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martedì 19 settembre 2017

Marvel's The Defenders: Chi sono i Difensori? (Parte 2)

INIZIO DELLA SECONDA PARTE


Volutamente, nelle recensioni di Marvel's The Defenders scritte per RecenSerie, non si è scritta nessuna curiosità riguardante il super-gruppo protagonista. Questo perché la storia dei Difensori - una storia editoriale lunga quarantasei anni - non poteva essere facilmente compressa nel celeberrimo Angolo Del Nerd presente in tutte le recensioni di telefilm a sfondo fumettistico. Oltre a ciò, va anche contato che (come ogni gruppo che si rispetti) in oltre quarant'anni di pubblicazioni, i Difensori hanno subito numerosi cambi di formazioni e l'entrata di diversi membri tre le proprie schiere. Ergo, la situazione richiedeva un articolo per colmare questa mancanza: ma non poteva essere un articolo di RecenSerie ma, bensì, di questo blog. Quindi, diamo il via ad un piccolo excursus storico e parliamo un po' della originale versione fumettistica dei Difensori.


C'E' POSTA PER TRE (FAI ANCHE QUATTRO)
(The Incredible Hulk Annual, Vol. 1: #1, 1992
Namor, The Sub-Mariner Annual, Vol. 1: #22, 1992
Silver Surfer Annual, Vol. 1: #5, 1992
Dr. Strange, Sorcerer Supreme Annual, Vol. 1: #2, 1992)

La seconda era dei Difensori inizia come era cominciata quasi una ventina d'anni prima: attraverso una riunione avvenuta per necessità.
Nel 1990, il talentuoso Peter David aveva già da qualche anno messo le radici sulla testa di The Incredible Hulk e stava rivoluzionando la vita del Golia Verde della Marvel Comics, approfondendo soprattutto il lato psicologico di Hulk, che - prima del suo arrivo - era semplicemente un mostro che parlava in terza persona capace di coniugare i verbi solo all'indicativo presente. David però va anche oltre il suo compito e passa in rassegna tutta la vita di Bruce Banner e il suo verde alter-ego, toccando tutti i punti cardine della sua vita editoriale in modo da completare la sua operazione di abbellimento. Siccome i Difensori sono stati una parte importante della sua vita, Peter David organizza una breve reunion del trio originale sulle pagine di The Incredible Hulk #370-#371 del 1990, dove il Dottor Strange e Namor tornano nuovamente a fare comunella con Hulk. Silver Surfer è inizialmente escluso dalla reunion forse per emulare gli eventi della prima formazione dei Difensori.
Una piccola scintilla di interesse torna a brillare nei cuori dei fan per questo scoppinatissimo gruppo: effetto speratissimo da David, che può mettere in scena un crossover tra le quattro testate dei quattro Difensori e organizzare un vero e proprio ritorno.
Due anni dopo, nella storia intitolata The Return Of The Defenders, Peter David - affiancato da Ron Marz e Roy Thomas - riprende un filone narrativo messo in atto durante la gestione di J. M. DeMatteis, usato dallo scrittore come motivo scatenante dell'arrivo dei suoi Nuovi Difensori. I quattro noti Difensori non dovevano più unirsi a causa di una profezia che diceva che, se Hulk, Namor, Strange e Surfer si fossero alleati ancora, sarebbero diventati un gruppo di malvagi e avrebbero distrutto tutto. Ebbene, in The Return Of The Defenders - crossover in quattro parti pubblicato nei rispettivi annual dei quattro personaggi - si scopre che era tutto una menzogna e che la voce era stata messa in giro per costringerli a non unirsi più. Risolto questo disguido, i quattro si uniscono nuovamente per dare battaglia a chi aveva messo in giro questa calunnia ai loro danni. 



