Quando si è tanto fan e appassionati di qualcosa, capita di essere voraci con la propria passione. A volte, succede che si è tanto presi con il proprio hobby (nel mio caso, leggere fumetti) che la situazione sfugge di mano e, pur di rimanere a contatto con il proprio passatempo, si fa un patto con il proprio orgoglio: voi dimenticate che esiste, e lui non continuerà a ricordarvi quanto state toccando il fondo e vi state comportando peggio di un tossicodipendente. Sempre nel mio caso, capita in mesi bui come l'Estate (dove si legge ad una velocità pari a quella dell'iperspazio di Star Wars) oppure in un età dove si sta scoprendo il mondo dei fumetti in tutti i suoi confini, che si rimane presto detto senza nulla da leggere e, pur di leggere qualcosa, si passa in rassegna qualsiasi cosa: e il più delle volte, quel "qualsiasi cosa", non è sempre piacevole. Per questo oggi ci troviamo qui. Perché il Symo vuole condividere con voi Teleguardoni, alcune delle letture fumettistiche più oscene che gli è mai capitato di leggere in venticinque anni di vita, rendendovi partecipe di nuovi significati della parola "trash".
Ovviamente, non è come sembra. Però è quello che sembra che conta.
Per le regole di questa Top 5, nel caso vogliate partecipare anche voi, sono le seguenti: che non ci sono regole precise. Vale qualsiasi tipologia di fumetto, da quello Americano, al Manga, a quello Italiano: ogni tipologia di fumetto insomma; l'importante, è che via abbia causato molto disagio un cospicua dose di disagio. Ci siamo? Bene, allora, detto questo, e via che si va!
N° 5 - Love Dosen't Last Forever
Al quinto posto, una storia di Alan Moore: ebbene si, in questa classifica mirata a denunciare l'offensivo, l'inquietante e il pezzente, ci sta una storia di Alan Moore. Sia chiaro che non voglio improvvisamente fare retromarcia e spalare merda sul bardo di Northampton: se dovessi farlo, che Thor mi fulmini; più altro, l'ho inserita non solo per tirare acqua al mio mulino, ma anche per far vedere che pure assoluti e indubbi geniacci come il creatore di Watchmen, non sono nati imparati e che hanno fatto i loro passi falsi. Come si legge dalla tavola, la storia è datata 1985, anno in cui si cominciava a vociferare l'esistenza di una malattia chiamata AIDS, una malattia che all'epoca fece molto scalpore per la sua novità, ma anche perché si presentava (apparentemente) come incurabile, e quindi diede vita una isteria e di una disinformazione da vocabolario. Più che altro, l'AIDS era considerata una sorta di "peste gay" ed etichettata come una malattia che viene contratta se due persone dello stesso sesso finivano per avere rapporti sessuali; ovviamente, io che scrivo e voi che leggete nel 2015, sappiamo benissimo che non è così. Per quanto Love Doesn't Last Forever sia da leggere se in astinenza di noir sci-fi alla Blade Runner e per studiare un po' di metodi di sceneggiatura di Alan Moore (che nel 1986, raggiunsero livello di epica stratosfericità), la storia è comunque da demonizzare in quanto datata e reazionaria; con questo non si vuole dire che Moore sia un ottuso omofobo, ma che anche lui ha scritto una storia legata ai tempi in cui è stata scritta e che, al di fuori di quella bolla temporale, non trova ragion d'essere.
N° 4 - God Comics
Probabilmente geloso della futura definizione di "fumetto della Madonna", Dio intercede per avere il suo personale fumetto. La trama molto, ma molto, ma molto, ma molto, ma molto pezzente vede Dio scendere dal Paradiso alla Terra, quando Hitler (durante la Seconda Guerra Mondiale) decide di inchiodargli il figlio; visto che si doveva vendicare per l'atto di bullismo fatto sul non-più-così-bambin Gesù, già che c'era, Dio si occupa anche di questa piaga del Nazismo e della guerra e vedere cosa si può fare al riguardo. In questo fumettino di quarantacinque pagine rilasciato negli anni '40, dove Dio deflette i proiettili come Wonder Woman, non c'è molto da dire: solo che è un esperimento abbastanza fallito di teodicea a fumetti, dove l'autore cerca di analizzare il rapporto tra Dio e la giustizia nel suo God Comics (che, attenzione, faccio presente che quello che ho letto è il numero 2: chissà il primo che episodio pilota divino sarà stato!). Tanto per la cronaca, la teodicea è chiamata anche teologia naturale, ma tanto il succo non cambia: è comunque una roba scritta dai discendenti di Famiglia Cristiana.
