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sabato 12 settembre 2015

Falcon è (di nuovo) Capitan America! (ASCW Classic #1)

Fra tutte le reazioni possibili e immaginabili che il web ha tirato fuori dal suo infinito e fantasioso cilindro, sicuro come l'oro, la mia è stata unica nel suo genere, quando si è saputo che il nuovo Capitan America sarebbe stato Sam Wilson: meglio conosciuto finora, come Falcon. C'era chi era contento che il nuovo Cap fosse un tizio di colore, comunicando che non ci dovrebbe essere razzismo; c'era chi era contento che fosse Sam Wilson, visto il suo passato da teppistello e assistente sociale; c'era chi era contento che, all'arsenale della Sentinella Della Libertà, fossero accorpate pure le ali di Falcon, trasformando Sam nel primo Capitan America volante. Il Symo, invece, è stato probabilmente l'unico a chiedersi: "Ma ancora? Ma non ha già avuto la sua occasione? Falcon non è già stato Capitan America?". Seguono spiegazioni.



Quando si fanno i primi passi nel mondo del fumetti, cominciando dalla scientifica tecnica del: "compro albi accazzo, tanto l'importante è la copertina figa e il nome del protagonista sopra, poi l'esperienza me la faccio sul campo leggendo", se si ha veramente culo, si può incappare in gestioni davvero ben riuscite e che rivoluzioneranno la mitologia del personaggio per gli anni a venire. Per il sottoscritto, successe in due occasioni: per la Justice League (dove mi beccai, dall'inizio, la gestione di Grant Morrison) e sopratutto per Capitan America, dove al timone del Vendicatore a stelle e strisce, c'era il grandissimo Mark Waid. Nella "carriera" da lettore del Symo, il Cap di Waid sarà di grande impatto formativo, oltre che a diventare forse la mia gestione preferita del Capitano: un pò per la qualità della run in sé, e un pò per l'effetto boomerang dell'amacord.  

Waid si occupò della testata principale dell'alter-ego stellostrisciato di Steve Rogers, iniziando la sua run con la straordinaria Operazione Rinascita nel 1995, fermandosi per un breve stop nel 1997 (lasciando spazio a quella cagata di Jeph Loeb e Rob Liefeld) e concludendola con La Terra Della Libertà nel 1999. Come succede ogni volta che un team artistico è lanciatissimo su un personaggio, la casa editrice acconsente a create alcune serie parallele e spin-off per aumentarne la popolarità; nemmeno il Cap di Waid sfuggì a questa dura legge del marketing fumettistico, e l'acclamato scrittore e padre di altre grandi perle del fumetto (come Kingdom Come, tanto per dire una) si cimentò nella serie mensile antologica Captain America: Sentinel Of Liberty, dove il protagonista delle storie era sempre lo scudiero Marvel, ma ambientate in epoche diverse della sua carriera (occasionalmente sceneggiate anche da altra gente e non solo da Mark Waid).

Ora, qualcuno di voi si starà chiedendo a cosa sia servito questo pistolotto e perché non si vada subito al sodo. Beh, il pistolotto è servito per farvi capire il contesto della serie: siamo in un format antologico, si poteva fare quel cazzo che si voleva, che tanto è successo anni e anni fa e non tutti se lo ricordano. Questo per primo, per secondo, è servito a me, perché mi andava di fare un pò di storia. E terzo, è sui numeri #8 e #9 di Sentinel Of Liberty, che succede il fattaccio, dove abbiamo il passaggio di testimone forzato tra Steve Rogers e Sam Wilson in una maniera che scriveranno meglio Eb Brubaker e Rick Remender. Che vor dì? Continuate a leggere.


Ecco qui, le copertine dei due numeri incriminati, ambientati con tutta probabilità tra Captain America #139 e Captain America #144 del 1971. Da cosa lo si capisce? Da due cose: 1) Steve Rogers non aveva ancora reso pubblica la sua identità, e quindi si giostrava tra la vita di supereroe, e la sua vita privata, in cui svolgeva il lavoro di poliziotto; 2) E' dal #144 in poi che Falcon adatterà i colori rosso/bianco per il suo costume; di fatti, si suoi "colori d'esordio" erano il verde e l'arancione, proprio come mostrato nell'immagine. Ma veniamo alla storia e parliamo della prima, vera, ingloriosa prova di Sam Wilson come Capitan America.

Su Captain America: Sentinel Of Liberty #8, i Figli Del Serpente (gruppo razzista seminatore d'odio con l'obiettivo di dividere l'America) attuano un piano malvagefico dei loro, decidendo di ribattezzarsi "Figli Dello Scudo" e di diffondere i loro messaggi di odio e maleducazione, spacciando Capitan America per loro alleato e simbolo d'ispirazione. In verità, è palese che è tutta una scusa per farlo fuori, è solo che non possono ucciderlo così, perché diventerebbe un'icona: devono prima trasformarlo in una figura da far disprezzare alle genti, per poi toglierlo di mezzo nella più totale indifferenza generale. Dal cambiamento del nome e della scelta di Cap come "mascotte d'ispirazione", cominciano a verificarsi disordini sparsi per tutta New York, e proprio in uno scontro tra attivisti e i Figli Dello Scudo in zona Harlem...