RIUNIONI SEGRETE
(Secret Defenders, Vol. 1: #1-#25, 1993-1995)

L'operazione di reunion va a buon fine e The Return Of The Defenders si dimostra una buona storia perché soprattutto priva di intenzione commerciali e dettata dalla voglia di ricordare questo strampalato gruppo della Marvel. Vista la buona accoglienza, la Casa Delle Idee decide però di fare un salto nel buio e ridare nuova vita ai Difensori, cambiando però qualcosa. Il trimurti David-Marz-Thomas organizzarono il crossover di cui sopra in modo che sembrasse una sorta di series finale: l'ultimo episodio di una lunga serie che, con quella storia, metteva la parola fine una volta per tutte ad una lunga e corposa narrazione. Eppure la Marvel voleva provarci di nuovo, così trovò un modo per avere i Difensori, senza i Difensori.
Dopo aver testato il terreno su Dr. Strange, Sorcerer Supreme #50 e Fantastic Four #374, entrambi del 1993, nello stesso anno viene pubblicata la serie antologica Secret Defenders. La serie si basava sul continuo cambio dei membri che componeva i Difensori, la cui formazione - per rendere più interessante e appetibile la serie - si presentava diversa ad ogni saga. L'unica cosa che una storia e l'altra avevano in comune, era il personaggio che ogni volta chiamava i membri a far parte dei Difensori, che era sempre il Dottor Strange. Questa pratica di chiamare ogni volta degli eroi scelti per delle missioni che richiedevano le specifiche abilità di quel personaggio è una cosa che lo Stregone Supremo fa ancora oggi, come vedremo in questo post. Proprio per questo motivo, quando nella prima parte si parlava dell'era di Steven Englehart, si diceva che i "padri" dei Difensori erano  a pari merito Nighthawk e il Dottor Strange; il primo ci mise sempre i soldi nel momento del bisogno, ma il secondo (dai Difensori Segreti in poi) ne tenne vivo il ricordo.
La serie non solo vide un continuo cambio di roster, ma anche di sceneggiatori. Dai numeri #1-#8 la serie è gestita da Roy Thomas, per poi passare la palla a Ron Marz dal #9-#14, finendo con Tom Brevoort dal #15-#25. I personaggi che si vedono su questa serie sono decisamente tantissimi, troppi per elencarli ora, ma vi basti sapere che le formazioni erano bizzarre quanto bastava. Nella stessa formazione potevano benissimo ritrovarsi gente come Wolverine e Ghost Rider, o War Machine e Silver Surfer, o Deadpool e Luke Cage. 
Secret Defenders chiude i battenti nel 1995 purtroppo a causa della sua formula narrativa, cosa che finì per sancire una veloce perdita di interesse da parte dei lettori ed idee da parte dei creatori. Purtroppo, quando hai a che fare che serie antologiche, il rischio è sempre che la mancanza di una stabilità perpetua si ritorca contro (guarda American Horror Story...)



L'ERA DI ERIK LARSEN & KURT BUSIEK
(Defenders, Vol. 2: #1-#12, 2001-2002
The Order, Vol. 1: #1-#5, 2002)

Dopo sei anni dal tentativo fallito di resuscitare il brand dei Difensori, si arriva al 2001 e questo scellerato gruppo di eroi spegne le trenta candeline. Forse per celebrare i trent'anni del gruppo (ma forse anche no ed è solo una coincidenza vista dal sottoscritto) due autentiche leggende del comicdon uniscono le forze per quella che è una vera e propria operazione di revival.
Erik "Savage Dragon" Larsen e Kurt Busiek - su sceneggiatura di entrambi, ma coi disegni del solo Larsen - ripescano dalla loro rouge gallery un vecchio nemico del gruppo: Yandroth, un alieno umanoide in grado di manipolare la realtà. Per senso di responsabilità, non solo i quattro membri noti ritornano a collaborare per festeggiarlo, ma vengono anche raggiunti da Nighthawk, Valkiria e Hellcat. Il pregio di questa miniserie è che l'accoppiata Larsen/Busiek individua e mette insieme quelli che possono essere considerati all'unanimità i membri più caratteristici dei Difensori, oltre che quelli che - nei loro anni di attività - hanno saputo esprimersi di più e diventare i volti più iconici del team. La cosa andava un po' a cozzare con la natura randagia del team abituata a repentini cambiamenti e a non fare affidamento su specifici membri, però Larsen e Busiek riescono a vendere bene l'idea degli "imprescindibili sette" spiegando i perché e i per come questi personaggi siano le colonne portanti dei Difensori.
Ovviamente, la coppia rende omaggio anche a tutte le sciroccate gestioni passate (in particolare quelle di Steve Gerber e David Kraft) puntando tutto sulla disfunzionalità del gruppo e quanti questi non ne possano più di collaborare con gli altri.



Vedere per credere.

