un genere narrativo utilizzando, però, i personaggi spaziali della Marvel che negli anni '70 dominavano parecchio la scena. E forse qui, qualche lettore un pochino potrà essere deluso. Indubbiamente qualcuno si aspettava qualche tributo alla narrativa di Jim Starlin, o alle grandi saghe come La Saga di Korvac, o La Guerra Kree-Skrull. E, invece, di strettamente Marvel c'è decisamente poco su queste pagine; essi sono semplicemente degli strumenti utilizzati dalla coppia Duggan/Weaver per raggiungere uno scopo: omaggiare lo sci-fi e tutte le sue incarnazioni.
Guardando le sue tavole e il suo stile, è indubbio che Dustin Weaver abbia cominciato a disegnare sopratutto perché vorace lettore di trame sci-fi. Il rischio è che, quando assorbi tante influenze, quando ti trovi a dire la tua, se non scegli accuratamente quali aspetti privilegiare, finisce che nel creare trame proprie esca un miscuglio esagerato e pastrocchione senza capo né coda. Consapevole di ciò, Weaver segue l'esempio che Frank Miller diede con Ronin, opera dove l'autore del Maryland fuse le influenze di Will Eisner, Sergio Toppi e Goseki Kojima in un unico stile. Con Infinity Gauntlet, Dustin Weaver fa lo stesso e, in cinque numeri, tutte le influenze a cui è stato in contatto convergono in un unico stile. La mini, infatti, ammette con tutta l'onestà di questo mondo che deve la sua epicità ad un sacco di pietre miliari della fantascienza provenienti da ogni nazione del mondo. Andiamo da Twilight Zone a Gundam. Da Akira a Mass Effect. Da Starship Troopers a Voltron. Dai romanzi dell'Urania a Venus Wars e chi più ne ha, più ne metta. Questo fa di Il Guanto Dell'Infinito un racconto epico. Una odissea spaziale piena di tragedia, speranza e azione che racconta il disperato tentativo di una famiglia che si trova tra le mani un potere più grande di loro e, nonostante ciò, deve comunque comportarsi da eroi.
Le uniche pecche di questa splendida miniserie, sono due. La prima, è che Dustin Weaver (a volte) è talmente impegnato a rifarsi ai racconti che l'hanno ispirato, da inserire delle sequenze narrative solo per fare del citazionismo spinto col duplice scopo di fare dell'esercizio di stile. La seconda è che il suo stile di disegno è un qualcosa che richiede enorme precisione del tratto e, disegnare in quel modo per così tanti numeri, si rischia di incappare in tavole che mostrano cali di qualità mica male. Però, tutto sommato, si riprende presto.
Conclusione:
Infinity Gauntlet è un grazie di cinque numeri scritto e disegnato da Dustin Weaver con l'aiuto di Gerry Duggan e trova, grazie all'aiuto dei personaggi Marvel, il perfetto equilibrio fra tante sfumature delle stesso genere, oltre che il punto di incontro fra tante tradizioni diverse della narrativa sci-fi.
- Symo
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