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martedì 6 dicembre 2016

All I Was - Mark Tremonti: la recensione (Pick A Card-Cer #94)

Continuiamo con la nostra sfilza di dischi che sto guardando in questi giorni? Ovvio che si! Ehi...un momento! Ma è tutta qui la tua introduzione? Deh, inventatevela voi una nuova introduzione ogni giorno! Vai con la recensione di ALL I WAS dei MARK TREMONTI.


Il Disco:
Questo è stato uno di quegli album che proprio non t'aspetti. Dopo il bel AB III, Myles Kennedy è stato rapito "reclutato" da Slash per il suo progetto solita, dove ha prima partecipato per qualche canzone per la versione studio dei brani dell'ex-chitarrista dei Guns N'Roses, e poi come cantante ufficiale di tutto il primo tour; collaborazione che, tra l'altro, continua spedita come un treno. Il cantante del gruppo nato dalle ceneri dei Creed, band di cui faceva parte pure lo stesso Mark Tremonti (solo che poi s'era rotto i coglioni di fare le strimpellata da lacrime balladose per donne acide, e quindi ha messo su un signor gruppo con gli altri membri e s'è sfogato facendo canzoni che scalciano culi e sfornano assoli impazziti, come quello di Open Your Eyes) è stato poi nuovamente rapito e sta volta senza richiesta di riscatto "ingaggiato" per fare un intero album con Slash e conseguente tour...solo che poi il nostro ciccioamico Mark è rimasto li come un fesso e ha detto: "E moh? Che faccio?". Vedendo che Slash, da solista, non se la passava proprio da schifo s'è detto che magari un album da solista ci scappava pure in casa Tremonti. E così è successo che il 17 Luglio del 2012 esce All I Was, primo album solita di Mark Tremonti. Che dire ragazzi? Il fratello se la canta e se la suona egregiamente, la cosa che fa sicuramente piacere è sentire che in Tremonti (in questo suo esordio solitario), c'è una voglia senza confini di fare musica e di fare quel genere da pestone duro che gli piace tanto. 12 tracce genuine, piene, alcune incredibilmente pesanti, con delle parti ritmiche solide e affiatate, un canto sicuro e adatto al contesto ed assoli a regola d'arte; quello che stupisce di più, è che Tremonti non concepisce questo disco come un inno egoista alla sua bravura, l'album non è il palcoscenico che si costruisce per farsi continuamente applaudire. No, proprio no. L'album è concepito come un vero disco di una vera band, scritto, suonato e prodotto con ispirazione e semplice e genuina voglia di intrattenere e (sopratutto) trasmettere qualcosa a livello emotivo, non solo virtuoso.  

Tracce:
Qui in un unico video per comodità


Conclusioni:
Un esordio inaspettato, ma assolutamente convincente! Se siete fan degli Alter Bridge e, prima ancora di loro, dei Creed, recuperatevi quest'album: vi aspettano delle belle sorprese!

- Symo

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