La miniserie di cinque numeri The Order, invece - sempre scritta da Kurt Busiek, ma con le matite di Matt Haley - è strutturato come un sequel nonché seconda parte conclusiva della mini di dodici numeri illustrata da Erik Larsen. Sostanzialmente, in quelle pagine, Busiek ripesca la storia della profezia e la fa avverare, trasformando i Hulk, Namor, Strange e Surfer in un quartetto di malvagi che si rinomina L'Ordine. Ovviamente si tratterà di lavaggio del cervello e Nighthawk, Valkiria e Hellcat - affiancati da altri membri come Clea, She-Hulk, Namorita e altri - provvederanno a risanare il tutto. Nel 2011, uscirà il one-shot Defenders: From the Marvel Vault #1 che riempirà il gap tra gli avvenimenti della miniserie di dodici numeri con Larsen e The Order; il one-shote è co-scritto da Kurt Busiek e Fabian Nicieza su matite di Mark Bagley.



L'ERA DI J. M. DEMATTEIS & KEITH GIFFEN
(Defenders, Vol. 3: #1-#5, 2005-2006)

A metà degli anni 2000, la Marvel acquista il trio comporto da John Marc DeMatteis, Keith Giffen e Kevin Maguire, diventato famoso per la serie Justice League International: serie della JL celebre non solo perché presentava una formazione decisamente atipica e fuori dagli schemi - per un gruppo come la Justice League, sostanzialmente molto tradizionalista - ma anche perché era principalmente una serie di stampo fortemente comico e demenziale. Assunti dalla Casa Delle Idee con lo scopo di ripetere la loro impresa su Justice League International, però in salsa Marvel, i Difensori (visti i loro trascorsi) sono sembrati la scelta più logica.
Questa miniserie - che è il degno e tanto agognato riscatto del precedente fallimento di DeMatteis - è considerata un must e un cult non solo nella bibliografia del gruppo, ma anche del comicdom tutto perché le caratteristiche della mini mettono d'accordo tutte le passate incarnazioni e gestioni del gruppo. Concentrandosi solo sul classico quartetto, il trio Giffen-Maguire-DeMatteis unisce le trame bizzarre di Kraft e Gerber, la caratterizzazione disfunzionale di Larsen e Busiek con, ovviamente, l'impareggiabile verve comica del trio collaudata sulla sopracitata serie DC Comics. Il risultato sono cinque numeri di puro ridere, dove le frustrazioni dei quattro membri verso l'esistenza stessa dei Difensori e la lunga, forzata collaborazione tra di loro vengono messe a nudo e ridicolizzata a mò di Casa Vianello. Giffen-Maguire-DeMatteis non si risparmiano proprio su nulla, mettendo in scena pure una esilarante scena di sesso tra Hulk e la sorella del villanzone di turno.


Vedere per credere.



I (PEN)ULTIMI DIFENSORI
(Last Defenders, Vol. 1: #1-#6, 2008)

Dopo che la Marvel rivede lo status-quo del suo universo narrativo con il crossover Civil War, l'ex-Difensore Nighthawk si unisce all'Iniziativa dei Cinquanta Stati, diretta conseguenza dell'Atto di Registrazione. L'alter-ego di Kyle Richmond riesce ad ottenere da Iron Man il permesso di ricreare i Difensori richiamando vecchi e celebri membri del team, ma Tony Sterko (come suo solito) agisce di testa sua e chiama personaggi a casaccio come Colosso, Blazing Skull e She-Hulk a far parte della squadra. Purtroppo per Nighthawk, il Difensore non riesce a gestire la nuova formazione e il gruppo è sciolto dall'Iniziativa per incompetenza.
Pensata da Joe Casey per essere l'ultima storia in assoluto dei Difensori nonché ultimo, triste canto del cigno di un gruppo che non ha saputo più riproporsi dopo l'era di Peter Gills, in verità, negli anni successivi i Difensori si dimostreranno tutt'altro che finiti e torneranno in ben due occasioni prima della loro prossima gestione d'autore.
La prima sarà su Hulk, Vol. 2: #10-#12 del 2009, dove Red Hulk (all'epoca ancora malvagio) formerà gli Offensori, un gruppo di Difensori composto dalle nemesi dei quattro membri originali avente: Red Hulk come nemesi di Hulk, il Barone Mordo come nemesi del Dr. Strange, Terrax come nemesi di Silver Surfer e Squalo-Tigre come nemesi di Sub-Mariner. Ovviamente, Hulk richiamerà gli altri tre compagni di merende per riformare i Difensori e fronteggiare questa letterale offesa. La seconda sarà invece su Fear Itself: The Deep, Vol. 1: #1-#4 del 2011, dove il Dottor Strange - come faceva su Secret Defenders - richiamerà alcuni personaggi per fronteggiare un esageratamente potenziato Attuma, altro nemico di Namor. 