...parte un colpo accidentale che uccide Capitan America, disintegrando completamente il suo corpo. Siccome Falcon non è un gonzo, capisce subito che dei semplici rivoltosi non potevano accedere ad armi laser così sofisticate, così non solo ha la conferma che questo dei Figli Dello Scudo è un bieco complotto, ma che stanno avendo pure una bella fetta di aiuto tennologico da qualcuno che ne sa. Ora, una domanda viene spontanea: "Va bene, hanno capito tutti che è un complotto da osteria organizzato in cinque minuti. Pure Redwing l'ha capito. Ma perché tutti gli altri no?". La domanda Mark Waid se la pone, e a domanda semplice, viene data risposta semplicissima: perché la gente è scema e si fa abbindolare dalle prime quattro, belle parole messe in croce, creando della disinformazione che si trasforma presto in false convinzioni e falsi valori, trasformando il popolo in una massa di caproni che credono che tutto quello che gli si viene detto è pura verità d'oro colata. Suona familiare, nevvero? Siccome Sam Wilson non poteva permettere che il suo migliore amico morisse come martire in un partito razzista che, per giunta, metteva il cucchiaio alla sinistra del piatto e non alla destra (disgraziati), realizza che c'è un solo modo per aggiustare le cose:


Diventare lui stesso Capitan America, sparandosi pure le frasi da badass. Ora, viene spontanea un'altra domanda: "Ma com'è che io, questa storia, non me la ricordo?". Per due motivi: 1) Captain America: Sentinel Of Liberty era il classico mensile di qualità, che però veniva piuttosto snobbato per il formato antologico, e sopratutto perché forniva storie ambientate in periodi differenti del Capitano. Quindi, era un mensile totalmente slegato dalla continuità che Waid stava costruendo sulla serie principale, e quindi, disattenzione a mille. Il che è un vero peccato, story arcs come Fuori Dal Suo Elemento erano tanta, tanta roba; 2) Non è che la prima uscita come Sentinella Della Libertà di Sam sia stata poi così...beh, memorabile. O meglio, è da ricordare: fra le più grandi mazzate e batoste della storia, però

La storia prosegue su Captain America: Sentinel Of Liberty #9, dove Cap/Falcon da tutto sé stesso per venire a capo della faccenda Figli Dello Scudo, sedando quante più risse e rivolte può, tutte scatenate (ovviamente) dal partito razzista che inneggia alla diseducazione più totale, oltre che al rutto libero: anche in assenza di Inghilterra-Italia del '76 (outrage!). Torchiando un teppistello di nome Ajanii, l'uomo che ha "accidentalmente" sparato a Steve Rogers, Sam viene portato nel quartiere generale dei Figli Dello Scudo, dove con sua sorpresa trova il villain Wizard, scoprendo l'arcano. Non solo Wizard ha aiutato gli ex-Figli Del Serpente a costruire le armi tennologiche di cui sopra, ma ha anche aiutato il partito a mettere su questa pantomima della morte di Cap, per riprogrammare il suo cervello senza che nessuno dei suoi super-amici lo cercasse. "Ehi, un momento. Come fai a dire che era tutta una messa in scena?", direte voi Teleguardoni.


Dal fatto che, poco dopo l'arrivo dell'ex-Falcon nel rifugio di Wizard e soci, il vero Capitan America (vivo, vegeto e controllato mentalmente) gli salta addosso per massacrarlo di botte. Ah, e tra parentesi: lo scudo di Sam si rompe perché il costume che utilizzava lui l'aveva trovato per strada, cestinato da un commerciante dopo la presunta morte del Capitano di cui sopra che aveva bellamente sbagliato mira, facendo finire il costume per strada; Sam, trova il costume mentre passava di lì e decide di usarlo. Era una cinesata terribile, insomma? Dibbrutto. La lotta va a finire che Sam ce la mette tutta, ma Steve è molto più bravo nel combattimento corpo a corpo, e il povero Wilson viene ridotto ad una prugna e Redwing a cappone; nella colluttazione a stelle e strisce, a Falcon viene la brillante idea di prenderle quanto basta per avvicinarsi alla testa dell'amico e toglierli quel cerchietto controlla-cervello, che non solo l'aveva trasformato in un Ivan Drago senza personalità (figuratevi quello vero quindi), ma che stava pure male col costume. Ci riesce e, mentre Steve si riprende dal controllo, Sam ferma Wizard; Wilson viene ricoverato in ospedale, baci e abbraccia dalla cumpa dei Vendicatori e torna Falcon. Grazie bello, ora è tuttappò, ti devo una birra o quello che voi.

Come vedete, non la più stupefacente delle uscite. Ora vi farete un'altra domanda: "Ma all'inizio del post, hai citato Ed Brubaker e Rick Remender. Perché? Checc'entrano loro?". Beh, il complottone mediatico dietro la morte di Cap è stato praticamente il pezzo forte dell'acclamatissima run dello scrittore di Fatale e Remender, invece, è quello che se ne è uscito con l'idea di dare a Sam Wilson una seconda possibilità: per un lettore di vecchia data come il sottoscritto, è impossibile non vederci qualche elemento profetico. Come se la caverà il caro vecchio Falcon? Chi lo sa, qui in Italia le sue storie non sono ancora arrivate, ma da certe immagini di preview:


Sembra che stia andando decisamente meglio della prima volta. Sarà il costume realizzato su misura per lui? Chissà. Confidiamo in Rick Remender, che con i personaggi un pò outsider e di colore ha sempre dimostrato di saperci fare (vedi con Fratello Voodoo). Dopo tutto, who tries black...

- Symo

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