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venerdì 10 marzo 2017

Into The Wild Life - Halestorm: la recensione (Pick A Card-Cer #104)


Continuiamo con la nostra sfilza di dischi che sto ascoltando in questi giorni? Ovvio che si! Ehi...un momento! Ma è tutta qui la tua introduzione? Deh, inventatevela voi una nuova introduzione ogni giorno! Vai con la recensione di INTO THE WILD LIFE di HALESTORM.


Il Disco:
S'erano fatti amare con The Strange Case Of..., per poi riconfermare il loro amore con i brevi ma simpatici EP Reanimate (che non abbiamo ancora recensito, ma lo faremo presto) e adesso tornano a confermare la loro bravura con Into The Wild Life: terza fatica degli Halestorm che cattura sin dalle prime note. Prima di tutto, bisogna subito dare un premio a questi ragazzi, perché la band sta portando coraggiosamente avanti un discorso che molte altre sembrano abbandonare dopo un pò, sopratutto di questi tempi: il loro genere. Non è assolutamente da mettere in dubbio il fatto che viviamo in un epoca dove la tecno, la dance e la house spopolano ingiustamente in qualsiasi cosa che possa riprodurre musica, e contemporaneamente, non è da mettere in dubbio che la musica è anche sopratutto business: quindi, non c'è da stupirci se band dagli inizi abbastanza cattivelli ed ignoranti come In This Moment o Papa Roach, ad una certa si ritrovano a comporre dei singoli che non sanno né di carne, né di pesce, perché abbisognano del soldo. Band come loro, pur raccontandosi/vi tutte le scuse e le giustificazioni che possono inventare/trovare su Internet sul loro cambio di genere, il motivo principale sarà sempre quello: avvicinare il pubblico che ascolta robaccia, propinandogli la loro, così da riempire le loro tasche. Gli Halestorm sono uno di quei pochi gruppi che hanno ben chiaro in testa cosa vogliono fare e, finora, l'hanno egregiamente portato avanti nella migliore delle maniere: l'hard rock.

In Into The Wild Life ritroviamo tutte le caratteristiche che hanno fanno laureare gli Halestorm la nuova frontiera dell'hard rock: la voce acuta e graffiante della gnocchevolissima cantante Lizzy Hale, la pensante distorsione di chitarra con i suoi riff accattivanti e più rock che mai di Joe Hottinger e la batteria pestona di Arejay Hale, ma anche qualcosa di più. Dal 2012, quando uscì il loro secondo album, il quartetto di Red Lion (Pennsylvania) è maturato a dismisura, sia nel sound, che nei testi. Sui secondi c'è da dire che forse c'è bisogno di qualche miglioria in più e di limare qualche elemento superficiale tipico delle classiche canzoni da inizio, create perché dettate dall'inesperienza e dalla semplice voglia di gridare vaffanculo, ma sul sound non c'è assolutissimamente nulla da dire in proposito: complimenti esclusi, s'intende. E' un sound dalla forte impronta anni '80, che in certi brani rimanda un pò alla musica di Cindy Lauper, ma dal terzo album della band sprizzano da tutti i pori le influenze e gli insegnamenti dei Def Leppard, i Guns N' Roses, gli Skid Row, i Motley Crue e band affini. E' un inno al raw & wild più puro e sfrenato.  

Tracce:


Conclusioni:
Into The Wild Life è la conferma che gli Halestorm sono un baluardo dell'hard rock che non ha per niente voglia di cedere.

- Symo

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