L'ERA DI MATT FRACTION
(Defenders, Vol. 4: #1-#12, 2011-2012)

Se già i tre numeri con gli Offensori possono essere saltati, Fear Itself: The Deep è indubbiamente da considerare come un episodio pilota che ha permesso a Matt Fraction una vera e propria rinascita dei Difensori, in barba agli ultimi barboni di Casey.
Immancabilmente riuniti dal buon Stephen Strange, questa ennesima incarnazione dei Difensori è un'approccio più moderno e frizzante al vecchio concept del gruppo, riportando la serie ai suoi scoppiettanti inizi e infarcendo ogni trama di situazioni ancora più bizzarre e ai limiti della fantasia; basti pensare che una delle storyline vede il coinvolgimento di un Celestiale. L'umorismo non-sense e sopra le righe, seppur presente, non è potenziato fino alla vergogna come nelle gestioni di Steve Gerber e David Kraft; quanto più, nella gestione di Fraction è potenziata la componente freak e weird tales. Anche per quanto riguarda la formazione, Matt Fraction riporta l'attenzione sulla scelta dei membri della line-up, che è forse una delle caratteristiche più importanti, dato che i Difensori si fregiano di personaggi spesso incapaci di stare in un gruppo o che rientrino totalmente nella descrizione di outsider. Ad oggi, la sua è una delle formazioni più azzeccate e accattivanti, dato che Strange comanda un gruppo di Difensori formato da: Namor, Silver Surfer, Red She-Hulk, Iron Fist, la Gatta Nera, Nick Fury e Ant-Man/Scott Lang.
Purtroppo, la serie si presentava al suo pubblico veramente come una serie d'altri tempi e che aveva a che fare più col passato che col presente, cosa che ha decretato la sua triste cancellazione (sigh). 



L'ERA DI CULLEN BUNN
(Fearless Defenders, Vol. 1: #1-#12, 2013-2014)

Ma dopo il rilancio editoriale del Marvel Now!, gli scrittori della Marvel non demordono e decidono di riscattare la gestione bistrattata di Fraction. Cullen Bunn così si occupa di ridare lustro ai Difensori, ottenendo però dai vertici solo la possibilità di creare una serie "lontanamente connessa" con il mythos dei Difensori.
Intitolata la serie Frealess Defenders - altro modo per avere i Difensori, senza i Difensori - Bunn prende il personaggio di Valkiria e, ripristinando un po' la tradizione dei Difensori nell'avere una line-up sempre strana e fatta di membri che difficilmente sono protagonisti di una serie tutta loro, opta per una formazione tutta al femminile dove la Asgardiana guida un gruppo formato da: Misty Knight, Danielle Moonstar, Clea, Frankie Raye Nova, Elsa Bloodstone, Ren Kimura e Warrior Woman. Nonostante la "normalità" delle storie, la serie ha incassato bene in termini di apprezzamento di pubblico e critica, soprattutto per il team molto variegato di personalità.



L'ERA DI BRIAN MICHAEL BENDIS
(Defenders, Vol. 5: #1-in pubblicazione, 2017-oggi)

E proprio in tempo per la loro omonima serie tv Netflix, nel Giugno del 2017, Brian Michael Bendis e David Marquez ripristinano la loro alleanza e affiatamento in tempo per mettersi al timone di una nuova serie sui Difensori e che comprende ruffianamente i quattro membri visti nelle altre serie della piattaforma streaming. Devil, Luke Cage, Iron Fist e Jessica Jones uniscono le forze per mettere insieme una sottospecie di trust tra gli eroi di strada e che funga da linea di difesa congiunta di tutti i quartieri e che protegga le strade dai vari Kingpin, Diamondback ecc.
Attualmente la serie ha rilasciato sei numeri circa e il taglio è particolarmente affine a quello delle quattro (cinque, che contiamo anche Marvel's The Defenders) serie Netflix, ovvero con un taglio fortemente urbano, crudo e noir. Ergo - merito/colpa anche dei personaggi scelti per il team - le atmosfere si discostano tantissimo da quelle che abbiamo imparato a conoscere in questi due post, spostandosi di più su un terreno famigliare ai più grazie a Netflix e decisamente incline a quello dello scrittore.
In alcuni dei suoi post sui vari social network, in particolare su Tumblr, Bendis ha dichiarato che in realtà programmava l'arrivo di questi street-level Defenders già dai tempi di New Avengers: in particolare, nel periodo in cui Devil diventò membro del gruppo. Quindi, quella che sarebbe apparentemente una operazione di arruffianamento, è in realtà un complicato (e riuscito) calcolo incrociato delle tempistiche di uscita. Ma la Marvel ha sempre detto così, anche quando non era vero. Che sta volta lo sia? Intanto che lo scopriamo, godiamoci la rinascita dei Difensori. 