N° 3 - Amputee Love
Devo commentare? Beh dai, un pochino si, giusto per farvi capire di cosa si tratta. Amputee Love è un fumetto per adulti del 1975 con protagonista una donna di nome Lyn, che dopo un violento incidente, si trova senza gambe; come ciliegina sulla torta, siccome il fidanzato la ama tanto, la lascia perché (secondo lui, e secondo le sue testuali parole) Lyn non è più in grado di "stare al suo passo" nella loro vita amorosa: detto ad una donna che ha appena perso le gambe, è da vero signore, non c'è che dire. Moralmente a terra, Lyn conoscere Sheri, una donna che lavora in una sorta di bordello pieno di ragazze nella loro condizione, cioè di donne che hanno perso uno o più arti e che vengono chiamate da clienti che si sollazzano nel fare sesso con donne nella loro difficile condizione, pagando fior fiori di quattrini. Il fumetto ricorda un poco l'iniziativa del Corriera fatta ai tempi della strage di Charlie Hebdo: iniziativa di tutto cuore, realizzata però con il culo; ecco, praticamente qui siamo sulla stessa barca. Da una parte, Amputee Love descrive abbastanza bene la difficile condizione di vita di chi perde un arto...il problema, è che lo dice con le parole sbagliata, distruggendo ogni possibilità di risultare credibile. E' un pò come scrivere un fumetto anti-razzista e continuare ad esprimersi con frasi del tipo: "Dobbiamo voler bene ai nostri fratelli negri del cazzo!". E insomma, non si fa, cheddiamine.
N° 2 - Hansi: The Girl Who Loved The Swastika
Anche se la copertina fa abbastanza ridere per quanto sia pezzente, il fumetto è (sotto certi aspetti) più profondo di quanto si possa credere. Hansi: The Girl Who Loved The Swastika è la biografia a fumetti di Maria Anne Hirschmann, una donna che ha provato sulla sua pelle, nel periodo della sua gioventù, l'occupazione Nazistae; il problema è che Hansi, come viene chiamata nel fumetto, comincia a vedere nell'istituzione Nazista dei pregi che a quanto pare nessuno sembra vedere, come per esempio, l'educazione gratuita che le ha permesso di diventare una donna colta, cosa che i suoi genitori non potevano permettersi. I tempi difficile arrivano ovviamente dopo la sconfitta della Germania nella Seconda Guerra Mondiale, dove Hansi si ritrova sballottata da ogni parte del globo e vittima di violenze che manco vi sto a dire, fino a quando non arriva in America nelle seconda metà degli anni '70, si stabilisce negli Stati Uniti e trova Gesù e una nuova missione di vita: convertire gli hippie al cristianesimo (si, avete capito bene). Ovviamente, il fumetto è una porcata bestiale di estremissima destra intrisa di innatismo invasatismo religioso da antologia, però il periodo di occupazione Nazista è riportato molto bene...peccato che si perda durante la narrazione, quando per esempio ammira la svastica, o giustifica ogni parola di cattivo gusto classificandola come "volere del Signore". Devo specificare cosa mi ha lasciato interdetto, o si capisce da solo?
N° 1 - The Rapeman
Indubbiamente, il fumetto più strano, imbarazzante, politicamente scorretto e inquietante che abbia mai letto nella mia "carriera" da lettore: Rapeman, e il nome dovrebbe già spiegare perché si trova in prima posizione. Il manga, pubblicato tra il 1985 e il 1992 per tredici volumi, era incentrato su un supereroe chiamato, per l'appunto, "l'Uomo Stupro": aka Keisuke Uwasaki, un professore di bell'aspetto dalle abilità fisico/atletiche impressionanti che raddrizzava i torti...beh, con qualcos'altro di raddrizzato. La cosa che più faceva ridere, per quanto fosse ambigua e bizzarra, era la totale convinzione del Prof. Uwasaki nell'utilizzo dello stupro come arma per portare giustizia e di quanto fosse convinto, che l'atto di violentare i malviventi, fosse la strada giusta da seguire per far prevalere il bene sul male; questa sorta di Frank Castle del sesso, potrebbe essere definito da molti, o come un genio incompreso, oppure come un pazzo allupato: o entrambe le cose. Siccome l'idea di per se non era già abbastanza cazzuta e intrisa di un alto tasso di deficienza e scorrettezza, l'autore Shintaro Miyawaki decise di andare fino in fondo e intrise il fumetto Giapponese di satira e di quell'umorismo nero da far sembrare il Dr. Stranamore, Topolino. Un manga che, per la sua allucinata originalità e sconclusionatezza, è rimasto in qualche modo nella mia memoria: e fortunatamente, solo li.
Questi, miei carissimi Teleguardoni, erano le mie cinque letture più strane, imbarazzanti, inquietanti, offensive e di cattivo gusto, lette dal venticinque anni a questa parte. Voi invece? Quali sono state le vostre? Fatecelo sapercelo con un commentino!
- Symo
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