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lunedì 16 novembre 2015

High Rise - Stone Temple Pilots with Chester Bennington: la recensione

Siccome che è da un pò che non si parla di musica, oggi rimediamo e discutiamo assieme di  HIGH RISE degli STONE TEMPLE PILOTS with CHESTER BENNINGTON.


Se anche voi siete fan di questo gruppo come lo sono io, oppure siete semplicemente molto informati in ambito musicale, saprete sicuramente che il cantante degli Stone Temple Pilots (uno dei colossi durante la piena del genere Grunge durante gli anni '90) è Scott Weiland. Alla luce ciò, è da sincero mindfuck leggere quel "with Chester Bennington" nel titolo...e sopratutto, vicino al nome della band. Che è successo? Che ci fa il cantante dei Linkin Park qui? Gli STP voglio forse diventare i Linea 77 e fare a gara a chi canta di più, come ci insegna quella canzone di Elio E Le Storie Tese? Spieghiamo tutta la faccenda mettendoci anche qualche considerazione personale.

Chi ha silurato Scott Weiland? (Parte 1)
Purtroppo, la verità è più semplice e amara: Dean DeLeo e soci, una mattina, hanno deciso di licenziare il caro Scotty. Anche se la decisione sembra sia stata ufficializzata su due piedi, il ragionamento dietro la stessa, credetemi, è stato tutt'altro che frettoloso e improvvisato. Dal suo esordio nel mondo della musica, Weiland non ha ancora risolto e chiuso i suoi problemi con la droga, che negli anni causarono la nascita di numerosi problemi in ambito lavorativo e famigliare, rendendo difficili convivenze e collaborazioni con il cantante; per il secondo non ci è dato sapere (e non ci interessa) i dettagli, ma per il primo...beh, sappiate che il primo scioglimento del gruppo avvenuto nel 2003 fu principalmente per colpa di questa sua incapacità di azzeccare una disintossicazione duratura, che all'epoca impedirono al gruppo di partecipare a molti Live e che, in futuro, gli farà pure perdere il posto come cantante dei Velvet Revolver. Dopo la reunion avvenuta nel 2010 e a tre anni dal loro ultimo disco omonimo di ri-esordio, Scott ancora non riesce a liberarsi da questo problema, e ogni volta che "sembra" riuscirci, rimarrà sempre un sembra...perché poi torna tutto come prima. Quindi, ad una certa, i membri si sono detti mohbbastaveramenteperò, perché stanchissimi. 

Chi ha silurato Scott Weiland? (Parte 2)
La storia continua che, a tre anni dall'ultimo disco e dopo un tour mondiale che ha tenuto impegnata la band per molti mesi, era il caso di farne un altro. Ma poi incorsero i solito problemi, che il caro Scott frequentava troppo Mark Renton. Quello che successe dopo, alla base, non è sbagliato...ma è sbagliato il modo in cui i restanti Stone Temple Pilots agirono: semplicemente comunicando la notizia che Weiland era stato licenziato dal gruppo a tutti i media; l'ormai ex-cantante apprese la notizia dai giornali e social-media, commentandola così: "Ho saputo della mia presunta "terminazione" dagli Stone Temple Pilots questa mattina leggendo l'articolo. Non sono sicuro di come sia stato "terminato" da un gruppo che io ho fondato, fronteggiato e co-scritto molti dei suoi più grandi successi, ma questa sarà una cosa che i giudici scopriranno". Da una parte, gli STP, hanno tutti i diritti a voler lavorare senza continui impedimenti di una persona che non riesce ad affrontare il proprio demone...dall'altra, anche Scott non ha tutti i torti: sbatterlo fuori da una cosa al 70% sua, e sopratutto, senza avere le palle di dirglielo in faccia, è da codardi. Il 18 Maggio del 2013, gli STP si esibiscono con l'aiuto di Chester Bennigton dei Linkin Park (il quale aveva affermato in più interviste che la band di San Diego è stata per lui ispiratrice), e il giorno dopo, ufficializzano il rimpiazzo di Weiland con Bennigton, aggiungendo che al nome "Stone Temple Pilots" è stato aggiunto "with Chester Bennington" per evitare che la battaglia legale sulla paternità del nome continuasse. Dopodiché, la band si farà risentire il 18 Ottobre 2013 per pubblicizzare l'uscita del loro EP, finalizzata a "testare" il terreno e vedere come funziona la nuova formazione. E com'è questo disco? Ne parliamo qui sotto.

Il Disco:
Prima, mettiamo le mani avanti e chiariamo due cose: 1) Non ho nulla contro Chester Bennington, anzi: nonostante non sia tra i miei preferiti, i primi due dischi dei Linkin Park sono stati piuttosto formativi nella mia "carriera" di ascoltatore, poiché è in quel periodo che comincerò ad ascoltare musica. Non è tra i miei preferiti, ma c'è comunque molto rispetto verso di lui, avendomi indirettamente "iniziato" ad una grande passione...anche se con quanto fatto dopo Meteora, beh, ha diverse note rosse sul registro, per dirla a modi Vedova Nera; 2) Tutta la faccenda del licenziamento di Scott Weiland non m'è piaciuta. Io capisco che, se uno non si sveglia, ad una certa lo si lascia nella merda in cui (apparentemente) gode sguazzarci...però poteva essere gestita decisamente meglio: senza ombra di dubbio, ogni brutta piega che la cosa poteva prendere, l'ha presa, e quel che è peggio, è che nessuno ha fatto niente per impedirlo. E ancora adesso, nel parlarne, anche se non coinvolto direttamente, fa venire l'amarezza. Nonostante ciò, il risultato che High Rise confeziona è sorprendente.

Sorprendente, perché tutto quello che rende gli Stone Temple Pilots quello che sono, c'è. Ogni volta che una band cambia un membro del gruppo, solitamente, si cerca di ponderare, si cerca di dare la possibilità al nuovo membro di portare del suo, senza snaturare del tutto l'animo che ha valso alla band, il consenso di pubblico/critica finora raggiunto. Gli STP non hanno avuto bisogno di questo procedimento, perché Bennington è un sostituto con i fiocchi dello stile di Weiland, ricalcando in tutto e per tutto il suo stile; centro, il timbro dei due cantanti è diverso e si sente, ma quello che sorprende, è che le linee vocali di Chester si sposano così bene con il resto, che il cantante sembra quasi che sia stato progettato per sostituire Scott. Il cantante dei Linkin Park ci ha messo del suo, ma il punto è che quel "suo" che ci mette è in perfetto stile Stone Temple Pilots; è stato un pò come trovare un oggetto che si professava unico e introvabile. Per il resto, il restante comparto sonoro segue il restyle che pende più verso l'alternative rock con qui era ricomparso nel 2010 (vedi il singolo Between The Lines), che è sempre il solito stile che gli ha concesso la notorietà di cui gode, ma più aggressivo. 

Conclusioni:
Essendo un EP non ci si può sbilanciare troppo, anche perché, quello che si sente è proprio poco: una piccola preview ad un futuro album, ma una di quelle preview che non deludono e che stupiscono per quanto riescono a soddisfare. Questi ragazzi hanno trovato la chima e la cosa li diverte (e si sente). Un godibile aperitivo in attesa della promettente cena. 

Tracce:







- Symo

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