FINE

- Symo

2 commenti:

  1. Grandissima recensione su di un grandissimo mitico gruppo di super-eroi!
    Posso essere più o meno d'accordo sui vari temi trattati, anche se in linea di massima (quantomeno per quanto riguarda la prima serie dei Difensori, quella terminata con il numero 152) potrei dissentire su diversi punti.
    Almeno dal punto di vista delle sceneggiature.
    Il problema che però mi resta più a cuore è quello del supporto grafico.
    Purtroppo la Marvel ha sempre funzionato così: lancia una testata con dei bravissimi artisti, e mano a mano questa che si consolida nell'affetto dei fan, manda allo sbaraglio dei personaggi "nuovi" oppure sicuramente inappetibili, che rendono purtroppo la serie inguardabile, spesso fino a portarla alla chiusura.
    Poi magari alla Marvel se ne accorgono e tentano di raddrizzare la mira, ma spesso questo accade troppo tardi o in maniera difficilmente recuperabile.
    Mi riferisco soprattutto proprio al periodo dove le sceneggiature erano di Steve Gerber, da Lei così tanto apprezzato, quando la "follia" delle trame diventava proprio ingestibile, ma soprattutto INGUARDABILE!
    Mi riferisco a "talenti" (ehm...) del calibro di Klaus Janson (che nonostante quanto dicono molti, lo considero proprio un vero e proprio imbrattatele), Keith Pollard, Herb Trimpe, Danny Bulanadi, Keith Giffen, Ed Hannigan, Don Perlin, Al Milgrom e via dicendo...
    Jean Marc deMatteis aveva tentato di dare alle storie un lirismo particolare, facendo diventare il protagonista del gruppo non tanto il tal personaggio o la relazione tra di loro, ma appunto l'argomento trattato.
    Contrariamente a quanto segnalato, penso di poter dire che la "forza" delle VERE storie dei Difensori (secondo me quelle di Steve Englehart) era il fatto che i vari protagonisti erano CONSAPEVOLI che tutti gli appartenenti al gruppo erano dei "solitari", degli individualisti indefessi, e che proprio per quello ciascuno dimostrava verso chiunque altro un riconoscimento più genuino! I caratteri di Hulk e Namor per esempio potrebbero essere "scoppiettanti", ma nonostante questo tra loro era nata una profonda incondizionata amicizia, forse dovuta al fatto che ciascuno rivedeva nell'altro una parte di sé, quella parte che il mondo "esterno" non accettava.
    Per questo il vero leader non poteva essere altri che il Dottor Strange, quasi una "mamma" che permetteva ai vari personaggi di potersi esprimere proprio perché UNICI e per questo indispensabili per trovare il bandolo della matassa di ciascuna avventura.
    Steve Gerber a mio avviso, per quanto meritevole degli apprezzamenti resi, ha avuto il TERRIBILE difetto di "psichicizzare" all'estremo i vari personaggi, facendoli uscire di melone anche quando non ce ne era assolutamente motivo né necessità: ha rovinato TANTISSIMO il personaggio di Nottolone (ma perché lo si continua a chiamare col nome inglese di NightHawk?)!
    Non posso fare altre considerazioni sulle successive incarnazioni dei Difensori, dato che ormai da tempo mi sono "disintossicato" dalla Marvel (e per fortuna, dato che se ne guardo qualche fumetto moderno ne resto allibito!), ma per quella originale penso di essere abbastanza ferrato, nonostante non posso che dire che sono solo i miei personalissimi gusti fumettofili!
    Grazie ancora. ;-)

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